Prima Guerra Mondiale PDF

Title Prima Guerra Mondiale
Course Storia Contemporanea
Institution Università degli Studi della Tuscia
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Riassunto prima guerra mondiale ...


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Prima guerra mondiale Il 28 giugno 1914 l’erede al trono austriaco venne assassinato. L’attentato di Sarajevo fu la scintilla che alimentò una conflagrazione europea, motivata da cause politiche profonde , da cause culturali e dalla rigidità dei sistemi di alleanze. La guerra non fu breve, come tutte le parti coinvolte avevano creduto, ma si trasformò in una logorante guerra di trincea. Nel 1917 la Russia si arrese, mentre gli Stati uniti entrarono in guerra contro la Germania. La prima guerra mondiale terminò nel novembre 1918 con la resa degli imperi centrali e l’apertura della conferenza di Parigi (1919-1921) Perché scoppiò la guerra? Le origini del conflitto possono essere ricondotte a 3 ordini di cause: -

Cause di natura politica, che vanno ricercate nel contesto competitivo e conflittuale tra le principali potenze europee. Uno dei primi fattori di instabilità del sistema internazionale fu la persistenza del conflitto francotedesco. La Francia perseguiva con forza una politica “revanchista”, che la spinse ad accantonare la tradizionale rivalità con il Regno Unito e a riavvicinarsi alla Russa zarista, con cui venne siglata un’alleanza antitedesca che nel 1907, integrata da un accordo anglo-russo, diventò la “Triplice Intesa”. A questo accerchiamento, la Germania rispose con una politica estera e militare sempre più aggressiva. Altro elemento di destabilizzazione fu la rivalità russo-austriaca, catalizzatore delle molte tensioni nazionali che agitavano la “polveriera balcanica”. La Russia minacciava direttamente l’AustriaUngheria, sia perché indeboliva il suo ruolo come principale potenza dell’area balcanica , sia perché metteva in forse la stessa esistenza del multinazionale Impero asburgico. Nel 1879, AustriaUngheria e Germania strinsero un’alleanza difensiva antirussa nota come “Duplice Alleanza”, a cui avrebbe di lì a poco aderito anche il Regno d’Italia, formando così la “Triplice Alleanza” nel 1882 ;

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Cause di natura culturale. La più importante si ritrova nella convinzione che la lotta per la sopravvivenza e per la supremazia delle potenze fosse inevitabile. Il radicalizzarsi dei nazionalismi e un malinteso darwinismo diffuso alimentarono l’immagine di un’imminente “grande guerra”;

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Cause di natura militare, riconducibili all’autonomia concessa agli Stati maggiori e alla rigidità dei piani di mobilitazione. La convenzione che la guerra sarebbe stata breve e che fosse necessario attaccare per primi portò entrambi gli schieramenti ad avviare con la massima celerità possibile le disposizioni per la mobilitazione generale.

1. L’attentato a Sarajevo e l’inizio della Guerra 1914 28 giugno l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono di Austria-Ungheria, venne assassinato a Sarajevo da Gavrilo Princip, uno studente bosniaco. Le indagini rivelarono che l’attentato era stato progettato da una società segreta, la Crna Ruka, di cui facevano parte membri delle forze armate del governo serbo. 28 luglio, poco dopo l’invio di un duro ultimatum, l’Austria-Ungheria dichiarò guerra al Regno di Serbia.

