Q - Riassunti molto dettagliati di Q, capitolo per capitolo (tutti i capitoli). - Q PDF

Title Q - Riassunti molto dettagliati di Q, capitolo per capitolo (tutti i capitoli). - Q
Author Mary Romano
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro
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Riassunti molto dettagliati di Q, capitolo per capitolo (tutti i capitoli)....


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Riassunti Q, Luther Blisset PROLOGO - Fuori dall’Europa, 1555 Nel 1514 Alberto di Hohenzollern diventa arcivescovo di Magdeburgo, poi su un terzo del territorio tedesco. Nelle sue terre deve promuovere la predicazione delle indulgenze di Papa Leone X. I fedeli verseranno un contributo per la costruzione della basilica di San Pietro, in cambio saranno assolti dai peccati. Solo la metà dei contributi serviranno a costruire San Pietro, con gli altri soldi verranno pagati i Fugger. L’incarico è affidato a Tetzel, un predicatore, che riscuote le indulgenze vendendo le reliquie. Queste vendite indignano un frate agostiniano, dottore all’uni di Wittemberg. Non può tollerare il mercato messo in piedi da Tetzel. Il 31 ottobre 1917 affligge alla chiesa di Wittenberg 95 tesi contro il traffico delle indulgenze. E’ Martin Lutero. Così inizia la Riforma protestante. Un punto d’origine: memorie che ricompongono l’epoca mia e del mio nemico, Q. Narrazione in prima persona. - L’occhio di Carafa, 1518 Lettera inviata a Roma da Wittenberg, a Giampiero Carafa, membro della consulta teologica del papa Leone X, maggio 1518. Parla Q. Dice cosa sta succedendo a Wittenberg da quando Lutero ha affisso le tesi. Dice che sta avendo molto successo la predicazione contro la compravendita delle indulgenze, che Lutero però si è spinto pure oltre: ha affermato che non si devono sopravvalutare le conseguenze di una scomunica ingiusta: forse la teme per sé stesso. Pare cerchi l’appoggio di Federico di Sassonia, un principe che non si capisce che pensi di Lutero. Lo chiama frate del diavolo, Lutero. Lettera sempre a Roma da Witt a Carafa da Q, di ottobre 1518: dice che l’accusa di eresia a Lutero dovrebbe spingere Federico di Sassonia a prendere posizione contro di lui; dice che a Wittenberg è giunto un professore di greco: Melantone, che illustra la necessità di uno studio rigoroso delle scritture nei testi originali e se la intende con Lutero. I due si completano: Lutero è energico, rozzo e impulsivo, Melantone è colto e raffinato. Il primo pericolo del connubio sarà la bibbia in tedesco. PRIMA PARTE- IL CONIATORE - Frankenhausen, 1525 1524-26-> guerra dei contadini. Rivolta popolare per motivi religiosi ed economici, tra contadini e nobili. Trova azioni nella riforma protestante, le cui critiche ai privilegi e alla corruzione della chiesa sfidano l’ordine politico e religioso. I lanzichenecchi sono i soldati mercenari tedeschi. Cap 1, Frankenhausen, Turingia, maggio 1525 Narrazione al presente. C’è suspanse. Stile paratattico, frasi spezzate. Stile nominale, senza verbo. Velocità narrativa. Scenario di guerra. Cannoni, polvere. Il protagonista è con Elias e il Magister, che nascondono. Entrano in un portone. Il Magister, che ha le labbra secche, la fronte che brucia. Dice che bisogna trovare Jacob e Mathias. Elia esce, viene ucciso da 3 soldati. Il Magister dice al protagonista di andarsene e salvarsi. Le sacche non devono trovarle: al prot., che scappa, gliene cade una. Entrano 2 lanzichenecchi, parlano col Magister, lui