Riassunto e analisi “A ciascuno il suo”, Leonardo Sciascia, Einaudi 1966 PDF

Title Riassunto e analisi “A ciascuno il suo”, Leonardo Sciascia, Einaudi 1966
Author Anna Alzani
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Milano
Pages 2
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Summary

Il documento contiene un’introduzione al romanzo, una trama sintetica, un commento generico e un focus sul protagonista, il Professor Laurana, oltre che svariate citazioni significative tratte dal libro....


Description

A CIASCUNO IL SUO INTRODUZIONE La corporeità che manca alla storia, sostanzialmente un duplice omicidio in un paesino della Sicilia, viene restituita al contesto socio-politico nel quale si svolgono gli eventi: il silenzio che grava attorno all’indagine, contrapposto al chiacchiericcio assordante della gente che circuisce l’accaduto senza centrarlo, come se ognuno sia a conoscenza del colpevole e del suo movente ma preferisca non guardare; additare qualcuno che funga da martire; persuadere gli scettici sulla versione più convincente dei fatti; la supervisione della Chiesa nel crocevia di notizie all’interno dei confessionali (e non); la presenza di una politica che si direbbe altrimenti corrotta, se la corruzione non fosse insita nella trama stessa del paesino che mantiene nella propria roccaforte logiche antichissime e attuali. In altre parole, l’omertà di una grande associazione mafiosa che non fa proprie le armi della mafia, tranne in alcuni accenni, quanto essenzialmente l’architettura mentale, un atteggiamento alla vita e alle relazioni sociali.

TRAMA In una calda estate siciliana del 1964, in un piccolo borgo dell'entroterra, il farmacista del paese, tale Manno riceve una lettera anonima, che recita “per quello che hai fatto morirai”. L’uomo era benvoluto da tutti i compaesani ed estraneo alla politica: incoraggiato anche dagli amici nell'ipotesi che si trattasse di una burla, non dà peso alla lettera e viene tragicamente ucciso durante una battuta di caccia insieme all'amico, il dottor Roscio. Gli inquirenti ipotizzano che il movente dell'assassino sia stata la presunta relazione di Manno con una frequentatrice della farmacia, ma questa pista si rivela sbagliata. Solo il professore Laurana, quasi ossessionato dall'omicidio, segue la pista giusta, ponendo la sua attenzione sulla parola nel retro del foglio: unicuique, [parte della frase unicuique suum, “a ciacuno il suo”] composta utilizzando i caratteri di un giornale, L'Osservatore Romano, che ricevono solo due persone in paese: il parroco di Sant'Anna e l'Arciprete. Laurana recandosi prima da uno e poi dall'altro, intuisce che il vero bersaglio non era il farmacista Manno, bensì il dottor Roscio. Si reca dunque dalla moglie e dal padre di quest'ultimo e trova infine la soluzione del delitto: il dottor Roscio aveva scoperto la relazione che sua moglie, Luisa, aveva con suo cugino, l'avvocato Rosello, e che ormai continuava da anni. A causa dell'ultimatum che il dottor Roscio aveva lanciato a Rosello, l'avvocato reagisce facendolo uccidere da un sicario. L'ultimatum infatti prevedeva che, se non fosse terminata la tresca con sua moglie, Roscio avrebbe fatto scoppiare uno scandalo sulla base di documenti compromettenti personalmente procuratisi. Laurana si propone di tenere per sé i risultati della sua indagine, continuando per la sua strada. Ma non ci riesce in quanto viene sedotto ed ingannato dalla bella Luisa, che, in accordo con il cugino, vuole liberarsi della pericolosa testimonianza che avrebbe potuto costituire. Mentre il professor Laurana giace in una zolfara, Rosello e la vedova Roscio si sposano, rendendo dunque evidente che furono proprio la bella Luisa e il cugino a liberarsi del dottore per poter felicemente vivere insieme. Dal finale si comprende quindi che tutto il paese era a conoscenza della causa dell’omicidio e dei responsabili, e che aveva taciuto per connivenza ed opportunità; solo Laurana aveva deciso di scoprire la verità e rivelarla e per questo era stato eliminato. Il protagonista non è quindi di un classico investigatore vincente ed astuto, che scioglie l'enigma grazie a una geniale intuizione, ma un ingenuo ed uno sconfitto, perché non accetta la realtà con cui convivono ogni giorno gli abitanti del paese siciliano. Viene così messo in luce come l’interesse del potente e corrotto possa sopravvivere ed essere garantito dal silenzio di funzionari dei paesani stessi, tanto che nel finale del romanzo! Laurana è definito da uno dei personaggi come un “cretino”.

