Riassunto Infanzia e mondi fantastici Fantasy - W. Grandi PDF

Title Riassunto Infanzia e mondi fantastici Fantasy - W. Grandi
Course Psicologia della narrazione
Institution Università di Bologna
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Summary

Riassunto completo del libro.
Corso di Laurea in Educatore socisle e culturale, Università di Bologna, corso sede a Rimini.
Materia: Pedagogia della narrazione ...


Description

1.Lo sguardo segreto L'avventura è una dimensione fondamentale dell'immaginario umano. Cattura i desideri, i sogni e le esistenze, rifugge dalla chiacchiera, disprezza le mode, si inoltra in sentieri poco battuti, non ama le costrizioni. L'avventura vive nello sguardo e nella mente di chi rifiuta le banalità e le passioni “precotte”: l’impoverimento percettivo di cui soffre lo sguardo del turista, vincola infatti quest'ultimo ad un esperienza limitata, insapore, ripetitiva che non consente di cogliere le vibrazioni più profonde di un luogo. Il turista vive un eterno presente che lo condanna a percepire soltanto la superficie delle cose, senza cogliere intrecci più profondi. L'esperienza del turista é spesso caratterizzata dalle categorie della fretta e dello svago. Un occhio avventuroso é invece abile nel cogliere nessi, particolari, sensibile alla meraviglia e all'incanto attento a non lasciarsi ingannare dai propri pregiudizi. Come scrive Antonio Faeti: lo sguardo di chi ama e cerca l'avventura é uno sguardo costruito e complesso. Tali caratteristiche le ritroviamo in Jim piccolo protagonista ne L'isola del tesoro di Stevenson: il giovane protagonista del romanzo ricostruisce la vicenda di cui é stato uno degli attori da quanto ha visto e udito come testimone; il suo sguardo é potenziato anche dal rapporto con l’ambiguo cuoco - pirata Long John Silver, il giovane protagonista non si sottrae alle sue parole, ai suoi suggerimenti interessanti, ma impara a tradurle, a comprendere, a interpretarle, per salvare sé , i suoi compagni e la sua avventura da un altrimenti tragico finale. Questo suo sguardo autentico e attento mette in luce, il messaggio occulto dell'autore che ha affidato al cuoco-pirata dal quale vuole far emergere tutti i ricatti e le doppiezze della morale vittoriana che nascondeva pregiudizi e repressioni sotto parole melliflue, consigli interessanti e astute minacce. In questo romanzo l’autore articola anche temi a lui cari dell’io diviso e del Doppio: i due personaggi condividono la velocità dell’infanzia, perché sanno muoversi rapidamente sulla nave, ma per scopi diversi, al pirata la velocità permette di ingannare e tramare, mente al razzo di conoscere e reagire. Il pirata usa la morale e la cortesia per sedurre e per celare i propri veri intendimenti, sbeffeggiando così le convenzioni. Il ragazzo con la leggerezza della propria infanzia pare sorvolare questi temi: si tiene lontano dai modelli di comportamento consolidati o riconosciuti, preferendo cercare una propria via per crescere, maturare, diventare uomo. Il viaggio di Jim è finalizzato a una ricerca, il viaggio avventuroso tende ad una meta a volte solo intravista o intuita. E’ difficile ai nostri giorni adolescenti intrepidi partano da soli con navi diretti verso misteriosi tesori.

