Posizione schizo-paranoide e depressiva (H. Segal) PDF

Title Posizione schizo-paranoide e depressiva (H. Segal)
Author Antonio Cassano
Course Psicologia dinamica
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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posizione schizo paranoide e posizione depressiva per l'esame di dinamica del primo anno...


Description

Posizione schizo-paranoide Secondo le Klein esiste un Io rudimentale, questa teoria non si distacca dalle affermazioni di Freud il quale parla di deflessione dell’istinto di morte. L’Io immaturo del lattante è esposto fin dalla nascita all’angoscia prodotta dall’istinto di morte. Motivo per cui quando si trova a fronteggiare quest’angoscia, l’Io deflette l’istinto di morte. Secondo la Klein questa deflessione consiste in parte in una proiezione e in parte in una conversione dell’istinto di morte in aggressività. L’Io scinde se stesso e proietta fuori quella parte di sé che contiene l’istinto di morte nella mammella. Così il bimbo sente che la mammella contiene una parte dell’istinto di morte e la percepisce come cattiva e minacciosa per l’Io dando luogo a un sentimento di persecuzione. Il bambino percepisce che l’istinto di morte intruso nella mammella scinde quest’ultima generando una moltitudine di persecutori. Parte dell’istinto di morte rimasto nel Sé viene convertito in aggressività nei confronti dei persecutori. Nello stesso tempo viene stabilito un rapporto con l’oggetto ideale in quanto anche la libido viene proiettata con la funzione di preservare la vita. A questo punto, essendo l’oggetto ideale (la mammella) scissa in questo modo, accade che la fantasia dell’oggetto ideale si fonde con le esperienze gratificanti, mentre la fantasia di persecuzione si fonde in modo simile con le esperienze reali di deprivazione e dispiacere. La gratificazione quindi non esaudisce soltanto il bisogno di benessere, di amore e di nutrimento, ma è anche necessaria a tenere a bada la persecuzione. L’angoscia dominante nella posizione schizo-paranoide è che l’oggetto/oggetti persecutori si stabiliscano nell’Io sopraffacendo e annientando l’oggetto ideale e il Sé. Da questo la Klein conia la dicitura schizoparanoide in quanto l’angoscia è paranoide, e lo stato dell’Io e dei suoi oggetti è caratterizzato dalla scissione, che è schizoide. Contro questa angoscia di annichilimento, l’io sviluppa una serie di meccanismi di difesa, tra cui: 









l’introiezione e la proiezione. Infatti, l’Io tende a introiettare ciò che è buono e a proiettare ciò che è cattivo. Ma non è l’unico modo in cui questi meccanismi agiscono. Infatti, vi sono situazioni in cui ciò che è buono è proiettato per proteggerlo da ciò che è percepito come cattivo all’interno di sé, e situazioni in cui i persecutori sono introiettati e l’Io si identifica con essi nel tentativo di controllarli. Scissione. In situazioni di angoscia la scissione viene estesa e la proiezione e l’introiezione vengono usate per tenere gli oggetti persecutori e ideali lontani gli uni dagli altri mantenendoli sotto controllo. Questa situazione può fluttuare rapidamente e i persecutori possono essere sentiti fuori facendo provare un sentimento di minaccia esterna o dentro producendo paure. La scissione è anche legata all’idealizzazione dell’oggetto ideale per preservarlo dall’oggetto persecutorio. Negazione magica onnipotente. Quando l’angoscia è troppo intensa per essere sopportata, vi è l’annichilimento totale dei persecutori. Questo meccanismo agisce anche idealizzando lo stesso oggetto persecutorio trattandolo come ideale. Identificazione proiettiva. Parti del Sé e degli oggetti interni sono scissi e proiettati sull’oggetto esterno che diventa posseduto e controllato dalle parti proiettate con le quali viene identificato. L’identificazione proiettiva può essere diretta verso l’oggetto ideale per evitare la separazione o può essere diretta verso l’oggetto cattivo per acquisire controllo sulla fonte di pericolo. Oppure può agire diversamente, proiettando parti cattive per liberarsene (o anche per attaccare e distruggere l’oggetto), o parti buone possono essere proiettate per evitare la separazione (o anche per tenerle al sicuro da cose cattive che sono dentro, o per migliorare l’oggetto esterno). Disintegrazione dell’Io. Questo meccanismo di difesa ha luogo quando i precedenti non sono efficaci per tenere a bada l’angoscia, e consiste nella frammentazione dell’Io spaccandosi in piccoli frammenti per evitare l’esperienza dell’angoscia. Questo meccanismo è combinato con l’identificazione proiettiva in quanto le parti frammentate dell’Io vengono immediatamente proiettate.

Dobbiamo considerare questi meccanismi non solo come tali, ma anche come gradini dello sviluppo. Un normale sviluppo prevederebbe il prevalere delle esperienze positive su quelle negative, ma a questa prevalenza contribuiscono sia fattori interni che esterni. Infatti, quando vi è una prevalenza di esperienze buone su quelle cattive, l’Io impara a credere nel prevalere dell’oggetto ideale su quelli persecutori e dell’istinto di vita su quello di morte. L’Io si identifica ripetutamente con l’oggetto ideale, acquisendo maggiore capacità di fronteggiare le angosce senza ricorrere a violenti meccanismi di difesa.

