Title | Lezioni filologia - Appunti tutte |
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Author | Nico Tromboni |
Course | Filologia italiana |
Institution | Università degli Studi di Firenze |
Pages | 18 |
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ottimi appunti ...
Filologia, appunti a Lezione | Nicolò Tromboni 1
Domande - argomento a scelta - parafrasi dell’Adelchi - una pagina dell’edizione Becherucci - appunti del corso
Dizionario Filologico - Antigrafo: testimone sopravvissuto, modello di un altro pervenuto - Apografo: copia tratta dall’originale - Archetipo: astrazione che rappresenta il manoscritto ideale perduto da cui discendono tutti i testimoni posseduti fisicamente - Autografo: scritto dal pugno dell’autore - Codex: in latino il legno con cui sono realizzate le tavolette di cera -- Codex Descriptus: codice di cui è pervenuto l’antigrafo ma può essere utile in caso di cattivo stato di questo Errori: alterazioni del testo con carattere chiaro e manifesto - Idiografo: scritto sotto dettatura dell’autore - Lezione: il passo specifico che varia da un testimone all’altro - Liber: in latino membrana sub-corteccia con cui si realizzano i fogli - Stemma codicum: albero genealogico dei manoscritti della tradizione diretta - Tradizione diretta: supporti scrittori che tramandano un’opera - Tradizione indiretta: supporti che tramandano in modo mediato un testo o parti di esso - Varianti: alterazioni dotate di senso e autenticità - Volumen: rotolo di papiro usato per testi letterari, da “volvo”
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1939, Gianfranco Contini scrive il saggio “Come lavorava l’Ariosto”: attraverso le micro – correzioni di Ariosto delinea un ritratto psicologico dell’autore coincidente a quelle raggiunto dagli storici di letteratura Il testo della Becherucci è l’unica edizione critica dell’opera e un esempio di filologia di autore Non è raggiungibile una verità assoluta, bensì un sistema di pezzi veritieri e ipotesi accreditate da rimettere in gioco di fronte ogni nuova scoperta -es: tra il 1998 e il 2015 è stato scoperto un nuovo autografo manzoniano, un nuovo stadio redazionale La filologia studia il rapporto tra le parole scritte e l’intenzione dell’autore del massaggio attraverso - la storicità del testo - la storicità del supporto materiali - la nostra storicità: essere consapevoli di quello che ci aspettiamo di trovare – Contini, insegnante di filologia romanza, valorizza: - la sensazione di straniamento dovuta alla distanza storica tra noi e il manoscritto - la filologia come scienza storica e non esatta: un edizione critica fornisce gli strumenti catti a motivare la scelta di una variante - la consapevolezza della modalità in cui ci avviciniamo a un testo: valutare e inquadrare storicamente i possibili errori emersi nella tradizione del testo - es: Pir meu cori alligrari, di Stefano Protonotaro, è l’unico testo della scuola siciliana tradito senza essere toscanizzato - es: Dante muore nel 1321 ma il primo codice della commedia pervenutoci è 15 anni postumo - es: il successo di Petrarca si deve anche al 90% latino della sua produzione, ma fino a poco fa circolavano online solo le opere volgari - es: del Decamerone di Boccaccio è pervenuto un autografo del 1370: mutilo, errori di distrazione, sottoposto a revisioni tardive - es: la versione in tarda età “la Gerusalemme conquistata” riporta la volontà finale dell’autore - es: la terza versione dell’Orlando Furioso risente dell’influenza di Bembo L’edizione filologica riporta i documenti alla base delle ipotesi di soluzione ma non tutti i nodi si possono sciogliere - es: la locuzione “stil novo” - secondo deSanctis proviene dal 24° canto del Purgatorio in cui Dante incontra Bonagiunta Orbicciani - nei manoscritti della Commedia la locuzione non esiste: è riportato “il dolce stil e il novo ch’io odo” La critica testuale è costituita da:
