Profilo della lingua italiana. Livelli del QCER A1, A2, B1, B2. PDF

Title Profilo della lingua italiana. Livelli del QCER A1, A2, B1, B2.
Author Barbara Spinelli
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Iniziali.qxd:DOCUM 3.XP 26-01-2010 20:00 Pagina I Profilo della lingua italiana Livelli di riferimento del QCER A1, A2, B1, B2 Iniziali.qxd:DOCUM 3.XP 26-01-2010 20:00 Pagina II © 2010 R.C.S. Libri S.p.A. Milano Il presente volume, il relativo sito e il CD-Rom allegato rappresentano il risultato del...


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Profilo della lingua italiana Livelli di riferimento del QCER A1, A2, B1, B2

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© 2010 R.C.S. Libri S.p.A. Milano Il presente volume, il relativo sito e il CD-Rom allegato rappresentano il risultato del lavoro di ricerca svolto nell’ambito del progetto europeo Descrizioni dei livelli di riferimento per le lingue nazionali e regionali promosso dalla Divisione delle politiche linguistiche del Consiglio d’Europa. Coordinatore del progetto europeo: Jean-Claude Beacco Université Paris III - Sorbonne nouvelle Coordinamento del progetto italiano: Giuliana Grego Bolli Direttore del CVCL (Centro per la Valutazione e Certificazione Linguistica) Università per Stranieri di Perugia Le autrici Barbara Spinelli e Francesca Parizzi hanno lavorato congiuntamente alle varie fasi del lavoro (progettazione, elaborazione, revisione), tuttavia la ripartizione a esso relativa va intesa nel seguente modo: Barbara Spinelli ha curato la fase inziale del progetto avviato nel 2004 poi oggetto di varie fasi di rielaborazione. Si è occupata dei descrittori dell’inventario delle funzioni linguistiche e delle strutture grammaticali dei livelli B1 e B2. È resposabile della curatela del presente volume. Nel capitolo 2 del volume ha scritto i paragrafi 2.1, 2.2, 2.2.1, 2.2.2, 2.2.3, 2.3.1, 2.3.2, 2.3.6 e 2.4. Francesca Parizzi ha curato la raccolta e la sistematizzazione dei dati confluiti nei corpora di produzioni orali e scritte di candidati CELI. Per i livelli da A1 a B2 si è occupata della compilazione degli inventari dei generi, delle nozioni generali e specifiche e delle liste lessicali, queste ultime elaborate in collaborazione con Eva Sassolini dell’Istituto di Linguistica Computazionale del CNR (Centro Nazionale Ricerche di Pisa). Si è altresì occupata dei descrittori linguistici dell’inventario delle funzioni linguistiche e delle strutture grammaticali dei livelli A1 e A2. Nel capitolo 2 del presente volume ha scritto i paragrafi 2.3.3, 2.3.4 e 2.3.5. Barbara Spinelli e Francesca Parizzi si sono occupate congiuntamente della struttura e dei testi introduttivi del CD-Rom e del sito www.profilo.

Prima edizione: febbraio 2010 Realizzazione editoriale: Thesis Contents Srl, Firenze-Milano progetto grafico e copertina: C.D.& V., Marco Capaccioli, Firenze Stampa: Cartolibraria Tiberina, Città di Castello, Perugia

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Barbara Spinelli Francesca Parizzi

Profilo della lingua italiana Livelli di riferimento del QCER A1, A2, B1, B2 CONTRIBUTI DI: John Sheild Jean-Claude Beacco Giuliana Grego Bolli Lidia Costamagna Roberto Dolci Carla Marello Fernanda Minuz

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RINGRAZIAMENTI Si ringraziano tutti i docenti di lingua italiana come lingua non materna, in Italia e all’estero, che hanno contribuito alla revisione dei materiali partecipando a seminari mirati e compilando i questionari volti alla validazione degli inventari linguistici contenuti nel CD-Rom allegato al presente volume. Si ringraziano altresì i colleghi del CVCL (Centro per la Valutazione e la Certificazione Linguistica) e dell’Università per Stranieri di Perugia per aver preso visione degli inventari e per averci fornito preziosi suggerimenti. Un ringraziamento particolare va agli insegnanti dei CTP (Centri Territoriali Permanenti) di Modena e di Roma per il loro fondamentale contributo alla revisione dei descrittori linguistici del livello A1.

