Appunti lezioni Letteratura per l\'infanzia (Giorgia Grilli) PDF

Title Appunti lezioni Letteratura per l\'infanzia (Giorgia Grilli)
Course Letteratura per l'infanzia
Institution Università di Bologna
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Appunti dettagliati di tutte le lezioni di letteratura per l'infanzia dell'a.a. 2020/21, tenute da Giorgia Grilli...


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LETTERATURA PER L’INFANZIA 22 Settembre 2020

I laboratori sono da 16 ore, con 4 incontri tra 4 ore, in cui si affrontano libri per bambini, albi illustrati e romanzi e saranno dati delle letture per approfondire i temi trattati. Si impara come si analizzano i libri. Non sono ammesse assenze se non per motivi medici per 4 ore. Non al primo incontro né all’ultimo. Il volume non ancora stampato (uscirà a novembre) permette di sostenere l’esame di dicembre scegliendo un altro libro. Per quanto riguarda tutti gli altri appelli non si è esentati dalla preparazione dello stesso.

L’autore e illustratore Maurice Sendak Offre una visione meno stereotipata dell’infanzia. Le sue riflessioni sono universali e valide per tutta la letteratura per l’infanzia. Dice che da piccolo era miserable, cioè scontroso e corrucciato un po’ come il protagonista Max de Il paese dei mostri selvaggi. Non è una caratteristica di Maurice in quanto di bambino strano ma proprio di tanti bambini a differenza di come si ama pensarli. Lui pensava solo alla morte da bambino, idea completamente diversa di ciò che noi pensiamo dell’infanzia e di ciò che si ricollega. C’è la fantasia di un’altra coppia di genitori, un po’ sconvolgente perché si pensa che i bambini siano solo attaccati ai loro genitori. In realtà spesso vorrebbero sostituirli o del tutto eliminare. La letterature per l’infanzia li asseconda e crea protagonisti orfani, questo li fa sentire davvero ascoltati. Sono desideri impronunciabili per noi adulti, presi sul serio dalla letteratura per l’infanzia. Esempi ci sono in Harry Potter, Tom Sawyer ecc.. tutti senza genitori, proprio come vorrebbero essere i bambini, troppo controllati e frustrati per troppa protezione. Non parla solo di sé ma di altri bambini. Ash è il figlio di Neil Gaiman, autore di libri per bambini. Ha tre figli grandi e Ash che ha appena compiuto cinque anni. È il classico bambino miserable, malinconico, frustrato e arrabbiato; le foto che gli fanno lo dimostrano. Ama frequentare cimiteri, si interessa di morte, zombie. È curioso della morte come se fosse una cosa estremamente naturale a differenza di quanto pensano gli adulti. I bambini continuamente parlano di morte e giocano a fare giochi di morte, fare finta di morire. Per loro la morte è un pensiero costante ma in

termini diversi da quelli adulti. Ha a che fare con il fisico ed è una delle tante possibilità del corpo di cui sono curiosi. È una curiosa bambina legittima che non deve preoccupare.

Margaret Wise Brown, Dead bird, Addison-Wesley Publishing, 1958 Autrice di albi illustrati per bambini e non illustratrice. L’illustratore è Charlip. La copertina è inizialmente sembrata troppo forte perché rappresentava due bambini davanti alla tomba di un uccellino morto. Parla di bambini che trovano un uccellino morto, lo seppelliscono, gli fanno un funerale e lo vanno a trovare fino a che non se ne dimenticano. Capacità di un’adulta di mettersi in sintonia con ciò che interessa davvero i bambini, senza considerarla una cosa grave ma come una cosa del tutto naturale. Da noi non è stato tradotto.

