Riassunto - completo -a.a. 2015/2016 - Proff. Berruto e Cerruti PDF

Title Riassunto - completo -a.a. 2015/2016 - Proff. Berruto e Cerruti
Course Linguistica generale
Institution Università degli Studi di Torino
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APPUNTI LINGUISTICALEZIONE IChe cos'è la Linguistica?La LINGUISTICA è il ramo delle scienze umane che studia in modo scientifico la lingua. Lo studio della lingua si può dividere in due sotto-campi: LINGUISTICA GENERALE: Si occupa di che cosa sono, come sono fatte e come funzionano le lingue. Con il...


Description

APPUNTI LINGUISTICA LEZIONE I Che cos'è la Linguistica?

La LINGUISTICA è il ramo delle scienze umane che studia in modo scientifico la lingua. Lo studio della lingua si può dividere in due sotto-campi:

1. LINGUISTICA GENERALE: Si occupa di che cosa sono, come sono fatte e come funzionano le lingue. Con il termine "generale" intendiamo la struttura comune a tutte le lingue. 2. LINGUISTICA STORICA

Oggetto della linguistica sono dunque le cosiddette LINGUE STORICO-NATURALI, vale a dire le lingue nate spontaneamente lungo il corso della civiltà umana e usate dagli esseri umani ora o nel passato.

Tutte le lingue sono espressione di quello che viene chiamato LINGUAGGIO VERBALE. Il linguaggio verbale è una facoltà innata nell'homo sapiens ed è uno degli strumenti, dei modi e dei sistemi di comunicazione che questi abbia a disposizione. In conclusione, la lingua è la specificazione del linguaggio verbale, una manifestazione concreta (tipica di una società o di una cultura).

Che cos'è una lingua?

La lingua è un SISTEMA DI COMUNICAZIONE. La lingua è un CODICE, ossia l'insieme di corrispondenze, fissatesi per convenzione, fra qualcosa (Significante) e qualcos'altro (Significato).

I segni linguistici costituiscono il codice lingua!

Un segno è qualsiasi cosa si possa usare per comunicare, è qualcosa che sta al posto di qualcos'altro e serve per comunicare questo qualcos'altro. Il segno è la singola entità che fa da supporto alla comunicazione o al passaggio di informazione. Segno è quindi l'unità fondamentale della comunicazione.

Quali proprietà possiede il codice lingua?

1. BIPLANARITA'.

Una prima proprietà ovvia, tautologica in quanto costitutiva di tutti i segni e quindi anche di quelli linguistici, è la BIPLANARITA', il fatto che ci siano in un segno due facce. SIGNIFICANTE E SIGNIFICATO.

SIGNIFICANTE: E' la parte fisicamente percepibile del segno, quello che cade sotto i nostri sensi (per esempio la parola gatto pronunciata o scritta). SIGNIFICATO: E' la parte o faccia o piano non materialmente percepibile (il concetto o idea di gatto).

2. ARBITRARIETA'

Un'altra proprietà importante dei segni in senso stretto, e quindi dei segni linguistici, è l'ARBITRARIETA'. Non c'è alcun legame naturalmente motivato, connesso alla natura o all'essenza delle cose, derivabile per osservazione empirica o per via di ragionamento logico, fra il significato e il significante di un segno. Il significante "gatto" non ha di per sé nulla a che vedere con l'animale; nella natura di una cosa non c'è nulla che rimandi al suo nome.

I legami, i rapporti che ci sono, non sono dati naturalmente, ma posti per CONVENZIONE: in questo senso, quindi, arbitrari.

In realtà, la questione dell'arbitrarietà dei segni linguistici, o più in generale del linguaggio verbale umano, è cosa più complessa di quanto appaia in prima approssimazione.

Osserveremo il TRIANGOLO SEMIOTICO per comprendere i rapporti tra segno e elemento esterno.

Ai tre vertici abbiamo le tre entità in gioco: un significante, attraverso la mediazione di un significato con cui esso è associato e che esso veicola, si riferisce ad un elemento della realtà esterna, un REFERENTE.

La linea di base del triangolo è tratteggiata, al contrario dei due lati, perché il rapporto fra significante e referente non è diretto, ma è mediato dal significato. I segni linguistici sono arbitrari! Gli altri rapporti sono invece diretti.

