Riassunti dettagliati l\'Anno 2440 di Mercier PDF

Title Riassunti dettagliati l\'Anno 2440 di Mercier
Author Laura Piazzini
Course Letteratura francese 1
Institution Università degli Studi di Firenze
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Riassunti per esame Letteratura Francese I con professoressa Innocenti...


Description

L’ANNO 2440 – RÊVE S’IL EN FÛT JAMAIS Capitolo 1: Paris entre le main d’un vieil anglois L’autore ritrae il momento in cui si sveglia da un sogno e insulta chi lo ha svegliato perché stava facendo un sogno più bello della realtà. Dice che il giorno prima aveva parlato con un inglese. L’Inghilterra viene subito elogiata soprattutto per la sua libertà d’animo. L’inglese inizia a criticare la città di Parigi dicendo che si aspettava di arrivare nella città più “schiarita” del mondo e invece è un bambino deformato. Dice che per far vivere questa capitale si sacrificavano tutte le altre città di Francia. Viene sottolineato il problema dell’inquinamento dato soprattutto dal cimitero che si trova al centro della città e si sentono gli odori. Critica i teatri francesi e dice che i monumenti stanno cadendo in rovina. Poi espande la sua critica a tutte gli agglomerati urbani in generale (anche Londra) e dice che aveva ragione Rousseau quando diceva che più si cerca di stare tutti insieme più si va incontro alla rovina. Dice che se ne vuole andare subito. Critica anche i cittadini francesi che sono miserabili e credono il contrario. Alla fine il narratore replica allo straniero dicendo che comunque Parigi è meglio rispetto agli anni precedenti. In una nota poi lo scrittore “si contraddice” dicendo che lo scrittore che si illude di rappresentare solo cose belle si sbaglia, lo scrittore coraggioso deve scrivere la verità. “Cittadini voi non assomigliate ai vostri padri siete, non sembrate parte dell’umanità”. Capitolo 2: J’ai sept cents ans Quando va a letto dopo l’incontro con l’inglese sogna. Si sveglia nel sonno molto invecchiato e porta tutti i segni dei suoi anni. Esce in una piazza e vede una colonna a forma piramidale. Sulla base c’è l’anno 2440. È incredulo e non capisce cosa stia succedendo. La città è completamente diversa da come la conosceva, ci sono strade e incroci ampi e molto belli. Tutto era in ordine, la città era animata ma non era confusionaria come al solito. Già dall’Inglese viene sottolineato il fatto che a Parigi si poteva essere investiti in ogni momento e invece ora non ci sono più le grida continue tipiche della città. Lui è ancora vestito come nel 1700 e un abitante del nuovo secolo gli dice di non prenderli in giro. Lo straniero poi attira la curiosità dei cittadini che si avvicinano ma con discrezione. Capitolo 3: Je m’habille à la fripperie Friperie = stracci, negozio di abiti usati, abiti usati. La persona che prima lo aveva fermato è un intellettuale e gli dice che lui può fargli da guida ma prima devono trovare degli stracci per lui, lo deve vestire in maniera appropriata. Il suo nuovo compagno non capisce come mai si vestono così perché sono brutti e molto scomodi. Loro sono meglio. Hanno un cappello più comodo, le sue braccia sono più libere di muoversi e attorno al collo ha una cravatta, ha dei pantaloni che vanno dalla cintura in giù e non dei pantaloni corti con dei calzini scomodi. Aveva degli scarponi e quando vanno dal commerciante anche le sedie su cui lo fanno sedere è molto comoda. Capitolo 4: Les porte-faix (i facchini) Mércier continua a descrivere la città e afferma che dopo essersi cambiato i vestiti gli uomini non lo guardano più come prima ma sono comunque incuriositi (cambio d’abito già visto in Lettere Persiane). Parla ancora una volta del traffico parigino che è regolato. E poi parla della condizione femminile dicendo che sono più dei facchini ma fanno le cose che si addicono alla loro condizione ovvero badano ai figli e sono dolci.

