Paradigmi delle rappresentazioni sociali convertito PDF

Title Paradigmi delle rappresentazioni sociali convertito
Author Michele Casalo
Course Scienze psicologiche e sociali del lavoro
Institution Università degli Studi di Padova
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La psychanalyse,son image et son public Il contesto e le origini Moscovici prende il concetto di rappresentazioni collettive di Durkheim nel quale egli afferma che le operazioni logiche sono il prodotto di rappresentazioni collettive, ossia influenzati dalla religione, e dalla morale a cui fanno riferimento (sociologia della conoscenza). Moscovici critica la dualità soggetto-oggetto, egli vede l'oggetto e il soggetto come processi di interazione reciproca appartenenti alle rappresentazioni sociali. Secondo Moscovici le differenze tra il mito e le rappresentazioni sociali si possono ritrovare nel fatto che il mito riflettere le pratiche dei rapporti sociali, mentre le rappresentazioni sociali costituiscono una comprensione della realtà concreta. Moscovici sottolinea l'aspetto dinamico della produzione di conoscenza, superando la staticità dei fatti sociali che, come sostiene Durkheim, sono cose esterne ai soggetti; Moscovici mette in primo piano l'idea di rappresentazioni come fenomeni prodotti da un pensiero in movimento; il compito della psicologia sociale secondo lui consiste nel studiare i processi attraverso cui le conoscenze si costruiscono, si perdono e si trasformano. Per studiare la produzione di una rappresentazione sociale, Moscovici analizza il processo di penetrazione e diffusione della teoria psicoanalitica nella conoscenza comune: l'autore parla di socializzazione dei contenuti scientifici perché non si tratta di distorsioni della teoria scientifica, ma dell'entrata del pensiero scientifico nel mondo reale. In questo processo di penetrazione Moscovici individua un cambiamento del senso comune rispetto alla visione tradizionale che considera il senso comune come un sedimentarsi di conoscenze. La ricerca sulla psicoanalisi ha incluso dei campioni, degli strumenti e dei metodi di analisi: la popolazione è stata divisa in sei gruppi: 1. rappresentativa 2. classe media 3. liberale dei medici 4. avvocati 5. operaia 6. studentesca, degli studenti delle scuole tecniche sono state intervistate 2.265 persone in base all'età, sesso, all'appartenenza religiosa, politica, professionale; è stato inoltre consegnato un questionario con risposte aperte e chiuse, ed è stato analizzato il contenuto della stampa, quantificando il numero di articoli, i termini nei quali è rappresentata la psicoanalisi, i temi che la riguardavano e i rapporti con la psicanalisi. Processi generatori L’oggettivazione Nell’elaborazione di una rappresentazione sociale ci sono due processi interdipendenti che funzionano in modo complementare: l'oggettivazione e l'ancoraggio. Il processo di oggettivazione si realizza attraverso diversi passaggi; il primo tende a rendere concreto (materializzare) uno schema concettuale, che si ottiene attraverso la decontestualizzazione degli elementi della teoria che passano da un linguaggio scientifico a uno ordinario con nuove convenzioni, è in questo modo che il complesso di Edipo utilizzato come costrutto concettuale per spiegare le configurazioni familiari, si trasforma in una nuova categoria, il complesso attraverso la quale si possono descrivere alcune persone (dire che una persona è complessata significa identificarla come troppo timida). In questo processo di passaggio da un linguaggio scientifico a un concetto usato nel lessico usuale la parola “complesso” acquista un significato concreto da essere tangibile e osservabile. Oggettivare significa trasferire a livello dell'osservazione ciò che era inferenza o simbolo, subendo un effetto di naturalizzazione, acquistando cioè un carattere di concretezza che li avvicina ai fenomeni naturali. Il secondo elemento importante dell'oggettivazione è uno sforzo di classificazione delle conoscenze oggettivante che da un lato modifica l'ordine già esistente (che era definito dalla teoria) adattandolo alle richieste del concetto lo e allo stesso tempo attenua lo shock di una concezione totalmente nuova. Il passaggio alla creazione di un modello, di uno schema figurative, secondo Moscovici svolge diverse funzioni: sia un cambiamento dell'indiretto in