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Recenti romanzi di storie di avventura: SHERRY GARLAND - La cabina 102: protagonista un adolescente, Dusty in crociera turistica su un grande e glorioso transatlantico dei mari dei Caraibi; sa trovare una speciale avventura a bordo di un piroscafo, dove animatori, allenatori, danno vita a un rituale continuo e asfissiante di attività sportive; lui si sottrae a questa logica del divertimento forzato e programmato, rifugiandosi in un primo momento nella poco frequentata biblioteca, poi presta attenzione ai ricordi di un anziano inserviente, infine ascolta i rumori di sottofondo, che gli rivelano il pianto e le parole di una presenza antica. Questo romanzo dice chiaramente che è possibile partire da turisti e tornare avventurieri, purché si abbia il coraggio e la forza di sfuggire ai tristi rituali del divertimento coatto, cercando al contrario di far leva sulla propria curiosità, per l’inatteso, sul desiderio di percorrere strade secondarie, di vedere cosa si nasconde dietro la scenografia, di una vacanza del tutto - compreso. L’io narrante è del giovane protagonista, che ricostruisce una storia nascosta a partire dal proprio sguardo-bambino, capace di vedere cose particolari assolutamente celati agli occhi di chi non sa vedere, perché offuscato da una presunzione di maturità. Il segreto dell’avventura è nello sguardo. Tuttavia non è vero che ai nostri giorni non vi siano più ragazzi soli su navi di pirati diretti verso misteriosi e imprecisati tesori,basti pensare al fenomeno dei migranti, bambini e giovani ragazzi che attraversano i nostri mari a bordo di fragili natanti, guidati da aguzzini, verso un tesoro che troppo spesso si rivela un miraggio, una trappola mortale. 2. L’isola Se l’avventura presuppone un viaggio verso un misterioso Altrove, è vero che esso è rappresentato spesso da un'isola, rappresenta il luogo utopico dell’avventura e dell’iniziazione, il suo fascino è basato su un alone di mistero e sorpresa. L’isola è un luogo che esiste e non esiste, è un luogo al di fuori dello spazio, della civiltà, della legge, delle istituzioni. Classico romanzo è L’isola del tesoro, questa isola sembra alludere al corpo e alla sessualità, le curve, le rade, le spiagge accoglienti evocano le sinuosità femminili, ma in generale le isole illudono pure al piacere, alla paura della scoperta del corpo da parte dell’adolescente. la separatezza dell’isola, la lontananza dal continente è anche metafora dell’alterità dell’infanzia. Essa diventa metafora dell’incontro-scontro tra l’umano e il divino, tra natura rigorosa ma indifferente e un’umanità in cerca di armonia, ma avvelenata dalla violenza → è il caso de Il Signore delle mosche di Golding: un gruppo di ragazzi naufragati su un'isola deserta passa gradualmente da una spensieratezza ludica ad una crudele violenza gratuita; dall’avventura si scivola nella tragedia, con una lotta fratricida dei protagonisti. 3

L’isola allude anche all’idea di solitudine → il caso di Robinson Crusoe che impara a progettare la propria esistenza da solo, dopo essersi salvato da un naufragio; l’isola di Defoe, il creatore del personaggio, è metafora d’infanzia: come le prime età della vita sono separate dal mondo degli adulti, si deve quindi costruire il proprio futuro a partire da una grado zero di sviluppo, da un contatto diretto e primitivo con gli oggetti, luoghi, situazioni. Le isole di Salgari , sono territori che spesso si possono solo sognare, perché occupate da colonizzatori: le sue isole sono spazi oppressi in cerca di un liberatore. All’isola si tende, ma non sempre si vuole tornare: Peter Pan e i bambini smarriti desiderano restare sull’isola che non c’è, in comunione con la natura, un tempo fermo, una perenne infanzia; isola vista come la casa sull’albero, su misura di bambino, isola del rifugio. Ma l’isola non deve essere per forza in mare, esistono luoghi remoti e isolati che sono saldamente al centro della terraferma. Il mito dei regno himalayani e del sacro Tibet sono per l’immaginario occidentale le rappresentazioni di posti inaccessibili. Lo scrittore JAMES HILTON ha riportato questi miraggi su carta nel romanzo Orizzonte perduto qui vengono narrate le vicende di alcuni europei finiti loro malgrado nella mitica Shangri-La luogo nascosto dove anime caritatevoli raccolgono e custodiscono il bello e il brutto che l’umanità produce, preservando la grazia dalla distruzione delle barbarie. Il destino dell’isola è quello di custodire i tesori e le cose preziose. 3.Il viaggio Partire produce un’alterazione dell’identità personale in chi accetta di lasciare la propria casa, perché il viaggio è un modello di trasformazione, un’esperienza di mutamento continuo: le fatiche e le sofferenze, sono la misura di quanto il viaggiatore sia cambiato e sia divenuto esperto; non è soltanto un percorso attraverso le distese dello spazio, ma è anche un transito verso la propria identità, le difficoltà, le insidie, le opportunità che si trovano obbligano il viaggiatore a riflettere, a meditare, a guardarsi dentro in ricerca di risposte, di parole e pensieri. L’avventura per Antonio Faeti, è data dalla strada, dalla necessità di andare. Il viaggio rompe un equilibrio e si configura come un passaggio verso l’imprevisto, nessun percorso per quanto pianificato, è completamente sicuro, ci sono sempre margini di incertezza che possono aprire all’inatteso. Quando rifugge dagli schemi del turismo, il viaggio fa uscire dalle abitudini, espone all’insolito, si offre come rischio di attraversare strade dimenticate, terre selvagge incontra quella parte dell’anima che è più legata all’istinto; un viaggiatore audace, può fondersi con gli odori, i suoni, i venti, mentre i propri pensieri percorrono vie 4