Margaret Wise Brown, Goodnight moon, Harper, 1947 Il libro più famoso tradotto anche da noi qualche anno fa è Goodnight moon. L’illustratore è Hurd. Punto di vista dei bambini come pochi adulti sanno fare. Parla di un coniglietto che va a letto e dà la buonanotte a tutto ciò che è nella stanza. Non è un libro moralistico sul dover andare a dormire ma illustra solo quello che accade nel momento di transizione tra la veglia e il sonno, caratterizzato da ansia e paura. Devono essere rispettati i loro sentimenti. Per accompagnare questo momento c’è un progressivo aumento del buio e dei colori del libro, che diventano sempre più bui. Quando c’è tutto buio il bambino sta dormendo. È semplice ma complessissimo per quanto riguarda l’identificazione della mente bambina che ha bisogno di porsi a contatto con ogni oggetto e salutare tutto. Non solo quello che è visibile ma anche ciò che è invisibile, per quello saluta il nessuno (colpo di genio assoluto). Buonanotte alle cose che vedo e anche a quello che non vedo perché intuisco ci sia, nonostante io non veda ma non per questo meno reale. È scritto in rima, come poesia visiva e verbale. Sono usati soprattutto colori primari con il verde prevalente, non c’è una spiegazione vera e propria ma quello che si sa è che sono basilari esattamente come la storia raccontata.

Liesbet Slegers, Mattia e il buio, Clavis, 2018 ☹ Qua ci sono molte spiegazioni e le parole ripetono quello che già si vede nel disegno in modo prosaico, cioè con assenza di suoni belli e troppo lungo nella spiegazione. Anche i disegni non sono buoni. Ci sono dei plagi al testo di Margaret Wise Brown. Tutte le parole sono scritte per diminutivi. È un libro stupido e fatto perché i genitori hanno problemi a metterli a letto e si pensa che addolcendo il tutto i bambini possono andare a letto tranquillo. Anche il fatto che si spieghi tutto il bambino viene trattato come stupido, quando invece sono i genitori a essere in difficoltà inoltre si dà pochissimo valore all’autonomia del bambino. Ce la fa da solo a trovare una modalità per addormentarsi senza che i genitori vi si sostituiscano completamente. La ridondanza perde anche l’occasione per guardare le immagini che a questo punto si dimostrano del tutto inutili e non più interpretabili all’infinito. Dovrebbero mettere in scena molte più cose incuriosendo il bambino. Inoltre Mattia dice da solo quello che deve fare quando in realtà è impossibile che un bambino si suggerisca di lavarsi i denti o di fare determinate cose senza che qualcuno glielo ricordi. Questo è un bambino idealizzato eccessivamente che vuole rispondere alle esigenze del bambino. La complessità di un albo ne fa la qualità, quando ci sono molte letture discordanti l’una dall’altra. Se non c’è niente da aggiungere, ecco, quello è un libro piatto e superficiale anziché un capolavoro.

Margaret Wise Brown, The important book, Harper & Brothers, 1949 È un libro stranissimo, non piatto né semplice da leggere. L’illustratore è Weisgard. Ogni lettore ne ricava qualcosa di diverso. Il libro nasce dalle chiacchierate fatte da Margaret Wise Brown con i bambini piccoli, cose a cui spesso non si presta attenzione. I bambini sono interessati alle tassonomie e alle cose che sono al primo posto (la più importante, la più bella, la più veloce). Già nel frontespizio c’è una cosa più importante detta dai bambini, come il fatto che si vede attraverso il vetro. Sembra che l’adulto aggiunga qualcosa a quanto detto dal bambino ma poi si dà ragione alla prima idea del bambino. Si conclude con una dedica al bambino in cui gli si ricorda che la cosa più importante è tu sia tu. Nient’altro che questo e nemmeno ciò che gli altri si aspettano da te o ciò che i genitori si aspettano.

Mac Barnett, La cosa più importante di Margaret Wise Brown, HarperCollins, 2020 Ultimamente è uscito un libro in Italia su Margaret Wise Brown e sulla sua vita. Un capolavoro perché spiega cosa è un buon libro per bambini. È fatto per bambini ed è un omaggio. L’illustratore è Jacoby. Si apre con una frase di Margaret Wise Brown in cui dice che non è importate l’autore ma che il libro sia interessante per il bambino, perché a loro non interessa niente dello scrittore. Si parla della bisessualità di Margaret Wise Brown senza tanti giri di parole. Da bambina quando le è morto il coniglio invece di piangere lo ha scuoiato e lo ha usato come pelliccia. Ogni buon libro disturberà qualcuno, perché se non disturba nessuno non è buona letteratura. Darà fastidio soprattutto coloro che vogliono spiegarsi tutto e spiegare tutto ai bambini. Sono però gli unici veri capolavori. Cambia poi storia all’improvviso proprio come faceva Margaret Wise Brown. Anche questo è un libro per bambini capace davvero di capire i bambini e di trattarli come meritano di essere trattati.

