PRE Espressionismo - Riassunto e analisi del movimento artistico pre-espressionista, con focus sui PDF

Title PRE Espressionismo - Riassunto e analisi del movimento artistico pre-espressionista, con focus sui
Course Storia dell'arte
Institution Liceo (Italia)
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Riassunto e analisi del movimento artistico pre-espressionista, con focus sui principali esponenti e relative opere...


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St or i adel l ’ ar t ePREESPRESSI ONI SMO Pechstein, Ensor, Munch, tutti e tre sono dei punti di riferimento di questa corrente. Sono l’anello di congiunzione di quello che è stato il Romanticismo tedesco e l’espressionismo. Hanno fatto parte del pre-espressionismo, ma hanno continuato la loro vita artistica nell’espressionismo. Sono tre artisti che hanno condotto l’arte nordica all’espressionismo, perché loro stessi hanno fatto parte delle prime correnti espressioniste. Le caratteristiche fondamentali che si possono ritrovare in tutte le opere di questa corrente sono:  I dipinti che hanno un forte accenno cromatico. Vivono di colori estremamente vivaci; hanno segni e tratti nettamente decisi;  La drammaticità dei temi trattati. Pechstein ha avuto una carriera simile a quella di Gauguin. Ritrova in una ricerca del primitivismo un carattere fondante della sua produzione artistica, ed anche lui sceglierà uno scenario esotico lontano dall’Europa (Isole Palau), dal quale poi tornerà e troverà, in Germania, una vita difficile, specialmente nel periodo nazista durante il quale le sue opere vennero bruciate poiché ritenute troppo particolari o troppo innovativi. Era infatti, secondo il Regime, il classicismo a dover rappresentare l’arte pura, proprio perché fatto di norme, di regole precise. Non lasciava spazio all’intelletto, alla fantasia, che sarebbe stato un pericolo nei confronti del Reich. Ensor realizzò una produzione artistica assai particolare. Era fuori da qualsiasi canone tradizionale. A volte riprenderà temi cari al simbolismo francese, ma la caratteristica fondamentale della sua arte è il grottesco. Munch si confronterà con i suoi eventi personali, che lo spingeranno a guardare alla vita in maniera pessimista, ma è anche il più carico di temi intimistici: quello che trova nella realtà di tutti i giorni è uno stimolo al soffermarsi su quelli che sono i temi della vita. Aveva una visione pessimista, ma non era semplicemente qualcosa di puramente teorico: ha avuto una vita non molto facile, ma credeva fortemente nella sofferenza dell’uomo. Ha sempre avuto un rapporto difficile con le donne, specialmente del lato sessuale, perché prerogativa della procreazione. Pechstein: Ha una dialettica legata al colore. I colori diventano molto importanti. Sono colori sicuramente molto forti; utilizzerà colori molto caldi. I colori utilizzati sono di tonalità molto forti. I suoi dipinti riprendono a volte delle tematiche dell’impressionismo e del postimpressionismo. Il punto di vista estetico è differente da quello visto fino ad ora. Un esempio è l’ispirazione proveniente dalle Bagnanti. Inizialmente si percepiscono delle macchie, poi successivamente si iniziano ad intuire i minimi particolari presenti all’interno del dipinto. Il colore stesso della figura non è più il caratteristico colore dell’incarnato, ma è un colore che si abbina ai colori del resto dell’opera. In questo dipinto (Bagnante- Marcella) si osserva questa figura, che sarà ispirazione per molti artisti dell’epoca. Mattino presto I colori diventano sempre più irreali. Eppure si inizia a comprendere il paesaggio attorno lentamente. Si intravedono delle pale e, poste come nel quadro di Cézanne, che inquadrano il mare e il sole che irradia con i suoi raggi la superficie dell’acqua. I colori rossi servono per mettere in evidenza dei particolari del corpo di questa donna, di questa bagnante.