inconsuete, trovando alla fine la giusta dimensione di sé → questo accade nel romanzo di SHARON CREECH - La vagabonda, dove tre adolescenti e tre adulti attraversano l’Oceano Atlantico a bordo di un fragile veliero, durante la lunga navigazione dalla Nuova Inghilterra alle isole britanniche, i viaggiatori si mettono in diretto rapporto con l’essenza imprevedibile e primordiale del mare, che diventa lo specchio su cui rivedersi. Incontrare le forze della natura nella dimensione precaria del viaggio significa sia vivere un'avventura autentica sia esplorare il proprio animo. Ciò accade ai personaggi del romanzo Moby Dick di MELVILLE, che vivono sogni paure, proprio perché sono a contatto con gli oceani insondabili, tempeste marine, mentre guidano il proprio naviglio su acque lontane. Essere in viaggio non significa essere alla ricerca di avventure ed emozioni, il caso è di Ulisse che per anni viaggio sul mare, vivendo esperienze intense, l’avventura del ritorno in patria fu una dolorosa condanna inflitta da divinità irate. Un destino simile viene raccontato da WESTALL nel romanzo La grande avventura: Harry il protagonista, è in fuga, alla ricerca di un ricovero, di una nuova casa, perché la vecchia è stata distrutta dai bombardamenti tedeschi. E’ un viaggio avventuroso non progettato dal protagonista, ma imposto dagli eventi e da quella terribile divinità che è la guerra. A differenza di Ulisse, però il ritorno in seno alla famiglia non è motivo di felicità. A volte capita che il viaggio perda la propria meta, diventando vagabondaggio: il traguardo cancellato, la strada ha più importanza dell’arrivo, quando si accetta di divenire vagabondi, l’avventura perde colore, ogni azione come trovare un ricovero o un pasto richiede astuzia, fantasia, generosità. La casa sul treno di CYNTHIA DeFelice, racconta in modo pacato ma preciso la dura vita dei tanti vagabondi che negli anni ‘30 del secolo scorso attraversarono gli USA, viaggiando di soppiatto sui treni merci e facendo qualche lavoretto occasionale; questa strana tribù umana, diventa società alternativa in cui si rifugia Frances, ragazzina rimasta orfana, che scopre così un mondo nuovo e sorprendente, dove spostarsi non è solo necessità ma pure piacere e filosofia di vita, ogni nuovo panorama aiuta a sperare e a trovare una ragione per continuare a vivere. Il viaggio è dunque una delle possibili dimensioni dell’avventura, è l’atto di cambiare orizzonte che include l’accettazione del rischio, l’aperture all’imprevisto, la possibilità di mettersi in gioco. 4.La memoria e la maschera La Primula Rossa di BARONESSA ORCZY ci introduce in un nuovo argomento: il rapporto tra memoria e avventura. Il misterioso e inafferrabile eroe soprannominato Primula Rossa può salvare rocambolescamente dalla ghigliottina della Rivoluzione Francese tanti aristocratici solo a patto di riafferrare il tempo passato, di ricostruire gli eventi trascorsi, di

