Nietzsche - Riassunto con informazioni reperite da lezioni frontali, libro e internet. PDF

Title Nietzsche - Riassunto con informazioni reperite da lezioni frontali, libro e internet.
Author Giorgio Palermo
Course Filosofia 5 anno
Institution Liceo (Italia)
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Riassunto con informazioni reperite da lezioni frontali, libro e internet. ...


Description

Friedrich Nietzsche Nasce a Röcken nei pressi di Lipsia in Sassonia nel 1844. Con la morte prematura del padre, pastore protestante (avvenuta nel 1849) viene a trovarsi in un ambiente tutto femminile: la nonna, la madre, due zie e la sorella Elisabeth . Nietzsche frequenta il liceo, compie gli studi universitari a Bonn e a Lipsia.! Nel 1869 viene chiamato come docente di filologia classica nell’università Svizzera di Basilea. Dopo solo dieci anni di insegnamento, a causa di forti mal di testa e dolori agli occhi, nel 1879 si dimette dall’università e inizia una serie di viaggi alla ricerca di un benessere fisico che mai giungerà. Si reca in Germania, in Francia, Svizzera e Italia. A trentotto anni si innamora di una donna di 21 di origine russa, a cui propone di sposarlo. La sorella fa di tutto per osteggiare il matrimonio e comunque la donna preferisce l’amico Paul Ree. La pazzia si manifesta a Torino nel 1889. Nietzsche muore a Weimar nell’agosto del 1900. ! Tra le opere più importanti di Nietzsche abbiamo: ! " •" La nascita della tragedia dallo spirito della musica (1872) ! " •" Considerazioni inattuali (1873-1876)! " •" Umano, troppo umano (1878) ! " •" Aurora (1881)! " •" La gaia scienza (1882) ! " •" Così parlò Zarathustra (1883-85)! " •" Aldilà del bene e del male (1886) ! " •" Genealogia della morale (1887) ! " •" Crepuscolo degli idoli (1888) ! " •" L’anticristo, ecce homo (1888)! " •" Nietzsche contra Wagner (1888)!

La tragedia e la decadenza Per Nietzsche come per molti altri filosofi tedeschi il rapporto con la Grecia è fondamentale, anzi in Nietzsche si ha la convinzione che la nuova cultura tedesca potrà trovare la propria strada solo rapportandosi in maniera critica con la cultura greca. La Grecia che Nietzsche prende in esame non è però quella socratico-platonico-aristotelica, bensì la Grecia dei presocratici, la Grecia del VI secolo a.C. , la Grecia della tragedia antica, dove ancora predominava il coro. In questo senso il suo studio va oltre una mera ricerca storico-filologica della Grecia, e si pone come ricerca delle radici della civiltà europea. Civiltà europea che viene ricondotta a due momenti essenziali: l’apollineo e il dionisiaco! " •" L’impulso apollineo è emblema di misura e ordine. Un impulso di bellezza, che genera un mondo illusorio (dato il suo legame con il sogno) e trova la sua espressione sul piano artistico nelle arti figurative in particolare nella scultura. ! " •" Il dionisiaco, emblema di caos che corrisponde con l’impulso di ebbrezza che spinge ad immergersi senza freni nel caos della vita. Sul piano artistico trova espressione nella musica.! Solo in pochissimi casi i due impulsi trovano equilibrio: ciò secondo Nietzsche avviene nella tragedia greca, che egli considera culmine di quel mondo. ! La tragedia nasce dai canti corali in onore di Dionisio e ha origine da un’esperienza caotica e irrazionale mediata dalla rappresentazione poetica. ! Successivamente si assiste alla decadenza della tragedia, che è tra l’altro alla base della decadenza della cultura occidentale.! I responsabili della decadenza della tragedia sono dal punto di vista filosofico Socrate e dal punto di vista della tragedia Euripide. ! Euripide, infatti, toglie alla tragedia il suo carattere dionisiaco e traspone l’impostazione razionalistica di Socrate, trasformando la tragedia in un susseguirsi realistico di avvenimenti razionalmente connessi. ( predomina quindi il dialogo a discapito della musica e del corpo) Socrate è responsabile dunque dell’uccisione degli istinti dionisiaci e istintuali della vita, a favore dell’ideale della ragione. Socrate infatti è il filosofo che ha voluto dare razionalità al divenire e alla realtà e quindi pretende di dare un’aspetto razionale e formale alla vita svalutando la vita concreta. !