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- testo scritto - apparato: una serie di sigle riferenti alla documentazione necessaria a capire la tradizione dei singoli versi Cos’è la filologia: - “Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali”, Nietzsche, 1881: riflessione su come arrivare a un’ipotesi di testo, in mancanza dell’originale, quanto più onesta rispetto ai dati documenti posseduti. “Quell’onorevole arte il cui cultore deve trarsi da parte e dedicarsi a un lento lavoro d’elaborazione. Nell’epoca del “lavoro” di fretta dedica attenzione alla lettura in profondità, avanti e indietro, non senza secondi fini lasciando porte aperte, con dita ed occhi delicati - Beltrami, 2010: è un’igiene mentale contro il pressappochismo e l’indifferenza per i fatti, rende possibile la sopravvivenza delle opere del passato. Non sempre è possibile stabilire se sia esistita una forma definitiva. Mantiene viva la lettera e il significato - è la disciplina che, tra altri compiti, accerta se un testo sia conservato nella forma definitiva1 in cui l’autore ha voluto comporlo - produce l’edizione critica del testo - cura la storia della tradizione Ecdotica o critica del testo: insieme dei principi, metodi e tecniche atti a cercare la forma autentica - termine coniato negli anni ’20 da Henri Quentin dal greco ecdosis - segue a ritroso l’evoluzione di un’opera e ne ricostruisce la genesi produttiva, segue schemi matematici Edizione critica: riporta il testo ricostruito fornendo al lettore i dati del percorso compiuto - presuppone la comprensione linguistica del testo, dell’ambiente culturale, dei codici intellettuali L’ecdotica non può mai essere disgiunta dalla storia della tradizione - Billanovich: “la tradizione di ogni testo non è un magazzino di varianti; ma una miniera di storie” Inferno, 1° canto Virgilio appare a Dante e si presenta Giorgio Inglese, in un’edizione commentata inserisce informazioni filologiche - e li parenti miei furon lombardi -secondo alcuni l’espressione “furon lombardi” è un anacronismo: al tempo non esisteva la Lombardia - Mantoani per patria ambedui - RB riporta “mantoani, anche in un codice bolognese del 1340 del Maestro Galbano - Altri codici hanno “mantovani” come ad esempio: - TRIV: codice del 1337, scritto da Francesco di Ser Nardo da Barberino, copista fiorentino 1
Non tutti gli autografi coincidono con la forma definitiva
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- URB: oggi alla Biblioteca Vaticana, del 1350 nel nord-est Italia. Non è possibile stabilire la versione originale: Dante potrebbe far parlare Virgilio con termini geograficamente connotati - Nacqui sub Iulio - Virgilio nasce nel 70 aC, Cesare vive tra il 100 e il 44 aC e nel 70 era cittadino privato - non dobbiamo pensare alla critica del testo perché tutte le forme sono uguali - dobbiamo pensare a come Dante guarda Virgilio: aveva accesso ai codici virgiliani del 13° secolo dotati di corredo esegetico e: - accessus: introduzione canonica al testo - commento: il maggiore commentare è Servio (4°-5° sec): commentando la prima egloga delle Bucoliche si riferisce in modo vago alla perdita di terre di Virgilio. Si riferirebbe alle battaglie del 43 aC, ma in alcuni codici copiati è slittato sulla battaglia di Azio del 31 aC - componendo a 28 anni e riferendosi alla guerra sbagliata la nascita slitta al 58 aC - se Dante avesse questo codice si motiverebbe “nacqui sub Iulio”: Cesare diventa console della Gallia Cisalpina, comprendente Mantova Per comprendere abbandoniamo la nostra “verità” per abbracciare quella intesa dall’autore
- paleografia: studia la scrittura del manoscritto - codicologia: studia le tecniche di confezione e rilegatura - bibliografica testuale: studia il libro a stampa come oggetto fisico: carta e fascicolatura Descrizione esterna di un codice - Segnatura - Città - Biblioteca - Collocazione del codice - Eventuali indicazioni consente di studiare la storia del manoscritto es: “Pluteo”: era fissato con catene ai plutei della stanza es: la Biblioteca Vaticana online distingue i codici su base alfabetica - Materiale scrittorio - rotolo di papiro: solitamente scritto solo sul retto - pergamena: a Roma dal I secolo dC - Il primo frammento è del 100 dC: “beniis Macedoniis”, scritto sul verso e sul verso - La prima attestazione letteraria è del 90 dC: un epigramma di Marziale descrive la reazione degli uomini - deriva da Pergamo: secondo leggenda inventata da Eumene II durante una crisi del papiro - deriva dalla pelle animale - si bagna nella calce per 3 giorni