Capitolo 5: Les Voitures Si affronta ancora una volta il tema del traffico. Si era adottato il metodo che chi andava stava sulla destra e chi veniva sulla sinistra, così non c’erano più scontri. Per lui era una cosa totalmente nuova perché a Parigi nel 1700 c’erano un sacco di incidenti e le persone ricche dentro la carrozza non se ne preoccupavano nemmeno e anzi avevano fretta. Solo alcune persone potevano avere una carrozza tutti gli altri camminavano, anche lo stesso Re. In questo capitolo viene anche detto che il nuovo Re è un “Secondo Enrico IV”. Enrico IV è considerato uno dei più grandi Re di Francia soprattutto per il suo Editto di Nantes. Capitolo 6: Les Chapeaux Brodés L’abitante della Nuova Parigi spiega all’autore che loro non solo puniscono i criminali, ma premiano i virtuosi. Non ci sono persone vestite in maniera sfarzosa e lussuosa perché la nobiltà non si giudica più da queste cose, la cosa più “nobile” che si possa indossare adesso sono dei cappelli che il Re dona alle persone più meritevoli che hanno sopra ricamato il loro nome. Queste persone sono quelle più nobili fra tutti e sono riconosciute da tutti. Per quanto riguarda i nobili invece ogni volta un tribunale fa una specie di test al figlio per vedere se è tanto nobile quanto il padre, perché la nobiltà NON è una cosa che può essere ereditata. Se non lo è gli viene tolto il titolo. Capitolo 7: Le Pont Débaptisé Qui il narratore vede come è cambiata Parigi e quando vede il Pont Neuf gli viene detto che adesso si chiama Pont Henri IV perché unisce due parti della città. Anche qui il riferimento è esplicito al grande Re francese che con il suo famoso editto dette modo di unire nella stessa patria cattolici e protestanti. Il narratore conclude dicendo che il suo era il secolo dei progetti irrealizzati, mentre questo nuovo in cui si trovava era il secolo dell’esecuzione. Capitolo 8: Le Nouveau Paris In questo capitolo ci viene descritta la città che è completamente differente. Innanzitutto ci viene detto che le maisons vilaines che stavano vicino ai ponti sono crollate per colpa di una cerimonia fatta con i fuochi d’artificio. L’anno dopo si decise di spendere i soldi degli spettacoli pirotecnici per ricostruire la città. La piazza dove si celebravano le feste era molto più spaziosa. Molte volte nel 1700 Mércier dichiara di aver visto dei soldati ferire i civili anche involontariamente e uscirne impuniti. La Bastiglia, che veniva anche chiamata Palazzo della vendetta venne buttata giù e sulle sue rovine è stato costruito un Templio alla Clemenza ovvero un tribunale in cui tutti avevano diritto ad un giusto processo. Non esistevano più le lettres de cachet tanto in voga nel 1700. I due protagonisti visitano poi i giardini Les Thuilleries. All’epoca di Mércier i ceti sociali bassi non potevano accedere. La guida del narratore spiega che questi giardini sono belli ancora oggi e che qualcuno aveva voluto chiuderli al pubblico solo per invidia verso l’architetto. Il narratore nota anche delle bellissime fontane dalle quali esce acqua pulita che tramite un meccanismo nuovo arriva fino alle strade e le pulisce. Tutto è molto più pulito, anche i tetti delle case, che prima erano inquinati dal carbone dei comignoli adesso erano bellissimi e pieni di fiori. Poi si passa a parlare degli ospedali che nel 1700 erano un enorme problema. Chi arrivava in ospedale nel Settecento sapeva che di lì a poco sarebbe morto, non aveva più speranza. In più erano luoghi sporchissimi perché si trovavano vicino al fiume che in quel periodo era una discarica a cielo aperto. Adesso invece ogni malato aveva il suo letto e c’erano medici che sapevano fare il loro mestiere ed erano in grado di guarire realmente i malati. In una nota molto lunga il narratore dice che lui ha visto con i suoi stessi occhi l’inferno dell’ospedale del 1700. Mércier fa quindi una vera e propria denuncia delle condizioni di vita in