Socrate, in poche parole, apre un’epoca di decadenza in cui noi tuttora viviamo. Per Nietzsche la decadenza, e il rifiuto della vita, nella civiltà occidentale hanno raggiunto una forma estrema nell’età moderna, e soprattutto nella filosofia hegeliana con la sua mentalità storica. L’eccessivo interesse per il passato, il vivere nel ricordo non fa che distruggere la personalità dell’uomo e impedirne ogni libera e nuova esplicazione. Credere nella storia, come forza portante della vita e come criterio del suo significato, significa sacrificare le più genuine energie dell’uomo ad una astratta ed inesistente idea di umanità in generale, significa tagliare le gambe ad ogni possibilità di autentico futuro. ! In maniera più specifica occorre distinguere tre possibili atteggiamenti di fronte alla storia: ! " •" quello che considera la storia in maniera monumentale, in quanto gli eventi storici possono servire da stimolo e da modello all’azione del presente; ! " •" quello che guarda alla storia in modo antiquario, in quanto cerca di conservare il passato che ritiene unico fondamento del presente, ciò significa che il passato viene vissuto come un tessuto collante in cui si trovano valori permanenti costitutivi della nostra società; ! " •" quello, infine, critico che si rivolge alla storia con intenti di rottura, di distruzione dei suoi elementi codificati e cristallizzati, elementi questi che impediscono il realizzarsi di nuove forme di vita. ! Solo quest’ultimo elemento permette secondo Nietzsche di potere creare nuovi valori e di potere liberare l’uomo da una mentalità decadente e ripetitiva. ! L’atteggiamento critico di Nietzsche verso tutto quanto il decorso storico, porta questo filosofo a dare un giudizio negativo di tutto quanto il pensiero che parte da Socrate e giunge ai giorni nostri. In tale giudizio negativo rientra anche il Cristianesimo. !

Cristianesimo e Nichilismo morale Nietzsche critica la morale cristiana perché è fondata sulla “negazione della vita”. Il cristianesimo è una religione che mantiene gli uomini nel “senso di colpa” per le azioni che, in realtà, sono espressione della vita. Con la repressione della sessualità e dell’attaccamento alla realtà mondana, il cristianesimo vieta all’uomo di vivere e lo obbliga a proiettare in un altro mondo i propri desideri. Il risultato della morale cristiana è l’ “addomesticamento totale” dell’uomo. ! Il Cristianesimo è fortemente intriso di platonismo che con il suo iperuranio e con le sue idee immutabili ed eterne ha giudicato come apparente e transeunte questo mondo. In questo senso Cristianesimo e platonismo non sono altro che successive manifestazioni di questo dire no alla vita. ! L’atteggiamento di Nietzsche verso il Cristianesimo è un atteggiamento molto complesso in quanto egli distingue quella che era la vera predicazione di Cristo, in cui mai affiora traccia di odio o risentimento per la vita, dal successivo indirizzo impresso al Cristianesimo da San Paolo, considerato il responsabile della contrapposizione tra fede e opere, tra anima e corpo, tra spirito e carne, tra vita celeste e vita terrena e quindi dell’interpretazione nichilistica (negatrice della vita terrena) del messaggio di Cristo.! Pertanto Nietzsche critica radicalmente la morale tradizionale e dice che la morale è sempre stata una maschera dietro cui gli uomini si nascono per non far vedere le proprie debolezze e le proprie mancanze. Nella storia la morale è diventato uno strumento di dominio, inizialmente costruito dai potenti, con la morale dei signori per il mondo classico (buono=valoroso e forte), poi con l'avvento del cristianesimo la morale è diventata degli schiavi (buono=umile e povero). ! Tutto questo atteggiamento sfocia nel nichilismo che ha determinato l’intero decorso della storia europea. Il nichilismo nella filosofia di Nietzsche può essere riassunto nella frase “Dio è morto”. (Gaia scienza) ! La morte di Dio è la fine di tutte le illusioni dell’uomo, con le quali egli crea idoli e miti per dare un senso alla vita e alla morte, ed essere un giorno ricompensato per le proprie fatiche nell’aldilà. La morte di Dio è il fatto storico che fa dà premessa alla possibilità di concepire il presente come valore in sé, libero da passato e futuro, eticamente immotivato. La notizia della morte di Dio assume la portata di un evento epocale e coincide con la caduta di certezze e di valori assoluti che lasciano il posto al nichilismo.!