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diretto poiché ciò che nella teoria è astratto diventa la rappresentazione immediata del reale; è un punto in comune tra la teoria scientifica e la sua rappresentazione sociale; a nuove connessioni tra gli elementi della teoria, in specifico per la psicanalisi è quella del conflitto tra interno e esterno. Nello schema figurativo viene omessa la sessualità. il processo di ancoraggio L'ancoraggio consiste nell'incorporare i nuovi elementi di conoscenza in un sistema di categorie già familiari e designa il loro posto nella gerarchia di valori. Quando il nuovo concetto scientifico circola nella società, alcuni gruppi possono sentirsi investiti e mettono in atto dei meccanismi di assimilazione, contrasto e selezione dell'informazione affinché venga assimilato senza minacciare l'identità del gruppo. L'elaborazione di un oggetto sociale da parte di una comunità permette ai suoi membri di comportarsi comunicare in modo comprensibile, la rappresentazione sociale e un corpo organizzato di conoscenze grazie a cui le persone rendono la realtà fisica intelleggibile. Il pensiero sociale Secondo Moscovici il pensiero sociale è il pensiero naturale utilizzato nella vita sociale che egli differenzia dal pensiero logico della scienza in quanto non segue le stesse leggi. Freud distingue tra un pensiero primario proprio dell'inconscio che si manifesta nei sogni e non segue la legge della logica formale e un pensiero secondario tipico del sistema conscio che segue le regole formali; anche Bruner distingue come Moscovici tra pensiero logico scientifico e un pensiero della realtà quotidiana che egli chiama pensiero narrativo poiché le narrazioni sono modi della vita quotidiana. Le condizioni generatrici del pensiero sociale 1. La dispersione dell'informazione. Nessuno ha conoscenze esaustive su un argomento poiché le conoscenze che si hanno possono comunque essere distorte e proprio per questo è necessario alla costruzione di una rappresentazione: c'è uno scarto costitutivo di informazione quando si tratta di fenomeni sociali. 2. La focalizzazione. Sottolinea il fatto che gruppi diversi adottano punti di vista differenti. 3. La pressione alle inferenze. Che modifica lo svolgimento delle operazioni intellettuali sotto la pressione ad agire. Il sistema logico e metasistema normativo Moscovici sostiene l'idea che nel lavoro scientifico così come nel pensiero di senso comune ci sono all'opera due sistemi cognitivi: un sistema logico che procede ad associazioni, inclusioni, discriminazioni, deduzioni, quindi opera e un altro sistema detto metasistema normativo che riorganizza il materiale costruito dal sistema logico al fine di verificare e mantenere la coerenza. Il metasistema normativo nella scienza si basa sulla logica mentre nel senso comune si basa sulle relazioni normative: le informazioni raccolte vengono organizzate e controllate all’interno di schemi di riferimento che poggiano sulle relazioni normative che regolano l’insieme dei rapporti sociali in precisi contesti di vita. Elementi che caratterizzano lo stile del pensiero sociale 1. La ripetizione informale. Il carattere più evidente del pensiero sociale e quello che Moscovici definisce formalismo spontaneo; la ripetizione è importante perché serve a sviluppare il discorso; secondo corsaro i bambini italiani a differenza di quelli degli Stati

