Report e Analisi film Gloria Passoni PDF

Title Report e Analisi film Gloria Passoni
Author Gloria Passoni
Course Sassofono
Institution Conservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria
Pages 13
File Size 191.1 KB
File Type PDF
Total Downloads 8
Total Views 134

Summary

Riassunto di pedagogia e analisi film per un esame di pedagogia della musica inserita nei 24 crediti formativi...


Description

Report delle Lezioni Analisi di ‘’Les Choristes’’

Pedagogia Musicale (Con Fondamenti di Pedagogia Generale) (CODD/04) 24 CFA

Prof.ss Elisabetta Piras ! Candidata: Gloria Passoni!

1

Cos’è la Pedagogia? La pedagogia (dal greco Paidos + Ago: guida, conduzione ed accompagnamento del fanciullo) è la disciplina scientifica che si occupa della teoria e della prassi dell’educazione. I suoi 3 fondamenti sono la ricerca, la scoperta e lo sviluppo. Infatti, il pensiero pedagogico è sempre stato presente, fin dai greci e dai Romani, ma ricevette un grande slancio durante l’Illuminismo, grazie al concetto di perfettibilità dell’uomo. Infine, la pedagogia della musica, a differenza di altre discipline come la matematica, è in continuo sviluppo. ! Nel corso del ‘600-‘700, troviamo delle figure molto importanti: ! J. Jaques Rousseau Istruzione collegata all’educazione, l’insegnante deve preparare gli allievi all’ingresso nella società e nel mondo adulto.! Dalla nascita a quando inizia a parlare è necessaria un’educazione delle cose e non delle parole, la madre deve essere in grado di distinguere i suoi bisogni e assecondarli, ed ignorare i suoi capricci. # Da 3 ai 12 anni il bambino entra in relazione sensoriale con il mondo. Secondo Rousseau “tutto è bene quando esce dalle mani di Dio, tutto degenera nelle mani dell’uomo” (la definisce “educazione negativa”). Una buona educazione è quindi preservare l’originale purezza del bambino, contro gli aspetti negativi della società, isolandolo da tutti, facendolo stare a contatto solo con la natura. # Dai 13 ai 15 anni la sua ragione è formata e priva di pregiudizi, ha pochi bisogni poiché allontanato dal mondo esterno non conosce vanità, quindi così si concentra meglio sullo studio. Deve trarre insegnamento dall’esperienza.! Dai 16 ai 20 anni iniziano i tormenti legati all’istinto sessuale, quindi finalmente entra in società. Secondo Rousseau è meglio aspettare il più possibile prima di entrare in contatto con l’altro sesso. # Rousseau pensa che gli uomini dipendano dalle donne per i loro desideri, mentre le donne agli uomini per i desideri e per i loro bisogni, essendo meno indipendenti (non lavorano, stanno a casa), per lui sapersi separare dagli affetti rende gli uomini virtuosi. ! Self control: Ragionare sulle cose, darsi delle risposte ti aiuta a usare lucidità e distacco. Seguire la ragione, la virtù, non consiste nell’ obbedire a istinti che portano verso il bene, ma nel dominare tutte le passioni (senza reprimerle) e nell’agire seguendo la nostra legge morale. ! John Lock, in realtà filosofo, scrive “I pensieri sull’educazione”, in cui spiega che secondo lui la società è buona e visto che anche per lui l’obiettivo dell’educazione è inserirsi in società, non ha senso escludere i bambini fino alla tarda età.! Secondo Rousseau non si può mettere in atto un discorso critico con i bambini, cioè non ci si può ragionare. O almeno, non con i parametri di ragionamento degli adulti, poiché il bambino non è un piccolo adulto, ma apprende dall’esperienza. Volendo toccare tutto, è così che impara a sentire il freddo, il caldo, il morbido, il duro..! Il confronto delle sensazioni andrà considerato come una base per l’attività intellettiva. ! In musica si inizia con i suoni dei dialoghi più che coi dialoghi stessi, quindi è più importante l’intonazione delle frasi rispetto al senso delle parole. I sensi andranno poi esercitati attraverso una ripetizione regolata, destinata a formare l’abitudine al contesto. Analogamente all’apprendimento del linguaggio, per imparare la musica, almeno in un primo momento, non occorre conoscere la scrittura musicale. Il bambino viene insegnato prima a cantare, e poi a leggere la musica.! 2

Idea di Libertà ben regolata: totale assenza di punti di riferimento, assenza di regole. Secondo lui è inutile e sbagliato che l’adulto imponga delle regole educative, perché portano alla distorsione dello sviluppo naturale del bambino. Portano solo a cose negative, ad esempio alle bugie.

