Ottaviano Petrucci PDF

Title Ottaviano Petrucci
Author Alessia Bressani
Course Storia della musica medievale e rinascimentale
Institution Università degli Studi di Milano
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Ottaviano Petrucci Il Gutenberg della musica

APPROFONDIMENTO STORIA DELLA MUSICA MEDIEVALE E RINASCIMENTALE

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Ottaviano Petrucci Il Gutenberg della musica L’invenzione della stampa a caratteri mobili degli spartiti musicali: i tentativi precedenti A Magonza, nel 1457, Johannes Fust e Peter Schoeffer stamparono il Salterio, opera che comprendeva anche una parte cantata; qui, ai righi stampati al torchio, furono aggiunte successivamente a mano le note. Quindici anni più tardi apparve, sempre in Germania, il Collectorium super magnificat, stampato da Fyner usando note musicali fuse come i caratteri, ma con i righi tracciati a mano in un secondo tempo. Subito dopo, a Roma, Ulrich Han stampò il Missale romanum (1476) che, come recita il colophon “…con il metodo dell’arte nuova venne composto e stampato insieme con il canto, il che mai era stato fatto“. L’effetto finale non è entusiasmante essendo il risultato di una stampa con matrici lignee dal disegno piuttosto grossolano e dalle dimensioni irregolari.

I tentativi per raggiungere esiti soddisfacenti si susseguirono, ma sempre con dubbi risultati; ed era ormai acquisito che il miglior modo di stampare musica “figurata”, cioè composta da note e canto, fosse quello di stampare solo due delle tre componenti (righi, note, testo del canto) e tracciare a mano la parte restante.

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Ottaviano Petrucci fece la sua comparsa a Venezia alla fine del secolo. Della sua giovinezza si sa poco: nato nel 1466 a Fossombrone, tra Fano e Urbino, ebbe modo di conoscere anche la corte del Duca Federico del Montefeltro. Nel 1490 circa si trasferì a Venezia dove ottenne il privilegio per stampare musica a caratteri mobili secondo il metodo a tre passaggi da lui inventato e utilizzato nella sua prima pubblicazione. Si può almeno supporre che se non conosceva la tipografia, conoscesse almeno la musica. Certo è che Venezia in quel periodo è la capitale italiana della stampa. Il benessere raggiunto favoriva un tenore di vita elevato nel quale trovavano posto feste, canti, rappresentazioni musicali e musici e letterati che approdavano da più parti a San Marco erano tenuti in grande considerazione. Agli stampatori la Serenissima accordava privilegi e nel retroterra, da Treviso a Toscolano sul lago di Garda, era possibile approvvigionarsi della carta necessaria, di buona qualità. Le opere realizzate godevano di un vastissimo mercato di vendita, tanto che nell’ultimo quarto del secolo operarono in laguna più di centocinquanta tipografie. Il 25 maggio del 1498 Ottaviano avanzò richiesta alla Serenissima per ottenere il privilegio esclusivo per stampare musica affermando che “con molte sue spese et vigilantissima cura ha trovato quello che molti non solo in Italia, ma etiam dio de fuora de Italia za longamente indarno hanno investigato che è stampar comodissimamente canto figurado. Ed per conseguenza molto più facilmente canto fermo; cosa precipue alla Religione Cristiana de grande ornamento et maxime necessaria; per tanto el soprascritto supplicante ricorre alla Ill.ma Signoria … supplicando se degni concederli come a primo inventore che niuno altro nel dominio di V. S. possi stampare canto figurado né intabuladure de organo e de liuto per anni venti ne anche possi portare ne far portare o vendere dicte cose in le terre e luoghi de Excelsa V. S. stampade fuora in qualunque altro luogo sotto pena de perdere dicte opere et de pagare ducati X per ciascheduna opera…“.

Il Consiglio concesse il privilegio con la formula: “Quod suprascripto supplicanti concedatur prout petit“.