Al principio dell'arbitrarietà radicale dei segni linguistici vi sono alcune eccezioni. Ci sono dei segni linguistici che appaiono almeno parzialmente motivati. E' il caso, ad esempio, delle ONOMATOPEE (tintinnare, sussurrare) che presentano quindi un aspetto più o meno nettamente ICONICO. Più strettamente iconici sembrano invece i cosiddetti IDEOFONI: cioè espressioni imitative o interiezioni descrittive che designano fenomeni naturali o azioni (boom, zac, splash).

E' stato per esempio notato che la formazione del plurale attraverso l'aggiunta di materiale linguistico alla forma del singolare è un dispositivo molto diffuso nelle lingue. Si è quindi sostenuto che questo fatto obbedirebbe appunto ad un PRINCIPIO DI ICONISMO.

Un'altra prospettiva che tende a vedere nei segni linguistici più motivazione di quanto solitamente si creda è quella che sostiene l'importanza del FONOSIMBOLISMO, affermando che certi suoni avrebbero la stessa natura associati a sé certi significati.

In conclusione, nonostante esistano eccezioni, perlomeno parziali, al principio dell'arbitrarietà totale della lingua, esse non sono così cruciali da mettere veramente in crisi lo statuto dell'arbitrarietà come una delle più importanti del linguaggio verbale umano.

3. TRANSPONIBILITA' DI MEZZO

Il significante dei segni linguistici possiede un'altra proprietà molto importante, caratterizzante della lingua: può essere tramesso o realizzato sia attraverso il mezzo aria (il canale fonico-acustico) che si propaga come onde sonore e vengono ricevuti dall'apparato uditivo, sia attraverso il mezzo luce, il canale visivo-grafico sotto forma di segni, tracciati sulla carta o su un altro supporto solido. Anche se i segni linguistici possono essere trasmessi o oralmente o graficamente, il carattere orale è tuttavia prioritario a quello visivo.

1. Il parlato è anzitutto prioritario ANTROPOLOGICAMENTE rispetto allo scritto. Tutte le lingue che hanno una forma e un uso scritti sono (o sono state) anche parlate, mentre non tutte le lingue

parlate hanno anche una forma e un uso scritti: migliaia di lingue, soprattutto in Africa o in Oceania, non hanno una scrittura. Ovviamente questo dato di fatto non contraddice la proprietà generale della transponibilità di mezzo: sono fattori contingenti, storico-sociali, a far sì che una lingua non venga scritta e non abbia sviluppato il suo codice grafico; ed è sempre possibile, in qualunque momento, se ne sorge l'esigenza, dotare qualunque lingua di un suo sistema di scrittura che ne permetta l'impiego scritto. 2. C'è una priorità ONTOGENETICA del parlato: ogni individuo impara prima, al momento della socializzazione primaria, e per via naturale, spontanea, a parlare, e sono in un secondo tempo, e attraverso addestramento guidato e specifico, a scrivere. 3. C'è poi una priorità FILOGENETICA del parlato: nella nostra specie, la scrittura si è sviluppata certamente molto dopo il parlare. (La scrittura cosiddetta cuneiforme si sviluppa presso i Sumeri, a circa il 3500 A.c. ; La scrittura alfabetica nasce probabilmente presso i Fenici attorno al 1300 a.C. )

Aggiungiamo un'altra considerazione: " Posso scrivere ciò che dico e viceversa". In questo non c'è completa equivalenza. Non posso trascrivere l'intonazione e il volume della voce, mentre nel parlato non posso comunicare la punteggiatura. Si perde sempre qualcosa. LEZIONE II Le origini del linguaggio sono certamente molto più antiche rispetto la parola scritta. E' ipotizzabile infatti che qualche forma embrionale di comunicazione orale con segni linguistici fosse già presente nell'Homo habilis e poi nell'Homo erectus (circa tre milioni di anni fa).