‘800 - Romanticismo! Nel Romanticismo abbiamo una visione più eroico-patriottica ed estetica. Il rinnovamento pedagogico si accentra intorno alla concezione di cultura: per i romantici essa non è tanto l'insieme delle conoscenze, ma la realizzazione delle potenzialità dello spirito umano. ! I rappresentanti di questo periodo sono principalmente Schiller, Goethe e Froebel. Schiller ! Secondo Schiller bisogna educare l'uomo al sentimento della bellezza facendo rivivere in lui un antico ideale pedagogico greco, del bello e del buono. Una pedagogia estetica basata sul "libero gioco" delle facoltà umane. Il gioco è un'attività ineliminabile nella natura umana che non ha nessun fine se non il gioco stesso, né è ispirato da un preciso scopo razionale, ma è un atto dove sensibilità e razionalità convivono nell'azione ludica rendendo l'uomo libero. In questa armonia di forma e materia si realizza la bellezza e l'essenza umana per cui «l'uomo è completamente uomo solo quando gioca». Quindi per una civiltà moderna basata sul lavoro, Schiller attribuisce al teatro l'educazione di una nuova umanità. Froebel ! Concetto del gioco come strumento di apprendimento. ! Foebel è stato il primo che ha dato grande importanza alla musica, essendo lui stesso musicista, avendoci lasciato dei canti per i bambini ed avendo ideato il kindergarten. L’allievo può dirsi formato soltanto nel momento in cui viene posto in condizione di profondo contatto con la natura (è stato influenzato da Rousseau in quest’idea). Inoltre dev’essere attivo e creativo. Secondo lui l’interiorità del bambino possiede una straordinaria serie di potenzialità inespresse che l’educazione deve far esplodere attraverso il linguaggio, il gioco e le attività espressive (influenzato dalla pedagogia estetica di Schiller). ! Froebel mira ad una teoria generale dello sviluppo infantile in cui ogni fase della vita si determina sulla base delle acquisizioni precedenti. La prima fase, del lattante, è incentrata sullo sviluppo corporeo; la seconda fase, dell’infanzia, è segnata dallo sviluppo dell’attività linguistica e di quella logico-rappresentativa; la terza fase, dell’adolescenza, è incentrata sulle acquisizioni cognitive e dunque si apre all’istruzione in senso stretto. ! Il bambino sente un impulso irrefrenabile a far emergere il proprio mondo interiore e l’energia trascendente e creativa che è dentro di lui. E lo fa attraverso il linguaggio e l’attività ludica. L’educatore deve seguire e sviluppare fin dove è possibile le potenzialità del fanciullo senza interventi esteriori, nella consapevolezza di essere soltanto uno strumento di mediazione tra allievo e natura. ! Il kindergarten, la scuola-giardino, non è solo un luogo di accoglienza per bambini i cui genitori sono impegnanti nel lavoro, ma si tratta di un autentico ambiente educativo con materiali appositamente preparati e docenti qualificati nel quale il bambino cresce liberamente secondo natura. Questo anticipa ciò che nel 900 diventerà punto fondamentale della pedagogia, cioè che i bambini devono crescere in un ambiente costruito su misura per loro. ! Attraverso l’attività svolta in questo giardino, è dunque possibile giungere ad un passaggio fondamentale nello sviluppo: dell’espressione esterna della propria interiorità (disegni, canto, fabbricazione di piccoli oggetti) alla conoscenza logica tipica dell’ interiorizzazione, cioè dell’assorbimento e della rielaborazione dei dati esterni. ! 3

