Paper analisi del film \"Quasi Amici\" PDF

Title Paper analisi del film \"Quasi Amici\"
Author Aurora Zaccaria
Course Storia dei media
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

Paper analisi del film "quasi amici" utile per una parte dell'esame...


Description

QUASI AMICI 1. INTRODUZIONE “Intouchables” titolo originale di “Quasi Amici” è un film francese diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano, i quali sono anche gli sceneggiatori. Prodotto dalla casa di produzione Gaumont, fa il suo debutto al cinema in Francia il 2 novembre del 2011, per poi arrivare sul grande schermo in Italia il 24 febbraio del 2012. Trasmesso nelle case due anni dopo, è oggi disponibile in streaming su diverse piattaforme digitali, come Rakuten Tv, Chili, Infinity o Netflix. Il film è una commedia drammatica i cui protagonisti, Philippe e Driss, sono interpretati dagli attori francesi François Cluzet e Omar Sy. Questo film è il maggior successo francese al botteghino di tutti i tempi, è stato venduto in 40 paesi con un box office mondiale di 350 milioni di dollari. In Italia il film ha incassato più di 14 milioni di euro ed è stato visto da più di 2 milioni di spettatori, risultando essere il film francese di maggior successo. Oltre a riscuotere consensi in tutto il mondo ha ricevuto anche gli onori dalla Christopher & Dana Reeve Foundation, un’organizzazione no-profit americana con l’obiettivo di aiutare le persone che soffrono di paralisi, sostenendo la ricerca avanzata. Nel 2012 i registi hanno ricevuto il premio HOPE dalla fondazione; nello stesso anno il film si è aggiudicato un David di Donatello e una nomination ai Nastri d’Argento per Ludovico Einaudi, colui che ha realizzato la colonna sonora. Un successo più che meritato quindi che, grazie ad una sceneggiatura curata al dettaglio, mette gli spettatori davanti a un tema scomodo e complesso all’interno dei canoni classici della commedia. Il pregio maggiore di questo film è quello di evitare i rischi del pietismo, del sentimentalismo e del politically correct che incombono sulla materia trattata. Sui disabili pesa un tabù culturale che deriva dal timore che ispirano e dal rifiuto che provocano: si preferisce non vedere, ignorare, relegare, piuttosto che aprirsi alla relazione e trattarli come soggetti. 2. APPROFONDIMENTO “Quasi Amici” è una commedia drammatica basata sull’amicizia e sulla diversità, dove l’infermità, che costringe il protagonista Philippe sulla sedia a rotelle, è affrontata con grande realismo e senza pietismi. Questo infatti è quello che chiede proprio il protagonista nella prime sequenze del film. Una lunga fila di persone attende il colloquio per farsi assumere come badante e nella sala d’aspetto ci sono le persone più disparate. Nessuno però centra il punto, e infatti vengono messi subito alla porta. Quello che cerca Philippe è una persona che non lo guardi dall’alto in basso, che non lo tratti da disabile. Finalmente trova una persona di questo tipo: si imbatte infatti in Driss, un ragazzo di colore della periferia parigina in cui vive una situazione familiare assai precaria e quello che cerca non è nemmeno un lavoro, ma solo la copertura per l’ufficio disoccupazione di averci provato a trovarlo; tanto per ricevere il sussidio. Driss insegnerà a Philippe a tornare a vivere, semplicemente comportandosi con lui come farebbe con chiunque altro: non dimostra mai pena nei suoi confronti, ma anzi lo incoraggia continuamente, ricordandogli quanta vita ha ancora davanti a sé. Philippe torna a fare parapendio, a salire in macchine sportive, a sognare un futuro con una donna, dopo la morte prematura dell’amatissima moglie. Driss riaccende qualcosa che non si potrà più spegnere da allora in poi: la voglia di vivere.

Il badante guadagna dal suo impiego tanto quanto Philippe. Nato in Senegal, Driss è cresciuto in Francia: i suoi genitori avevano troppi figli e decisero di mandare il maggiore a vivere con la zia materna. Da allora Driss aveva frequentato cattive compagnie ed era stato coinvolto in rapine e altri reati. Philippe è la prima persona che gli dà fiducia, che pensa che valga qualcosa, che sia in grado di compiere una mansione tanto importante, così si impegna al massimo per dimostrare al capo che la sua non è stata fiducia mal riposta. Si dimostrerà un badante esemplare e un ragazzo intelligente ed incline ad imparare. Quasi amici è un film caratterizzato da una semplicità disarmante. Sempre in bilico tra dramma cupo, con la cronaca assai realistica della condizione dell’infermo, prigioniero psicologicamente di ricordi e oppresso da dolori sordi, i dolori “fantasma” che non dovrebbe sentire eppure sente eccome, e il tono leggero e a tratti svagato della commedia. Il film è sostenuto da una bella sceneggiatura che riesce a rendere credibili i due mondi – povero e vitale, ricchissimo e nostalgico – che si incontrano e si scontrano come nella sequenza breve e sintetica incentrata sui gusti musicali dei due. Un film non perfetto e non innovativo, ma per cui vengono scelte le giuste trovate e che mette in scena un rapporto credibile e reale tra due persone che appartengono a ceti sociali diversi, tra un disabile e un ragazzo che oltre a badante, sa essere amico, senza il “quasi”. 2.1