non risponde. Leggono i fogli caduti dalla sacca, capiscono che l’uomo è Thomas Muntzer: il coniatore. IL PRESENTE E’ IL 1525 A FRANKENHAUSEN. Cap 2, maggio 1525 Alba. Il protagonista è scappato. Il corpo gli brucia, incrostato di merda e fango. Gli servono cibo, soldi e vestiti. Deve cercare Hans Hut, il libraio, a Bibra. Cap 3, 18 maggio 1525 Il protagonista dopo due giorni di camino si ferma, vede un fuoco e 3 cavalli dove 3 soldati si vantano delle loro imprese di guerra. Un soldato lo becca, gli altri accorrono e li uccide tutti e 3, non avendo mai ucciso prima. Cap 4, maggio 1525

Cavalca con la divisa ‘dell’infamia’. Arriva ad un villaggio in fiamme. Cap 5, maggio 1525 In sto villaggio dei soldati (nemici) gli rivolgono la parola, gli chiedono da dove viene, lui mente. Dice di avere 25 anni, di essere prima a Frankhenhausen. Gli chiedono di Muntzer, il coniatore. Lui dice che è stato catturato, e mentre lo portavano via diceva ‘tutto è di tutti’. Cap 6 Si ferma a Coburgo. Vede miseria, sfinimento, pianti di bambini, infermi. Lì è passata la guerra, la gente ha paura di lui perché ha la divisa dei soldati nemici (quelli che difendono i nobili deduco), la gente gli chiede pietà. Lui se ne va. Cap 7, Eltersdorf, Franconia, giugno 1525 A Bibra Hut non c’era, quindi il prof va a Eltersdorf da Wolfgang Vogel, pastore seguace di Lutero, qui lavora per gaudagnarsi da vivere. Riflette sulla tristezza di doversi guadagnare il pane. Si fa chiamare Gustav, che non è il suo nome. La sera legge la bibbia, e rilegge lettere dalla sacca che si è portato. Sono lettere a Thomas Muntzer di contadini che protestano contro i nobili assaltando i castelli e seminando il panico tra i nobili, vogliono fargli accettare ‘i nostri 12 articoli’. 1519-22 Cap 8, Wittenberg, Sassonia, 1519 Il protagonista è in università, dove insegnano Lutero e Melantone. Arrivano Melantone e il rettore, Carlostadio. Dietro, Amsdorf e Gunther. I due discutono: Melantone dice che è giusto essere sottomessi all’autorità perché sono stabilite da dio e quindi opporsi sarebbe opporsi a dio. I sovrani ingiusti saranno puniti da Dio, non dagli uomini. Carlostadio sostiene invece che vanno separate autorità divina e civile (campo politico e religioso), che non è giusto obbedire ciecamente a leggi umane ingiuste. Gli studenti ascoltano, uno studente interviene: Thomas Munzter, da Stolberg. Dice che invece quando l’autorità degli uomini si oppone all’autorità divina il vero cristiano deve affrontarla. Melantone è arrabbiato, stupito. Mo c’è la lezione di Lutero, il prot ci va col suo amico Cellario. 1521 Lettere inviate a Roma da Worms a Carafa, da Q Nella prima Q dice di aver seguito Lutero, che ha inscenato un rapimento: probabilmente è stato il principe elettore di Sassonia ad averlo rapito per finta, per sottrarlo alle accuse della chiesa. Lutero è ormai l’ariete contro la santa sede, incombe una guerra religiosa. Nella seconda Q dice che non c’è ormai dubbio sulla responsabilità del principe Federico nel sequestro di Lutero, ma che non si palesano in campo aperto perché troppo poco forti per sfidare la chiesa e l’imperatore (che starebbe con la chiesa). Però i seguaci di Lutero si paleseranno presto, anche perché Carlostadio sta acquisendo troppo successo: guida una riforma che vuole abolire il celibato per gli uomini di chiesa, ha scatenato l’ira contro le immagini sacre, parla di umiltà e abolizione dei privilegi ecclesiastici. Neanche Lutero osa tanto. Molti sono