Un elemento centrale della pedagogia di Froebel, famoso quanto contestato, è la teoria dei doni. Secondo lui, bisognerebbe usare un particolare materiale didattico, ossia oggetti geometrici di progressiva complessità (la sfera, poi il cubo, poi le varianti), che dovrebbero mediare tra l’esperienza sensibile e la struttura intima della natura, e che stimolerebbe la comprensione delle strutture stesse della realtà. Essi adesso sono visti come un’interessante anticipazione di molti dei giochi attuali che stimolano lo sviluppo delle attività logiche, ma il senso simbolico e filosofico intrinseco in questi oggetti rendeva la teoria dei doni priva di qualsiasi fondamento psicopedagogico.! Tra il 1870 e il 1970 si inizia ad intendere la pedagogia come una vera e propria disciplina e viene aggiunta agli atenei, non più quindi legata necessariamente alla filosofia. La Svizzera fu il primo paese all’avanguardia, perché già nel 1890 furono introdotte cattedre autonome, quindi viene considerata il centro delle scienze umane. ! Pestalozzi è stato un famoso pedagogista svizzero conosciuto soprattutto per aver introdotto il concetto di educazione familiare, intuitiva e del cuore. Il suo metodo si basa su un0ida di fondo adottata e valorizzata da moltissime scuole italiane: l’educatore ha il compito di riempire la mente del bambino con nozioni da imparare in modo passivo, ma deve aiutarlo a comprendere le sue potenzialità e accompagnarlo nel suo personale percorso di crescita intellettuale e morale. Dà peso a tutti gli aspetti dell’apprendimento.# Nell’arte e soprattutto nella musica, Pestalozzi vede una conciliazione di senso e spirito. ! Dice “la comprensione, l’amore e la capacità di esercitare un mestiere perfezionano l’uomo; l’unico scopo dell’educazione consiste in questo perfezionamento”. ! Si pensava ancora che il periodo di apprendimento si fermasse all’adolescenza. ! August Lay Promuove la scuola attiva, vuole che la personalità dell’alunno si formi mediante l’azione e il lavoro. Apprendimento quindi come azione. ! Teoria dell’arco riflesso, cioè scambio ad arco: dallo stimolo, alla reazione fisica e poi ancora riproposizione dopo lo stimolo. Si basa sulle sensazioni corporee, cosa sento quando apprendo qualcosa. 1

Dewey ! La sua pedagogia gira attorno ad una teoria dell’esperienza, intesa come scambio reciproco tra il soggetto e l’ambiente, uno scambio attivo e trasformativo. Scrive “Il credo pedagogico”. ! C’è un’implicazione sociale fortissima nei processi di apprendimento. Egli vede la scuola come una forma di vita sociale, una comunità in miniatura, che ha un’interazione continua con esperienze al di fuori delle mura scolastiche. È un ambiente speciale con compiti e funzioni ben precisi: innanzitutto ha il compito di “sezionare” le culture più complesse così da renderle più facilmente accessibili, e poi di equilibrare i diversi elementi nell’ambiente sociale e fare in modo che ogni individuo abbia la possibilità di sfuggire alle limitazioni del gruppo sociale nel quale è nato, quindi di venire in contatto vivo con un ambiente più largo. In altre parole bisogna compendiare eventuali disagi ambientali offrendo ad ogni alunno un’ampia gamma di occasioni. L’alunno non è un vaso da riempire ma un soggetto attivamente partecipe al suo processo di apprendimento e di crescita. Quindi la scuola viene disegnata come luogo della sperimentazione, dei laboratori, dell’apprendere facendo, cioè fatta di attività che siano intellettuali e pratiche. L’insegnante non è nella scuola per imporre certe idee al fanciullo, ma è lì come membro della comunità per selezionare le influenze che agiranno sul fanciullo ed eventualmente assisterlo a reagire a queste influenze. (Cambi, storia della pedagogia) ! Impressione ed espressione dell’apprendimento ! Impressione viene dall’esterno, Espressione è ciò che il soggetto produce, cioè un ragionamento, un comportamento, un’applicazione. ! 4

Parla anche di inferenza, cioè avere un’idea consapevole di un concetto elaborandola e capendola in modo scientifico. ! L’aspetto sociale, emotivo, psichico comunicano tra loro, quindi l’apprendimento non è una struttura, ma un sistema. Ci dev’essere una spinta alla scoperta, all’intuizione, che nascono da una motivazione, da una curiosità. Dall’interesse parte l’intuizione, dall’intuizione parte l’attività. Essa è già esperienza. L’esperienza fa nascere dei problemi, che portano a delle soluzioni provvisorie. Metodi attivi: il bambino è attore del proprio sviluppo. Il modello educativo interviene a partire dai suoi bisogni, perché ogni attività parte da un bisogno: ha un bisogno, usa le sue energie per soddisfarlo. L’educatore quindi a partire dalle esperienze e dalle esigenze del bambino, deve creare le situazioni adatte per fargli risvegliare la curiosità e l’interesse. L’applicazione del metodo attivo alla didattica musicale implica il concreto far musica prima ancora di fare teoria, il coinvolgimento senso-motorio, la partecipazione dei bambini stimolata da un approccio ludico, il ruolo fondamentale del canto e dei giochi ritmici, e l’impiego di semplici strumenti musicali. !