Tre nudi in spiaggia Sembra quasi un dipinto dantesco. Pare un inferno. Proprio per queste tonalità pare emanare colore. E della spiaggia non ce ne rendiamo quasi conto. Ci sentiamo coinvolti in questo aspetto della spiaggia infuocata. In lontananza si vede il mare. Quando si parlava di colori, di tratti incisivi. Le figure sono delle macchie di colore contornate; profilo che serve a staccare queste figure, cromaticamente, dal resto del paesaggio. Alla luce del sole Influenza legata alla stilizzazione del volto, che porta all’arte africana. Siamo già nel periodo espressionista. Gli artisti, specialmente del Novecento, non fanno mai parte di un’unica corrente artistica. La loro esperienza si diversifica. Pechstein sarà uno dei padri della tre secessioni. Ensor: Barone, nobile come Degas, ma la sua esperienza di vita lo porta a cavalcare quella che era l’arte accademica, giungendo ben preso ad un’arte molte espressiva. Il discorso dell’estetica non conta nulla. I suoi anni trascorsi in gioventù sono molti importanti, dove frequentava la bottega della nonna, dove gli oggetti presenti lo ispiravano a vagabondare con la fantasia. Arriva da una formazione classica. L’entrata di Cristo a Bruxelles Siamo in periodo di carnevale, ma il particolare più evidente è che la folla è realizzata sostanzialmente con dei volti che sono delle maschere. Non vi sono riferimenti religiosi, e l’artista non vuole neanche rappresentare una sfilata carnevalesca. Il tutto è spiegato dallo striscione posto in alto. Rimando a Liberate Barabba di Daumier. Il Cristo non è più semplicemente come una figura religiosa, ma come una figura sociale, che ha cercato di portare ad una pace sociale. Per questo l’ingresso è trionfale, e utilizza Bruxelles poiché lui era belga. Cristo è portato in trionfo da persone che sostanzialmente sono delle maschere. I volti non lasciano trasparire felicità, ma al contrario mettono a disagio. Sono tutti volti che trasmettono all’osservatore quel disagio sufficiente per far si che si soffermi più attentamente in tutti i dettagli e, e che inizia a soffermarsi sulla scritta, che è il messaggio dell’opera. Anche Ensor si sofferma molto sulle tematiche sociali. In alcune delle sue opere raffigura se stesso in mezzo a delle maschere, le quali lasciano trasparire sempre disagio. In un altro autoritratto troviamo l’artista che suona il piano, indossando una maschera, e sullo sfondo si trovano i particolari de L’entrata di Cristo a Bruxelles. Di fronte all’opera Scheletri che si contendono un’aringa affumicata, l’osservatore non può non cercare di capire quest’opera. Vede due scheletri che si contendono un’acciuga affumicata, ossia il pesce più povero in assoluto. Guardando quest’opera si capisce che il tema sociale è oggetto della riflessione del dipinto. Poi, ognuno, può reagire come gli pare. Il fatto è che alla fin fine siamo tutti gli a discutere di questo dipinto, perché ogni giorno ci incazziamo per varie questioni, vari motivi, che fanno sempre capo alle ingiustizie. Il tema è ancora molto attuale poiché riprende ancora azioni della vita quotidiana. Munch: È il pittore che più di ogni altro artista anticipa l’espressionismo. Al contrario degli altri due è norvegese. Frequentò poco gli ambienti al di fuori della Norvegia, ma già all’epoca la Norvegia era molto influenzata dalla cultura tedesca. Un’unica grande identità. È un artista molto importante in questo periodo e in lui riconosciamo i caratteri dell’esistenzialismo; ma il suo esistenzialismo era molto pessimista. La sua visione

pessimista della vita era legata agli avvenimenti che lo avevano segnato nella propria vista personale. Avvenimenti che lo hanno portato a pensare che la vita non fosse nient’altro che una preparazione alla morte. Si faceva fotografare all’interno di una bara, poiché diceva che li avrebbe passato la maggior parte del suo tempo. Non era ironia, era davvero questo il suo pensiero. Sicuramente Munch è stato anche influenzato dalla letteratura e dalla filosofia norvegese, in particolare da Ibsen e Strindberg e Kierkegaard. Grande fu anche l’influenza di Freud. La sua vita: la sua vita è stata funestata da parecchi lutti. Il primo fu quello della sorella maggiore, morta a 15 anni, per una malattia che segnerà la famiglia