suoi seguaci. Obv Federico di Sassonia protegge Lutero perché in caso di una riforma la porterebbe in una direzione x lui utile. Per Q, servirebbe qualcuno che dichiarasse guerra alla Germania costringendo Federico e tutti i principi a chiedere l’aiuto di Roma e dell’imperatore x sedare la rivolta. Cap 9, Wittenberg 1522 gennaio Il prot parla con Cellario; non si fidano + di Lutero che ha inscenato il rapimento, parlano di certi predicatori, i profeti che ora a Wittenberg fanno sermoni. Il prot gli dice che se ne deve andare a cercare Muntzer, che ha infiammato il popolo e provocato tumulti. Forse ciò che ha fatto Carlostadio non è perduto. Per sapere dov’è Muntzer chiedono a Stubner. Stubner sta i un bar, dice che dio deve liberare gli oppressi, che si deve dividere il pane con gli affamati, accogliere in casa i senzatetto, vestire chi è nudo (‘ditelo a quel servo di Melantone’). Dice che Muntzern il coniatore lo trovano in Turingia a predicare,

che ce l’ha con chi pensa che dio non possa parlare direttamente agli uomini, con chi lascia la pancia vuota al popolo. Cap 10, marzo Siamo di nuovo in uni. Cellario dice che il rettore Carlostadio è stato scacciato, esiliato. Parlano male di Lutero, che dice che bisogna obbedire ciecamente all’autorità e mai dire di no, lui che ha disubbidito al papa… il prot dice che deve partire. Saluta il Cellario. Cap 11, Turingia, aprile 1522 Un certo Elias lo porta dal coniatore, uno studentello che parla latino e chiama Muntzer Magister. Il prot dice di essere lì per la delusione nei confronti di Lutero, l’odio per vescovi e principi. ‘Mentre parlo so che non ci separeremo’. Cap 12, Eltserdorf, autunno 1525 Il narratore legge una lettera arrivata a Muntzer di qualche suo seguace. In una c’è un tizio che dice che non sarà Lutero, ormai corrotto, a portare il vangelo all’uomo comune; che ormai a riempire i cuori della chiesa non è la fede, ma l’avidità di guadagno, quindi insomma c’è bisogno di qualcuno che difenda la fede. Il narratore ricorda quando erano ad Allstedt e decisero di farla pagare au francescani usurai che strozzavano i contadini. Quindi saccheggiarono la loro chiesa e la diedero alle fiamme; c’è poi un dialogo tra l’esattore Zeiss (che ha voluto lì Muntzer a predicare) e Federico, dove Zeiss dice che sto predicatore inizia a dare problemi, che ha fondato una lega, LA LEGA DEGLI ELETTI, armata. E si parla di contadini in subbuglio in tutta la Germania; saccheggiano chiese e chiedono ordinamenti municipali nuovi. Linguaggio scurrile, realistico. Federico dice che manderà il fratello Giovanni a incontrare Muntzer. Capitolo 13, Allstedt, Turingia, 13 luglio 1524 Muntzer dirà all’incontro che ‘conforme alla legge divina, si devono uccidere i governanti empi e i preti e monaci eretici, per difendere il popolo e la fede’. Cap 14, Eltersdorf, natale 1525 La narrazione va avanti e indietro, nel senso che c’è un narratore nel presente che dice che alla fine sono stati sconfitti, che Muntzer e gli altri sono morti, guarda con nostalgia ai ricordi che ci racconta. Flashback continui. Di nuovo ci sono lettere a Muntzer: in particolare una avvisa che il discorso che ha tenuto con Giovanni non è piaciuto e Federico di Sassonia teme che M. Possa far scoppiare una rivolta, quindi verranno cacciati e mandati a Weimar (ma Weimar è una trappola, gli diranno che le sue teorie sono pericolose etc, quindi chi scrive la lettera consiglia di NON andare). Ma la lettera arriva tardi. Il Magister va a