Fine 800/Primo 900 Claparède e Decroly : principali rappresentanti della pedagogia attiva. ! Il bambino percepisce gli eventi tramite gli organi di senso in modo globale multisensoriale, non specifici, perché ancora poco sviluppati. Però la multisensorialità non scompare, siamo noi che non la usiamo più per comodità. Soprattutto in musica però continuiamo ad usarla. ! Decroly preferisce un apprendimento che parte dal generale e arriva al particolare. ! Il metodo globale ideato da Decroly prevede che l’insegnamento della lettura e della scrittura avvenga partendo da frasi compiute e non da singole lettere. Al bambino vengono insegnate frasi$ che vengono scardinate per estrapolarne le sillabe ed infine le singole lettere. Mentre il metodo analitico si basa sull’insegnamento delle singole lettere, vocali e consonanti, che vengono dapprima acquisite e memorizzate,$ poi unite per formare le sillabe e, procedendo per gradi, si formano le parole e per finire frasi di senso compiuto.! Nel metodo globale il bambino parte a ritroso, ossia, memorizza una frase compiuta, ne comprende il significato, poi la scompone in sillabe, ed infine le frammenta in lettere. Si parte da un concetto complesso per giungere a concetti più semplici attraverso l’intuito.! Per Claparède la scuola così com’è (dopo l’industrializzazione era simile alla nostra) è un’istituzione rigida, quindi propone la scuola su misura. Applica una serie di variazioni rispetto alle sue competenze, visto che è uno psicologo, così suddivide le classi per fasce di apprendimento e non per età. Una costante della concezione pedagogica di Claparède è il continuo richiamo scientifico e sperimentale alla ricerca psicologica e didattica.! Egli era convinto che la positività di una azione educativa e didattica dipendesse dalla preparazione psicologica e dallo spirito scientifico degli educatori.! Secondo Claparède va combattuta e superata la didattica delle scuole tradizionali fondate essenzialmente su opinioni filosofiche ed etiche, dando agli insegnanti i metodi idonei per organizzare ed analizzare le esperienze, i fatti, i fenomeni e per attuare un insegnamento sperimentale individualizzato.! $$Ma come risolvere i problemi che si presentano all'educatore?! 5

$$Con lo studio approfondito dei fatti attraverso:! -$Metodi di indagine o di ricerca! -$Metodi di misurazione o quantificazione! -$Metodi di interpretazione

‘900 Il mondo dell’apprendimento fino a Freud non aveva mai sentito parlare di inconscio. Assistiamo alla morte della pedagogia come filosofia, e alla nascita della pedagogia come scienza, ossia scienze della formazione. Adesso queste scienze toccano degli aspetti settoriali: psicologia, antropologia e sociologia. La filosofia resta, ma è più legata alla sociologia.! Nel 900 si studia l’evoluzione dell’uomo, come prodotto finito grazie alla cultura e alla tecnica (Darwin)! Piaget ! Con lui abbiamo una prima mediazione tra mondo interno e mondo esterno. L’intelligenza produce strutture della cognizione soltanto nel corso delle esperienze concretamente effettuate. L’intelligenza superiore invece, cioè della logica formale, è l’esito di un lento processo di ricerca di equilibrio tra le strutture mentali e i dati del mondo esterno. Dunque l’intelligenza è adattamento, è intelligente chi riesce ad adattarsi alle novità, a spostare i suoi paletti. ! Piaget capisce che funzioniamo per assimilazione (la mente accoglie gli elementi dell’ambiente esterno) e accomodamento (ciò che ho assimilato adesso fa parte di me e modifica le mie strutture). ! Piaget osserva i figli e definisce delle stratificazioni delle capacità, degli stadi evolutivi dell’intelligenza. ! Fasi di sviluppo di Piaget ! #