Con il nichilismo morale nietzsche vuole eliminare questi valori di dominio e vuole distaccarsi definitivamente da queste sciocchezze e dalle regole dettate dalla religione. Vuol che l'uomo accetti se stesso come creatura terrestre e corporea, libero dalle convenzionali e consolatorie menzogne.! L'uomo deve andare oltre al nichilismo morale con la trasvalutazione dei valori, che solo il superuomo è capace di fare. Questo significa che il bene e il male non saranno più dei concetti assoluti ma relativi, decisi soggettivamente e che non seguono la morale dei signori o degli schiavi.! A tal proposito, distingue due tipi di nichilismo: ! - nichilismo attivo, che consiste nel mettere in discussione i valori della tradizione, non ponendone però di nuovi! - nichilismo passivo, che produce un atteggiamento di arrendevolezza e di stordimento di fronte all’insensatezza del mondo! Nietzsche rifiuta il nichilismo passivo e procede oltre quello attivo, tendendo a un nichilismo radicale che deve, dopo aver annullato i valori supremi, riproporre un nuovo senso delle cose.!

Superuomo Da qui la figura del superuomo. ! Nella sua opera Così parlò Zarathustra Nietzsche afferma “io vi insegno il superuomo. L’uomo è qualcosa che deve essere superato”. Il superuomo indica un nuovo tipo di uomo che deve nascere dal superamento del nichilismo mediante una sorta di salto, di mutazione, come si direbbe in un linguaggio biologico, esattamente come l’uomo può essere ritenuto il risultato di un superamento qualitativo della pura animalità. Non è possibile anticipare e prevedere però i tratti del superuomo, se non dire soltanto che sarà l’uomo dal grande disprezzo, ossia del completo rifiuto di quelli che sono stati considerati finora come valori (giustizia, verità, compassione, ecc.) e che, in realtà, nascevano da una prospettiva nichilistica destinata a tenere l’uomo lontano dalla felicità. L’intero discorso di Nietzsche si inserisce in una concezione cosmica ben precisa e cioè la negazione di qualsiasi presupposto teologico, antropologico dell’universo: la terra e l’universo non hanno alcun senso, se non quello che di volta in volta dà l’uomo ad essi. L’universo non ha senso perché, contrariamente alla concezione ebraico-cristiana, non ha né un inizio né una fine né un fine, ma è sostanzialmente eterno ritorno dell’identico; un eterno ritorno dell’identico privo di qualsiasi bontà e razionalità, contrariamente a ciò che affermavano gli stoici, e ciò perché bontà e razionalità sono finzioni e funzioni biologiche, strumenti di sopravvivenza strettamente legati alla prospettiva dell’uomo. In questo quadro si inserisce anche la sua dottrina della volontà di potenza, che non è il desiderio di affermarsi sugli altri con la forza, bensì è la scoperta e la messa in atto delle infinite potenzialità insite nell’uomo e rimaste per secoli mortificate e trascurate in ossequio a valori puramente negativi. Proprio perché nell’universo non vi è nulla che possa o si debba subordinare alla vita nelle sue infinite potenzialità, occorre dedicarsi pienamente al loro sviluppo, e da questo punto di vista la più grande colpa dell’uomo è quella di non avere voluto essere abbastanza felice.&...


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