Weimar. Qui compare Ottilie -> scopriamo che poi è morta, ma che in quei giorni fu la sua lucidità a salvare tutti. E’ la moglie del magister. Cap 15, Allstedt, 6 agosto 1524 OTTILIE è forte, risoluta, ha un seno superbo, ha certi lampi negli occhi, è l’unica in grado di placare gli eccessi del Magister. Decidono di andare a Muhlhausen, la città imperiale, dove l’anno scorso la popolazione ha fatto approvare al consiglio 50 articoli; quindi il potere è nelle mani di rappresentanti scelti dagli abitanti della città. Uno dei capi della rivolta (Heinrich Pfeiffer) ha contatti con Giovanni di Sassonia, che vede di buon occhio la confusione nella città perché vuole presentarsi come garante di pace e assumerne il controllo. Cap 16, Eltersdorf, gennaio 1526 C’è il presente. Il protagonista pensa al Magister, dice che lo pensa nel buio della cella, si chiede cosa pensasse negli ultimi istanti, mentre l’esercito dei principi marciava all’assedio di Muhlhausen. Quindi noi sappiamo già la fine della storia. Ricorda anche la risata di Elias, Ottilie. Poi ritorna nel passato, dice che ricorda la frase con cui li accolse Heinrich Pfeiffer (predicatore, grazie al suo legame col duca serve a far eleggere 56 rappresentanti del popolo nel consiglio, i suoi sermoni avevano spinto al saccheggio dei beni della chiesa e alla distruzione delle immagini sacre, insomma va d’accordo col magister). Il protagonista dice che adesso Muhlhausen sembra un sogno.

Cap 17, Muhlhausen, Turingia, 20 settembre 1524 I capitoli da ora in poi iniziano con degli articoli (immagino i 50 fatti approvare dal consiglio di Muhlhausen), molto progressisti. Tipo nell’art 1 si dice che il popolo deve scegliere il suo parroco, che la servitù della gleba deve finire. Poi inizia una rivolta a Muhlhausen poiché hanno incarcerato uno non nella torre (come da articoli) ma nei sotterranei, che sono terribili. Spuntano forconi, torce, spranghe. Cap 18, Pasqua 1526 Di nuovo rivolte. ‘Noi’ cercammo di capire se ci fosse spazio per un’azione di forza per creare una rivolta. Alla fine non succede niente. Cap 19, Norimberga, Franconia, 10 ottobre 1524 Articoli che dicono che la legna per accendere il fuoco è costruire deve essere gratis etc. Norimberga, una delle città più belle e ricche d’Europa. C’è anche Hans Hut, il libraio di queste parti, che dimora a Bibra ed è diffusore di stampe, infatti stampò le prime parti del vangelo tradotto da Lutero. C’è anche Johannes Denck, un provocatore e agitatore. Siamo nella stamperia: dato che la parola del signore deve essere accessibile a tutti, soprattutto agli ultimi, pensano di stampare, oltre ai 2 scritti del Magister, dei fogli volantini dove esprimere in poche righe efficaci il loro messaggio, per farli circolare in giro. Cap 20, Eltersdorf, autunno 1526 JACOB, MATTHIAS, JOHANNES, ELIAS, GUDRUN, OTTILIE, HANSI. Nomi di morti, adesso. Il protagonista dice che non avrà nomi mai più- Non legherà la vita al cadavere di un nome, così li avrà tutti. Oggi è vivo solo per ricordarli. Ricorda poi che nel ’24 li espulsero pure da Norimberga. Nel frattempo avevano distribuito i testi del Magister ad Augusta, i volantini. Vengono espulsi perché Denck aveva inneggiato degli studenti a fare stragi contro chi si arrogava il diritto esclusivo d’interpretare la parola di dio, tra le carte degli agitatori le guardie trovano i libri del magister, quindi i 7 protagonisti vengono arrestati ed espulsi-> MAGISTER THOMAS, OTTILIE, PFEIFFER, DENCK, HUT, ELIAS