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- si inserisce tesa nel cantiro - si raschia con il nobacula, un coltello tondeggiante che elimina i peli e i brandelli di carne - si scapilla con pietre morbide e polvere di pietra - è migliore se è sottile e i lati non sono distinguibili - è possibile realizzare palinsesti e ricercare la “scriptio inferior”. - carta: portata dall’espansionismo arabo dalla Cina alla Spagna, in Italia dal XIII secolo - servono corsi d’acqua - servono stracci: si macerano, si battono, si mettono a telaio, si seccano - un liquido rende impermeabile la superficie - Filoni: linee parallele al lato corto, traccia dei sostegni del telaio - Vergelle: linee parallele al lato lungo, la traccia dei fili metallici del telaio - Filigrana: metallico fissato sui filoni inventata a Fabriano per segnalare la qualità e costituire un marchio Briquet ha raccolto le filigrane, individuali con la betagrafia o la lampada Wood - Carta imperiale, reale, mezzano, rezzuto: hanno lo stesso rapporto tra base e l’altezza - Il Trecento è un secolo di passaggio: il primo codice cartaceo della BNI è del 340 - Datazione - Anno ab incarnazione - Anno bizantino - Anno della natività: calcolare l’anno dal 25 dicembre - Anno della circoncisione: il nostro - Indizione: ciclo di 15 anni di natura fiscale-catastale. Nasce in Egitto, diffusa nel 313 da Costantino - Numero dei fogli e numerazione - numerazioni antiche e/o errate - datazione e materiale delle guardie - es: un codice del Convivio è stato ridatato grazie all’analisi Wood di un foglio di conto incollato a rinforzo del bifoglio - es: codice Toledano, autografo di Boccaccio, 1353 e il 1355: l’analisi Wood ha rilevato nei fogli di guardia le scritte “Homero poeta sovrano” e “Ioannes de Certaldo pinxit” in caratteri greci: - Boccaccio conosce il greco - Boccaccio disegna - nuova luce sul rapporto Boccaccio-Dante - Rigatura: può dare informazioni sul copista - Foratura: fatta con rotella, pettine o mastara - Fascicolatura - mutilo: mancante di un fascicolo - acefalo: mancante di un fascicolo iniziale o terminale
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- Scrittura - scrittura carolina: si diffonde in tutto l’impero, è la normalizzazione grafica di schemi già diffusi - X secolo: scrittura libraria e corsiva sono indipendenti l’una dall’altra - XI-XII secolo: la scrittura libraria soppianta, diminuiscono le possibili legature - scrittura gotica, o littera textualis moderna: usa diverse note tachigrafiche e abbreviazioni, le curve sono contrapposte, è specificatamente libraria - gotica italiana: più leggibile, dura meno - gotica europea: più aguzza, fino al ‘500 - littera boloniensis - scrittura corsiva e documentaria: affianca la gotica ma tipica dei documenti, successivamente divisa in Mercantesca e Cancelliera - scrittura bastarda su base cancelleresca: si diffonde con la letteratura volgare -es: Lancia copia la Commedia in bastarda cancelleresca e scrive la chiosa in gotica semplificata -es: Petrarca usa la bastarda nel codice degli abbozzi e la gotica nelle postille - vetustioris litterae maiestas: diffusa da Petrarca rifacendosi alla scrittura carolina - littera moderna: tipica dei medioevali - littera antiqua: tipica degli umanisti - Legatura/rilegatura Dal manoscritto alla stampa A fine ‘400 emerge la stampa: assorbe molti scribi, non ha argomenti diversi dalla tradizione La filologia dei testi a stampa presenta questioni simili e dissimili a quella precedente - ogni carattere è isolato, non abbiamo più le svariate legature - Mannunzio crea un corsivo a stampa - la nota tachigrafica 7 diventa “&” - Incunaboli: testi a stampa tra il 1453 e 1500 - Stampe popolari:costituiti da una decina di carte di qualità scadente, sono di interesse linguistico - Stampe antiche: differenze consce o inconsce durante la stampa dei singoli fogli: Descrizione Interna di un codice - Autore e Titolo - Rubrica iniziale e finale - La più recente edizione a stampa del testo - Eventuali testi inediti e bibliografia La tradizione dei testi - Originale: Autografo o Idiografo - es: Commedia: l’originale è tripartito o è un codice finale unificante?
