Mod appunti neuropedagogia delle lingue PDF

Title Mod appunti neuropedagogia delle lingue
Author Marco Ciccio
Course Lettere classiche
Institution Sapienza - Università di Roma
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Summary

La tipologia linguistica è una disciplina predittiva, che si occupa della variazione
interlinguistica classificando le lingue storico/naturali in base ad affinità o divergenze
strutturali sistematiche....


Description

NEUROPEDAGOGIADELLELINGUE

CAPITOLO 1: SVILUPPO E MATURAZIONE DEL CERVELLO

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Una serie di studi scientifici realizzati nel secolo scorso ha permesso di raggiungere un’importante consapevolezza scientifica, vale a dire che gli esseri umani sono in grado di parlare e di acquisire il linguaggio perché sono dotati di un cervello adeguato a sostenere tali funzioni. Negli ultimi decenni le neuroscienze hanno dimostrato che il linguaggio e le attività cognitive sono funzioni apprese in un determinato ambiente socioculturale e rappresentate in specifiche strutture del cervello. Una delle caratteristiche fondamentali del cervello è quella di essere un organo in continua evoluzione, specialmente nei primi anni di vita. Il cervello è formato da miliardi di cellule nervose, i neuroni, in comunicazione fra loro. Le componenti principali del neurone sono il corpo cellulare, i dendriti, specie di antenne attraverso le quali le cellule nervose ricevono le info dagli altri neuroni, e l’assone che costituisce il segmento di uscita delle info elaborate dal neurone. I punti di collegamento fra una cellula nervosa e un’altra sono chiamati sinapsi. I neuroni si scambiano continuamente info e lo fanno, a livello delle sinapsi, liberando molecole chimiche chiamate neurotrasmettitori. Le info elaborate da ogni neurone viaggiano lungo l’assone come piccoli impulsi elettrici. Alcune cellule mieliniche avvolgono l’assone come un nastro isolante per permettere una conduzione più veloce degli impulsi elettrici. Alcuni concetti fondamentali sullo sviluppo e sulla maturazione del cervello sono: il numero dei neuroni nel cervello non è costante, ma è in continua diminuzione per la progressiva morte neuronale, che inizia già prima della nascita; il numero delle sinapsi varia con l’età ed è influenzato da fattori genetici e dalla stimolazione ambientale; anche i dendriti si modificano in alcuni punti aumentando o diminuendo la loro superficie in funzione della stimolazione ambientale e dell’apprendimento; gli assoni vengono progressivamente rivestiti dalle cellule mieliniche, secondo tappe cronologiche prestabilite che interessano in tempi diversi strutture differenti del cervello. Il cervello imano è diviso in 4 parti principali: • il midollo spinale riceve informazioni dalla cute, dalle articolazioni e dai tessuti muscolari degli arti e del corpo e controllo l’attività muscolare riflessa e volontaria dei muscoli del corpo e degli arti; • il tronco dell’encefalo è una struttura essenziale per il controllo della respirazione e per il mantenimento del ritmo sonno-veglia. È formato dal bulbo, dal ponte e dal mesencefalo. Nel tronco dell’encefalo sono contenuti i nuclei dei nervi cranici che controllano la sensibilità e i movimenti del volto. È collegato con il cervelletto, un’importante struttura coinvolta nell’apprendimento e nel controllo del movimento e di altre funzioni cognitive; • il diencefalo comprende due strutture molto importanti: il talamo e l’ipotalamo. Il talamo è una fondamentale stazione delle vie sensoriali, esso interviene nella OPsonline.it – la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia Appunti d’esame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc… E-mail: [email protected] – Web: http://www.opsonline.it Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006



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regolazione del ciclo sonno-veglia e nel controllo delle funzioni emozionali, attentive e mnestiche. L’ipotalamo è un centro nevralgico per il controllo della vita vegetativa: regola la liberazione di numerosi ormoni rilasciati dall’ipofisi. Esso interviene tra l’altro nella regolazione della temperatura corporea, del comportamento alimentare e sessuale. Gli emisferi cerebrali comprendono i gangli della base, la sostanza bianca sottocorticale e la corteccia cerebrali. Sono coinvolte nell’organizzazione e nella regolazione delle funzioni cognitive tipiche dell’uomo: il linguaggio, la scrittura, la lettura…I due emisferi cerebrali sono collegati tra loro mediante il corpo calloso, un fascio formato da più di due miliardi di fibre nervose.

