Nanni Strada Lezioni PDF

Title Nanni Strada Lezioni
Author Beatrice Denni
Course Design
Institution Sapienza - Università di Roma
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NANNI STRADA ‘LEZIONI’ L’ABITO PERFORMATIVO L’aspetto performativo è la caratteristica che rende l’abito autonomo rispetto al sistema delle tendenze e della stagionalità, conferendo all’abito un valore di funzionalità e continuità. La performatività apre un orizzonte nel quale si è liberi di pensare oltre le categorie estetiche. Alcuni esempi storici di performatività sono: Thayat, che aveva disegnato una linea di tute a linee rette, ispirandosi alla funzionalità delle tute da lavoro creando un pezzo unico che sostituiva il due pezzi. Rodchenko, perfeziona la tuta e ne crea una versione più sportiva era una grande evoluzione del costume maschile, ma non prese piede. A raggiungere il miglior compromesso tra genialità e necessità d’uso furono Elsa Schiaparelli e Coco Chanel. Schiaparelli  l’artista sarta, durante i tempi della guerra, creò la sua collezione cash and carry  con cui propose abiti con ampie e capienti tasche he sostituivano la borsa e abiti studiati apposta per essere indossati velocemente in situazioni di emergenza come le incursioni aeree. Introdusse la sua ironia surreale attraverso la giacca ‘ a cassetti ‘  una giacca piena di tasche; o l’abito da sera camuffato da abito da pomeriggio bastava tirare un nastro per far si che l’abito si allungasse. Chanel  introdusse il concetto di abito-uniforme  il tailleur, che poteva vestire una donna in qualsiasi contesto. Nel progetto per il Concorso Nazionale per l’Abito Arabo-Islamico del 1974 Nanni Strada e Clino Castelli, il concetto di trasformabilità d’uso era strettamente legato alla forma dell’abito, che consente diverse performance. La richiesta posta nel bando del concorso mirava ad ottenere una proposta di un abito da lavoro e uno da cerimonia, che in rispetto della tradizione islamica, prevedessero la copertura totale delle parti del corpo femminile e del capo, nascondendo i capelli. La soluzione di Strada fu in un abito da lavoro che consisteva in un telo perfettamente geometrico che si poteva indossare in due diverse configurazioni con o senza maniche. Anche l’abito da cerimonia aveva la possibilità di essere modificato nella parte delle maniche, che potevano essere accorciate e arricciate o allungate. Il copricapo, Caffo, consisteva in un trapezio di seta leggero, che aveva la forma di una cuffietta che incorniciava il viso. Essendo molto leggero e facilmente pieghevole, questo copricapo-foulard in seguito divenne il copricapo ideale per le auto sportive e in molte situazioni in cui fosse necessaria una protezione leggera dal vento e dalle intemperie. La performatività si presenta dunque come la capacità di trasformazione della forma e della funzione e come molteplicità di soluzioni nello stesso indumento. Il tema può essere applicato all’abito in generale, conferendogli una qualità in più. Un altro esempio è rappresentato dalla giacca con imbottitura di piuma climatizzata disegnata da Strada questo capo consisteva in un giaccone trapuntato a scomparti quadrati, in piuma, con maniche sganciabili e rivestito da uno strato di k-way di nylon impermeabileconsentiva di ottenere diverse soluzioni a seconda dell’uso e della situazione climatica, dalla più fredda alla meno fredda. L’aspetto di climatizzazione era dato da alcuni fori praticati nello strato trapuntato della giacca, in modo da consentire la fuoriuscita del calore e dell’umidità corporea. Negli anni ’80 la Yamaha chiese a Strada di disegnare una collezione di capi d’abbigliamento per i motociclisti urbani, con caratteristiche di protezione e funzionalità, ma con un’immagine meno agonistica tutte le giacche proposte da Strada avevano la caratteristica di essere costruite a strati di elementi diversi, rimovibili e adattabili alle diverse condizioni climatiche vennero realizzate con tessuti traspiranti e a tenuta d’acqua, ma al tatto sembravano naturali. Il concetto di abito performativo sofisticato è applicato attraverso un processo di trattamento del tessuto, come negli abiti da viaggio Torchons presentati da Strada nell’86 erano abiti di lino

stropicciati che si arrotolavano fino ad essere chiusi in un fazzoletto. Successivamente il concetto è stato applicato negli abiti per viaggiare, realizzati però con tessuti misti.