- 0-3 anni, Fase senso motoria: pensiero egocentrico, operativo e concreto. ! - 3-7 anni, Fase intuitiva: ancora egocentrico, processo di simbolizzazione, concepisce la realtà attraverso simboli. ! - 7-11 anni, Fase operatorio-concreta: fine dell’egocentrismo, passaggio nel mondo delle regole. ! - 11-14 anni, Fase ipotetico-deduttiva: pensiero astratto, sa formulare ipotesi e ragionamenti logici, seguendo un percorso deduttivo, dal generale al particolare. ! Lui le ha teorizzate ma poi gli sono state criticate, perché le fasi nel tempo si sono un po’ sfalsate (la società cambia quindi gli stimoli cambiano). Il bambino ha in primo luogo un’intelligenza pratica, poi anche astratta e il linguaggio. Ciò che distingue le varie fasi sono ad esempio i nessi logico matematici, la reversibilità del pensiero (saper ottenere lo stesso risultato utilizzando un metodo contrario, ad esempio inizio-fine = fine-inizio. Ciò non è scontato per i bambini). L’adolescenza ha una definizione anagrafica (14-16 anni) e una definizione culturale, che presuppone il passaggio totale dall’infanzia al mondo autonomo (adattamento scolastico, autonomie, stabilizzazione del gusto personale). ! Il metodo di Piaget si basa sull’osservazione, mentre con i bambini superiori ai 3 anni applica il metodo critico e il colloquio clinico, da cui nasce la psicoanalisi, che intende spingere il bambino al dialogo. ! 6

Piaget però non parla del contesto come fattore in grado di influenzare lo sviluppo del bambino, si riferisce solo ai suoi figli e ai suoi esperimenti, non considera le relazioni con l’altro, studio che compirà poi Vygotskji. !

Vygotskij ! Elabora le idee di Piaget, ma si pone come elemento di contrasto con “il bambino è dotato quindi farà musica”. Egli riconosce il talento ed il fatto che ci siano bambini più portati di altri, ma pensa che il talento debba andare assieme alla capacità di assimilazione e accomodamento, perché se c’è uno e manca l’altro, il bambino non apprende. E viceversa, se il bambino non è particolarmente dotato ma gli viene spiegata una cosa nella giusta fase di sviluppo e nel modo giusto, lui comprenderà allo stesso modo di un bambino più dotato di lui.! Non è d’accordo all’idea delle intelligenze multiple, per lui l’intelligenza è unica: basta esercitarsi in una disciplina perché la mente ne risulti potenziata. Questo metodo consiste nel creare a scuola situazioni di apprendimento superiori al livello di partenza degli allievi, e mettere in relazione la comprensione spontanea e naturale (guidata dal l’attenzione) con quella scientifica (guidata dall’istruzione e dalle strategie scolastiche). Secondo lui questi due tipi di comprensione non sono contrastanti, come diceva Rousseau, ma si deve attuare un insegnamento consapevole coi bambini, partendo dai loro interessi in modo da sollecitarne la curiosità, che deve sgorgare spontaneamente senza costrizioni. Secondo la scuola attiva l’insegnamento nozionistico non tiene conto del fatto che i bambini apprendono solo se queste nozioni si legavano ai loro bisogni naturali (come pensavano Decroly e Rousseau). Invece Vygotskji non crede che questa sia un tipo di scuola costrittiva, perché in realtà i bambini hanno tutte le capacità di apprendimento che gli permetteranno di imparare, hanno potenzialità maggiori di quelle che credevano nel passato. ! Introduce il nuovo concetto di zona di sviluppo prossimale (al posto delle fasi di sviluppo di Piaget), cioè ciò che ha vicino il bambino, ciò che impara non tramite obiettivi degli insegnanti, ma tramite la relazione con gli altri e tramite l’ambiente circostante. La zona di sviluppo prossimale è la zona intangibile dell’apprendimento che vede nel contesto un modo per imparare ulteriormente, ovvero “lo spazio” compreso tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale. Secondo lui le fasi di sviluppo di Piaget esistono, ma si possono accelerare con le tecniche dell’insegnamento scolastico (anche a bambini che hanno meno di 10 anni, se li abitui, puoi spiegare concetti più ast...


Similar Free PDFs