posti come questi. La sua guida rimprovera i suoi antenati per non aver saputo combattere il dolore e la miseria e per averli solo aumentati. Nel frattempo il popolo di Francia è raddoppiato. Infine il narratore chiede se le polveriere sono ancora situate in mezzo alla città e la sua guida lo rassicura dicendo di no. Anche le polveriere nel ‘700 erano un bel problema perché causavano moltissimi incidenti. Capitolo 9: Les Placets In questo capitolo si parla di come viene gestita la giustizia e di come lavora la polizia. Lo spionaggio è abolito perché tutti quei segreti distorcevano la realtà. Capitolo 10: L’homme au masque Ad un certo punto vedono un uomo che indossa una maschera e la guida gli spiega che si tratta di uno scrittore che ha scritto un libro brutto, nel senso che va contro i principi del buon senso e della morale. Degli intellettuali lo incontrano per aiutarlo a cambiare opinione per scrivere qualcosa che lo possa riabilitare agli occhi del pubblico. Chi giudica infatti non è una singola persona o una cerchia ristretta, è il pubblico l’unico e solo giudice in questo caso. Nel 2440 si è arrivati a capire che la libertà di stampa equivale alla libertà civile e Mércier in una sua nota dirà che questa è una “legge geometrica”. Mettere un freno al libero pensiero è un crimine contro l’umanità. Il narratore allora spiega invece come funzionava al suo tempo dicendo che tutto doveva essere controllato, parlando della censura. Gli uomini del 2440 si mettono a ridere dicendo che adesso tutti possono essere autori senza aver paura della censura e, se si scrivevano stupidaggini, esse non sarebbero state prese in considerazione. Capitolo 11: Les Nouveaux Testamens Il narratore si stupisce del fatto che tutti possono scrivere, allora la sua guida gli spiega che tutti scrivono ma senza la pretesa di essere scrittori o autori di successo. Nel corso della vita ci si segna le varie impressioni che si hanno sul mondo e sulla situazione in cui siamo, poi poco prima di morire se ne fa un libro. Dice che le statue e ritratti offrono solo una visione esterna dell’uomo e non una visione della sua anima che invece è la cosa che conta realmente. Nel 1700 ci sono stati uomini virtuosi ma barbari, nonostante questo gli uomini del 2440 ricordano tutti i più grandi philosophe: Voltaire, Rousseau (ricordato per l’Emilio e non per altro), Montesquieu. Ai bambini nelle scuole fanno studiare L’Enciclopedia. Capitolo 12: Le College de Quatre Nations In questo capitolo viene affrontato il tema dell’istruzione, come essa è cambiata durante i secoli:  Non si insegnano più le lingue morte (latino e greco) ma lingue che sono ancora vive e possono essere realmente utili quindi italiano, spagnolo, tedesco e inglese. Vengono chiamati degli stranieri per insegnare meglio la lingua agli studenti. Grazie a questo gli “uomini del futuro” hanno scoperto che la ragione è una lingua universale che tutti comprendono.  L’istituzione dell’università che nell’antichità si occupava di tenere in vita la lingua latina e quella greca (?) viene modernizzata e nel 2440 si occupa di studiare la lingua francese insieme all’Accademia Francese.  I bambini studiano non solo lettere, ma anche algebra, un’arte semplice ma molto utile che dai popolani nel 1700 veniva considerata una stregoneria perché usava forme geometriche e numeri invece delle parole.  La storia si insegna poco perché non è altro che una serie di eventi drammatici che fanno vergognare l’umanità. La storia non dà buoni esempi, anzi nella maggior parte dei casi è sinonimo di dispotismo.