29 luglio, l’Impero russo iniziò la mobilitazione delle forze armate, la Germania intimò alla Russia di sospendere i preparativi; 1 agosto la Germania dichiarò guerra alla Russia. Prevedendo l’entrata in guerra dei francesi, la Germania scelse di dare subito corso al Piano Schlieffen, una direttiva strategica che prevedeva un rapido attacco a sorpresa in direzione di Parigi, allo scopo di costringere la Francia alla resa, per poi rivolgersi contro i russi. 2 agosto, i tedeschi occuparono il Lussemburgo e il giorno successivo il kaiser Guglielmo dichiarò guerra alla Francia; 4 agosto, le armate tedesche invasero anche il Belgio, la cui neutralità era garantita internazionalmente dal Regno Unito, il quale entrò poco dopo in guerra; 6 agosto, l’Austria-Ungheria aprì le ostilità contro la Russia, lo stesso giorno la Serbia dichiarò guerra alla Germania; 9 agosto, la Francia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria, seguita tre giorni dopo dalla Gran Bretagna; 23 agosto, il Giappone dichiarò guerra a Germania e Austro-Ungheria 29 ottobre la Turchia prese le armi contro la Triplice Intesa: la guerra europea era diventata mondiale. 2. Dalla guerra di movimento alla guerra di trincea Il tentativo dello Stato maggiore tedesco di replicare la vittoria del 1870 non riuscì. I francesi e il corpo di spedizione britannico (Bef) furono rapidamente sconfitti nel corso della battaglia delle frontiere (14-15 agosto) ma riuscirono a ritirarsi fino al fiume Marna dove respinsero l’offensiva del generale Moltke. Nelle settimane successive il fronte si stabilizzò lungo una linea che correva dal mare del Nord alla frontiera svizzera. Con il sopraggiungere dell’autunno, gli eserciti approntarono una serie di fortificazioni campali e di ricoveri in cui vivere: le trincee, l’elemento più caratteristico del nuovo modo di condurre la guerra di posizione moderna. Nelle trincee i soldati combattevano e vivevano, esposti alle intemperie, in pessime condizioni igieniche ed esposti quotidianamente alla morte. Solo sul fronte orientale la guerra non diventò di posizione. Allo scoppio della ostilità, i russi attaccarono la Prussia orientale con una rapidità inaspettata, ma dopo un successo iniziale vennero battuti. In Galizia, gli austriaci andarono incontro a disastrose sconfitte; i russi minacciavano il cuore dell’impero e solo una disperata controffensiva riuscì ad allontanare in dicembre il pericolo. 3. Una guerra totale Tutti gli Stati maggiori avevano programmato una guerra breve. Il primo inverno di guerra sorprese gli eserciti esausti e impreparati: mancavano equipaggiamenti per il freddo, armi , munizioni e gli uffici di reclutamento stentavano a colmare i vuoti delle grandi perdite. Ci fu quindi una progressiva militarizzazione nelle società europee, per sostenere la vita e l’operatività di milioni di soldati: la mobilitazione economica mise l’industria e il commercio sotto il controllo dei governi militari. In ogni Paese di assistette ad una mobilitazione culturale: artisti, accademici, giornalisti dipinsero la guerra come una crociata contro il male e per la sopravvivenza della propria nazione.

4. L’Ingresso dell’Italia e le grandi battaglie del 1915-18 Nel 1914 l’Italia non era entrata in guerra, come previsto dalla Triplice Alleanza. Dopo lunghe trattative segrete, il Regno d’Italia si alleò con la Triplice Intesa ( patto di Londra, aprile 1915) e il 24 maggio dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. Le ragioni della scelta italiana furono varie: -

Forte pressione esercitata dalla possibilità di completare il progetto risorgimentale con l’annessione delle terre irredente (Trentino, Trieste, l’Istria e la Dalmazia costiera); Gran parte dell’opinione pubblica e del mondo parlamentare vedeva di buon occhio una guerra che dimostrasse le reali capacità militari della nazione; Desiderio di una guerra che disciplinasse il paese e rendesse più forte il sentimento nazionale.

