Morassi - Pdf PDF

Title Morassi - Pdf
Author Giorgia de Bortoli
Course Metodologia della ricerca storico-artistica I
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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Metodologia della ricerca storico artistica, I – prof. Giulio Zavatta

Antonio Morassi (Gorizia 1893 - Milano 1976) Dopo essersi iscritto nel 1911 all’accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera, abbandona i propositi artistici preferendo dedicarsi alla storia dell’arte. Pertanto si iscrisse all’Università di Vienna, facoltà di Filosofia, dove seguì i corsi di storia dell’arte tenuti da Max Dvořák. Il suo archivio, conservato presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, conserva gli appunti delle lezioni in originale, pubblicati in seguito dalla rivista “Venezia Arti” a cura di Wladimiro Dorigo. Già durante gli anni universitari “partecipò a varie ricognizioni nella valle dell’Isonzo per individuare architetture e pitture “minori”, a cui veniva attribuita la capacità di rappresentare la cultura di tutto un popolo, sulla base di principi herderiani e con l’impulso ma anche con il sostegno del governo di Vienna: se ne sarebbe servito in studi editi dopo la guerra” (Tavano). Si laureò nel 1916 a Vienna con una tesi sull’architetto veronese Michele Sanmicheli, il suo relatore fu Julius von Schlosser. La tesi è infatti impostata secondo i crismi dell’insegnamento del maestro: la precede un’ampia sezione in cui viene fatta la rassegna della letteratura artistica su Sanmicheli, e in seguito vengono presi in esami gli edifici dell’architetto in schede dedicate, una “moderna” catalogazione. Dopo la prima guerra mondiale si perfezionò in storia dell’arte a Roma sotto la guida di Adolfo Venturi, con una tesi sui disegni di Jacopo Bellini. La sua formazione dunque risente dei principi viennesi: attenzione ai monumenti nel territorio, letteratura artistica e uso delle fonti e dei documenti, interesse anche per le arti considerate ancora “minori”, come il disegno (in tal senso notevoli anche le sue mostre milanesi sulla “Pittura cinese” (1934) e sull’“Antica oreficeria italiana” nel 1936). Il tema cruciale del museo ugual,mente lo riguardò: non solo diresse la pinacoteca di Brera, ma realizzò numerose guide tra le quali quella del Poldi Pezzoli a Milano. Dal 1920 prese servizio come funzionario presso le soprintendenze di confine, facilitato dalla perfetta conoscenza del tedesco: prima in Friuli Venezia Giulia (1920-1925, dove oltre al censimento dei beni monumentalì diresse il restauro del castello di Gorizia) poi in Trentino (1925-1928), per approdare quindi a Milano (1928-1939) e infine a Genova (1939-1949) dove fu protagonista del salvataggio delle opere durante la seconda guerra mondiale. Ottenuta la libera docenza nel 1931, insegnò storia dell’arte a Milano e Pavia fino al 1939. Dimessosi da ogni carica pubblica nel 1949, dagli anni Cinquanta si dedicò a studi mirati che produssero, tra gli esiti principali, nel 1955 il catalogo completo dell’opera di G.B. Tiepolo, seguito nel 1973 da quello di Antonio e Francesco Guardi. L’ampio respiro internazionale della sua attività trova riscontro nel suo archivio dove sono attestati rapporti con gli studiosi della seconda generazione della scuola di Vienna, come Otto Pacht e Swoboda, ma anche con Roberto Longhi, Lionello Venturi, Bernard Berenson. Fu l’unico studioso italiano invitato a scrivere nel libro di studi in onore di Julius von Schlosser....


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