Il primo abbozzo di cervello, chiamato tubo neurale, si forma nel feto a partire della seconda settimana di gestazione. Verso la fine della quarta settimana vi si possono identificare tre vescicole chiamate: cervello anteriore, cervello medio e cervello posteriore. Dal cervello anteriore si origineranno gli emisferi cerebrali e il diencefalo; dal cervello medio si svilupperà il mesencefalo; dal cervello posteriore si svilupperanno il ponte, il cervelletto e il bulbo. Nei primi stadi di sviluppo la corteccia cerebrale che riveste gli emisferi cerebrali è liscia. Col procedere della crescita si sviluppa una serie di solchi che delimitano i principali lobi degli emisferi cerebrali. Al quinto mese di gestazione compaiono la scissura di Silvio, che delimita il lobo temporale, e la scissura di Rolando che divide il lobo frontale dal lobo parietale. In seguito si svilupperanno numerosi ripiegamenti della corteccia, chiamati circonvoluzioni cerebrali, che permettono di aumentare la superficie della corteccia cerebrale nello spazio esiguo delimitato dalle ossa che formano il cranio. Il cervello di un neonato ancora immaturo alla nascita ha alcune sue strutture, coinvolte nella regolazione di attività essenziali per la vita, già sviluppate e attive. Non tutte le strutture del cervello maturano contemporaneamente. A svilupparsi per ultime sono alcune aree del lobo frontale e del lobo parietale. Così le strutture della memoria procedurale maturano prima delle strutture della memoria episodica e di quelle della memoria semantica. Alcuni indici di maturazione del cervello: densità neuronale che si riferisce al numero di neuroni per millimetro cubo. Diminuisce con l’età fino a raggiungere un valore tipico per ogni struttura del cervello. lo sviluppo dendritico, che si riferisce all’aumento della complessità e della lunghezza dei dendriti. la densità sinaptica, che si riferisce al numero di sinapsi per millimetro cubo di tessuto nervoso ed è un indice della complessità dei collegamenti fra neuroni. la mielinizzazione, con cui si intende il processo di rivestimento degli assoni con guaine mieliniche. Le guaine mieliniche sono formate da particolari cellule che fungono da isolante, chiamate cellule di Schwann nel sistema nervoso periferico e oligodendrociti nel sistema nervoso centrale. lo studio del livello di attività metabolica del cervello che consiste nella misurazione del differente livello di assorbimento di sostanze nutritive nelle varie fasi di maturazione del cervello. Lo studio delle tappe di mielinizzazione delle strutture cerebrali è stato il metodo più utilizzato per misurare la maturazione del cervello. La formazione della mielina nel midollo spinale inizia a metà della vita fetale e continua per tutto il primo anno di vita. OPsonline.it – la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia Appunti d’esame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc… E-mail: [email protected] – Web: http://www.opsonline.it Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006

