Riassunto capitolo 5 - pratica PDF

Title Riassunto capitolo 5 - pratica
Course Economia Aziendale
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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Economia aziendale 2 - riassunto quinto capitolo del corso - pratica di bilancio...


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Economia aziendale scritto: Lezione 5 MANUTENZIONE STRAORDINARIA L’azienda aveva due camion, di cui uno era quello distrutto e dismesso. Adesso mi occupo dell’altro automezzo. La società deve provvedere al riacquisto, peraltro non era coperta da assicurazione casco, per cui si rivolge alla Trucks & Trolleys per il riacquisto di un autoveicolo al prezzo di 60.000 €. Pagamento a 60 giorni. In questa parte mi viene detto che il camion distrutto e dismesso viene sostituito, quindi l’azienda procede ad un nuovo acquisto.

L’acquisto del nuovo automezzo è una variazione economica negativa per 60.000, (costo storico dell’automezzo). Calcolo l’IVA sull’acquisto, che quindi sarà un’IVA a credito ed è pari al 22% di 60.000 (13.200). Essa è una variazione finanziaria positiva. La somma fra questi due ci dà il totale della fattura di acquisto, quindi il debito verso il fornitore del nuovo automezzo (73200). L’acquisto è stato fatto in fretta perché anche l’altro camion ha presentato dei problemi ed è stato necessario portarlo in officina per la sostituzione del motore. Costo 6.000 + IVA. Il pagamento di quest’ultimo importo viene concordato a 60 giorni fine mese. Andiamo a distinguere due diverse forme di manutenzione che possono essere fatte alle immobilizzazioni: ฀ Manutenzione ordinaria → è ordinaria se l’intervento serve per preservare il valore del fabbricato. (Se cambi le lampadine, se vernici il pavimento). È considerata un qualsiasi costo per servizi, un qualsiasi costo di esercizio, e come tale va rilevato in conto economico fra i costi. ฀ Manutenzione straordinaria → Se rifaccio il tetto o l’impianto elettrico vado ad incidere in maniera significativa e incremento il valore dell’immobilizzazione. In caso di miglioria il costo per essa deve essere portato direttamente ad incrementare il valore del bene a cui è rivolto l’intervento, quindi il valore della manutenzione va sommato al valore di iscrizione in contabilità dell’immobilizzazione. In questo caso il costo del motore è pari a 6000 euro + IVA. Questi 6000 vanno ad incrementare il valore dell’automezzo, vanno portati in aggiunta perché è un intervento di manutenzione straordinaria. Come faccio?

Nel mastrino del conto automezzi come variazione economica negativa vado ad incrementarlo di 6.000. Nella fattura dell’officina ci sarà l’IVA, essendo un’IVA su acquisti nella nostra azienda è 1320. Il totale del debito verso il fornitore sarà 7320. Il vecchio motore deve essere eliminato dai conti dell’azienda. Il secondo camion era stato acquistato 4 anni prima per 30.000 + IVA ed è già stato ammortizzato per 4/5. Pertanto il suo fondo di ammortamento ammonta a 24.000 (30.000 x 4/5). Quindi quando si rompe il motore noi abbiamo che il secondo camion è iscritto in bilancio per 30000 euro e il suo fondo ammortamento è 24000 euro. Stimando che il valore del motore originario fosse pari al 18% del costo complessivo (quindi 5400=30000 x 0,18) anche il fondo ammortamento si riferisce per il 18% al vecchio motore (e quindi 4320=24000 x 0,18). Al momento della rottura del motore abbiamo che il secondo camion è iscritto in bilancio ad un valore pari a 30000 ed è già stato ammortizzato per 24000. Devo togliere il valore del vecchio motore. Scrivo con l’operazione 1 la dismissione del vecchio motore, che corrisponde al 18% per il valore originario (5400 euro). Storno anche il fondo ammortamento per il valore del vecchio motore 18% di 24000 (4320 euro). La differenza la scrivo nel conto minusvalenze, perché il bene viene dismesso senza poter essere alienato, non c’è un prezzo di cessione. Quindi prezzo di cessione (0) – valore contabile (5400 – 4320). Accendo il mastrino minusvalenza e lo movimento tra i componenti negativi di reddito (1080). Con l’operazione 2 incremento il valore dell’automezzo con riferimento al nuovo motore. In dare scriverò 6000 ad incremento del valore degli automezzi per l’acquisto del nuovo motore. Inoltre avrò IVA sugli acquisti, quindi IVA a nostro credito e il totale del debito verso il fornitore. Il mastrino automezzi viene ridotto per il vecchio motore dismesso e incrementato per l’acquisto del nuovo motore, perché è un intervento di straordinaria manutenzione.