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Prefazione Presentazione Note per il lettore 1

I progetti del Consiglio d’Europa in ambito di educazione linguistica e il Profilo della lingua italiana. Livelli di riferimento del QCER A1, A2, B1, B2 di Giuliana Grego Bolli 1.1 Introduzione 1.2 La funzione del Consiglio d’Europa in materia di educazione linguistica. Dalle origini, al Quadro, al Profilo della lingua italiana 1.3 Il sistema di unità/credito (Unit-Credit System) e il modello “funzionale-nozionale” (anni Settanta) 1.4 Il progetto: apprendimento e insegnamento delle lingue moderne ai fini della comunicazione (Learning and Teaching Modern Languages for Communication – anni Ottanta) 1.5 Il progetto: apprendimento linguistico e cittadinanza europea (Language Learning for European Citizenship – anni Novanta)

IX XI XVII

1 1 2 4 5 6 V

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1.6 1.7 2

Il Quadro (anni Duemila) Il “kit” di strumenti a supporto del Quadro. Conclusioni

7 9

11

2.1 2.2

11

Introduzione L’approccio metodologico per la definizione dei descrittori linguistici dei livelli A1, A2, B1, B2 Gli inventari linguistici Gli aspetti principali di uno strumento in continua evoluzione

11 16 23

Dai “can do” del Quadro ai “descrittori linguistici” del Profilo della lingua italiana: tratti distintivi dei livelli A1, A2, B1, B2 di Barbara Spinelli

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3.1 3.2 3.3 3.4

25 27 28

3.6 3.7 3.8

Introduzione Dal Quadro al Profilo della lingua italiana Interrelazione tra gli indicatori di capacità e i descrittori linguistici L’inventario dei generi testuali e l’approccio orientato all’azione del Quadro Aspetti caratterizzanti dell’inventario delle nozioni specifiche nell’avanzamento da un livello A1 a un livello B2 Le funzioni linguistiche e lo sviluppo della competenza sociolinguistica e pragmatica Il raggiungimento di obiettivi parziali nello sviluppo della competenza grammaticale Conclusioni

28 30 35 38 46

Il repertorio di generi nel Profilo della lingua italiana di Francesca Parizzi

53

4.1 4.2

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4.3 4.4 4.5 VI

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di Barbara Spinelli e Francesca Parizzi

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Struttura e realizzazione del Profilo della lingua italiana. Livelli del QCER A1, A2, B1, B2

2.3 2.4

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Introduzione Il genere quale categoria di transizione dai descrittori del Quadro ai descrittori dei Referenziali Il genere come “azione sociale” Il repertorio di generi nel Profilo della lingua italiana Conclusioni

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Lessico e liste di frequenza di Francesca Parizzi 5.1 Introduzione 5.2 Il lessico per i livelli A1, A2, B1, B2 del Quadro 5.3 Le fasi di sviluppo per la creazione degli inventari lessicali dei livelli A1, A2, B1, B2 I livelli di riferimento e l’insegnamento della fonetica e della fonologia di Lidia Costamagna 6.1 Introduzione 6.2 La competenza fonologica del livello A1 6.3 La competenza fonologica del livello A2 6.4 La competenza fonologica del livello B1 6.5 La competenza fonologica del livello B2