A favore dell’intervento, erano i cosiddetti interventisti: nazionalisti, irredentisti (Cesare Battisti), scrittori, artisti. Per il mantenimento della neutralità vi erano i neutralisti: socialisti, gran parte del mondo cattolico e liberali guidati da Giolitti, all’epoca capo del Governo. Mussolini, direttore del quotidiano “L’Avanti!”, aderì al progetto interventista e venne espulso dal partito socialista, fondò quindi il “Popolo d’Italia” , uno dei più aggressivi quotidiani interventisti. 1915 L’ingresso in guerra dell’Italia fu un insuccesso: nella primavera del 1915 l’esercito russo, non rappresentava più un’imminente minaccia, e la resistenza serba era cessata del tutto; quindi lo Stato maggiore austroungarico potè trasferire truppe e materiali sul fronte italiano. L’esercito italiano inizialmente fu mal guidato. Luigi Cardona , comandante dell’esercito, non riuscì a forzare le linee difensive austriache del Carso, davanti a Trieste, malgrado una serie di offensive molto costose in termini di vite umane (battaglie dell’Isonzo). Sugli altri fronti , il 22 aprile i tedeschi, nel corso della battaglia di Ypres, usarono gas tossici a base di cloro. Fu il primo impiego delle armi chimiche della storia. In maggio inglesi e francesi contrattaccarono nell’Artois e in settembre nella regione della Champagne. Le offensive costarono decine di migliaia di morti senza conseguire risultati. Nel tentativo di sbloccare la situazione, l’Intesa progettò uno sbarco in forze nella penisola dei Dardanelli, con l’obiettivo di marciare su Costantinopoli e costringere la Turchia alla resa, ma l’operazione fu un fallimento. 1916 Il miraggio della “battaglia decisiva” fu inseguito ancora nel 1916. A Verdun, cittadella fortificata della regione Mosa,tedeschi e francesi si affrontarono nella più lunga e cruenta battaglia di tutto il conflitto, dal 21 febbraio all’11 luglio 1916. I francesi resistettero e infine respinsero l’attacco. Il 1 luglio gli alleati attaccarono a loro volta nella zone del fiume Somme: dopo 5 mesi di assalti consecutivi. Lontano dal fronte occidentale si assistette a grandi battaglie di movimento. Nel maggio il feldmaresciallo austriaco Conrad attaccò il Trentino per prendere alle spalle l’esercito italiano schierato sull’Isonzo. Dopo un successo iniziale, l’offensiva venne respinta prima di raggiungere la pianura veneta.

In giugno, i russi lanciarono una vasta operazione attraverso la Polonia austriaca (offensiva di Brusilov): fu la più grande vittoria russa di tutta la guerra ma dissanguò l’esercito dello zar. 1917 Nel corso del 1917 le condizioni morali dei combattenti e delle popolazioni andarono rapidamente peggiorando e il consenso alla guerra si incrinò progressivamente: -

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Francia: nell’aprile del 1917 il comandante francese Nivelle lanciò quella che doveva essere l’offensiva definitiva sul fronte occidentale ma alcuni reggimenti francesi si ribellarono. Il generale Petain riportò l’ordine sospendendo ogni azione offensiva e migliorando le condizioni dei combattenti. Russia: la stanchezza dei civili si manifestò in moti popolari soprattutto nelle rivolte di soldati e operai in Russia che portarono alla cosiddetta Rivoluzione di febbraio. Il 2 marzo lo zar Nicola abdicò e il potere passò ad un governo guidato dal socialdemocratico Kerenskij, deciso a continuare la guerra a fianco dell’Intesa; successivamente la situazione interna peggiorò e ciò compromise la possibilità della Russia di proseguire la Guerra. Alla fine di ottobre i bolscevichi guidati da Lenini rovesciarono il governo provvisorio e si impadronirono del potere (Rivoluzione d’ottobre) . Poco dopo vennero intavolate le trattative di pace con gli imperi centrali che portarono alla pace di BrestLitovsk (3 marzo 1918).