23 Settembre 2020

L’editoria per l’infanzia è diversa dalla letteratura per l’infanzia. La prima è l’insieme dei libri pubblicati per i bambini, gli altri hanno valore artistico nonostante possano sembrare semplici. Ci si mette nei panni di un bambino e si dà importanza ai temi profondi per lo stesso. Inoltre devono fare il tutto in senso lato e poetico (non nel senso della rima) raccontando il tutto in modo elusivo e allusivo, cioè in parte misterioso e inafferrabile, così facendo il bambino può interpretare le cose in diversi modi. Non esplicativo in modo diretto ma dire le cose in modo indiretto e metaforico. La metafora è la figura retorica preferita dagli autori. Sendak ad esempio inizia con “Max indossò il costume da lupo quel giorno” e non “Max era arrabbiato”, in questo modo altrimenti si patologizzerebbe l’infanzia e si farebbe sempre anomalo quel sentimento. La formula usata da Sendak invece rispetta il sentimento e lo riverisce.

Lo stesso accade in Goodnight moon. Non dice “è ora di andare a dormire” ma trova una metafora illustrativa per spegnere la luce, in quanto c’è un retinato grigio sempre più fitto che permette di vedere chiudere gli occhi del bambino senza che ci sia mai una vera e propria frase esplicitata. Questi sono esempi di capolavori perché usano modi non detti di dire le cose. È fondamentale conoscere la psiche del bambino come quasi mai lo si fa in trattati scientifici sull’infanzia. Niente come un buon libro per bambini è illuminante rispetto alla mente del bambino. Attraverso i libri per bambini li si riesce a conoscerli meglio. L’infanzia è un’età appassionata carica di emozioni dirompenti (Sendak), intense che difficilmente un adulto vede nonostante sia posto a contatto con situazioni normali. Anche addormentarsi è motivo di angoscia e nella vita di tutti i giorni quando un bambino per paura non vuole dormire si tende a tranquillizzarlo, sbagliando. È un atteggiamento troppo superficiale. I bambini hanno ragione ad avere paura del buio perché hanno conservato nella memoria storica il rischio di venire sbranati. Il buio quindi rappresenta una delle situazioni più pericolose che si possono presentare ma gli adulti lo hanno dimenticato. Infatti nella stanza verde del bambino coniglietto c’è sempre il fuoco acceso al centro della stanza come se ci si trovasse in un’antica grotta. Da questo si capisce che non sono minimizzati i sentimenti dei bambini ma trovano forme rituali per scacciare la paura. In questo caso si inscena un rito, quello del saluto agli oggetti, dalla luna alle stelle e tutti gli altri (protezione animistica). Il caso del rito lo si trova anche in The dead bird rispetto alla morte dell’uccellino e al comportamento dei bambini con il loro rito volto alla comprensione della morte, seppure incomprensibile a fondo. Anche mettere addosso la pelle di un animale è qualcosa di ancestrale. Sia Sendak (non solo autore ma anche illustratore) che Wise Brown hanno avuto in comune la stessa editor che li ha aiutati a fare i libri. Gli adulti tendono a minimizzare “non hai motivo di essere spaventato”, “non hai motivo di essere arrabbiato”.

P. L. Travers, Mary Poppins, 1934 Anche in questo romanzo, uscito 30 anni prima del libro di Sendak si tratta il tema della rabbia. Non è illustrato ed è molto diverso dal film della Disney.

Capitolo 6 “Martedì disgraziato” Michele e Giovanna sono due bambini più grandi e Giovannino e Barbara sono i bimbi più piccoli gemellini. Michele è furioso senza motivo come a volte capita e se la prende con gli altri con azioni fastidiose i suoi conoscenti. Mary Poppins non gli dice di non avere ragione ma cerca un motivo più folle di quello che potrebbe trovare un bambino “sei sceso dal lato sbagliato del letto”, modo immaginativo per spiegare le cose. Non nega né punisce. Esempio narrativo di sintonia con il sentire infantile nonostante siano aspetti disturbanti per un adulto. Un bambino può avere una giornata storta anche senza motivo. Altre volte si comportano male per colpa degli adulti, ovvero perché si sentono frustrati e inibiti rispetto a tuto ciò che vorrebbero fare.