Uniti imparano presto a discutere segnalando accordi e disaccordi, ripetendo informazioni precedenti. 2. La causalità mista.se due eventi si verificano ripetutamente in modo concomitante l'associazione si trasforma in relazione causale e l'un evento diventa causa dell'altro. Moscovici parla di un processo di causalizzazione dove gli scopi diventano cause e i mezzi diventano conseguenze. 3. Il primato della conclusione. l'anticipazione delle conclusioni diventa una parte cruciale del modo di ragionare, la conclusione è conosciuta prima delle premesse. Secondo Moscovici le premesse acquistano valore solo in funzione delle conclusioni;. Principi di organizzazione intellettuale: analogia e compensazione Moscovici sostiene che il principio dell'analogia concorre a definire le caratteristiche rappresentative dell'oggetto, mentre il principio della compensazione costruisce i significati delle relazioni che lo mettono in rapporto con altri oggetti. L'analogia è una procedura di generalizzazione come la generalizzazione tra la confessione del prete e la confessione in psicoanalisi. Secondo Moscovici il pensiero naturale procede per metafore, ad esempio "La discussione è una guerra", "ho demolito il suo argomento". L'analogia è utilizzata anche come metodo economico nelle esigenze della comunicazione. Moscovici spiega la compensazione in base al principio di contraddizione secondo cui due proposizioni logicamente opposte non possono essere vere nello stesso momento; questo principio viene interpretato da Moscovici come un principio di regolazione sociale che manifesta una tensione normativa al superamento di discordanze sociali, quindi un'intesa sociale. Un elemento fondamentale della vita sociale e dover mettere d'accordo i diversi punti di vista, in questo senso il principio di non contraddizione è trasformato in un principio di regolazione sociale, di compensazione nel senso della ricerca di armonia nel gruppo. Il principio di compensazione viene applicato ad esempio alle operazioni cognitive dove gli oggetti vengono classificati secondo le somiglianze e differenze; il pensiero sociale è per eccellenza un pensiero che classifica e ordina. Moscovici introduce il concetto di polifasia cognitiva attraverso cui ipotizza la coesistenza di diverse modalità di conoscenza tra l'individuo e il suo contesto di vita. Rappresentazioni sociali e sistemi di comunicazione Si riferisce ai sistemi di comunicazione come i giornali, l'interesse della stampa francese per la psicanalisi negli anni 50 non è grande, non la considera come un sistema di interpretazione della realtà, il suo obiettivo è percepito come generale e impreciso. La stampa cattolica è relativamente favorevole alla psicanalisi e si interessa di considerazioni di ordine teorico; la stampa comunista è nettamente contraria alla psicanalisi; la stampa di sinistra e il centro sinistra non comunista è piuttosto favorevole; decisamente poco favorevoli alla psicologia appaiono i giornali e le riviste di destra. Moscovici prende in considerazione tre sistemi di comunicazione che influenzano il contenuto e la forma dei messaggi inviati ai dissidenti: la diffusione, la propagazione e la propaganda. XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXLa diffusione. Attraverso la fusione non si intende orientare il lettore come fa la propaganda, ma solo informarlo dei fatti che accadono. La diffusione ha una doppia funzione della fonte: quella di trasmettergli i messaggi ma allo stesso tempo adattarsi agli interessi del pubblico, per adattarsi al gusto dei lettori, lo stile deve essere concreto attrattivo, rapido conto termini inventati o metafore. Ci sono spesso frasi che lasciano al pubblico una certa libertà di interpretazione, il contenuto della diffusione e piuttosto frammentato, il messaggio è fatto soprattutto di parole (complesso, rimozione, inconscio) e proposizioni non organizzate attorno

al tema della psicanalisi; in questo modo una parola come "complesso" ripetuta più volte può entrare a far parte del mondo quotidiano. La propagazione. Moscovici cita un articolo cattolico pubblicato su vita e pensiero in si afferma che il metodo terapeutico è un pericolo non umano e irresponsabile; la propagazione ha il compito di far convergere i diversi punti di vista anche della Chiesa che non l'accetta; successivamente la Chiesa si è avvicinata a questa disciplina pur continuando a non accettare la sessualità della psicanalisi; la propagazione non ha l'obiettivo di produrre una nuova condotta o di rafforzare quella già esistente, ma allo scopo di controllare condotte già esistenti modificandone significato; per far sì che tutti i gruppi accettino la psicoanalisi bisogna adattare il sapere psicanalitico ai principi cattolici. La