Dopo tre anni esatti, il 15 maggio 1501, Ottaviano Petrucci editò la sua prima opera, Harmonice musices Odhecaton (semplicemente noto più spesso come Odhecaton), cioè cento canti di musica armonica (anche se in realtà sono novantasei), un volumetto in 4° di forma oblunga (23 x 16 cm), con testo a caratteri gotici, nitidissimi, stampato con un inchiostro nero brillante, mantenutosi inalterato nelle pagine pervenuteci a distanza di cinque secoli. I caratteri metallici usati, non si sa se in piombo, o stagno, o in loro lega, furono certamente incisi da maestri del mestiere. APPROFONDIMENTO STORIA DELLA MUSICA MEDIEVALE E RINASCIMENTALE

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Per quanto Ottaviano non avesse mai indicato quale procedimento adottasse nella stampa, secondo gli studiosi questa avveniva con tre impressioni successive: la prima per il pentagramma, la seconda per le note, la terza per il testo, e tutte le annotazioni; secondo altri la stampa – almeno in un secondo tempo – avvenne mediante due sole impressioni. Ma ciò che meravigliò fin dall’inizio fu l’elevata perfezione raggiunta nelle impressioni successive nelle quali mai furono riscontrate differenze di registro, il che faceva dell’opera del Petrucci un vero capolavoro e del suo autore un vero artista; con i mezzi a disposizione, il problema della tenuta del registro era una delle maggiori difficoltà che gli stampatori incontravano in occasione di ristampe. Per ottenere la massima precisione possibile, pare che il Petrucci inserisse aghi nelle diagonali del foglio da stampare. L’Odhecaton e le molte edizioni che seguirono, incontrarono subito il favore del pubblico; tanto che nel 1519 venne invitato dalla comunità di Sora (Frosinone) a impiantare una tipografia.

Ottaviano Petrucci: la vita Ottaviano Petrucci (Ottavio de’ Petrucci), nacque a Fossombrone il 18 giugno 1466 da Giovanni Lodovico Baldi Petrucci (morto tra il 1493 e il 1511). Ebbe tre fratelli. La ricostruzione della sua biografia si fonda quasi interamente su una doppia serie di fonti: da un lato, i documenti legali forsempronesi, che forniscono una testimonianza sia degli interessi immobiliari coltivati da Petrucci nella sua città natale, sia degli incarichi e delle magistrature di cui fu investito periodicamente; mentre dall’altro lato si sono conservate una sessantina di edizione musicali, apparse a Venezia tra il 1501 e il 1509, e a Fossombrone tra il 1511 e il 1538.

Il 25 maggio 1498, mentre abitava a Venezia dove si presume che si fosse stabilito nei primi anni Novanta, ottenne un privilegio ventennale per la stampa di musica polifonica e intavolature d’organo e liuto e per il commercio di libri di musica. Il suo primo libro, Harmonices musices odhecaton A, datato 15 maggio 1501, era costituito da un’insieme di musiche vocali (chansons francesi per la maggiore) stampate in forma di libro corale, ovvero con le tre, quattro o cinque voci disposte su due pagine ad apertura di libro (rispettando il formato consueto degli chansonniers manoscritti italiani contemporanei, in 4° oblungo). APPROFONDIMENTO STORIA DELLA MUSICA MEDIEVALE E RINASCIMENTALE

