Riassunto La doppia luna PDF

Title Riassunto La doppia luna
Course Psicologia clinica
Institution Università degli Studi di Perugia
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La doppia luna: test dei confini e delle appartenenze familiari L’orizzonte teorico Le radici teoriche del test si riferiscono da un lato alla psicologia sociale, in particolare al modello relazionale-simbolico, dall’altro alla psicologia psicoanalitica, con particolare riferimento al concetto di rappresentazione. Della psicologia sociale viene utilizzata la metafora spaziale per il mondo psichico introdotta da Lewin, mentre il modello relazionale-simbolico mette in risalto come la famiglia sperimenti nel tempo delle transizioni cruciali. Esse possono riguardare eventi attesi o meno; in ogni caso proprio perché c’è un mutamento occorre che i familiari in quanto “corpo” unitario, rivedano le modalità di gestione dello spazio (il tema del confine) e del tempo (il tema del rapporto tra il presente, il passato e il futuro). Con il concetto psicoanalitico di “rappresentazione di famiglia” si intende l’immagine ad un tempo cognitiva ed affettiva del contesto familiare, che ciascun membro della famiglia, si forma a partire dalle prime esperienze di legame (il sé in relazione all’altro) che porta non solo a riconoscere vicinanze e affinità, ma anche a definire confini e gerarchie di rapporto nel mondo familiare. Lungo il suo ciclo di vita la famiglia si trova più volte di fronte al compito di ripensare le reciproche appartenenze. Nelle situazioni familiari complesse, in particolare, la necessità di ridefinire i confini nasce dal problema di trovare una collocazione a chi è distante, o a chi è stato perduto per sempre, oppure a chi è stato presente in una idealizzazione che poi crolla più o meno bruscamente. Si tratta insomma di trovare un significato ad una “mancanza” simbolicamente significativa, ma anche di trovare una collocazione a chi, in qualche modo, “prende il posto” dell’elemento distante o perduto. In queste situazioni accade che il soggetto senta di appartenere contemporaneamente a due o più contesti familiari, creando così un “conflitto di appartenenza”. I temi della mancanza e della perdita, che attraversano la vita di ciascuno, risultano cruciali nella riflessione della psicologia psicoanalitica, da Freud che pone il negativo come fondamento dello sviluppo del pensiero a Winnicott che esplora le diverse “qualità del negativo”. Egli infatti distingue l’esperienza dell’assenza temporanea di qualcuno di cui si aspetta il ritorno; la perdita di qualcuno che si può ricordare e per la cui mancanza si esprimere dolore e nostalgia; l’esperienza traumatica di una perdita che non può essere in alcun modo simbolizzata e che travolge la stessa possibilità di pensare. Da parte sua Green, attraverso l’eloquente metafora dei disegni in negativo dei primitivi, fa intravedere come, nella vita psichica di chi è stato segnato da una carenza non elaborata, rimanga l’impronta di una relazione. Egli sottolinea anche come un significato del termine “negativo” rimandi al concetto di latenza, che si riferisce allo stato di una realtà che, distante o perduta, continua ad esistere nel mondo interno. Elaborare il lutto significa infatti trasformare il legame perduto trascrivendolo in termini simbolici, cioè tenere vive certe qualità dei legami con l’oggetto perduto ed accettare il fatto che una riunione fisica sarà impossibile. Il tema del “negativo” è al centro della riflessione psicoanalitica anche riguardo alla trasmissione di contenuti psichici tra le generazioni. È questo il caso della “trasmissione dell’assente”, che rischia di perpetuare lungo l’asse generazionale un problema irrisolto del passato. In sintesi, se è vero che l’incontro con la dimensione del negativo è inevitabile nella vita di qualsiasi persona, nelle transizioni che comportano perdite significative le modalità attraverso le quali ci si rapporta all’altro assente diventano cruciali non solo per i soggetti che vi sono implicati direttamente, ma anche per le generazioni successive. Il problema di ridisegnare i confini, decidendo “chi sta dentro e chi sta fuori dal sistema familiare” presenta sia aspetti cognitivi sia connotazioni affettive, sia implicazioni etiche influenzando