Munch, la tubercolosi, che pochi anni dopo porterà via anche la madre. Nacque così una sorta di sindrome depressiva dia in Munch sia nel padre, che li portò a scontrarsi parecchie volte. Munch se ne andò, anche per questo a Londra, e quando tornò a Oslo si sposò con una donna, dalla quale ebbe una figlia. Entrambe morirono di tubercolosi, così come il padre. Sicuramente questi episodi lo segnarono sicuramente, e soprattutto gli fecero maturare la convinzione che l’uomo era destinato alla sofferenza sin dalla nascita. Questo lo portò ad avere un rapporto conflittuale con le donne. Aveva letteralmente il terrore dei rapporti sessuali con loro, perché potevano portare alla procreazione, e lui credeva fermamente che creare un essere umano destinato alla sofferenza e alla morte non fosse una cosa buona. Pensava addirittura al feto: l’uomo iniziava a soffrire proprio dal concepimento. Questo tipo di situazione lo ha portato a fare una pittura che man mano è diventata sempre più espressiva. Munch nasce, dal punto di vista artistico, come ritrattista. A 17 anni non poteva che studiare l’arte realista, la rappresentazione della realtà. In gioventù realizzò molti ritratti, che lo aiutarono a sopravvivere. Man mano divenne sempre più un artista che trasmetteva sensi di angoscia e di forti interessi verso quelle che erano le rappresentazioni esistenziali, ovverosia le rappresentazioni dello stato dell’anima di un uomo che soffriva e che aveva come compagna la morte. I suoi colori rappresentavano questo stato. Il suo segno pittorico era sempre più incisivo, il suo tratto era sempre più marcato, e i suoi temi si avvicinarono molto alla corrente esistenzialista, ma erano anche molto intimistici, molto vicini al suo personale stato d’animo. Molti critici faranno un paragone con le opere dell’ultimo periodo di Van Gogh. Si è interessato moltissimo, come Van Gogh, ai temi sociali. Ed è stato un punto di riferimento poi per le secessioni. Come Pechstein, vide alcune sue opere bruciate dai nazisti. La sua arte venne anch’essa considerata arte degenerata perché non compresa, o volutamente non compresa. Morì di polmonite. Nel 1944, nel porto di Oslo, ci furono bombardamenti a una nave tedesca attraccata al porto da parte degli Alleati. Lui accorse per salvare le sue opere presenti nell’atelier accanto al porto, ma le condizioni climatiche di quel periodo lo fecero ammalare, per poi portarlo a morire nel 1944. La bambina malata (1885) Munch ha realizzato diverse versioni di quest’opera che rappresenta la sorella malata. Questo dipinto ha un focus proprio sui due personaggi: la ragazzina malata sistema nel letto e la madre che le sta accanto. Pochissimo spazio è lasciato all’ambientazione, e quello poco che c’è serve a ricordare la malattia. Nello scorcio in basso sulla sinistra vi è un mobile con posta sopra una bottiglia di medicinali. Così anche in basso a destra, dove vi è un bicchiere all’interno del quale si può intravedere il colore di una medicina. All’osservatore viene trasmessa una sensazione di amaro quando osserva il bicchiere. L’unico punto chiaro del dipinto è il cuscino, che mette in evidenza il personaggio della ragazzina dai capelli rossi e la pelle chiara, la quale allunga la propria mano alla

madre. La madre, della quale non si vede il volto, stringe la mano alla figlia. Si può presumere stia piangendo, consapevole del fatto che la figlia non abbia molte speranze. I muri sono di colore verde muschio, pesante, che contraddistingue le coperte, il pigiama, l’abito della madre, le tende, lasciando trasparire un’aria pesante nella stanza. Tutto ci parla di questa malattia. Per rendere ancora più realistica la scena, l’artista pone, come faceva spesso, la tela al di fuori del suo studio, in modo che potesse prendere le intemperie. La natura doveva agire sul suo dipinto. Vi sono delle specie di striature: è proprio il colore che è colato a causa della pioggia che aveva segnato il dipinto. La sua spiegazione: sono gli occhi del pittore velati di lacrime. Questa descrizione rende la scena ancora più angosciante e realistica. Madonna (1894) Anche in questo caso realizza una serie di dipinti. La Madonna è realizzata in modo sensuale. È nuda, con gli occhi socchiusi, la testa inclinata, una mano