propagazione a differenza della diffusione e della propaganda controlla comportamenti già esistenti tentando di far capire al pubblico che esistono nuove prospettive. La propaganda. Moscovici affronta tre argomenti:1. Le funzioni della propaganda;2. Gli aspetti cognitivi e rappresentazionali della propaganda;3. L'influenza della propaganda e degli altri sistemi di comunicazione sull'azione sociale. Funzioni della propaganda.Ci sono due funzioni principali: di regolazione e di organizzazione. La regolazione è intesa come l'affermazione dell'identità di un gruppo per superare i conflitti che minacciano l'equilibrio; l'azione di rifiuto del PCF (partito comunista francese) verso la psicoanalisi illustra questa funzione: la funzione regolatrice della propaganda all'obiettivo di eliminare l'oggetto conflittuale, ossia il parere negativo del PCF nei confronti della psicanalisi. La funzione organizzatrice della propaganda implica un'elaborazione delle comunicazioni e una trasformazione delle rappresentazioni del campo sociale in vista dell'obiettivo che si vuole raggiungere. Quindi in sostanza una campagna di propaganda ricostruisce attraverso l'organizzazione dei messaggi una rappresentazione che è conforme alle esigenze della collettività che la promuove. Aspetti cognitivi e rappresentativi della propaganda Mentre la propagazione modifica il significato della psicoanalisi in modo da renderla accettabile alla dottrina della Chiesa, la propaganda dicotomizza la realtà in modo che ognuna delle prese di posizione verso l'oggetto sociale costituisce la negazione dell'altro; per comprendere questa polarizzazione bisogna considerare il momento in cui la psicoanalisi è considerata il contrario della scienza, e la scuola di Pavlov la vera scienza e negazione della psicoanalisi. La formazione di una rappresentazione dunque va oltre il reale, costituendo un suo doppio a cui è attribuita una certa stabilità che segue alla mobilità iniziale delle relazioni. La rappresentazione come strumento d'azione Mentre la propagazione si limita a fare lavorare ai membri del gruppo determinati atteggiamenti senza suggerire un tipo preciso di azione, la propaganda tende ad attivare una condotta reale spingendo gli individui a partecipare a un'azione comune per modificare la realtà; i processi attraverso cui si passa da un orientamento oggettivo a un'azione dando luogo ad una stereotipia ; gli elementi della rappresentazione sociale, trasformati nella propaganda in strumenti di gruppo, servono a rinforzare la partecipazione sociale a produrre la stereotipia, ad indicare la condotta dell'azione adeguata. La partecipazione sociale è incrementata perché ci sono dei confini né nei gruppi come il gruppo di dei ciarlatani della psicoanalisi e il gruppo di Pavlov. Il successo della propaganda si attua attraverso il fenomeno della ripetizione: la ripetizione fa si che la tesi ripetuta passi da un piano cognitivo a un piano emozionale

persuadendo lo Stato passionale. L'efficacia della propaganda è dovuto al cambiamento di una rappresentazione in uno stereotipo. I punti comuni e le differenze tra diffusione, propagazione e propaganda: *la struttura delle relazioni d'ordine fra i messaggi: nella diffusione c'è discontinuità, non ordinata, mentre nella propagazione nella propaganda è sistematica e dicotomica nella propaganda. *L'insieme dei temi in relazione tra loro: nella diffusione è costituito da elementi autonomi e mobili; nella propagazione e nella propaganda sia un modello strutturato, autoritario nella propaganda e persuasivo nella propagazione. *I legami tra la fonte della comunicazione, il gruppo che comunica e il gruppo ricevente sono tra loro simili nella propaganda nella propagazione, nei due casi infatti, la fonte è un'entità istituzionale in grado di controllarle con tutte le opinioni dei membri; mentre nella diffusione si riferisce in modo meno esplicito alle istituzioni sociali, e non a un pubblico definito. L'opinione è un'osservazione valutativa su una questione controversa, caratterizzata da instabilità, la diffusione impiega temi molto deboli ed è quindi convergibile con le opinioni. L’atteggiamento non è un insieme