Le strutture sottocorticali, come i gangli della base, il talamo e il cervelletto raggiungono un buon grado di maturazione intorno ai 2 anni e la completano prima dei 7 anni di età. Le aree corticali che completano per prime la mielinizzazione sono le aree sensori-motorie e le aree sensoriali primarie. In seguito, prima degli 8 anni, maturano le aree associative secondarie dei lobi occipitali, temporale, parietale e frontale. Infine, molto tempo dopo la pubertà, completano la loro maturazione alcune aree terziarie del lobo temporale, del lobo parietale e della corteccia prefrontale coinvolte nell’integrazione, nella sintesi e nella regolazione del comportamento. Il linguaggio è rappresentato nell’emisfero cerebrale sinistro nel 90% delle persone. Ciò significa che un individuo adulto che ha subito una lesione nell’emisfero sinistro, può presentare un disturbo della comprensione e/o della produzione del linguaggio (afasia). La lateralizzazione del linguaggio nell’emisfero sinistro è già presente nel bb di 3 mesi. Nel neonato e nel bb entrambi gli emisferi possono sostenere le funzioni del linguaggio. Progressivamente, durante la maturazione del cervello, questa equipotenzialità diminuisce a favore di una rappresentazione unilaterale nell’emisfero sinistro. Dunque, se la lesione all’emisfero sinistro avviene dopo gli 8 anni, l’emisfero destro non è più in grado di riorganizzare le funzioni del linguaggio in maniera completa.

CAPITOLO 2: ACQUISIZIONE DELLA PRIMA LINGUA

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Il feto nell’utero non è soltanto in grado di ascoltare, riconoscere e memorizzare i suoni del linguaggio della madre, ma anche di apprenderli. Il fenomeno di adattamento vocale viene considerato una vera e propria forma di apprendimento. Fino ai 6 mesi di età i bb sono i grado di discriminare i suoni di tutte le lingue umane. Tale capacità si riduce progressivamente tra i 6 e i 12 mesi. A un anno di età i bb riescono a discriminare solo i suoni della lingua cui sono esposti. Nei neonati, le strutture cerebrali coinvolte nella discriminazione fonetica sembrano essere quelle sottocorticali. Il periodo che precede la produzione delle prime parole viene detto periodo prelinguistico. In questo periodo, suddiviso in 4 fasi, il bb passa dalle vocalizzazioni alla produzione delle prime parole. Fase delle prime vocalizzazioni. Durante i primi tre mesi di vita i bb sono in grado di piangere e di produrre vocalizzazioni nelle quali gli adulti tendono a riconoscere delle associazioni consonante-vocale. Fase della lallazione rudimentale. Verso il quarto mese il bb inizia ad aumentare il repertorio di suoni consonantici e vocalici che è in grado di produrre. Verso il sesto mese cominciano a manifestarsi le prime combinazioni di consonanti e vocali. Fase della lallazione canonica. Dal settimo mese il bb inizia a produrre sillabe ben formate, caratterizzate dalla combinazione di una consonante più una vocale. Questa fase inizia in maniera improvvisa con una produzione di suoni molto differente dalla precedente. Fase della produzione delle prime parole. Le prime parole pronunciate da un bb tra i 9 e i 18 mesi, sono spesso costituite da due sillabe uguali ripetute. In questo periodo tende ad utilizzare una parola per una vasta gamma di oggetti. Tappe successive nello sviluppo dell’espressione verbale. Dai 18 mesi ai 4 anni il bb continua il suo sviluppo articolatorio, perfezionando ed espandendo la pronuncia dei suoni. Lo sviluppo articolatorio e fonologico è più precoce nelle bambine rispetto ai bambini. OPsonline.it – la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia Appunti d’esame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc… E-mail: [email protected] – Web: http://www.opsonline.it Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006