Studiano la fisica e NON la metafisica. La prima è l’unica chiave per capire la natura. I bambini sono educati sui principi di ordine ed equità. Ricevono le idee giuste della grandeza e della giustizia.  Nell’età più adulta iniziano a leggere anche poemi che raccontano le grandi gesta dell’umanità, raccontano di eroi caratterizzati dal coraggio e dalla virtù. Capitolo 13: Où est la Sorbonne? Nel 1700 alla Sorbona si facevano grandi discussioni in latino che nel 2440 non esistono più e il, narratore ammette che anche lui in realtà non le aveva mai capite fino in fondo. Adesso nel palazzo della Sorbona si studiavano i cadaveri, per scoprire da dove avevano origine le malattie e nel caso come curarle. La Medicina e la Chirurgia, che prima erano due cose completamente separate, adesso collaborano. I medici prendono più seriamente il loro mestiere e non si affidano più al caso. Adesso la medicina è l’arte riconosciuta come la più importante. I medici non sono più dei ciarlatani e tutti i cittadini hanno il diritto di essere curati da loro. Anzi, se ci sono dei morti, il medico che li ha presi in cura dovrà giustificare il decesso. I medici del 2440 non devono sapere tutte le scienze, come invece era nel 1700; loro si limitano a conoscere le malattie, i sintomi e le varie cure che nella maggior parte dei casi derivano dalla Natura stessa. Capitolo 14: L’hôtel de l’Inoculation L’inoculazione è l’introduzione nell’organismo di sostanze per scopi terapeutici. Grazie alla loro costanza gli uomini del 2440 sono riusciti a sconfiggere alcune malattie e sono in costante ricerca di nuovi metodi per rendere l’uomo sempre più forte. Queste cure “sperimentali” erano già presenti nel 1700 in Inghilterra, Cina e Turchia. Capitolo 15: Théologie et Jurisprudence Il narratore chiede dove siano finiti i libri di teologia tanto importanti al suo tempo. La guida gli risponde che loro hanno deciso di non scrivere più su Dio perché è qualcosa che va oltre la nostra intelligenza e anzi essi sono vere e proprie armi, la guida definisce sia i testi di teologia che quelli di giurisprudenza come veleno sottile che colpisce testa e cuore. La guida poi spiega che loro hanno una giurisprudenza ma che essa è diversa rispetto a quella che c’era nel 1700. In quel secolo si avevano ancora delle leggi che erano state scritte dai romani e che quindi non erano più adatte alla Francia. Ora è rimasto l’ordine degli avvocati che descrive i vari casi in maniera obiettiva e senza finzione. I casi non possono durare più di un anno, vengono analizzati e risolti subito. La giustizia parla con la voce della natura, appoggiata sulla Ragione e l’Umanità. In più, la pena è proporzionale al delitto commesso, è stata abolita ogni tipo di tortura e raramente i condannati vengono uccisi. Se si ha il minimo dubbio sulla loro colpevolezza vengono scarcerati. Vengono arrestati pubblicamente per far vedere a tutti che la giustizia funziona. Le lettere de cachet sono state abolite. Capitolo 16: Exécution d’un criminel Un giorno il narratore assiste all’esecuzione di un condannato. Tutti i cittadini sono molto addolorati perché una vita viene presa dalla giustizia che è costretta a farlo. L’uomo aveva ucciso un altro del quale era geloso. Dal racconto della vicenda ci viene detto che le donne sono libere di scegliere chi sposare. Ogni cittadino poi conosce le leggi più importanti del paese e Mércier fa una nota a proposito di questo dove dice che in Francia nel 1700 invece solo pochissimi conoscono realmente le leggi. I cittadini fanno un patto per collaborare con la giustizia, altrimenti sono anche loro colpevoli. I condannati muoiono nella maniera più dignitosa possibile e non vengono nemmeno incatenati prima della condanna, perché tanto anche se scappano in altri stati non sarebbero accolti. Qui Mércier fa un’altra nota in cui dice che ci dovrebbe essere un accordo fra  