Robert & Godbout, Joseph Fipps, Fundación Santa María-Ediciones SM, 2013 Robert è l’illustratore e Godbout è l’illustratore. Libro sugli sbalzi di umore di un bambino e che vorrebbe cambiare i propri genitori. Albo illustrato. Accompagna tutti i moti del bambino, dal leggere il libro, ai rimproveri della mamma che non lo fanno sentire capito, la felicità di essere chiamato piccolo grifone, la nuova mamma tricheco, la gioia e lo spavento trattenuto; sono piccoli e sottili moti d’animo seguiti nella loro incoerenza caotica. I bambini sono un attimo felicissimi e quello dopo tristissimi. Lo si racconta con grande finezza. I bambini pensano continuamente ma non pensano quello che pensiamo noi né nello stesso modo. Ciò non significa che siano con la testa nel vuoto.

Stoddard & Chermayeff, Stavo pensando, TopiPittori, 2018 Stoddard è l’autore e Chermayeff l’illustratore. Libro complementare a Goodnight moon perché si tratta del risveglio, momento in cui i genitori faticano a sintonizzarsi con i bambini. Coincide con la fretta nel prepararsi per fare le cose della giornata. Si è irrispettosi dei tempi lenti del risveglio dei bambini. Non è facile uscire dal sonno come non entrarci per un bambino. Sono gli adulti a esserlo. Libro delicatissimo e ironico che mette di fronte ai limiti di adulti di immaginare il fervore dei bambini e fa riflettere su come a volte si pensa che gli adulti facciano apposta a fare qualcosa. In realtà non sono contro di noi ma stanno pensando ad altro. Non ci vogliono mettere in difficoltà.

Topi pittori e Orecchio acerbo sono editori a cui prestare attenzione perché sono quelli che fanno gli albi illustrati migliori. A fine marzo/inizio aprile c’è una fiera dedicata ai libri per bambini.

Katrin Stangl, Si può svuotare una pozzanghera?, TopiPittori, 2018 Libro delle domande bambine, nato dall’averli davvero guardati e ascoltati. Domande che si fanno i bambini di solito nel corso della giornata.

G. Grilli & F. Negrin, Ugo Fontana. Illustratore per l’infanzia, Edizioni ETS, 2014 Non è solo la scrittura di libri per bambini ad essere complessa ma anche l’illustrazione perché richiede un esercizio di decentramento e empatia per riuscire a vedere le cose come le vede un bambino. Questo libro è stato scritto da Giorgia Grilli e Nigrin ed è dedicato a Ugo Fontana, un illustratore per bambini. Degli anni 50-60-70. Ha illustrato più di 200 libri per bambini tra cui Le fiaba sonore. Era dimenticato come nome perché spesso non venivano nemmeno citati, diversamente da quanto accade oggi. Questo libro è stato scritto in occasione di una mostra a lui dedicato, che si è tenuta a Bologna. Ci sono immagini da lui realizzate derivate da alcune famose favole. Si nota la sensibilità anche dal fatto che i bambini sono disegnati in angolo o con una sola parte del volto visibile, come se l’infanzia ci spiasse ma per metà vedesse altro, come se fosse nel nostro mondo ma al tempo stesso da un’altra parte e come se noi potessimo conoscerli solo in parte. Ci sono anche stili molto diversi tra loro e che si adattano perfettamente al contenuto che si vuole rappresentare. Non nascondeva il sangue se si trattava di feriti o di racconti di guerra. Anche le architetture vogliono essere rese così come sono. Lo stesso vale anche per gli animali. Si pone attenzione anche alle posizioni scomposte tenute dai bambini quando giocano, come la tristezza dei bambini. Non esiste un unico modo adeguato per creare illustrazioni ma non bisogna illustrare come gli adulti pensano sia giusto.

28 Settembre 2020

È consigliabile fare l’esame con calma e non darlo al primo appello in modo da maturare i contenuti affrontati a lezione. È importante valutare il visivo della letteratura dell’infanzia in quanto multimediale e caratterizzata da molti codici e non solo quello verbale. Questo lo si nota soprattutto negli albi illustrati ma anche i romanzi per bambini escono con le illustrazioni create da appositi illustratori. Oggi le immagini possono essere ridotte non perché non sono più importanti ma perché si riducono i costi di produzione. Dalle immagini si può capire se si tratta di vera e propria letteratura per l’infanzia e non di un solo prodotto a fini commerciali. L’aspetto grafico è valorizzato, di cui si ricorda il font, il margine, la carta e l’impaginazione del libro stesso. Se usato deliberatamente si creano oggetti d’arte. La grafica è una altro linguaggio che ne approfondisce il linguaggio. Esempi li si riscontrano dalla casa editrice Orecchio Acerbo di Fausta Orecchio, che la ha fondata curato a fondo l’aspetto grafico.