COMMENTO Attraverso l’espediente dell’investigazione, Leonardo Sciascia, dà vita ad un romanzo incalzante, scorrevole e ben calibrato che trasporta in lettore in un universo di denuncia. La Sicilia che ci viene presentata è infatti un luogo di omertà, di ipocrisia, di corruzione, di pregiudizio, di assuefazione, di dicerie, di connivenza con la malavita. Al tutto si sommano atmosfere affascinanti, caratterizzate dal pettegolezzo e dalle chiacchere di piazza, dalla consuetudine, dalla mentalità prettamente familiare, dalla concezione della mafia che, come un’ombra, è onnipresente eppure formalmente intangibile. L’autore non si risparmia nemmeno in merito alla caratterizzazione dei personaggi: ciascuno è delineato e reso concreto a prescindere dalla durata della sua apparizione. Il lettore, grazie a ciò, riesce a prefigurarsi chiaramente chi ha davanti, con le sue forze e le sue debolezze. Non manca nemmeno quel gusto retroamaro che in un epilogo inevitabile trova la sua sostanza. Non vi è possibilità di cambiamento, in questo luogo fatto di menzogna, non vi è speranza. Chi cerca di mutare le cose, finisce con l’essere ed il diventare, inevitabile parentesi di un tempo che fu. E’ proprio il connubio tra l’ombra della mafia, che aleggia pesante come un macigno, e una scrittura vivace e ironica, di dialoghi brillanti e ricercata leggerezza, ad incatenare e stupire. Bellissime le atmosfere: i pettegolezzi al circolo, le chiacchiere in piazza al calar della sera, il decadente caffè Romeris avvolto nella polvere del suo antico splendore. Ben caratterizzati i personaggi, persino quelli che non fanno più di una veloce apparizione, che vanno a delineare le diverse sfaccettature dell’animo siciliano: furbo, rassegnato, lucido, divertito, corrotto. Ricchissime inoltre le citazioni letterarie. Cosa manca a questo romanzo? Forse speranza. Se anche la Sicilia del commissario Montalbano è abitata da politici corrotti, religiosi conniventi, donne sensuali dal fascino ambiguo, alla fine, pur senza sgretolare i cardini del contesto sociale, viene offerta una qualche forma di giustizia. Qui no. Non c’è eroe. Non c’è giustizia. C’è solo una verità cui aspetta un destino di silenzio. C’è solo la realtà, dolorosa nella sua estrema attualità, a mezzo secolo di distanza. PROFESSOR PAOLO LAURANA Laurana e' un uomo timido,gentile,onesto,ama la dolce vita; ogni giorno parte con la corriera per andare a scuola, si dedica alla lettura ed allo studio. Insegna lingua straniera,italiano e filosofia ed e' soddisfatto del suo lavoro.Ha quasi quarant'anni,alcune volte e' ''travolto'' dal desiderio d’amore. Vive con sua madre e non e' sposato. Ha avuto pochi amici e l'unico che gli era sempre stato fedele, Roscio, e' morto. La morte dell'amico crea nel protagonista desolazione, con ''intermittenze'' ansiose che si manifestano anche fisicamente. Si sente oppresso. Laurana, spinto dalla curiosita', decide di indagare sul delitto. Non vuole arrendersi mai anche se avverte il peso del pericolo. Arrivato alla conclusione della sua indagine privata, inizia a frequentare la signora Luisa, vedova di Roscio. In lei Laurana vede ''una speranza di amore'', e' attratto dal suo fascino, dal suo corpo, dai suoi capelli... Vicino a lei si sente imbarazzato, goffo, ''quasi inutile’'....


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