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rimpossessarsi della memoria dei fatti. La stessa mappa dell’isola del tesoro è una reliquia del passato, oggetto su cui un uomo ha riposto un frammento di memoria. L’avventura allunga le sue radici nel passato e non esiste quindi nessuna impresa memorabile senza memoria. L’intreccio tra memoria e avventura è reso più evidente da quanto hanno rilevato il forte parallelismo esistente tra narrazioni e riti di iniziazione. Senza memoria quindi non si dà avventura, ma solo istinto e ribalderia. Le avventure vissute dal protagonista sono sempre precedute da un ricordo, da una storia, da una breve ricostruzione di eventi anche lontani. Mentre la Primula Rossa vuole cogliere il passato la verità, il suo fantastico antagonista, il cittadino Chauvelin, distorce il passato, avvelena i ricordi e li trasforma in terribili armi di ricatto e di corruzione. L’eroe e l’antagonista si riconoscono anche dal rapporto che intrattengono con la memoria. Recente libro dello scrittore per ragazzi è PHILIP RIDLEY intitolato Caccia al feroce Iellagel, racconta l’avventura di Milo, in un bizzarro albergo, in cui è accolto da un amica di sua madre e da altri stravaganti personaggi; il piccolo protagonista si isola da tutti, chiudendosi in camera, fino a quando non incontra i ricordi e le storie di cui sono depositari i bizzarri abitanti del luogo; si appassiona a queste vecchie storie e si incuriosisce, chiede sempre più particolari che diventano chiavi per le aprire le porte dell’avventura. Le singole storie dei personaggi finiscono per intrecciarsi con quelle di Milo, dando vita ad un’unica memoria condivisa da tutti i protagonisti: solo così Milo potrà fronteggiare le sue paure; questo romanzo ha un ulteriore connotazione: mostra infatti potenzialità salvifiche del racconto e dell’ascolto attraverso la fascinazione dell’avventura, anche la camera d’albergo può divenire una laguna del Congo. (come un altrove). La memoria è fonte di avventura ma anche di salvezza. 5.L’universo del possibile L’avventura può avere una definizione “classica” e secondo lo studioso Giorgio Simonelli l’avventura classica è un’avventura che appartiene ad un mondo lontano dall’esperienza comune, ma che per un filo è legata all’universo del possibile, rappresentando un’esperienza interamente percorribile con le sole forze umane. Questa definizione ci aiuta a distinguere la narrativa avventurosa da quella di altri generi. Nessuno può dire che Il Signore degli Anelli non sia una grande avventura, ma si distingue dalle avventure di Sandokan o dal Capitano Nemo, perché fa uso di maledizioni, sortilegi, magie che vanno oltre i limiti dell’umano e del plausibile. La pura avventura invece è quella in cui le vicende sono affrontate da uomini che non rinunciano mai alla propria natura umana. Ciò non significa che non sia possibile incontrare mostri o spiriti arcani in un romanzo d’avventure, ma la presenza di tali meraviglie è subordinata alla loro materialità e 6

vulnerabilità. Se l’eroe di un romanzo d’avventura si inoltra in una foresta selvaggia e incontra mostri preistorici, quest’ultimi soccombono davanti all’indomita forza del protagonista e del suo fucile. In un romanzo di avventura è assai facile incontrare un mostro in carne ed ossa, mentre è più difficile incappare in uno spettro. Tuttavia non bisogna essere troppo rigidi poiché accade che un esploratore possa trovarsi ad affrontare un terribile sortilegio opera di uno stregone, per uscire da questa situazione all’esploratore basta usare pugno o il suo fucile, contro il fattucchiere tanto audace; la natura umana svela e distrugge gli arditi e tenebrosi progetti della magia. Un esempio è il racconto di KIPLING intitolato Il marchio della bestia, si narra che un colono inglese in India, passando davanti a un tempio pagano, oltraggia la divinità ivi venerata e perciò viene maledetto da un lebbroso devoto a quel dio oscuro; viene colpito da una forma violenta e ributtante di idrofobia lo salvano due amici che con la forza e la tortura costringono il lebbroso a togliere la maledizione; è una storia di confine, sospesa tra il genere avventuroso e quello fantastico; la maledizione non viene affrontata con un controincantesimo ma con una prova fisica. L’avventura si configura come l’ambito narrativo della concretezza della volontà umana, anche quando sfiora il vasto territorio del sorprendente. Si pensi a Dinotopia: in questi romanzi si raccontano le vicende di un gruppo di naufraghi su un’isola sconosciuta, dove fiorisce una civiltà elegante e multiculturale formata di uomini e dinosauri intelligenti, che hanno imparato a convivere pacificamente; non c’è nulla di metafisico e magico, infatti il fenomeno viene spiegato come il normale risultato di un lungo processo evolutivo. L’isola di Dinotopia è un paradiso concreto frutto di un darwinismo gentile, da Dinotpia è bandita la magia e uno dei pochi cedimenti spiritualistici è verso una specie di religione zen praticata da alcuni dinosauri aspiranti sapienti. 6.Scrittori, libri e avventure Il libro d’avventura che ha narrato la storia di un uomo capace con le sue sole forze di tener testa ad una situazione straordinaria è stato Robinson Crusoe di DEFOE, il protagonista adatta e trasforma l’ambiente in cui la sorte lo ha fatto arrivare, le sue avventure sono intramontabili; il grande successo di questo romanzo è dato forse dal fatto che viene raccontata una vicenda “aurorale” ovvero una storia che ripercorre gradualmente tutti i passaggi della storia umana a partire da quelli più primitivi; è una storia che incoraggia e sostiene; è un’avventura di crescita e come tale è stata percepita dai bambini che hanno fatto propria una storia inizialmente rivolta a un pubblico adulto; la vicenda di Robinson avviene su un’isola e proprio l’isola emerge come potente metafora pedagogica, è un luogo di nascondimento e ritrovamento, è un Altrove remoto e circoscritto in cui mettersi alla