ACQUISTO DI IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI DALL’ESTERO L’architetto Creativi si è accorto che il negozio di Montecatini non offre sufficienti spazi per gli acquisti. L’acquisto viene effettuato presso la Panzer AG, famosa per la solidità dei mobili. I mobili e le attrezzature, importati dalla Russia, sono costato 14.000 euro, pagamento contestuale a mezzo bonifico bancario. Ho l’acquisto di un’immobilizzazione materiale, poiché mobili e arredamento sono immobilizzazioni materiali. Ho l’acquisto dalla Russia.

L’IVA va sempre calcolata e applicata nelle importazioni, indipendentemente dai presupposti. Qui ho un’IVA su importazioni che non deve essere versata direttamente al fornitore, ma la andremo a versare alla dogana. Quindi in un’operazione a sé stante. Andremo a fare una rilevazione contabile apposta per il versamento dell’imposta sul valore aggiunto. Trattandosi di fornitore estero, l’IVA non viene inserita nella fattura (e quindi pagata al fornitore), ma deve essere versata agli uffici doganali: ฀ Dall’acquirente in caso di trasporto effettuato direttamente. ฀ Dal vettore spedizioniere, che si rivarrà sull’acquirente al momento della emissione della sua fattura per il trasporto. Il pagamento dell’IVA all’amministrazione doganale è pari a 3080 (14000 x 0,22) e viene indicata secondo la bolletta doganale, quindi secondo un documento separato rispetto all’acquisto dell’arredo. Nel mastrino IVA a nostro credito in dare andiamo ad indicare la variazione finanziaria positiva dell’IVA sull’acquisto (3080), contestualmente questa IVA viene pagata alla dogana. Quindi abbiamo l’uscita di mezzi finanziari. Liquidazione e pagamento per l’acquisto dell’arredo dal fornitore Russo. Avrò il conto attrezzature commerciali, che è una variazione economica negativa che va in stato patrimoniale, come costo di un’immobilizzazione (14000). Questa variazione va direttamente in contropartita al debito verso fornitori esteri. Al momento del pagamento chiudo il debito verso i fornitori e ho l’uscita di banca. Nelle importazioni l’IVA va pagata alla dogana. Quindi ho il pagamento dell’IVA a credito separatamente rispetto alla liquidazione e al pagamento della fattura al fornitore.

LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI non si ammortizzano LE SPESE D’IMPIANTO E AMPLIAMENTO Oneri pluriennali, tra cui troviamo i costi di impianto, i costi di ampliamento, costi di sviluppo, l’avviamento. Fanno riferimento ad una serie di condizioni immateriali e per questo anche gli oneri pluriennali nel nostro codice civile vengono classificati insieme alle immobilizzazioni immateriali. Lo studio associato notarile Stipulo e Postilla ci rimette fattura per l’atto di assemblea straordinaria per l’aumento di capitale sociale pari a 2.000 + IVA. Ho un aumento di capitale sociale. Facciamo rientrare tra le operazioni straordinarie dell’azienda, che quindi vanno ad ampliare la compagine societaria. I costi di ampliamento vanno considerati costi immobilizzati che vanno riportati in stato patrimoniale, attivo. Ho l’onorario, quindi il costo per il servizio del notaio, che viene chiamato compenso o onorario ed è pari a 2000. Abbiamo la cassa di assistenza e previdenza del professionista, il 2% o il 4% dell’onorario, è pari a 40 euro. Calcolo la base imponibile 2000+40 (2040) e calcolo l’IVA (448 euro). La somma di base imponibile più IVA mi da il totale della parcella (2489). Dal totale della parcella, quindi il totale dovuto al professionista, vado a detrarre la ritenuta a titolo di acconto. Cos’è la ritenuta e come viene calcolata? Essa va calcolata sull’onorario (2000). Essa è pari a 400. La ritenuta è un’anticipazione delle imposte del professionista. L’erario chiede al cliente del professionista di versare direttamente all’erario un’anticipazione, una quota anticipata, delle imposte del professionista. Le tasse le pago per servizi dati da enti pubblici, mentre l’imposta è calcolata generalmente in base ad un’aliquota, quindi è variabile e non è fissa. Il costo di ampliamento è 2040 (base imponibile, ossia onorario + cap), va rilevata come variazione economica negativa in stato patrimoniale. Non va in conto economico. Va rilevato in stato patrimoniale perché rientrano tra le immobilizzazioni immateriali, essendo costi che avranno utilità per l’azienda per più esercizi. L’aumento di capitale che viene fatto permarrà nel tempo. Registro l’IVA a credito , perché è sugli acquisti. Il debito verso il fornitore è pari al totale meno quanto dovuto all’erario. Registro i 400 da versare in erario c/ritenute da versare, è un debito e quindi una variazione finanziaria negativa.