E ME. Poi il magister dice che è meglio separarsi. Lui va a Basilea con Denck e Johannes, Hut va ad Angusta, il protagonista, Pfeiffer ed Elias andranno dai contadini di Muhlhausen, con Ottilie. Cap 21, Eltserdorf capodanno 1527 Il protagonista dice: eravamo seminatori che accendevano la scintilla della guerra contro gli usurpatori della gloria di dio. Vidi uomini e donne raccogliere la propria fede e farne bandiera di rivincita; eravamo liberi ed eguali nel nome di dio e avremmo spaccato le montagne. Insomma i 4 cominciano a viaggiare, evitando di fermarsi in qualche posto; si fermano solo a Grunbach dove conquistano la simpatia dei contadini e li preparano alla ‘battaglia finale’. Il parroco viene scacciato e ne viene scelto uno dai fedeli stessi. Dormono dalla vedova Frenner, che ha una figlia, Dana. Arrivano una notte i Lanzichenecchi, che saccheggiano, portano via gli uomini e stuprano, anche Dana, che dorme col protagonista chiedendo lui di proteggerla e scopano. Decidono di rientrare a Muhlhausen approfittando del casino del venerdì di mercato. Cap 22, Muhlhausen, 1 dicembre 1524 Articoli dove si dice che il signore non può aumentare gli oneri a suo piacere, che le leggi devono essere scritte. A Muhlhausen incontrano ‘quelli di Allstedt’, quelli di Salza, insomma altri compagni dei protagonisti. Inscenano una molestia ad Ottilie, che comincia a gridare. Dai 4 angoli della città arrivano I FRATELLI: rovesciano la merce, malmenano i mercanti e spargono il caos. Il tizio di cui lei accusa le false molestie è uno del consiglio -> tutti ne approfittano allora per dare la colpa ai consiglieri e mandarli via, per soppiantare il consiglio. LA CITTA’ E’ NOSTRA ORMAI, dice il protagonista. Cap 23, 15 febbraio 1525 Articoli. Arriva Magister Thomas a Muhlhausen: tutti vogliono sentire le sue parole. Lui parla con la gente, fa un sermone (vedi p. 97), dice che gli oppressori che hanno

insegnato l’obbedienza, la paura, che hanno regalato le tasse, la fame, le corves, oggi piangono di rabbia perché il popolo di Muhl si è alzato in piedi, e da oggi non si è più schiavi perché si vive Ion fratellanza e comunione, non ci sarà chi lavora la terra e chi ne gode i frutti perché tutti lavoreranno la terra e tutti ne godranno i frutti. Dice che la città non è sola, è solo la prima, ma la scintilla della rivolta sta scoppiando pure altrove. Gioia, entusiasmo. Il protagonista ci crede. Cap 24, 10 marzo 1525 Riunione per discutere coi rappresentanti del popolo delle rivendicazioni da presentare al consiglio municipale. Dicono che vogliono mettere in minoranza i rappresentanti delle corporazioni e allargare il voto anche a chi non ne fa parte, dare vita a un nuovo consiglio eletto da tutta la cittadinanza, che si deve organizzare in assemblee periodiche, e che ognuno deve versare tasse in base a ciò che ha, una parte delle tasse verrà destinata all’aiuto dei poveri. Cap 25, Eltersdorf, fine gennaio 1527 Il narratore dice di aver sognato Elias. Poi flashback a Muhlhausen: lì stanno eleggendo il nuovo consiglio, e organizzando la milizia cittadina. La rivolta dilaga ormai per tutta la Turingia e l’Assia. Altre città stanno seguendo l’esempio di Muhlhausen: Allstedt, Halle, Salza, i contadini della foresta nera. Denck gli comunica (a Muntzer) che verrà a Muhlhausen. Altre lettere come quella di Florian Geyer, nobile che aveva abbandonato il suo castello dedicandosi al brrigantaggio, assaltando castelli e conventi, confiscata beni, armi e viveri