di opinioni o di risposte ma un'organizzazione ordinata della totalità di queste risposte. Le affinità tra propaganda e stereotipi sono più dirette; la ripetizione delle associazioni che generano uno stereotipo evidenziano il parallelismo con la propaganda. La messa in opera dei paradigmi Inchieste e immagini Fonti bibliografiche:-studi sulle RS:capitolo di Claudine Herzlich contenuto nel primo volume del manuale introdution à la psychologie sociale di Moscovici e –Farr e Moscovivi Social Representation.Ricercatori provenienti da diversi orizzonti teorici dedicano uno spazio per inquadrare la teoria delle rappresentazioni sociali a partire dai lavori ispirati a diversi ambiti come interazioni Ismo simbolico, lo studio della comunicazione, studio sugli atteggiamenti e relazioni tra gruppi. Herzlich cita 3 libri che nel titolo contengono il termine immagine:1.La psycanalyse ,son image et son publique di Moscovici;2.La femme dans la sociètè.Son image dans diffèrents milieux sociaux di Chombart de Lauve.3 images de la culture chez les ouvriers francais di Kaes. In tutti e tre si fa distinzione tra immagine, parola che connota un fenomeno intrapsichico studiato soprattutto dagli psicologi e rappresentazione , nozione studiata da sociologi o psicologi sociali. Herzlich cita dei lavori precedenti sollevando il problema dei legami tra il linguaggio e rappresentazione: ogni linguaggio corrisponde effettivamente a una rappresentazione? Citando Moscovici, Herzlich pone tre condizioni dell'esistenza di una rappresentazione sociale: 1. Accessibilità a un'informazione frammentaria e diffusa. 2. Focalizzazione di un gruppo o di individui su determinati oggetti o problemi. 3. Pressione all'inferenza. Dispersione dell'informazione, la diversità nella focalizzazione, la pressione più o meno forte all'inferenza traducono questa disparità delle posizioni rispetto ad un oggetto socialmente significativo, percepito in un contesto continuo cambiamento e segnalato dal carattere conflittuale dei rapporti sociali; infatti come faceva notare Herzlich, gli studi effettuati fino

adesso hanno preso come oggetto: una teoria scientifica, un ruolo sociale come la donna o un bambino, delle nozioni come cura, malattia, cultura, che hanno generato violente controversie nella società. A partire da queste considerazioni si dovrebbe concludere che la metodologia della ricerca basata sui campioni rappresentativi dei diversi settori della popolazione possa costituire il metodo per eccellenza nello studio delle rappresentazioni sociali. Le ricerche di Kaes: Kaes spiega come i suoi lavori fossero già in corso quando Moscovici e colleghi pubblicarono i loro studi sulla rappresentazione, in un certo senso l'opera di Moscovici gli ha permesso di mettere i suoi risultati in un quadro teorico; Kaes ha citato diversi autori come Guillaume esponente della teoria della gestalt,Anzieu per lo studio dei meccanismi proiettivi,Simondon per il ruolo di mediazione dell'immagine tra il concreto e l'astratto;Kaes distingue due tipi di influenze: una centrale che riguarda lo stato e il contenuto della rappresentazione, l'insieme delle condizioni sociali e storiche che la influenzano; l'altra, periferica indipendente che riguarda gli elementi espressivi e cognitivi della rappresentazione. La prima riguarderebbe insieme delle condizioni sociali e storiche che definiscono il campo globale della rappresentazione, mentre la seconda potrebbe rendere conto di condizioni più individuali ed espressive che permettono una costruzione coerente e unitaria del soggetto nella sua storia. Kaes nell'analisi psico-sociologica della rappresentazione fa riferimento ai lavori di Moscovici: studio di atteggiamenti, informazioni,struttura del campo, processi di elaborazione di oggettivazione e ancoraggio, aspetti cognitivi come la dispersione dell'informazione, la pressione all'inferenza, la focalizzazione è la ripetizione... un intero capitolo di Kaes è dedicato alla nozione di cultura, partendo dalla sua origine etimologica come tecnica agricola, alla distinzione fatta soprattutto dai filosofi tedeschi tra ...


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