LE IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE ACQUISTO DI PARTECIPAZIONI Un concorrente della Rasonatti ha deciso di cedere la società della quale detiene il 90,5% delle quote sociali. Acquistiamo la Lane Bozzo srl per 100.000 euro, il valore del capitale netto ammonta a 30.000 euro. Se andiamo ad acquistare una quota del capitale sociale di un’altra società, andiamo ad acquistare una partecipazione nel suo capitale. La partecipazione è una quota (da 0 a 100%) del capitale sociale di un’altra società.

Acquisto il 90% in questo caso e pago questa quota 100.000. Il costo della partecipazione, intesa quale immobilizzazione finanziaria, è 100.000 euro. Iscrivo tra le immobilizzazioni in stato patrimoniale come variazione economico negativa 100.000 euro, ossia il suo costo. Questi soldi vengono pagati in banca, quindi abbiamo l’uscita di banca.

Le immobilizzazioni finanziarie, a differenza delle altre immobilizzazioni, non sono assoggettate ad ammortamento. Le immobilizzazioni finanziarie non vengono ammortizzate. Le partecipazioni, o più in generale le immobilizzazioni finanziarie, sono una quota nel capitale di un’altra entità. Se la Rasonatti detiene una quota nel capitale di questa nuova società avrà diritto ad una quota del risultato di periodo generato dalla srl. La Rasonatti acquista il 90% del capitale sociale della Lane Bozzo, l’esercizio successivo dell’acquisto della partecipazione la Lane Bozzo realizza un utile pari a 100. Questo utile spetterà al 90% alla Rasonatti, quindi l’acquisto della partecipazione dà diritto ad un dividendo, cioè ad una quota della società partecipata. La partecipante acquista la partecipazione, la partecipata realizza un risultato di periodo, questo risultato spetta in parte alla partecipante, sulla base della quota acquistata. Chiamo dividendo la quota di utile spettante alla partecipante. L’avviamento è una differenza tra il prezzo pagato per l’acquisto di un’azienda o di un suo ramo e il valore effettivo che vado ad acquistare (capitale). Anche in questo caso ho una quota di avviamento, perché la Lane Bozzo viene venduta per il 90% alla Rasonatti.

Il costo pagato per l’acquisto della partecipazione è 100.000, il capitale netto (il valore dell’azienda ceduta) è pari a 30.000 euro. La Rasonatti non acquista il 100% del capitale della Lane Bozzo, ma acquista solo il 90%. Quindi 100000 – 0,90 x 30.000 = 73.000 valore dell’avviamento. L’avviamento è una serie di condizioni immateriali che provoca questa differenza tra prezzo pagato e capitale acquisito. I 27.000 euro sono i soldi che entrano di capitale della partecipata che vengono acquisiti. La differenza va collocata come avviamento, che è un’immobilizzazione immateriale. Alla fine del periodo in cui l’avviamento è stato acquistato andrà ammortizzato. LA RISCOSSIONE DI DIVIDENDI DA PARTECIPAZIONI Una nostra partecipata delibera l’assegnazione dei dividendi ai soci, la quota di nostra spettanza ammonta a 4000 euro. Alla data della deliberazione, quindi quando vengono pagati i dividendi, abbiamo dividendi da partecipazioni che verranno iscritti nei conti della Rasonatti come proventi, quindi in conto economico tra i componenti positivi di reddito. In contropartita abbiamo il credito per dividendi, finché la società partecipata non paga alla Rasonatti i dividendi. Nel momento in cui la Rasonatti riesce ad incassare i dividendi, chiudiamo il credito e abbiamo l’entrata di banca. Il conto dividendi da partecipazione viene movimentato in conto economico, come variazione economica positiva. Sono dei proventi.