Posizione depressiva Quando le condizioni di sviluppo sono favorevoli, il bambino sarà sempre più in grado di identificarsi con il suo oggetto ideale e si accorgerà da solo che il suo Io diventa progressivamente più forte e più capace di difendere se stesso e il suo oggetto ideale. Con il diminuire della proiezione degli impulsi cattivi, il potere attribuito agli oggetti cattivi diminuisce di conseguenza, mentre l’Io diventa più forte in quanto meno impoverito dalla proiezione. Anche le paure paranoidi e la scissione diminuiscono, e l’impulso verso l’integrazione dell’Io e dell’oggetto può gradualmente avvenire. In questa fase il bambino riconosce un oggetto interamente e si mette in rapporto con questo. Il bambino entra sempre più in rapporto con la madre come persona intera che è talvolta buona, talvolta cattiva, può essere insieme amata o odiata. A questo punto il bambino capisce che la madre ha vita propria, che ha rapporti con altre persone e che è dipendente da lei. Quindi la madre ora è percepita come un oggetto intero, e anche l’Io diventa meno scisso nelle sue componenti buone e cattive. Infatti, l’introiezione di un oggetto intero favorisce la maturazione dell’Io; questo processo è accompagnato dalla maturazione del sistema nervoso centrale, infatti da questo periodo diviene più facile per il bambino ricordare le esperienze gratificanti o deprivanti precedentemente avute con la madre L’angoscia nella posizione depressiva sorge dall’ambivalenza e la principale angoscia del bambino è che i propri impulsi distruttivi distruggano l’oggetto che ama e dal quale dipende. Nella posizione depressiva i processi introiettivi vengono intensificati. Prendendo conoscenza della dipendenza dalla madre (che egli percepisce come indipendente e soggetta ad andarsene), vi è un aumento del bisogno di conservarla dentro di sé e proteggerla (dalla propria distruttività). La posizione depressiva inizia durante la fase orale, quando l’amore e il bisogno portano al divorare. L’onnipotenza dei processi introiettivi orali porta ad angoscia per il timore che la potenza degli impulsi distruttivi annientino sia l’oggetto buono esterno ma anche l’oggetto buono introiettato. A questo punto i bambini più integrati, che sono in grado di mantenere l’amore per l’oggetto buono anche mentre lo si odia, saranno esposti a nuovi sentimenti come il lutto, la colpa e lo struggimento. Questi sentimenti sono un’esperienza depressiva causata dal senso di aver perduto l’oggetto buono a causa della propria distruttività. Nel punto più alto dell’ambivalenza il bambino prova una disperazione depressiva che avviene quando il bambino ricorda di avere amato e ama ancora la madre ma sente di averla divorata o distrutta, per cui non la troverà più nel mondo esterno. Quando l’Io diventa più integrato e il bambino prende consapevolezza della dipendenza dall’oggetto esterno e l’ambivalenza dei propri istinti e scopi, egli scopre la propria realtà psichica. Diventa consapevole di sé e dei suoi oggetti come separati da sé, si rende conto dei suoi impulsi e fantasie, comincia a distinguere tra fantasia e realtà esterna. Con l’irrobustirsi dell’Io (che avviene grazie alla crescita e grazie all’assimilazione degli oggetti buoni) si può dir che il bambino il rapporto con la realtà.

Gli oggetti ideali che venivano introiettati nella posizione schizo-paranoide formano le radici del SuperIo. Gli oggetti persecutori sono percepiti come persecutori e punitivi. L’oggetto ideale diventa la parte ideale dell’Io e del Super-Io (spesso anche in maniera persecutoria) per le sue richieste di perfezione. Nella posizione depressiva accade che l’oggetto ideale e quello persecutorio si avvicinano tra loro, il Super-Io diventa più integrato e viene sperimentato come un unico oggetto interno amato in modo ambivalente. All'inizio, il super- io è percepito come estremamente severo e persecutorio, ma poi perde i suoi aspetti mostruosi e si avvicina al modo di vedere dei buoni e amati genitori. quindi il super io non è solo la fonte della colpa, ma anche di un oggetto d'amore. Il dolore del lutto e gli impulsi riparativi sono la base della creatività e della sublimazione. Queste attività riparative sono dirette verso l’oggetto e verso il Sé e vengono messe in atto per via del desiderio di restaurare e conservare l’oggetto eternamente. Quando il bambino crea, mette insieme tutto ciò che è stato fatto a pezzi e ricostruisce ciò che è stato distrutto. Quando i suoi impulsi sono percepiti come distruttivi invece, avviene la sublimazione degli impulsi dovuta al desiderio ambivalente di risparmiare i suoi oggetti. Gradualmente quindi si presentano meccanismi di inibizione e spostamento. Per risparmiare l’oggetto, il bambino in parte inibisce i suoi istinti e in parte li sposta su sostituti dell’oggetto (inizio della formazione del simbolo). Ogni aspetto dell’oggetto che deve essere abbandonata nel processo del crescere, dà luogo alla formazione di un simbolo. La formazione del simbolo è il risultato di una perdita, è un lavoro creativo che comporta il dolore e il lavoro del lutto. La posizione depressiva non è mai completamente elaborata in quanto gli angoscia appartenenti all’ ambivalenza la colpa sono sempre con noi. Sei bambino riesce a stabilire buon oggetto interno con sicurezza in questa fase, le situazioni di angoscia depressiva non porteranno a malattia, ma ad una elaborazione produttiva che porterà ad arricchimento e creatività. Se la posizione depressiva non è stata sufficientemente elaborata, L’Io E perseguitato dall' angoscia costante della perdita totale di ogni situazione interna buona virgola e impoverito indebolito, e il suo rapporto con la realtà rimane per effettuo di timore di regressione alla psicosi....


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