61 61 64 66

75 75 76 79 82 84

7

I descrittori linguistici del Profilo della lingua italiana per la programmazione didattica nell’ottica della politica linguistica europea di Barbara Spinelli 87 7.1 Introduzione 87 7.2 Apprendimento linguistico e approccio olistico 89 7.3 Il compito: esempio di attività olistica 89 7.4 Il Profilo della lingua italiana e la definizione di un compito 94 7.5 La politica linguistica europea e i suoi strumenti operativi per la didattica delle lingue 95 7.6 Progettare un percorso didattico: implicazioni e processi 99 7.7 Il Profilo della lingua italiana e la progettazione didattica 101 7.8 Conclusioni 110

8

Il progetto del Profilo della lingua italiana, il Centro per la Valutazione e la Certificazione Linguistica (CVCL) e il Consiglio d’Europa. Breve storia e ragioni di una collaborazione di lunga data di Giuliana Grego Bolli 113 8.1 Introduzione 113 8.2 Il concetto di standard nella certificazione e negli obiettivi del Consiglio d’Europa 114 8.3 Origini e motivazioni di una collaborazione 116 8.4 Le ragioni della condivisione di un approccio e i presupposti per un’ulteriore collaborazione 119

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Partecipazione del CVCL ai due progetti: “Sperimentazione del Manual Relating Language Examinations to the CEFR” e “Descrizioni dei Livelli di Riferimento per le lingue nazionali e regionali” Conclusioni

I descrittori linguistici del Profilo della lingua italiana e la valutazione di Francesca Parizzi 9.1 Introduzione: il Quadro e la valutazione 9.2 Il “Manual Relating Language Examinations to the Common European Framework of Reference for Languages: Learning, Teaching, Assessment (CEFR)” 9.3 I Referenziali per le lingue nazionali e regionali come strumenti che contribuiscono alla definizione di standard nella verifica e valutazione delle competenze linguistico-comunicative 9.4 Conclusioni

10 Lo sviluppo delle competenze interculturali attraverso i Referenziali per le lingue di Barbara Spinelli 10.1 Introduzione 10.2 La comunicazione interculturale all’interno della cornice della politica linguistica europea 10.3 Approcci e metodi didattici per promuovere la competenza interculturale secondo la filosofia educativa del Consiglio d’Europa 10.4 Verso un “framework” per lo sviluppo della competenza interculturale 10.5 Le proposte dei Referenziali europei per identificare obiettivi culturali e interculturali 10.6 Conclusioni 11 Le strategie comunicative e di apprendimento nel Quadro e nei Referenziali per le lingue di Roberto Dolci 11.1 La competenza strategica 11.2 Le strategie di apprendimento 11.3 Le strategie nel Quadro 11.4 Le strategie e i Referenziali per le lingue 11.5 Conclusioni VIII

121 122

125 125 127 131 133

135 135 137 140 141 142 147

151 151 153 156 164 164 INDICE

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12 Il Referenziale per la lingua italiana e l’apprendimento del lessico di Carla Marello 12.1 Introduzione: duemila parole bastano 12.2 Apprendere le parole: facili e difficili 12.3 I Referenziali lessicali come lemmi

165 165 168 170

13 I Referenziali per le lingue e i livelli di riferimento per l’alfabetizzazione di apprendenti immigrati di Fernanda Minuz 173 13.1 Introduzione 173 13.2 Competenze alfabetiche e competenze linguistiche in L2 175 13.3 Scolarizzazione e apprendimento della lingua seconda 179 13.4 “Lavorare con il Quadro” nell’alfabetizzazione in lingua seconda 183