UTILE D’ESERCIZIO: DESTINAZIONE : -

distribuzione ai soci (dividendi) costituzioni delle riserve Riserva legale = ⅕ del capitale sociale

LE VENDITE La vendita va a concludere il ciclo economico, mentre l’incasso conclude il ciclo finanziario. La vendita viene registrata in modo analogo all’acquisto. Separo il momento della liquidazione e dell’incasso. Fasi delle entrate: 1. liquidazione della fattura, richiede che sia stata emessa una fattura di vendita. Quindi l’azienda emette una fattura di vendita e procede a registrarla. 2. l’incasso del credito verso il cliente, quindi l’incasso di quanto pattuito, del totale della fattura di vendita. L’incasso può avvenire secondo diverse modalità:

Nel caso di incasso attraverso assegni bancari o circolari, vado a movimentare il conto cassa perché questi assegni rimarranno nella disponibilità dell’azienda finché non verranno versati o girati per il pagamento. Per l’azienda è come avere del denaro a disposizione. Vendiamo 200 unità di merci alla Tirati srl, che ci richiede uno sconto del 5% sul prezzo di listino, pari a 15 euro + IVA. Anche in considerazione dello sconto concesso, il cliente paga per contanti. La somma viene versata il giorno dopo sul c/c bancario. Non pagano per contanti, invece, i clienti dell’area genovese. Oltre a richiederci lo sconto “solito” del 5%, il pagamento si ottiene a 30-60-90 giorni fine mese data fattura. Vendiamo ad un cliente di quell’aerea 100 unità d merce, alle condizioni sopra riportate. Ho la concessione di uno sconto e il pagamento per contanti nella prima parte, mentre nel secondo cliente ho applicazione dello sconto e pagamento a termine.

Registro la vendita delle merci, l’applicazione dello sconto, l’IVA su vendite e il totale del credito verso il cliente. Movimento questi 4 conti. Ho il ricavo per la vendita della merce, in conto economico ho la variazione economica positiva in merci c/vendite per 3.000. Lo sconto che ho applicato è uno sconto passivo per noi, perché riduce l’imponibile applicato al cliente, quindi ho il conto abbuoni e sconti attivi come variazione economica negativa (tra i costi di conto economico) pari a 150.

Applico anche l’IVA che, essendo un’operazione di vendita, è un IVA a debito. Infine movimento il conto crediti vs clienti in stato patrimoniale. Tutti questi 4 punti corrispondono alla liquidazione della vendita, cioè la registrazione della fattura di vendita.

Le ultime due righe del libro giornale fanno riferimento all’incasso. Esso avviene per contanti ed è pari a 3477 euro. Chiudo il credito, lo storno in avere e ho l’entrata di cassa. Inoltre il giorno successivo la Rasonatti procede a versare in banca quanto ha incassato per contanti. Quindi storno il conto cassa che era stato acceso prima, lo movimento in avere per chiuderlo. Invece ho l’aumento di banca c/c in dare.

Ora mi concentro sulla seconda parte dell’operazione. Essa fa riferimento ad uno sconto, ma ad un pagamento a termine invece che immediato. Ho 100 unità di merci che vengono vendute al cliente genovese, applico 15 euro ad unità e ho un imponibile di 1500 che viene scontato del 5% (75 euro). La base imponibile risultante dalla differenza è 1425, su questa applico l’aliquota del 22% e calcolo l’IVA. La somma della base imponibile scontata (1425) più l’IVA (313,50) mi da il totale della fattura di vendita (1738,50). Procedo alla liquidazione. Prima di tutto ho il ricavo per la vendita, quindi in avere tra il conto economico dei ricavi (merci c/vendite) iscriviamo 1500 euro. Vado a rilevare lo sconto passivo pari a 75, come variazione economica negativa in dare del conto abbuoni e sconti passivi (conto economico). Iscrivo l’IVA che essendo su vendite è a debito ed infine calcolo il credito verso i clienti.