Il parlato possiede poi alcuni vantaggi rispetto lo scritto: 1. Utilizzabile in qualsiasi circostanza, purchè vi sia aria. 2. Può essere utilizzato in concomitanza ad altre attività 3. Permette localizzazione della fonte di emittenza 4. Ricezione contemporanea 5. E' più rapido della scrittura 6. Permette la trasmissione simultaneamente ad un gruppo 7. E' evanescente 8. Richiede energia ridotta

4. LA DOPPIA ARTICOLAZIONE

Un'altra importante proprietà del linguaggio verbale è la DOPPIA ARTICOLAZIONE.

La doppia articolazione consiste nel fatto che il significante di un segno linguistico è articolato a due livelli nettamente diversi.

Ad un primo livello, il significante di un segno linguistico è organizzato e scomponibile in unità che sono ancora portatrici di significato e che vengono riutilizzate per formare altri segni. Questa prima scomposizione è detta PRIMA ARTICOLAZIONE.

La parola GATTO è scomponibile in due pezzi più piccoli: GATT e O che recano ciascuno un proprio significato (rispettivamente "felino domestico" e "uno solo", cioè singolare) e che sono suscettibili di comparire col medesimo significato in altre parole: GATT-I, GATT-E, GATT-INO.

Tali pezzi o elementi costituiscono le UNITA' MINIME DI PRIMA ARTICOLAZIONE, e non sono ulteriormente articolati (scomponibili) in elementi più piccoli che rechino ancora un proprio significato. Ogni segno linguistico è in linea di principio analizzabile, scomponibile in unità minime di prima articolazione. Le unità minime di prima articolazione, che chiameremo MORFEMI, sono ancora segni, i più piccoli.

Ad un secondo livello (SECONDA ARTICOLAZIONE), i morfemi sono a loro volta scomponibili in unità più piccole che non sono più portatrici di significato autonomo e che combinandosi insieme in successione danno luogo alle entità di prima articolazione. Tali elementi, che non sono più segni in quanto non hanno un significato e che chiameremo FONEMI costituiscono le unità minime di seconda articolazione.

La doppia articolazione consente alla lingua una grande ECONOMICITA' di funzionamento: con un numero limitato di unità di seconda articolazione si può costruire un numero grandissimo di unità dotate di significato.. Anche molto importante nella strutturazione della lingua il principio di COMBINATORIETA': la lingua funziona combinando unità minori, possedute in un inventario limitato, per formare un numero indefinito di unità maggiori. E' tale principio che permette alla lingua una produttività illimitata.

LA FONETICA

Occorre rendersi conto di come siano fatti fisicamente i suoni di cui le lingue si servono. La parte della linguistica che si occupa di questi aspetti si chiama FONETICA, che tratta quindi la componente fisica, materiale della comunicazione verbale.

I suoni del linguaggio vengono normalmente prodotti mediante l'ESPIRAZIONE, quindi con un flusso d'aria EGRESSIVO: L'aria muovendo dai polmoni, attraverso i bronchi e la trachea raggiunge la laringe.

Nella laringe, dove ha inizio il "tratto vocale", l'aria incontra le corde vocali (risiedono nella glottide). Queste ultime nella "fonazione" possono contrarsi e tendersi avvicinandosi o accostandosi l'una all'altra, e riducendo o bloccando in tal modo il passaggio dell'aria, costituendo le cosiddette vibrazioni delle corde vocali. Il flusso d'aria passa poi nella faringe, e da questa nelle cavità boccale (o orale). Nella parte superiore della faringe, la parte posteriore del palato (o velo), da cui pende l'ugola, può a questo punto lasciare aperto oppure chiudere il passaggio che mette in comunicazione la faringe con la cavità nasale. Nella cavita orale abbiamo: la lingua, il palato, gli alveoli, i denti e le labbra.

In ciascuno dei punti compresi tra la glottide e le labbra al flusso d'aria espiatoria può essere frapposto un ostacolo al passaggio, ottenendo così suoni e rumori che costituiscono fisicamente i suoni del linguaggio.

1. Il LUOGO con cui viene articolato un suono costituisce un PRIMO PARAMETRO FONDAMENTALE PER LA CLASSIFICAZIONE e identificazione dei suoni del linguaggio.

2. Un SECONDO PARAMENTRO FONDAMENTALE è dato dal MODO DI ARTICOLAZIONE, e cioè dal restringimento relativo che in un certo punto del percorso si frappone o no al passaggio del flusso d'aria.