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Prefazione

La Divisione delle politiche linguistiche accoglie con favore e gratitudine l’iniziativa del Centro per la Valutazione e la Certificazione Linguistica dell’Università per Stranieri di Perugia di elaborare il Profilo della lingua italiana. Questa inziativa costituisce un altro fondamentale contributo al materiale integrativo di supporto del cosiddetto “tool-kit” che il Consiglio d’Europa sta sviluppando da e intorno al Quadro comune europeo per le lingue. Il successo del Quadro ha influenzato in modo significativo sia l’insegnamento linguistico sia la valutazione dei risultati, determinando, in tal modo, nuove esigenze e sollecitando nuove sfide. Come è stato sottolineato al Forum Intergovernamentale di Strasburgo (febbraio 2007), rispondere a tali sfide implica l’assunzione di responsabilità diverse non solo da parte della Divisione delle politiche linguistiche, ma anche degli Stati membri e, ancor più, all’interno dei singoli Stati, delle organizzazioni non governative o professionali. Il Forum ha sottolineato lo status del Quadro non come strumento prescrittivo, ma come strumento descrittivo che deve essere contestualizzato nella specifica situazione di uso. Durante il Forum si è, inoltre, ribadita la natura generale del documento stesso che, non essendo rivolto a una lingua specifica, richiede necessariamente un’interpretazione, un adattamento e un’integrazione in relazione al contesto della lingua e cultura di riferimento. Una certa flessibilità è di conseguenza necessaria per permettere di descrivere le varianti socioculturali e linguistiche delle diverse lingue. XI

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In tale contesto, è di grande soddisfazione constatare che il Centro per la Valutazione e la Certificazione Linguistica si è fatto carico di una simile responsabilità professionale. La realizzazione del Profilo della lingua italiana potrà agevolare l’approccio flessibile precedentemente auspicato, offrendosi ai suoi utenti come valido strumento di riferimento e come risorsa da sperimentare e a cui ricorrere ai fini della costruzione di curricula, materiali didattici ed esami che rispondano, in maniera più appropriata, alle esigenze dei vari contesti specifici in cui la lingua italiana viene insegnata e appresa. L’approccio adottato nell’elaborazione di questo Referenziale, che ha coinvolto nella ricerca diversi protagonisti quali ricercatori e insegnanti, non può che aumentare il valore di tale strumento per tutti coloro che vorranno usufruirne. Mi congratulo con il gruppo di lavoro che lo ha realizzato nella convinzione che il Profilo della lingua italiana contribuirà sostanzialmente alla qualità dell’apprendimento, dell’insegnamento e della valutazione della lingua, così come alla promozione di un’educazione plurilinguistica e interculturale, obiettivi principali del Quadro comune europeo di riferimento. Joseph Sheils Chair della Divisione delle politiche linguistiche Consiglio d’Europa (Traduzione di Barbara Spinelli)

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PREFAZIONE

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Presentazione Le Descrizioni dei Livelli di Riferimento del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: “l’impossibile necessario”?

Le Descrizioni, lingua per lingua, dei livelli di riferimento del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione (Consiglio d’Europa, 2002), sono nate quasi spontaneamente sulla sua scia. Ne è testimonianza, per la lingua tedesca, il Profile Deutsch (Langenscheidt, 2005), nato per iniziativa del Goethe Institut. Il Quadro, infatti, ha garantito le condizioni per la sua produzione. Le Descrizioni per le lingue dei Livelli di Riferimento del Quadro (d’ora in avanti DLR) rispondono a un’esigenza ben presto identificata: definire, per una determinata lingua nazionale o regionale, i livelli del Quadro che, essendo stati a loro volta, definiti in termini di competenze per la comunicazione verbale, risultavano necessariamente indipendenti da una qualsiasi lingua specifica. L’obiettivo principale di questa nuova generazione di strumenti di riferimento consiste nel tradurre, in una particolare lingua, i descrittori del Quadro (che definiscono le competenze degli utenti/apprendenti a un dato livello e per una data abilità) attraverso il materiale linguistico, a essa relativo, necessario per mettere in atto tali competenze. Si “interpretano” i descrittori del Quadro al fine di definire del materiale linguistico “corrispondente” che consenta di produrre dei testi rilevanti per quel livello. Per questa ragione, le DLR si inseriscono nella tradizione dei Livelli soglia, che sono stati a loro volta concepiti per descrivere le diverse lingue, senza essere tuttavia ancorati a un documento di riferimento condiviso. La somiglianza tra i Livelli soglia deriva dall’aver assunto come modello comune per la lingua inglese il Threshold level (Cambridge University Press, 1975) per ciò che concerne la metodologia di elaborazione e le categorie di analisi e rifacendosi, talvolta, agli stessi contenuti dei Livelli soglia per le altre lingue. XIII