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L’acquisizione della prima lingua può essere suddivisa in una serie successiva di tappe di sviluppo: Stadio pre-linguistico (primo anno di vita). A 1 mese stabilisce il contatto visivo con i genitori. A 4 mesi volge lo sguardo orienta la testa in direzione dei suoni. A 6 mesi è in grado di selezionare i suoni in ascolto. Stadio della parola-frase (12-18 mesi). In media i bb producono la loro prima parola a 11 mesi; alcuni bb precoci dicono la prima parola a 8 mesi e alcuni più lenti solo a 18 mesi. Dai 12 ai 18 mesi i bb tendono a produrre enunciati formati da una sola parola. Progressivamente, dai 10 ai 20 mesi, aumenta il numero di parole che sono in grado di produrre. I bb di 22 mesi possiedono un vocabolario espressivo formato da più di 50 parole. Tuttavia il numero delle parole che i bb comprendono è sempre superiore al numero di quelle che sono in grado di produrre. Stadio delle frasi formate da due parole (18-24 mesi). Quando i bb hanno raggiunto un vocabolario espressivo di 50 parole, iniziano a produrre enunciati formati da due parole. Il bb ripete spesso letteralmente quello che ascolta dagli altri (ecolalia). Piccole frasi con più di due parole (24-36 mesi). Dopo la fase delle frasi formate da due parole il bb inizia a produrre frasi più lunghe ma telegrafiche, nelle quali frequentemente vengono omessi alcuni elementi grammaticali obbligatori, detti anche parole funzione. Mentre cresce il vocabolario, diminuisce la tendenza a produrre monologhi. Sviluppo grammaticale e morfologico (36-55 mesi). Dopo il terzo anno di vita il bb manifesta un rapido sviluppo del linguaggio. Il bb ora è in grado di fare correttamente domande e di riposndere utilizzando i pronomi personali. Il bb tra i 3 e i 4 anni è in grado di utilizzare più di 100° parole. Solo verso gli 8-9 anni utilizzerà con maggior frequenza le frasi passive. Completamento dell’acquisizione grammaticale e pragmatica della comunicazione verbale. All’età di 4 anni il bb possiede una conoscenza di base del linguaggio. A 5 anni commete pochi errori grammaticali e in genere tende a correggere gli errori commessi. A 6 anni il linguaggio del bb è simile a quello dell’adulto, egli è capace di raccontare storie e partecipa attivamente alla conversazione. All’età di 8 anni ha raggiunto una competenza grammaticale simile a quella di un adulto. Intorno ai 10 anni è in grado di comprendere numerosi aspetti pragmatici della comunicazione verbale. I più importanti fattori che favoriscono una rapida ed efficiente acquisizione della prima lingua sono: Fenomeno del contagio. A pochi minuti dalla nascita i neonati preferiscono guardare figure schematizzate raffiguranti volti umani piuttosto che altre figure. Un comportamento ancora più straordinario, osservato in alcuni neonati mezz’ora dopo la nascita, è la capacità di imitare complessi comportamenti mimici facciali degli adulti. Prima del secondo mese di vita il neonato è in grado di riconoscere il volto, la voce e l’odore della propria madre. Il comportamento imitativo sottostante al fenomeno del contagio è un vero e proprio istinto sociale umano. Nel caso del neonato, si tratta di un’imitazione inconscia perché questi non ha ancora sviluppato la consapevolezza e la capacità di effettuare un movimento volontario. I fenomeni di imitazione del comportamento riscontrati nei neonati non riguardano solo l’imitazione dell’espressione della faccia ma interessano anche l’espressione vocale.l’imitaizone motoria subliminale gioca un ruolo determinante nella comprensione del linguaggio. Questa modalità di comprensione del linguaggio è conosciuta come “ teoria motoria della decodificazione del linguaggio”, e suggerisce che durante OPsonline.it – la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia Appunti d’esame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc… E-mail: [email protected] – Web: http://www.opsonline.it Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006





l’ascolto di un parlante il ss ripeta internamente a livello motorio quanto sta ascoltando. Rizzolatti ha scoperto che i neuroni delle aree corticali premotorie responsabili del movimento della mano, della faccia e della bocca si attivano non solo quando il soggetto compie il movimento ma anche quando vede un’altra persona compierlo. Questi neuroni attivati sono stati chiamati mirror neurons (neuroni specchio). Il comportamento ecolalico. Consiste nella ripetizione di parole o frasi, senza che questa siano necessariamente comprese. È stato notato che il comportamento ecolalico compare nei bb più frequentemente dopo l’ascolto di una frase complessa, che essi hanno difficoltà a capire rispetto a una frase semplice. La maturazione del lobo frontale è responsabile dell’inibizione di due fenomeni, il contagio e il comportamento ecolalico. L’accomodazione vocale. Consiste nella tendenza a rendere la propria espressione verbale sempre più simile alle caratteristiche vocali dell’interlocutore. La motivazione psicologica che provoca il fenomeno dell’accomodazione vocale sembra dipendere dal desiderio, spessp inconscio, di identificarsi e di integrarsi con l’interlocutore. Sembra che i bb continuino a perfezionare la produzione dei suoni del linguaggio sul modello degli adulti per attrarre inconsciamente la loro attenzione. Anche questo fenomeno è presente in tutti i bb ed è codificato a livello genetico; sembra aumentare la possibilità di sopravvivenza dei piccoli della specie umana.