In base al modo di articolazione abbiamo una prima grande opposizione fra i suoni del linguaggio: quella fra suoni prodotti senza la frapposizione di ostacoli che creino perturbazioni al flusso d'aria e suoni prodotti mediante la frapposizione di un ostacolo in qualche punto del percorso. I primi suoni costituiscono le VOCALI, i secondi le CONSONANTI.

I suoni prodotti con concomitante vibrazione delle corde vocali accostate e tese sono detti SONORI, i suoni prodotti senza vibrazione delle corde vocali sono detti SORDI.

Le vocali sono normalmente tutte sonore; le consonanti possono essere sia sorde che sonore.

VOCALI

Le vocali sono suoni prodotti senza che si frapponga alcun ostacolo al flusso dell'aria nel canale orale.

Per classificare i suoni vocalici occorre infatti far riferimento in primo luogo alla POSIZIONE DELLA LINGUA, precisamente al suo grado A) di avanzamento o arretramento e B) di innalzamento o abbassamento. In base a questi parametri le vocali possono essere:



ANTERIORI: se vengono articolate con la lingua in posizione avanzata



POSTERIORI: se vengono articolate con la lingua in posizione arretrata



CENTRALI

In base al secondo parametro, cioè lo SPOSTAMENTO RELATIVO DELLA LINGUA VERSO L'ALTO, le vocali possono essere:



ALTE



MEDIE (MEDIO BASSE O ALTE)



BASSE

La posizione con cui vengono pronunciate le vocali può essere rappresentata da uno schema, detto per la sua forma TRAPEZIO VOCALICO.

Un altro parametro importante nella classificazione dei suoni vocalici è la POSIZIONE DELLE LABBRA DURANTE L'ARTICOLAZIONE:



ARROTONDATE: sono le vocali prodotte con le labbra protruse.



NON ARROTONDATE: sono le vocali prodotte senza protrusione e arrotondamento delle lebbra.

In italiano abbiamo SETTE FONEMI VOCALICI! Sono i seguenti:

VOCALI ANTERIORI



[ i ] : ALTA (es. vino)



[ e ]: MEDIO-ALTA (es. meno)



[ & ]: MEDIO BASSA (es. bene)

VOCALI CENTRALI



[ a ]: BASSA (es. mano)

VOCALI POSTERIORI



[ u ]: ALTA (es. muro)



[ o ]: MEDIO-ALTA (es. bocca)



[ C ]: MEDIO-BASSA (es. uomo)

CONSONANTI

Le consonanti sono classificabili secondo parametri più numerosi rispetto le vocali.



LUOGO DI ARTICOLAZIONE

Partendo dal tratto terminale del canale, che è peraltro anatomicamente il più avanzato, abbiamo consonanti:



(BI)LABIALI, prodotte dalle labbra o tra le labbra



LABIODENTALI, prodotte fra l'arcata dentaria superiore e il labbro inferiore



DENTALI, prodotte a livello dei denti. Esse comprendono anche le ALVEOLARI, prodotte dalla lingua contro o vicino gli alveoli)



PALATALI, prodotte dalla lingua contro o vicino al palato duro.



VELARI, prodotte dalla lingua contro o vicino il velo.



UVULARI, prodotte dalla lingua contro o vicino l'ugola.



FARINGALI, prodotte fra la base della radice della lingua e la parte posteriore della faringe.



GLOTTIDALI, prodotte direttamente dalla glottide.



MODO DI ARTICOLAZIONE

Ossia dal restringimento relativo che in un certo punto del percorso si frappone o no al passaggio del flusso d'aria.



OCCLUSIVE, dette a volte anche esplosive)



FRICATIVE, così chiamate perché l'avvicinamento degli organi articolatori è prossimo al contatto.



AFFRICATE, sono suoni consonanti la cui articolazione inizia come una occlusiva e termine come una fricativa. Sono consonanti, per così dire, composte, costituite in due fasi.



LATERALI, quando l'aria passa solo ai due lati della lingua.



VIBRANTI, quando si hanno rapidi contatti intermittenti tra la lingua e un altro organo articolatorio.



NASALI, quando vi è un passaggio d'aria attraverso la cavità nasale.