e li distribuiva ai poveri, portano buone notizie dalla Foresta Nera. Florian lo presero poi dopo averlo inseguito per tre giorni, e lo uccisero. Ma molti giurano non sia morto. -> UN CERTO ‘QOELET’ MANDA UNA LETTERA A MUNTZER. E’ UN SUO INFORMATORE, DI CUI M. SI FIDA. E’ INVECE IL Q CHE DA’ IL TITOLO AL ROMANZO, E L’ANTAGONISTA DEL PROTAGONISTA, CHE LAVORA PER LA CHIESA DI ROMA E DA’ INFORMAZIONI SBAGLIATE A MUNTZER APPOSTA. E’ L’OCCHIO DI CARAFA, PER CUI LAVORA. Nella lettera gli dice infatti di non perdere tempo e passare alla rivolta armata, poiché le truppe di Filippo d’Assia sono pronti ad espugnare varie città: Q dice però che le truppe dei principi sono lente, disorientate, a causa delle imboscate continue dei cittadini. Quindi spinge a chiamare a raccolta gli eletti, soprattutto verso nord. C’è bisogno o dello scontro aperto. Q sa benissimo che i contadini di Muntzer non sono preparati alla guerra; inoltre i principi in realtà non hanno per nulla eserciti in difficoltà. Can 26, Muhlhausen, 9 maggio 1525 Pfeiffer non è pro allo scontro aperto: dice che sarebbe sprecato sprecare le proprie conquiste in una battaglia contro i principi. Pfeiffer inoltre dice che la gente di Muhlhausen non sembra intenzionata ad andare. Muntzer invece è convintissimo, Denck dice che avranno bisogno di almeno 1000 uomini e 10 cannoni. Il protagonista è scettico, ma dice che non lascerà Muntzer: la salvezza è alzarsi a combattere, non restare a guardare. Cap 27, Muhlhausen, 10 maggio 1525 Denk va a Eisenach, in cerca di cannoni, armi e munizioni. Non tornerà in tempo per la battaglia, il protagonista lo rivedrà vivo, ad Augusta, nel 1527. Alla fine partono in 300 da Muhln, perlopiù gente che non abbandonerebbe Muntzer nemmeno se il sole si facesse nero. Eltersdorf, febbraio 1527 Riunitesi con i fratelli delle altre città insorse, sono circa 8000 soldati. Di Denck non si ha notizia. Cap 19, Frankenhausen, 15 maggio 1525, mattina Inizia la battaglia contro le schiere di Filippo e Giorgio di Sassonia. Cannoni, pugni, fango, schegge, gli altri hanno i cavalli, i nemici. La testa del Magister conficcata sul palo, chiedono. Il magister sviene. Non c’è più niente da fare. Sansone (Elias) solleva il magister, il protagonista prende le sue sacche con le lettere. Vanno in città. (1525-29)

Lettere di Q a Giampietro Carafa a Roma da Wittenberg, 28 maggio 1525 1- Dice che Muhlhausen si è arresa all’esercito dei principi e la testa del capopopolo, Heinrich Pfeiffer è caduta ieri insieme alla di Muntzer. Pare nelle ultime ore abbia detto il suo motto: omnia sunto communia. Spiega che Qolet è lui, che ha fornito info false a Muntzer e ne ha conquistato alla fiducia e lo ha spinto alla battaglia —> ‘la vostra fermezza mi ordine di cercare un antagonista a Lutero, per fomentare lo spirito di ribellione del popolo contro i principi apostati e indebolirli’. Parla del pericoloso Carlo V, delle guerre con la Francia; boh vai a leggere pagina 124 perché non hai capito un cazzo. 2- 1526 -> Parla di Jacob Dugger, un mercante che lo ha accolto, e che gli ha fornito un simbolo per farlo riconoscere ai suoi colleghi in ogni città dell’impero, così Q ha libertà di movimento. 3- 10 giugno 1527-> parla della brutalità e dell’empietà dei soldati tedeschi, irrispettosi dell’autorità e dei luoghi santi; lordare le chiese, decapitare le immagini sacre per loro è un merito di fede. L’Asburgo intanto finge di non...


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