LINGUAGGIO VERBALE Il passaggio da una scena divertente a un’altra drammatica, lascia intuire come gli autori siano riusciti a valicare completamente la soglia del tabù “handicap”, alternando rapidamente il disagio di Philippe all’ironia di Driss. Si tratta dell’opposizione di due immagini, l’una fortemente spirituale poiché dettata dall’anima, e l’altra concreta e terrena come quella di Driss, il quale, a differenza di Philippe, non ha che un corpo possente. È proprio in questa disuguaglianza che si fonda l’intreccio della storia: Driss si prende spesso gioco della malattia di Philippe per attenuare la diversità (scena m&m’s). I due parlano una lingua completamente opposta, che tuttavia permette l’instaurarsi di un rapporto di intesa che si rivela essere unico e inimitabile (scena di Philippe che sta scrivendo alla donna e Driss che suggerisce cosa dire). Alla fine, l’uno si sente influenzato dall’altro nei modi di dire e di fare perché i due mondi si intrinsecano tra loro, coinvolgendoli completamente: Philippe è disposto a difendere Driss schierandosi contro chi prima era dalla sua parte, così come Driss riesce a mostrare l’aspetto premuroso di sé, precedentemente ricoperto dalla sua arroganza.

2.2 COLONNA SONORA Le musiche utilizzate nel film sono scelte accuratamente e perfettamente per descrivere tutte le situazioni che si verificano, dall’inizio alla fine. Va ricordato assolutamente il grandissimo contributo dato da Lodovico Einaudi, autore della colonna sonora di “Quasi amici”, che è metafora della stessa storia: la disco music degli anni ’70-’80 si confronta con i capolavori della musica classica; così come la ricchezza, la cultura e la disabilità di Philippe si contrappongono alla gioventù sana e vitale, alla povertà e al degrado che caratterizzano la vita di Driss. In entrambi i casi, nonostante le immense differenze, gli elementi si sposano alla

perfezione: nella colonna sonora grazie alle melodie suonate al pianoforte da Einaudi, mentre per Driss e Philippe il collante è l’amicizia. I brani di Ludovico Einaudi costituiscono una parte fondamentale che fa da collante a tutte le differenze di questi due protagonisti. Infatti quando Philippe è sconvolto da una delle sue crisi notturne in cui gli manca letteralmente il fiato e si sente soffocare, la colonna sonora suona il brano intitolato “Respiro”. E improvvisamente torna il respiro anche allo spettatore, quando vede Driss che si prende cura di Philippe e lo porta fuori all’aria aperta, a respirare. L’altro brano di Ludovico Einaudi presente nel film è “Una mattina”, che rispecchia perfettamente l’energia e il feeling positivo presente nei due protagonisti. Le differenze tra i due vengono scandite da musiche che sanno raccontare i personaggi più delle parole e delle immagini stesse. Philippe ama la musica classica, quella che ha fatto la storia della cultura, e ascolta infatti nel suo studio la soave Ave Maria di Schubert; ama l’opera e la musica dal vivo suonata dall’orchestra, come quella di Antonio Vivaldi e Johann Sebastian Bach. Un brano come Ave Maria trasmette tutto l’apparente stato di calma, serenità e di tranquillità interiore che Philippe cerca di dimostrare nei rapporti con gli altri. Uno stato in cui si culla, grazie alle sue passioni e ai suoi interessi intellettuali, anche per non soffermarsi sulla sua disabilità e i problemi che questa comporta. Ed è sempre la passione per la musica classica che Philippe cerca di trasmettere a Driss, che invece prova a conquistarlo con l’hip-hop e il funky, cercando in quel modo anche di trasmettergli tutto quel brio e quell’entusiasmo per la vita che Philippe ovviamente ha perso. Driss viene accompagnato da The ghetto di George Benson, ad esempio. Quel rythm and blues in cui regnano il ritmo sostenuto e un po’ di improvvisazione. Si tratta infatti di un modo perfetto per raccontare Driss, un ragazzo che cerca di arrangiarsi, di improvvisare, con una grande energia vitale. Questi brani riescono quindi ad unire i due protagonisti in una nuova dimensione, quella che loro stessi hanno saputo creare, con la conoscenza, l’empatia e la voglia di farsi sorprendere dalla vita, nonostante tutto. 3. CONCLUSIONE La scelta di concentrarci su questo prodotto ha dato la possibilità di analizzare come la diversità dei due protagonisti sia diventata un punto di partenza per l’instaurazione di una sana complicità, che non conosce alcun tipo di linguaggio proibito. Attraverso la musica e le opposizioni dei due mondi, gli autori hanno superato le barriere tutt’oggi invalicabili di malattia e immigrazione, ispirandosi ad una storia vera per la messa in scena di una “quasi amicizia”, basata sulla sofferenza, tanto quanto sull’ironia di quest’ultima....


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