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L’ultimo libro pubblicato da Petrucci in Venezia è datato 27 marzo 1509. Le notizie s’interrompono fino al 10 maggio 1511, quando l’editore risulta di nuovo stabilito in Fossombrone. Qui Petrucci dovette godere del patrocinio del vescovo umanista Paulus de Middelburgo: per lui curò la sontuosa stampa del trattato astronomico Paulina de recta Paschae celebratione (8 luglio 1513), cui concorse Francesco Griffo, il famoso intagliatore dei caratteri greci di Aldo Manuzio. Petrucci, che negli Stati della Chiesa godeva di un privilegio di stampa quindicennale concessogli da Leone X il 22 ottobre 1513 per i libri di polifonia e intavolature d’organo e nel 1514 aveva ottenuto il rinnovo del privilegio veneziano, continuò a sfornare libri di musica. Circostanze politiche impropizie lo indussero a concentrarsi sulle ristampe di propri libri (in particolare messe di Després e Ghiselin) e su una serie nuova di Motetti de la Corona (I-IV, 1514-19). Nel 1520 ampliò l’orizzonte delle proprie scelte, pubblicando in parti staccate la Musica sopra le canzone del Petrarcha di Bernardo Pisano: dal punto di vista del formato e del contenuto, si trattò del primo libro a stampa di madrigali, incunabolo di un genere musicale ed editoriale che a partire dagli anni Trenta avrebbe poi avuto uno sviluppo sensazionale. Nel 1520 la serie delle edizioni sembra interrompersi; Petrucci fu impegnato anche sul versante della produzione cartaria, in Fossombrone e più tardi a Sora, nel Frusinate. Tre frammenti di stampe musicali seriori studiati o rinvenuti in anni recenti documentano però che l’attività editoriale non cessò del tutto. Petrucci morì nell’autunno 1538, dopo il 15 ottobre, data del citato frammento di Motteti, e prima del 1° dicembre 1538: in tale data, nell’atto di vendita della cartiera di Sora, il nome di Petrucci è accompagnato dall’avverbio quondam. Lasciava la moglie, Ippolita, e una figlia, Franceschina. Delle opere musicali da lui stampate ci restano pochissime copie, peraltro incomplete, dell’Odhecaton e pochi frammenti delle oltre cento edizioni musicali edite dalla sua officina tipografica. Più consistenti le copie pervenuteci della Paulina, due delle quali conservate presso la Biblioteca Civica di Fossombrone.

L’Odhecaton L’Odhecaton fu realizzato con il concorso finanziario del libraio Niccolò di Raffaele e dello stampatore Amadio Scotto, figlio del capostipite, Ottaviano, di una delle maggiori stamperie veneziane del XVI secolo. Fu dedicato a Girolamo Donato, patrizio veneto e umanista; fu redatto e curato dal frate domenicano Pietro Castellano. Si trattò del primissimo libro di musica a stampa, prodotto mediante tipografia metallica in un complesso procedimento a impressione multipla: venivano stampati in successione i pentagrammi, le note, le parole. Per nitidezza e precisione, il risultato qualitativo è incomparabilmente superiore ai rari esempi anteriori di stampa musicale a caratteri mobili disseminati in trattati e libri liturgici.

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Alla prima edizione dell’Odhecaton, della quale esiste solo un esemplare, incompleto, nel Museo della musica a Bologna, ne seguirono presto altre due (1503 e 1504). Fu l’avvio di un’intensa produzione di libri in forma di libro-corale, che recano miscellanee di Canti e poi di Frottole; ma anche di lamentazioni e di laude.

La musica da chiesa fu invece pubblicata in libri a parte (ossia un fascicolo per ciascuna voce): furono soprattutto messe, di Josquin Després (1502, 1505, 1514), Jakob Obrecht (1503), Antoine Brumel (1503), Joannes Ghiselin (1503), Pierre de La Rue (1503), Alexander Agricola (1504), Marbriano de Orto (1505), Heinrich Isaac (1506), Gaspar van Weerbecke (1507), Jean Mouton (1515), Antoine de Févin (1515), Fragmenta missarum (1505), Missarum diversorum (1508); ma anche Magnificat (1507) e inni (Johannes Martini, 1507). I primi libri di Motetti (A e B, 1502 e 1503) apparvero in forma di libro-corale, i successivi come libri parte (C, 1504; IV, 1505; a 5 libro I, 1508). Petrucci produsse infine quattro libri di intavolature di liuto, di Francesco Spinacino (I-II, 1507), Giovan Maria Alemanni (1508) e Joanambrosio Dalza (1508), nonché i Tenori e contrabassi intabulati di Francesco Bossinensis (I-II, 1509 e 1511). Parecchi libri ebbero più di un’edizione, segno evidente del buon esito dell’impresa avviata da Petrucci, il quale peraltro il 18 ottobre 1504 chiese e ottenne di essere ammesso nella Scuola dei cestieri veneziani, vantando l’invenzione di tinture apposite.

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