Ora vedo il pagamento. ฀ Prima modalità. Attraverso un bonifico bancario. Stabilisco 3 scadenze con il cliente, quindi abbiamo un pagamento che è differito e dilazionato. Alle 3 scadenze concordate viene quindi incassato un terzo del totale della fattura di vendita. 1738,50 : 3 = 579, 50 euro. Ad ogni scadenza andremo a chiudere una parte del credito verso clienti. Scrivo 579,50 in avere del mastrino di credito e in contropartita avrò l’entrata di banca.

฀ ฀ ฀ Seconda modalità. Emissione di effetti, cioè di cambiali. Vado a ricevere dei pagherò o ad emettere delle tratte e movimento il conto cambiali attive. Qui non ho l’incasso del denaro, ma la cambializzazione del credito, cioè il credito viene trasformato da credito a cambiale. Chiudo il conto crediti vs clienti in avere in stato patrimoniale, e accendo sempre in stato patrimoniale un mastrino denominato cambiali attive. GLI ANTICIPI DA CLIENTI: Gli anticipi da clienti si hanno quando l’azienda (Rasonatti) incassa anticipatamente un importo da un cliente. Quindi ho un incasso anticipato rispetto alla fattura di vendita dell’operazione. L’azienda incassa del denaro prima di emettere la fattura di vendita relativa all’operazione con il cliente. L’azienda che riceve un anticipo dal cliente deve subito emettere una fattura relativa al solo anticipo. Inoltre di questo anticipo dovrà avere memoria l’azienda quando andrà poi ad emettere la fattura di vendita finale. ● Abbiamo venduto alla Lane Bozzo srl 100 unità di merce, al prezzo di listino, pagamento anticipato del 26% del valore, il resto a 120 giorni. Ho l’incasso anticipato del valore (100 unità al prezzo di 15 euro x 26%), moltiplico questo risultato per 1,22. Lo moltiplico per 1,22 perché l’azienda deve subito dopo aver ricevuto l’anticipo emettere la fattura relativa all’anticipo. Quindi oltre all’importo ricevuto dobbiamo anche tener conto dell’imposta sul valore aggiunto. Moltiplicare per 1,22 significa moltiplicare per 1 più l’importo dell’IVA. Quindi questi 475,80 rappresentano il totale della fattura relativa all’anticipo.

Primo passaggio. (incasso dell’anticipo) L’azienda ha un’entrata di mezzi finanziari pari a 475,80 euro, lo iscrivo come variazione finanziaria positiva in cassa o banca. Questo importo ricevuto è un debito verso il cliente, perché ricevo dal cliente un importo non ancora dovuto, devo ancora prestare l’operazione di vendita o il servizio pattuito. Debiti verso clienti è una variazione finanziaria negativa che rilevo in stato patrimoniale.

Secondo passaggio. (rilevazione fattura emessa per l’anticipo ricevuto) Nel momento in cui emetto la fattura di anticipo chiudo il debito verso clienti e vado a distinguere l’IVA a nostro debito per 85,80 e l’anticipo da clienti che è 390. Tutti questi conti sono variazioni finanziarie, che vanno in stato patrimoniale.

L’ultimo passaggio è l’emissione della fattura dopo la vendita delle merci. La vendita consiste di 100 unità per 15 euro ciascuna (1500), quindi 1500 è la base imponibile per la vendita, da cui vado a togliere l’anticipo che ho già ricevuto e per il quale ho già emesso la fattura (390). Il 390 va tolto dalla base imponibile al momento della vendita, calcolo così un nuovo importo imponibile pari a 1110 euro, su cui applico l’IVA e trovo quanto mi deve ancora pagare il cliente. Chiudo l’anticipo da clienti, registro in conto economico merci c/vendite, rilevo l’IVA a debito e quanto manca ancora da pagare va nei crediti vs clienti....


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