PARAMETRO SONORO

LEZIONE III Nella lezione precedente abbiamo visto i parametri di classificazione delle vocali (anteriorità/posteriorità ; Alto/Medio/Basso; Arrotondamento/Abbassamento) e delle consonanti (Modi di articolazione; Luoghi di articolazione; Parametro sonoro). In base al LUOGO di articolazione abbiamo distinto:     

BILABIALI LABIODENTALI DENTALE-ALVEOLARE (le più frequenti in italiano) PALATALE VELARI

Ora vediamo la classificazione delle singole consonanti: 

[ b ] : OCCLUSIVA , BILABIALE (es. Bocca)



[ tS ] : AFFRICATA , PALATALE (es. Ciao)



[ k ] : OCCLUSIVA , VELARE (es. Collo / Quadro)



[ d ] : OCCLUSIVA , ALVEOLARE (es. maDonna)



[ f ] : FRICATIVA , LABIODENTALE (Es. aFricano)



[ d3 ] : AFFRICATA, DENTALE (es. GiorGio)



[ g ] : OCCLUSIVA , VELARE (es. Gatto)



[ l ] : LATERALE , ALVEOLARE (es. Lotta)



[ m ] : NASALE , BILABIALE (es. Mano)



[ n ] : NASALE , ALVEOLARE (es. Nave)



[ N ] : NASALE , VELARE (es. faNgo) (Ricorda la gambetta lunga della enne)



[ p ] : OCCLUSIVA , BILABIALE (Pacco)



[ r ] : VIBRANTE , ALVEOLARE (Ratto)



[ s ] : FRICATIVA , ALVEOLARE (Sano)



[ z ] : FRICATIVA , ALVEOLARE (Sbaglio)



[ t ] : OCCLUSIVA , ALVEOLARE (Tappo)



[ v ] : FRICATIVA , LABIODENTALE (Vero)



[ tz ] : AFFRICATA , ALVEOLARE ( paZZo )



[ dz ] : AFFRICATA , ALVEOLARE (Zaino)



[ n ] : NASALE , PALATALE (Gnomo) ( Ricorda la gambetta lunga inizia della enne)



[ Y al contrario ] : LATERALE , PALATALE ( fiGLio)



[ S ] : FRICATIVA , PALATALE [ Scendere ]



[ 3 ] : FRICATIVA , PALATALE [ Jour ]

FONOLOGIA Ogni suono producibile dall'apparato fonatorio umano rappresenta un potenziale suono del linguaggio, che chiameremo ora FONO. Un fono è la realizzazione concreta di un qualunque suono del linguaggio. Nella gamma di foni materialmente producibili, le diverse lingue ne rendono pertinenti un certo numero assegnando loro valore distintivo: quando i foni hanno (in una data lingua) valore distintivo, cioè si oppongono sistematicamente ad altri foni nel distinguere e formare le parole di quella lingua, si dice che funzionano da FONEMI. I foni sono unità minime in fonetica. I fonemi sono le unità minime in fonologia. La fonologia studia l'organizzazione e il funzionamento dei suoni nel sistema linguistico. Foni diversi che costituiscano, come nel caso della doppia possibile pronuncia di (mare), realizzazioni foneticamente diverse di uno stesso fonema, ma prive di valore distintivo, si chiamano ALLOFONI di un fonema. Una coppia di parole che siano uguali in tutto tranne che per la presenza di un fonema al posto di un altro in una certa posizione forma una COPPIA MINIMA. Una coppia minima identifica quindi sempre due fonemi (mare e pare). Un procedimento di scoperta delle coppie minime è la PROVA DI COMMUTAZIONE. Consiste nel confrontare un'unità in cui compaia il fono di cui vogliamo dimostrare se è o no fonema con altre unità della lingua che siano uguali tranne che nella posizione in cui sta il fono in oggetto. LEZIONE IV Nella lezione precedente abbiamo visto i parametri di classificazione delle vocali (anteriorità/posteriorità ; Alto/Medio/Basso; Arrotondamento/Abbassamento) e delle consonanti (Modi di articolazione; Luoghi di articolazione; Parametro sonoro).

In base al LUOGO di articolazione abbiamo distinto:



BILABIALI



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