ABITO E GOMETRIA L’abito sartoriale è anatomico (ovvero che segue l’anatomia del corpoveniva fatto direttamente sul corpo o sul manichino) nasce dal suo legame indissolubile con il corpo. L’abilità del modellista sta nel dosare la linea senza allontanarsi dalle misure canoniche della vestibilità dettata dal sistema delle taglie, che per il pret a porter è codificato internazionalmente, mentre per la sartoria era definito di volta in volta dalle misure della cliente. Giuseppe Menghini, il professore di taglio di Strada raccontava che le clienti donne che appartenevano all’alta società, principesse russe e nobildonne europee, avevano presso l’atelier la riproduzione in manichini delle loro forme fisiche; la prova dell’abito durava così tanto che la sartoria metteva a disposizione delle stampelle, così che le signore potessero reggersi senza stancarsi troppo. L’abito dal quale trarremo motivo di studio è quello etnico quello che viene tradizionalmente vestito dalle popolazioni mediterranee la caratteristica di questo abito è quella di non essere quasi mai anatomico e quindi che è il risultato di una ricerca di standard vestimentario queste caratteristiche, comuni a molte civiltà, nascono dall’esigenza di non tagliare troppo il tessuto, che ha origine da un telaio artigianale e potrebbe sfilarsi, e di comporre la forma dell’indumento con pezzi geometrici questo processo di costruzione estremamente semplice può essere eseguito senza particolari abilità, quindi può essere anche di realizzazione casalinga. Ciò che a noi interessa è la ricerca di forme geometriche e le coincidenze tra la forma dell’indumento e il movimento del corpo prendendo in considerazione le forme geometriche di base come il quadrato, il trapezio il rettangolo..  partendo dal tracciato di queste figure ci prenderemo tutte le libertà possibili, come dilatare, accorciare, sommare.. Un esempio è: nel ’74 ,quando Strada ha affrontato il tema della moda islamica, la geometria era di rigore, come la cancellazione della forma del corpo e soprattutto la copertura del corpo, la risposta a questa richiesta rigida fu stata quella di scindere la soluzione in due diverse caratteristiche: •tessuto coprente ed elastico per la parte degli arti •proposta di un abito a forma quadrata, aperta, a poncho e regolabile per mezzo di lacci. Inoltre l’abito poteva essere ruotato e indossato in due modi diversi, o con la maniche al gomito o come scamiciata da indossare sopra la maglia. L’uso della forma del trapezio ha consentito di ottenere un cappuccetto che si appiattiva e arricciava con un cordonetto un perfetto copricapo pieghevole. Si apre un nuovo orizzonteil nomadismo da questo processo si aprono molte direzioni da seguire: •la compressione abiti di forma geometrica che grazie a particolari trattamenti si possono schiacciare senza rovinare l’aspetto •la piegatura il caffo per esempio è ottenuto da un rettangolo e diverse piegature, fissato con cuciture •la pieghettatura gli abiti pli-pla per esempio si piegano come dei ventagli, diventando strisce tessili fissate da cuciture •la cordonatura tecnica usata sulla carta per indebolire e rendere flessibile il foglio da piegare  stessa cosa si ottiene sull’abito dei punti di flessibilità sui quali poter realizzare facilmente delle piegature.

Il tema della rotazione e della sovrapposizione degli elementi ci consente di giocare con l’indumentola rotazione di una linea continua: tracciando una linea ad anello si può realizzare un abito tubolare con aperture per il capo, le braccia e le gambe. La ripetizione di tanti elementi rettangolari applicati ad una tunica formeranno un effetto di movimento in tutto l’abito. Tornando alla forma geometrica dell’abito di ispirazione etnica e alla semplicità delle linee, possiamo risolvere diversi aspetti per l’abito prodotto in serie la vestibilità standardizzata, il comfort, la possibilità di scomporre il capo in elementi che possono risolvere situazioni climatiche e ambientali diverse e lo stile di gusto minimal e attuale. L’aspetto della facilità di confezione è stato preso in considerazione per il progetto d’abito arabo islamico, che si prestava ad essere confezionato in piccoli laboratori o addirittura a casa questo portò ad una collaborazione tra Strada e Max Mara nel ’70 Max Mara introdusse una linea di produzione fatta con macchine per cucire a saldatura a due aghi sfruttando le linee di guida del modello propone un nuovo sistema di assemblaggio per mezzo di termosaldatura del tessuto, che in questo caso si presenta accoppiato alla fodera in un unico strato. La semplificazione delle linee dell’abito e la sua costruzione per elementi geometrici ha come conseguenza anche la valorizzazione del tessuto nei suoi aspetti materici.

MODA ETICA Cosa si intende per moda etica? La moda è creazione libera e come tale presenta le più svariate forme di manifestazione, comprese perversioni e provocazioni se negli anni ’60 la minigonna era considerato un atteggiamento fortemente provocatorio e trasgressivo, oggi nessuno si scandalizza più delle pance e dei glutei scoperti. Tutte le provocazioni vengono rapidamente metabolizzate e diventano presto ‘linguaggio moda’. La moda ha da tempo superato i pregiudizi che la facevano considerare frivola ed è decisa ad invadere tutti i terreni culturali negli anni 2000 sono iniziate le grandi mostre che univano discipline diverse in nuovi linguaggi. Rei Kawakubo con i suoi abiti deformanti e il suo profumo presentato in sacche per il plasma, ha voluto scioccare il pubblico, ed è proprio questo il bello della moda, il sistema del marketing, però, si appropria e devi questi linguaggi in atteggiamenti e modelli tossici per il pubblico giovanile  tutto si somma in un fenomeno di assuefazione quotidiana, che grazie ai sistemi di comunicazione a rete diventano persuasori occulti ciò allontana le generazioni adulte dalla moda, ma raccoglie audience nei giovani di tutti i livelli sociali. Ciò che è ben più serio è il modello recepito dalle giovani adolescentiche si adeguano al canone estetico del corpo che non ha niente a che fare con la naturale immagine del fisico in stato di salutepiaccia o no questa realtà ha prodotto i suoi frutti. Lo scopo di Strada è stato quello di creare un abito che non fosse soggetto a mode passeggere, ma che avesse caratteristiche atemporali in termini di tendenza, senza particolari problemi di taglia ed accentuando la qualità del materiale utilizzato. Il suo pubblico è sempre stato composto da donne appartenenti a tutte le età e conformazioni fisiche e di livelli culturali differenti. I suoi abiti hanno sempre avuto come caratteristica l’applicazione di nuovi processi produttivi, la ricerca di materiale e forme che non seguisse le tendenze stagionali  ciò dimostra che esiste un modo per creare ciò che da sempre affascina ed è strumento di seduzione per l’essere umanol’abito. Il buon design si ottiene quando sono riconosciute e ottimizzate delle condizioni produttive accettabili a livello globale nel rispetto delle realtà culturali.. AUTOPRODUZIONE...


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