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- diverso dalla stampa originale: questa può avere modifiche grafiche e morfosintattiche - es: “Cortegiano” di Castiglione - compresenza di più mani, es: “Senilità” di Svevo - Testimoni: copie ricavate dall’originale o altre copie - Integri, parziali o smembrato - es: Commedia divisa tra riccardiano e braidense - L’insieme dei testimoni forma la tradizione manoscritta
“vita nova”, K/M - Lezione K, testimone della Biblioteca Apostolica Vaticana - bastarda cancelleresca - copista fiorentino anni 30 - sonetto in endecasillabi scritti come in prosa -“elli era tal a veder lo mio colore”: verso ipermetro - Lezione M, testimone della Laurenziana - scrittura libraria. - copista tra Gubbio e Castello (analisi linguistica) - sonetto scritto come in prosa ma impaginato su due colonne - “eo era tale a vedere mio colore” - l’ipermetria di K si deve a “lo” - la variante eo/elli è un fatto di forma
“cagione movente”, Convivio, Dante - Opera scritta durante l’esilio e circola a Firenze dopo la morte del poeta - tutti i 46 testimoni sono fiorentini, solo 4 del ‘300 - Quando Dante parla della provvidenzialità dell’Impero Romano: “La forza dunque non fu cagione movente, si come credeva chi gavillava, ma fu cagione instrumentale, si come sono li colpi del martello cagione [instrumentale] del coltello, e l’anima del fabbro è cagione efficiente e movente. - la cagione movente è la causa efficiente - la cagione instrumentale è la causa strumentale/materiale - nei 46 testimoni fiorentini la parola “instrumentale”, la tradizione diretta presenta un guasto d’archetipo - l’archetipo va presentato nell’edizione critica, l’Ageno nell’apparato riporta “om X” - non è imputabile l’errore a Dante o al copista - Pietro Alighieri scrive un commento in latino alla Commedia e vi introduce il passo del Convivio - presenta il termine “instrumentalis” - può averlo aggiunto ope ingenii - può aver letto l’originale
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Edizione critica in presenza di più testimoni A metà Ottocento si contrappongono i metodi - Bedier: sceglie il testimone migliore, non propone un metodo di scelta - Lachmann: crea collazioni di testi per redigerne edizioni critiche, prevede: - Recensio: raccolta di tutti i testimoni della tradizione diretta e indiretta - la testimonianza di tutte le copie derivate dallo stesso testimone vale come unica tesimonianza - “recensiores non deteriores” , Pasquali: il più antico non è sempre il più accurato - l’elenco riguarda anche i testimoni noti ma non - l’elenco è corredato da siglatura sintetica e chiara - Collatio: confronto sistematico dei manoscritti - un manoscritto completo che funge da testo di collazione viene ricopiato integralmente rispettandole la veste linguistica - tutti i testimoni sono confrontati, parola per parola - le diversità sono ora riscontrabili - Interpretatio: sforzo di comprendere la lezione di ciascun testimone nelle sue caratteristiche intrinseche - Varia Lectio: individuazione degli errori monogenetici - si individuano i rapporti tra i testi - i codici copia da testimoni pervenuti subiscono eliminatio codicum descriptorum - si eliminano le ristampe
Errori poligenetici - possono verificarsi in più copisti dipendentemente, non rilevano parentele ne archetipi - se evidenti, possono essere corretti dal copista, spesso con nuovi errori meno riconoscibili - Errori paleografici: confusione tra segni diversi ma simili (es: una/uva; f/s; e/c/t) - “Conquiri”, Epistola IV in latino, Dante: - “i domini pubblici delle cose non possono mai estinguersi e impugnarsi” - “conquiri” come presente passivo di “conquero” - “conquiri” come deponente “conqueror”: “rammaricarsi” - Rizzo con la lampada Wood vede che la lettera iniziale è una “t”: “torqueri” - Errori psicologici: dovuti a letture sintetiche - spesso il termine meno noto è sostituito con il più noto: lectio facilior - errore abbreviativo: sbagliata interpretazione del titolus (es: aia/anima) - Omoteleuto - errore per dittografia: duplicazione di una sillaba (es: Lancia parlando di san Domenico: “com combattente”) - errore per aplografia: soppresione di una sillaba (es: filosofo/filofo) – errore per difrazione: il copista inserisce quello che ritiene opportuno. In assenza della forma originale essa va rilevata ope ingenii Tullio e Lino, Inferno, canto IV