piegata e una posta dietro la schiena. Sembra quasi una scena erotica. Utilizza il colore rosso per sottolineare le labbra, i capezzoli del seno, l’ombelico, e anche per creare una sorta di aureola dietro la sua testa. Munch non era bene amato, poiché era un personaggio fuori da ogni schema, che non si poteva restringere in un’omologazione sociale. Non ci stava. Lui voleva essere qualcosa di diverso. Era convinto che per fare qualche cosa di buono, di grande bisognava distinguersi dalla massa. Perché la realizza in questo modo? Perché la Madonna ha partorito il Cristo, che è nato per soffrire e per morire. E quindi chi meglio della Madonna poteva sottolineare la sua visione, pessimista, della vita. La nascita è sofferenza, la vita è sofferenza, e la morte è inevitabile. Da qui nasceva anche il terrore di dare sofferenza ad un altro essere umano. Sera sul viale Carl Johan (1892) Questo dipinto si discosta da quelle che sono le opere viste finora. Questo dipinto tratta più precisamente dei temi sociali che avevamo accennato, e che erano importanti nella produzione di questo artista. Qui si tratta di esprimere la sua posizione nella società norvegese. Era una persona che amava distinguersi dagli altri; non amava far parte della massa, ma voleva distinguersi in modo costruttivo. Questo genere pittorico andrà incontro ad affrontare temi comunque visti con un accento negativo, quali alienazione, solitudine e paura della solitudine. Questo dipinto viene ambientato in questo viale perché l’edificio illuminato è l’edificio del Parlamento norvegese, quindi il riferimento alla posizione, alle decisioni del Governo sono, non tanto velatamente, mess in discussione poiché sulla sinistra si può notare la cosiddetta massa. Vediamo giungere verso noi un corteo di molte persone vestite quasi tutte nello stesso modo, con abiti piuttosto eleganti, ma con un fare, un volto che ricorda più quello di un fantasma che quello di un individuo. Il colore dei volti lascia trasparire questo contrasto con gli abiti scuri, neri. (Qualcuno ha detto che pare partecipare ad un corteo funebre). Gli occhi, i nasi, la bocca, tutto caratterizza questa immagine. Solo una figura si distingue: è una figura che viaggia in mezzo alla strada controcorrente. È naturale pensare che fosse un’auto-rappresentazione dell’artista stesso. Anche in questo caso è facile ricondurre il tutto alla sua persone. Era una figura fuori dal coro, anche dal punto di vista sociale, infatti amava distinguersi rispetto a tutti gli altri, disapprovando la società dell’epoca. La sua posizione è molto diversa rispetto ad altri artisti. La sua è una posizione critica, ma essendo una persona “riservata”, non amava esternare troppo apertamente il suo non voler essere parte di quella massa. I suoi dipinti che riguardano questi temi sono discreti, non c’è una battaglia aperta contro la società, ma c’è una persistente critica.

Vampire (1893-94) Alcune cose su Munch le abbiamo dette. Il suo amore per le donne si bloccava di fronte all’idea della procreazione. Come si poneva quindi di fronte ad esse? Questi dipinti sono modi di esprimere il concetto che lui aveva della figura femminile, che era predominante sulla figura maschile, grazie all’attrazione che influenzava il mondo maschile. In questo dipinto l’uomo abbraccia la donna e poggia il suo volto sul suo seno. È quasi un abbraccio materno, il suo. Mentre il volto di lei si appoggia sul collo dell’uomo. È un abbraccio naturale, ma Munch lo intitola Vampire, proprio come se fosse, la figure femminile, una vampira che sta per addentare il collo dell’uomo. Sono dei temi simbolici, ma il fatto che l’attrazione femminile induca l’uomo a sottomettersi è un tema abbastanza ricorrente in questo periodo, nella produzione artistica e nel pensiero di fine Ottocento. Non mette particolare malizia in questa trattazione. Anche in questo caso non c’è un giudizio vero e proprio: è solamente una consapevolezza che lui mostra attraverso le sue opere. Gelosia Qui è la figura dell’uomo che esercita tutta la sua passione per la sua donna, ma rimane offuscato dalla gelosia per lei. I volti che rappresenta in primo piano sono i volti erosi dalla gelosia. Il volto scavato, dubbioso, impaurito; e quello che si vede alle spalle non è altro