Riassunto capitolo 11 PDF

Title Riassunto capitolo 11
Course Critica Letteraria e Letterature Comparate
Institution Università Telematica Pegaso
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Summary

Ecco i miei riassunti dei pdf e le videolezioni tenute dalla prof Emanuela Piga Bruni...


Description

Capitolo 11 Dostoevskij crea non schiavi silenziosi (come Zeus), ma uomini liberi, atti a stare accanto al loro creatore, a non condividerne le opinioni e persino a ribellarsi contro di lui». La pluralit delle voci e delle coscienze indipendenti e disgiunte, costituisce la caratteristica fondamentale dei romanzi di Dostoevskij. Nelle sue opere c’è una pluralit di coscienze equivalenti con i loro propri mondi si unisce, che conservando la propria incompatibilit, nell'unit di un certo evento tali che le coscienze costituiscano la caratteristica fondamentale dei romanzi di Dostoevskij. I personaggi danno vita a delle discussioni dialogiche di pensieri all’interno della polifonia. L’analisi di Dostoevskij è svolta da due critici letterari Ivanon critico russo e Bactin Bactin attribuisce a Dostoevskij una pratica e teoria del personaggio. Ci dice che il protagonista non è uno schiavo silenzioso, ma ha indipendenza dal narratore. Siamo lontanissimi dal narratore ommiscente, che è presente nella maggiior parte dei romanzi ottocenteschi. La caratterisca fondamentale è la POLIFENIA. Bactin ci dice che Dostoevskij è creatore del romanzo polifonico. Romanzo polifonico: Tecnica letteraria per cui, all’interno di un’opera, sono presenti più voci, come avviene nel canto polifonico. La polifonia crea così la compresenza di più punti di vista, ognuno di essi riferito ad un personaggio particolare, che danno origine nel testo a più registri stilistici (sul piano metrico, lessicale, sintattico). Bactin ci dice anche che l’eroe di Dostoevskij è un eroe nobile per le sue ideologie. Un uomo DELL’IDEA. Tanto che il romanzo di Dostoevskij era per Bactin un romando IDEOLOGICO. Ivanon dice che Dostoevskij si distingue invece delle poche semplici linee di un’azione abbiamo di fronte a noi, per così dire, una tragedia potenziata. Come se vedessimo la tragedia attraverso una lente d’ingrandimento. Non tanto aggettivo TRAGICO, ma CATASTROFICO. E ci spiega come il finale catastrofico di Dostoevskij si capisce fin dal principio. Nel romanzo di Dostoevskij prevale la rivelazione di qualcosa di NON DETTO, di indicibile. Lo troviamo anche in delitto e castico con Raskòl'nikov nel dialogo con il funzionario di polizia. Dove egli vuole confessare il delitto che ha commesso, ma non glielo confesser mai a parole, e prevale il non verbale. Lo si capir in quelle interruzioni di frasi. DELITTO E CASTIGO : Lo svolgimento dei fatti è quasi tutto a Pietroburgo, Il romanzo ha il suo evento chiave in un duplice omicidio dettato dall'ostilità sociale: quello premeditato di un'avida vecchia usuraia e quello imprevisto della sua mite sorella più giovane, per sua sfortuna comparsa sulla scena del delitto appena compiuto. L'autore delle uccisioni è il protagonista del romanzo, uno studente pietroburghese indigente, chiamato Rodion Romanovič Raskol'nikov. Il romanzo narra la preparazione dell'omicidio, ma soprattutto gli effetti psicologici, mentali e fisici che ne seguono. Dopo essersi ammalato di febbre cerebrale ed essere stato costretto a letto per giorni, Raskòl'nikov viene sopraffatto da una cupa angoscia, frutto di rimorsi, pentimenti, tormenti intellettuali e soprattutto la tremenda condizione di solitudine in cui l'aveva gettato il segreto del delitto; presto subentra anche la paura di essere scoperto, che logora sempre di più i già provati nervi del giovane: per lui è troppo gravoso sostenere il peso dell'atto scellerato. Il delitto era stato compiuto: il castigo non era stata la Siberia, ma la desolazione emotiva e le peripezie che passò Raskol'nikov per arrivare infine, grazie a una povera giovane, Sonja, al pentimento della coscienza morale e alla confessione. Il vero castigo di Raskòl'nikov non è il campo di lavoro a cui è condannato, ma il tormento che sopporta attraverso tutto il romanzo. Per amore quindi lui ammette il delitto e si fa concreta la densit semantica del silenzio. i personaggi di Dost. Si dividono in Puro- innocente e Demonio. Raskòl’nikov la teoria degli uomini straordinari: da una parte «persone per loro natura conservatrici e per bene, che vivono nell’obbedienza e amano obbedire», dall’altra «quelli della seconda categoria», che invece, «violano tutti la legge, sono dei distruttori». Una zona oscura, dove vivono uomini che per la loro straordinariet paiono godere del diritto (un diritto non ufficiale, ma morale, filosofico) di abbracciare il delitto in nome di una superiore verit, ma anche di una superiore identit. Non gli uomini straordinari debbano necessariamente o siano costretti a compiere iniquit d’ogni specie. abbia il diritto... non un diritto ufficiale, beninteso... di permettere alla propria coscienza di scavalcare certi... certi ostacoli, e ciò esclusivamente nel caso in cui l’esecuzione di un suo progetto lo richieda....


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