La resa della Russia venne parzialmente compensata dall’entrata in guerra degli USA (aprile 1917), schierandosi a fianco dell’Intesa. Il 25 ottobre del 1917 truppe austriache e tedesche insieme lanciarono una massiccia offensiva sull’Isonzo nella zona di Caporetto, dove le truppe italiane vennero travolte ( battaglia di Caporetto). La caotica ritirata che seguì comportò l’abbandono di tutto il Veneto orientale fino al Piave. Dopo alcune settimane di attacchi, gli austro-tedeschi furono sconfitti. 1918 L’ultimo anno di guerra fu caratterizzato dal tentativo austro-tedesco di ottenere una vittoria decisiva prima che l’arrivo delle truppe statunitensi facesse pendere la bilancia dell’equilibrio militare a favore dell’Intesa e prima che il blocco navale imposto dagli alleati, peggiorasse le condizioni di vita. Dal 21 marzo al 15 luglio due generali tedeschi lanciarono 5 offensive su tutto il fronte occidentale. I tedeschi arrivarono fino a pochi km da Parigi, ma furono respinti. Le prime divisioni americane entrarono in linea. L’8 agosto inglesi, americani e francesi contrattaccarono sul fronte di Amiens costringendo l’esercito tedesco alla ritirata; il 28 settembre l’estrema linea tedesca (linea di Hindenbrug) venne definitivamente travolta. Anche sugli altri fronti la guerra giunse ad un punto di svolta: il 29 settembre la Bulgaria depose le armi, seguita il 30 ottobre dalla Turchia. In giugno gli austro-ungarici tentarono di replicare il successo di Caporetto ma furono respinti sul Piave e sul Monte Grappa (battaglia del Solstizio). Il 24 ottobre l’Italia passò all’offensiva e li sconfisse; in pochi giorni gli italiani raggiunsero Trento e Trieste mentre l’armata imperiale si dissolveva.

Il 28 ottobre a Praga venne proclamata una repubblica cecoslovacca. Il 1 novembre l’Ungheria si proclamò indipendente dal governo di Vienna. Il 4 novembre l’esercito comune austro-ungarico si arrese. Il 9 novembre, mentre Berlino era scossa dai tumulti popolari, il nuovo governo guidato dal socialista Ebert richiese l’armistizio senza condizioni dell’Intesa; il kaiser abdicò e fuggì in Olanda. Alle 11 dell’11 novembre 1918 l’armistizio entrava in vigore su tutti i fronti. 5. I trattati di pace Il 18 gennaio 1919 si aprì a Parigi la conferenza della pace, durante la quale so sarebbero dovuti discutere i trattati di pace. La conferenza di parigi avrebbe dovuto rispondere anche all’esigenza di un nuovo ordine mondiale ispirato ai principi del wilsonismo. I cosiddetti “ 14 punti” del presidente Wilson prevedevano un sistema internazionale basato non più sull’equilibrio delle potenze, ma sull’autodeterminazione dei popoli in base al criterio della nazionalità , sulla tutela delle minoranze e sulla composizione dei conflitti internazionali mediante l’arbitrato di una “lega delle nazioni”. La visione di Wilson si scontrò con le necessità di stabilizzare la situazione geopolitica dell’Europa. La pace imposta a Parigi risultò un compromesso tra i principi di Wilsone il desiderio delle maggiori potenze di impedire una nuova minaccia tedesca. Il trattato di Versailles (giugno 1919) tra Germania e gli alleati stabilì condizioni molto dure: -

La Germania perse l’Alsazia-Lorena, la Prussia occidentale, Danzica, la Posnania e parte della Slesia e tutte le colonie; Lo stato tedesco venne considerato responsabile della guerra e condannato a pagare una fortissima somma in oro a titolo di riparazione delle nazioni invase o danneggiate; La Repubblica di Weimar non avrebbe potuto più avere un esercito di leva, ma solo un contingente limitato , né un’aviazione, né una flotta da guerra.

Nel settembre successivo venne firmato il trattato di St. Quentin con l’Austria. Gli alleati permisero la nascita di una piccola repubblica austriaca di lingua tedesca ma vietarono per sempre la sua unione con la Germania. L’Italia ottenne il Trentino e il distretto di Bolzano fino al Brennero, Trieste, l’Istria e la Dalmazia costiera. Non ottennero però territori coloniali né la città dalmatica di Fiume, abitata da italiani ma non compresa nell’originale patto di Londra del 1915; la questione fiumana sarebbe poi divenuta causa di forti attriti con gli alleati e il nuovo regno jugoslavo....


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