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- Dante e Virgilio sono nel nobile castello - l’apparato del verso 141 ci informa che - 3 testimoni portano “Tullio e Alino” - 1 testimone riporta “Tulio e Alano” - il Landiano del 1336 riporta “Tulio Alno” - la quarta egloga di Virgilio cita Orfeo e Lino - Lino sarebbe un’alterazione per lectio facilior (poeta medievale) - Almo sarebbe una banalizzazione (mutando il nome in un aggettivo) Amorosa Visione, Boccaccio - scritta da giovane a Napoli durante, tra i poeti troviamo Alino, corregerà quando leggerà Dante a Firenze - in quel momento era sua volontà scrivere “Alino” Errore di scioglimento della scriptio continua Lividi insin, Inferno, canto xxxii - li vidi insin: lectio facilior - lividi insin: secondo petrocchi è la lezione corretta Che piuma sembran, Purgatorio, canto xix: - che più m’asembran - che piuma sembran: parla del manto papale di Adriano
Errori monogenetici - È ragionevole pensare che non siano stati compiuti indipendentemente - Errore congiuntivo: rileva parentele tra i codici, ne deriva lo stemma codicum - Errore separativo: la mancanza di un errore fa dedurre la non discendenza di un codice da un altro
Convivio, Dante, stemma codicum - O: originale - X: archetiporiginale - α e β: due grandi famiglie che condividono errori congiuntivi ma sono separate da altri
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Libro/libello/symbolo, a fine Convivio Dante preannuncia la stesura del De Vulgari eloquentiae - libro: in manoscritti di vicinanza spaziale - symbolo in manoscritti vicini - secondo l’Ageno “symbolo” sarebbe un errore congiuntivo della famiglia β, l’originale sarebbe libello - Symbolo è la lezione (lectio difficilior), poi traslato in libello per significati traslati Subiectum/factum, Lettera a Can Grande della Scala - Dante elenca i sei elementi da ricercare prima di leggere un’opera secondo usanza medievale: “subiectum, agens, forma, finis, libri titulus et genus philosophie” - l’apparato critico di Cecchini riporta 6 testimoni, “subiectum” si trova solo nel margine del manoscritto “Me” a fianco della cancellatura di “factum” (correzione ope ingenii) - l’errore d’archetipo accomuna tutti i testimoni ma non è presente nella tradizione indiretta - Boccaccio cita “subiectum” - Guido da Pisa nel commento alla commedia cita “subiectum”
Errori d’Autore - Omissione di punteggiatura o lapsus: vanno corretti - es: Boccaccio anziano in un autografo confonde scambia il cognome di un personaggio - Errori culturali: danno informazioni sulle conoscenze storiche - es: Giulio Celso considerato autore dei “commentarii” nel medioevo - es: Petrarca parla delle “notti Attiche” di Agellio - es: l’edizione Torri del commento dell’Ottimo riporta “Marziano Cappella”, anziché marziale - Errori relativi a parole tecniche - Errori dipeso dalle fonti - Errori di traduzione Gli errori precedenti non vanno corretti, al fine di non falsificare il testo, ma esplicitati in note - Errori polari Volle/non volle resister, commento del Lancia al primo canto dell’Inferno - “e benché non volle resistere agli accusatori, benché non potesse” - può essere corretto esplicitando in nota la modifica Volle/ non volle considerare, commento del Lancia al vii canto del paradiso - degenerazione del francescanesimo - manca un “non” Ove non si riede chi n’esce/entra, commento del Lancia al xx canto del paradiso - Traiano Retinere non potui, Episola a...