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prova, in cui verificare le proprie potenzialità e le proprie debolezze. Tutti i bambini sognano di avere un’isola cui potersi misurare con se stessi, con i pari, con i propri sogni. VERNE è creatore di imprese audaci al limite dell’incredibile, ma sempre ben ancorate alla realtà e all’universo del possibile, egli mandò i suoi intrepidi cosmonauti sulla Luna a bordo di un proiettile sparato da un cannone. Mentre WELLS è l’autore dei primi veri e propri racconti fantascientifici, faceva ricorso ad astronavi costruite con mirabolanti e improbabili metalli antigravitazionali; Verne fu anticipatore del futuro con i piedi per terra, mentre Wells fece ricorso a espedienti para-scientifici. Il desiderio di conoscere e la volontà di spingersi oltre i limiti son le due tensioni morali che animano i personaggi verneniani più suggestivi. Nei libri di Verne la ragione ha sempre sopravvento sulla superstizione e la paura; i suoi sono romanzi che non nascondo un certo ottimismo verso lo sviluppo scientifico, ma tuttavia lo scrittore in una sua opera Parigi nel XX secolo, mostra la sua sfiducia nei confronti di uno sviluppo tecnologico che rischia di schiacciare la poesia e di uccidere quanto di buono l’umanità è stata capace di creare. MARC TWAIN è un contemporaneo a Verne, elesse a eroi dei suoi racconti avventurosi i ragazzi dei piccoli villaggi americani. Tom Sawyer e Huck Finn, sono icone di un’infanzia viva, concreta e giustamente irrequieta. Le avventure di Tom Sawyer si svolgono poco lontano da casa. Questi due ragazzi si nascondo per giocare ai pirati in un isola che dista tre miglia dal villaggio in cui vivono, diventa un luogo magico, libero e affascinante; una furtiva visita notturna al cimitero fa dei due ragazzi i testimoni di un omicidio, dando luogo a una catena di nuove situazioni emozionati. Viene dunque confermato l’assunto che l’avventura vive nello sguardo, per immaginarsi in un’impresa non basta il coraggio e la voglia di mettersi alla prova; è necessario possedere altresì le capacitò di guardare vedere osservare sia con gli occhi reali che con quelli dell’immaginazione. Se Tom nutre il proprio occhi di fantasticherie e sogni Huck rappresenta lo sguardo disincantato, libero dai pregiudizi, è orfano utopico, rovescia l’immagine dell’orfanezza triste e vincolata, non ha bisogno dell’adulto, ma solo della propria libertà, fa amicizia con Jim, uno schiavo di colore in fuga. La sua libertà fa di lui un personaggio senza inizio e senza fine, perché lontano dai tempi, dagli spazi, e dai regolamenti stabiliti dalle convezioni umane, vuole vivere alla giornata, in uno stato di natura distaccato e semplice.

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EMILIO SALGARI è definito uno scrittore popolare, rilesse e recuperò con successo nei suoi libri i racconti avventurosi e i romanzi storici diffusi tra i lettori della sua epoca, non limitandosi a ripercorre le storie e i topoi altrui, ma offendo di essi una sua personale e originale interpretazione. ...


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