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Le DLR differiscono dai Livelli soglia in quanto sono elaborate partendo direttamente dal Quadro e descrivendo almeno sei insiemi di punti di ancoraggio e di riferimento (detti livelli) che consentono la progressiva padronanza di una lingua non conosciuta. I Livelli soglia sono rimasti invece isolati, poiché segnano un passaggio tra due insiemi di forme di padronanza di una lingua – al di quà e al di là della soglia – rimasti di fatto indefiniti (tranne che per la lingua inglese). Se i Livelli soglia hanno potuto adattarsi (almeno per ciò che concerne la lingua francese) in quanto “la soglia è ampia e il livello fluttuante”(Coste et al., 1976, p. 43), ciò non può allo stesso modo valere quando si tratta di definire delle proposte di contenuti che si delimitano reciprocamente, come nel caso dei livelli del Quadro. A questo punto, una simile impresa, necessaria per gli operatori delle politiche linguistiche che si occupano di curricula (dai ministri agli insegnanti), ancorché quasi impossibile, diventa un impossibile necessario, come lo definirebbe Sartre (1983). Di fatto, quale percorso epistemologico potrebbe giustificare e soprattutto garantire le scelte adoperate per definire delle forme e il loro inquadramento in un livello rispetto a un altro? Farmacia deve essere proposta a un livello A1? Bisogna effettivamente aspettare il livello B2 per disporre di quegli strumenti verbali che permettono di reagire alla collera o al cattivo umore di qualcuno (Si calmi! )? (Beacco et al., 2004, p. 90). A quale livello si può considerare raggiunta la padronanza del futuro morfologico dei verbi? Certamente alcuni percorsi sono stati ben presto identificati, e a questi si rapporta in maniera costante il presente Profilo della lingua italiana. La Guide for the production of RLD (versione 2, 20051), invita i redattori delle DLR a riferirsi a: • gli inventari statistici di frequenza che includono l’uso orale della lingua; • la raccolta di grandi corpora (non esclusivamente letterari); • le conoscenze condivise in relazione all’acquisizione di una lingua, sia in contesto spontaneo sia formale, anche sotto forma di sequenze di acqusizione; • le produzioni di apprendenti in particolare in un contesto di valutazione (corpora basati su esami di lingue); • i percorsi e i concetti su cui si basa l’analisi del discorso (inclusa l’analisi conversazionale); • le conoscenze condivise relative agli usi orali spontanei e alle loro variazioni sociali. È chiaro che ognuno di questi percorsi è discutibile. Gli inventari di frequenza (1, 2 e 6) dipendono dalle situazioni comunicative in cui i dati vengono raccolti. Le frequenze più utili potrebbero essere quelle relative ai generi discorsivi che fanno parte dei programmi di insegnamento, di cui non si dispone. 1

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Consultabile su: www.coe.int PRESENTAZIONE

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D’altro canto, non è sempre possibile stabilire degli indicatori di frequenza di impiego come, per esempio, per gli atti linguistici. In più, le diverse lingue non possono contare su corpora consistenti come avviene nel caso del CANCODE per la lingua inglese. Le ricerche sull’acquisizione delle lingue (3) dispongono ormai di diverse informazioni relative ai percorsi di acquisizione condivisi e a quegli stadi di sviluppo che potrebbero essere relativamente indipendenti dagli apprendenti. Tuttavia, gli studiosi di questo ambito di ricerca non sostengono la teoria degli stadi di sviluppo e, in ogni caso, ...


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