I bb cresciuti in un ambiente socioculturale più elevato presentano uno sviluppo del linguaggio più rapido rispetto a bb cresciuti in ambienti meno favorevoli. Mediamente le bambine acquisiscono il linguaggio più velocemente rispetto ai maschi. Due gruppi di bb: 1. Bambini espressivi (rapido sviluppo del linguaggio). Presentano un vocabolario formato da parole che si riferiscono prevalentemente a loro stessi. Il loro comportamento verbale è spesso ecolalico. Talvolta l’articolazione non è precisa, mentre l’intonazione delle frasi è generalmente corretta. Sembrano acquisire con maggior facilità la prima lingua ed eventualmente anche altre. 2. Bambini referenziali (lento sviluppo del linguaggio). Presentano un ampio vocabolario di parole che si riferiscono agli oggetti. Presentano un comportamento ecolalico molto ridotto. Tre fondamentali fasi dell’acquisizione del linguaggio sono state poste in relazione con altrettante tappe di maturazione del cervello: 1. la fase di lallazione (5-6 mesi), consiste nella produzione di suoni mediante apertura e chiusura della bocca. 2. la fase dell’immagazzinamento (6-20 mesi), corrisponde al periodo nel quale le parole e le frasi vengono immagazzinate nella loro globalità, come espressioni idiomatiche. L’aspetto saliente di queste espressioni è il loro contorno prosodico. 3. la fase analitica e computazionale (20-37 mesi), il bb continua l’apprendimento di nuove parole e inizia a formulare espressioni che si basano su regole morfologiche. In questa fase si regolarizzano le parole irregolari. Si è riscontrato che durante questo periodo l’emisfero sinistro completa la maturazione delle aree del linguaggio. Circa il 10% dei bb presenta un’evidente difficoltà nell’acquisizione del linguaggio. Può dipendere da numerosi fattori, quali le malattie organiche, i disturbi affettivi, i disturbi OPsonline.it – la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia Appunti d’esame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc… E-mail: [email protected] – Web: http://www.opsonline.it Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006

uditivi, il ritardo nello sviluppo intellettivo e infine i disturbi specifici del linguaggio. In presenza di uno sviluppo rallentato del linguaggio è opportuno che i genitori si rivolgano prima al pediatra e subito dopo a uno specialista, per verificare la consistenza delle difficoltà e identificare la causa e i possibili rimedi.

CAPITOLO 3: MEMORIA E LINGUAGGIO La più importante scoperta riguardo la memoria umana è stata la constatazione che la memoria non è una funzione unitaria ma è formata da un’insieme di moduli indipendenti. La memoria umana è quindi come un mosaico, ogni tassello di questo mosaico costituisce un’unità funzionale indipendente. È composta da almeno due unità funzionalmente indipendenti: 1) un sistema della memoria a breve termine; 2) un sistema della memoria a lungo termine. Due importanti sistemi della memoria a lungo termine: • memoria esplicita, che riguarda tutte le info e le conoscenze di cui si è consapevoli; • memoria implicita, che riguarda tutte le conoscenze motorie e cognitive che non sono accessibili alla consapevolezza. La memoria implicita, negli essere umani, è già attiva nel feto e nel neonato. Una s...


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