M. Salvi, Toni Mannaro, Orecchio Acerbo, 2016 Libro di Orecchio Acerbo. Lupo jazzista che arriva a New York per suonare. Tutte le illustrazioni di Quarello rimandano agli anni ’30, anni trattati nel libro stesso.

C. Guidi, Buchettino, Orecchio Acerbo, 2016 Fiaba nera che parla di bambini che si perdono in un bosco. Fausta Orecchio è anche l’illustratrice del suo testo. Le parole sono scritte in rotondo e dà la sensazione provata da questi bambini che si sono persi nel bosco. Inoltre ci sono parole in grassetto da evidenziare e da leggere alzando la voce. È un’altra versione di Pollicino. In un altro punto dà idea delle pause affrontate durante il discorso. In un altro tratto il conteggio dei bambini viene evidenziato dalla grafica “sette bambini da mangiare e subito”. Non dice cose in più del testo ma sono rese potenti.

P. Cognetti, Il nuotatore, Orecchio Acerbo, 2013

Bollicine che sembrano fatte da qualcuno che respira sott’acqua. Tutto scritto non in una riga sola ma come se fosse il bambino che cerca l’aria con le bollicine fatte sott’acqua. Immagini, parola e grafica. Esasperazione del testo. Massima creatività.

Capitan …. Gocce di sangue per rappresentare il fatto che si stesse mangiando una persona. Uso futurista. “Bommmmba!”.

Ci sono due rischi nel tipo di visivo offerto all’infanzia, che possono allontanare da un’opera d’arte. Nascono da idee stereotipate dei bambini che circolano diffusamente: 1) Sciatteria: semplificazione, stilizzazione, disegni finto bambini, visivo che non fa trapelare impegno e cura. Questo perché si pensa che i bambini capiscano solo le cose semplici. Possono esserci immagini stilizzate dettate da conoscenza reale che non rientrano in questa categorizzazione, in caso contrario non si rientra nella letteratura per l’infanzia. Si vede che l’illustratore non saprebbe fare meglio di così. Questo è uno stereotipo presente anche a scuola, si pensa che riescano a capire solo se si spiegano cose semplici; al contrario loro in questo modo si annoiano e si distraggono non seguendo per niente. Vanno sfidati su un terreno alto. “Piccolo blu e piccolo giallo” di Leo Lionni rappresenta un esempio di letteratura per l’infanzia con illustrazioni semplici ben pensate. Anche vocaboli difficili sono da usare. È fondamentale in ogni cosa trovare un equilibrio ma senza stereotipi del genere (immagini, linguaggio verbale e scritto). 2) Grazioso: immagini edulcorate, pacificanti. Tendenza del visivo nasce da un’idea sbagliata, cioè il credere che i bambini siano puri e innocenti. La società ancora non si è liberata di questa considerazione e si crede ancora che non siano sporchi. Idea che le bambine debbano frequentare corsi di danza classica. Si eliminano contaminazioni e sporcizia perché non si vogliono vedere i bambini per come sono davvero.

In entrambi i casi ci sono illustratori che si ribellano a queste categorizzazioni. Si hanno illustratori che cercano di essere anti-graziosi.

Beatrice Alemagna, Che cos’è un bambino, TopiPittori, 2008 Anti-grazioso. Libro non tanto per bambini ma forse più utile agli adulti. Galleria di bambini rappresentati non come ideali (dita nel naso, mangiare zucchero filato, dormire con il cane, pianto per shampoo negli occhi). Si osserva cosa pensano i bambini. I bambini disegnati non sono carini. Collage, disegni fintamente semplici ma curatissimi nella volontà di rendere i bambini in questo modo.

Emma Adbåge, La buca, Camelozampa, 2020 All’insegna dell’anti-grazioso. Sono i libri che interessano di ...


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