tutti gli Stati per cui i criminali non dovrebbero essere accolti, perché molte volte scappando dallo Stato in cui hanno commesso il crimine riescono a cavarsela. Viene descritto tutto il popolo che assiste all’esecuzione in pena insieme al Senato e all’ordine degli avvocati. Quando arriva il condannato capiamo che è molto pentito. Il senatore alla fine della lettura della condanna gli chiede anche se è sicuro di morire e lui accetta con dignità. Una volta morto ha spiato tutti i suoi peccati e quindi viene tolto dal disonore. La famiglia viene compatita e il morto rimpianto. La morte di un condannato è un dolore per tutti i cittadini e addirittura il Re offre un posto di lavoro importante a suo fratello. Questo perché le nuove leggi sono sagge e umane e mirano a riformare il criminale non a condannarlo per sempre. Una cittadina afferma che le leggi precedenti del 1700 erano tutte fatte in favore dei ricchi, sulla testa dei poveri. Capitolo 17: Pas si éloigné qu’on le pense Questo capitolo si parla più approfonditamente del clero che dopo tutti questi secoli non sono più casti. Soffrivano troppo perché volevano essere felici con i suoi familiari. In più il papa viene chiamato vescovo di Roma, un cambiamento dal linguaggio gotico come viene definito dalla guida. Viene anche affermato che non vengono più inviati dei soldi e dell’oro alla chiesa per avere le indulgenze che non facevano altro che peggiorare l’avarizia della Chiesa. Si è arrivati alla conclusione che le vere bellezze sono quelle della Natura e non quelle dell’uomo. Il tempo ha cambiato l’opinione. Adesso il Papa ha anche meno potere di sempre e adesso l’Italia gode di un periodo di prosperità appunto perché ha limitato il potere del Papa. Capitolo 18: Les Ministres de Paix La rivoluzione descritta nel capitolo precedente è avvenuta grazie alla filosofia, ma c’è bisogno di una religione. La guida dice che loro adorano l’Essere Supremo ma il culto per Dio non causa alcun problema, nessun dibattito. Hanno pochi ministri che sono saggi, illuminati, tolleranti e buoni. Il ruolo di ministro non viene dato ad un uomo fino all’età di 40 anni perché è in quel momento che le passioni dell’essere si affievoliscono. Si tratta della più alta carica di virtù umana. Il narratore chiede se loro hanno dei santi e la guida gli risponde che sì li hanno ma sono diversi da quelli che lui intende “santi”. Si tratta di tutte quelle persone che dedicano tutto ciò che hanno e tutto il loro tempo agli altri, senza mai pensare a sé stessi. Loro hanno il più alto grado di perfezione concesso all’umanità e svolgono lavori che nessuno vorrebbe fare perché vogliono solo essere umili. La differenza con i salti normali è che loro non hanno la presunzione di essere eroi, non si rendono conto del servizio che stanno servendo alle persone. La guida poi critica la situazione del 1700 dove tantissime persone erano diventate parte del clero e vivevano in un celibato scandaloso. Le cerimonie che venivano fatte avevano lo scopo di distrarre e non per elevare le anime verso il cielo.

Capitolo 19: Le Temple I due protagonisti entrano in un tempio del 2440. Esso ha una forma rotonda e una cupola magnifica. Dentro la struttura c’era scritta un’incisione che diceva che per lodare Dio bisognava stare in silenzio. Tutti entravano in maniera tranquilla. L’altare era al centro, era spoglio e il prete stava spandendo dell’incenso. Non c’erano statue, non c’erano quadri, nessun tipo di rappresentazione. In una nota Mércier dice che da questo punto di vista i protestanti avevano ragione, le arti distraevano i credenti. Il nome di Dio era presente in tutto il tempio in varie lingue, quindi era comunque presente nel tempio. Se alzavamo lo sguardo possiamo vedere il cielo, la cupola infatti non era in pietra, ma in vetro e quindi se era una giornata bella si esprimeva la meraviglia di Dio, se invece era coperto si poteva

capire che questa era una terra triste ma solo di passaggio. I credenti cantavano in maniera armoniosa. Alcuni stavano in silenzio in un raccoglimento universale e pacifico. Si parla anche di mendicanti che fanno l’elemosina ma nessuno si vanta della propria generosità. I predicatori parlavano a messa solo per fare adorare Dio con dolcezza e pazienza e senza secondi fini personali. Il narratore dichiara di non annoiarsi mai durante la funzione perché queste funzioni parlavano al cuore delle persone e non cercavano di convincerli con discorsi retorici. Nel 2440 le persone pregavano solo una volta al giorno per un’ora, non avevano dei giorni di festa religiosa perché non si doveva oziare perché il non far nulla è un danno alla patria. Ognuno poi riflette sulla preghiera a modo suo. Il narratore gli dice che la loro religione assomiglia molto a quelle antiche e la guida gli risponde che la più semplice come per le leggi, è la migliore. Bisogna adorare Dio, rispettare il prossimo ed ascoltare la coscienza, tutto il resto è falsità. I preti nel 2440 sono allo stesso livello dei cittadini, sono anche loro nelle tenebre e come i cittadini seguono il piccolo bagliore di Dio. Non sono dispotici e non ostentano la loro posizione che comunque non viene vista come superiore. Per quanto riguarda l’immortalità dell’anima la guida dice che loro sanno che c’è qualcosa in loro che vive e che pensa. Loro credono che tutte le anime sono uguali nell’essenza ma si differenziano per le loro azioni virtuose. Loro pensano anche che tutti gli astri e tutti i pianeti siano abitati (?). ...


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