che la proiezione della fantasia, che è ciò che lo fa ingelosire. La donna lascia intravedere tutto il suo corpo, ed è posta come se stesse cogliendo una mela, e vi è un altro uomo che le porge dei fiori. Questa gelosia è data dalla passione per la propria donna. Pubertà (1894) Ancora una volta ci troviamo di fronte a un’opera di Munch, che mette in evidenza il suo rapporto con il mondo femminile. Più che altro mette in evidenza il suo essere sensibile al mondo femminile, e come riuscisse a cogliere sfumature ovvie per le donne, ma non semplici da comprendere per l’universo maschile. Raffigura la pubertà, inteso come il momento dove una ragazza è posta di fronte ad una trasformazione del proprio corpo, che comporta anche una trasformazione del suo essere donna. E la tratta con estrema delicatezza. Si vede una ragazzina che si trasforma in donna, e cerca di mostrare tutte le insicurezze tutte le paure. Prima ancora il desiderio di diventare grande. È una trasformazione fisica e psicologica. Il corpo è nudo, posta di fronte a noi, in punta sul bordo del letto, e si mostra con una certa pudicizia, con un certo imbarazzo di fronte all’osservatore. Le gambe sono molto chiuse, le braccia incrociate comprano il pube. Cerca il più possibile di non mostrare il seno, piegandosi in avanti. Eppure ci guarda, perché il volto è posto al cento. I suoi occhi son particolarmente espressivi: dicono tutto e non dicono niente, lasciando all’osservatore la lettura dello stato d’animo che può essere percepito. Particolare, non irrilevante come chiave di lettura dell’opera, è la grande ombra che vien proiettata alle spalle della ragazza, che molto probabilmente è Marcella. Quell’ombra non è l’ombra reali. È sostanzialmente la rappresentazione della nuca della ragazza. I capelli partono dal corpo e si sviluppano in quella che è la nuca. Questa cascata di capelli è posta li quasi a far comprendere la trasformazione del corpo della ragazza. Sono palesi tutte le sue incertezze, paure, i desideri, e secondo la chiave di lettura più semplice, il modo particolare della posizione delle braccia richiama la paura di diventare donna, di diventare un essere umano che può procreare. (Paragone con Marcella di Kirchner : la figura di Marcella cambia completamente. Cambia la posizione con cui si presenta. Lei è seduta su una sorta di divano, ancora più o meno in punta. Si vede ancora che è una ragazzina, seppure il volto è pesantemente truccato. Ma qui incrocia le gambe, quasi con fare seducente e le mani,

il corpo, non sono più posti con quella pudicizia che pareva apparente nel dipinto di Munch. Qui si piega molto in avanti, quasi a mostrare il seno. È molto più palese, in questo caso, il fatto che Kirchner ha voluto mettere in evidenza il desiderio di apparire già grande, donna, seduttrice, ed attraverso la lettura del corpo di Marcella si comprende questa differenza con la figura femminile rappresentata da Munch). L’urlo (1893) Ci troviamo di fronte al primo dipinto espressionista, anche se tratta questo argomento ancora nell’Ottocento. Van Gogh era morto da tre anni. Erano ancora nel pieno del post-impressionismo. Qua, Munch, parla di sé. Non solo dipinge, ma scrive quello che era il suo stato d’animo che l’aveva portato ad immaginarsi in questo modo. Era su una passeggiata sul fiordo nei pressi di Oslo, e comincia a sentire in se stesso qualcosa che non andava. Descrive il dipinto. Ma che cosa descrive Munch? Descrive se stesso. Comunica uno stato d’animo, ed è diverso rispetto a quello che faceva Van Gogh. Notte stellata era un modo per sfogarsi. Qui Munch trasmette a noi le sue sensazioni, e siamo chiamati in un certo qual modo a riviverle. Non è un urlo, ma è un urlo che si spezza in gol, perché è un qualcosa che arriva da dentro, ma che non riesce ad emergere. L’angoscia maggiore arriva quando non è possibile fare ciò, e tutti si ferma in noi stessi, senza la possibilità di liberarsi. È come se fosse stato una attacco di panico: si è bloccato e, siccome gli attacchi di panico sono improvvisi, gli amici non se ne accorgono, e quindi continuano a camminare. Inizia a tremare, a sudare. Si vede la passeggiata, con questa prospettiva che la rende angosciosa, con l...


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