circolarmente le modalità di funzionamento delle relazioni familiari. Possiamo perciò ipotizzare che in tutte le situazioni in cui, a diversi livelli, si sperimenta una perdita imprevista e significativa sia implicato un “lavoro psichico” da parte di ciascun membro, che contribuirà poi alla costruzione e al mantenimento di relazioni più o meno soddisfacenti tra i familiari. Ciascun soggetto implicato in una trasformazione dei legami familiari è infatti chiamato da un lato ad affrontare un conflitto di lealtà relativo alla propria posizione (il vecchio e il nuovo assetto familiare), dall’altro a riconoscere e ad accettare che la propria posizione possa essere diversa da quella di altri familiari. Quando questo secondo aspetto del compito di coping non è risolto positivamente dai genitori, che facilmente premono perché il figlio si avvicini alla propria posizione, i figli vengono intrappolati in un conflitto molto doloroso. Accade così che la dialettica tra “l’elemento mancante” e “l’elemento sostitutivo” (che ne ha preso il posto) sfoci nell’esperienza conflittuale di sentirli come rivali nella conquista di uno spazio all’interno dei confini familiari. Il lavoro clinico con le famiglie complesse può essere facilitato dall’individuazione di indicatori specifici, quali il rapporto con la dimensione dell’assenza e la ristrutturazione del campo familiare. È proprio alla rilevazione di tali indicatori che mira il test La doppia luna. Esso appartiene alla categoria dei metodi grafici proiettivi e può essere più propriamente definito grafico-costruttivo, in quanto viene richiesto al soggetto o ai soggetti di compiere un’azione (individuale o congiunta). Così da un lato il soggetto può, a livello grafico, lasciare traccia proiettiva della propria rappresentazione dei confini e delle appartenenze familiari; dall’altro può evocare il tema “di chi è assente” e mostrare le proprie modalità di gestire la mancanza. I costrutti presi in esame dal test riguardano dunque la rappresentazione dei confini (interpersonali, generazionali, familiari, intrasistemici e intersistemici) e la relazione con l’elemento assente dalla scena relazionale. A seconda del tema che lo psicologo clinico giudica più rilevante in una data situazione, la lente di analisi degli indicatori del test può essere rivolta con maggiore attenzione all’uno o all’altro dei diversi livelli di confine. Materiale utilizzato Una lavagna con gessi colorati oppure un foglio bianco con pre-disegnato un rettangolo. Il rettangolo più ampio è perciò rappresentato dal bordo stesso del foglio.

Se il disegno è di coppia o congiunto, le persone devono collocarsi nella stessa posizione rispetto al foglio. È prevista la registrazione o la videoregistrazione per poter analizzare con cura il materiale prodotto sia a livello verbale che a livello gestuale e interattivo. Nel disegno congiunto, è inoltre, essenziale poter ricostruire la sequenza di costruzione del disegno. A tale scopo si può chiedere alle persone di numerare in sequenza i propri interventi, oppure registrare la sequenza stessa da parte dell’osservatore durante l’esecuzione.

Somministrazione Il tempo di somministrazione è di circa 15 minuti. Il test può essere somministrato in differenti modi: versione individuale/ congiunta alla coppia, alla fratria o alla famiglia unita; ripetuta dal medesimo soggetto, o dai familiari riuniti, in momenti temporalmente differenti; individuale, ma contemporanea ai familiari, in particolare con le famiglie separate; una doppia versione: ora-futuro, ora-passato, reale-ideale. A volte è utile chiedere a soggetto di eseguire la seconda volta la doppia luna mettendosi nei panni di un familiare, cioè cercando di immaginare come l'altro si rappresenti posizioni reciproche confini familiari. Il confronto in sede congiunta tra disegno attribuito e disegno reale può essere significativo per il dialogo tra i familiari su aree cruciali della relazione. Presentazione delle consegne L’operatore indicando il rettangolo dice “questo rettangolo rappresenta il suo mondo, cioè quello che a lei interessa, le persone per lei più importanti. Lo spazio esterno al rettangolo è tutto ciò che c’è al di fuori di questo mondo.” Le istruzioni prevedono 5 consegne successive: 1. Disegni un simbolo (per esempio un cerchietto) se stesso e si collochi dove vuole.

2. Ora disegni, sempre mediante un simbolo, le persone per lei importanti e le collochi dove vuole. Le persone importanti possono essere in questo momento vicine o lontane, ma sono comunque importanti per lei.

3. Ora racchiuda con uno stesso cerchio le persone che, secondo lei, fanno parte della stessa famiglia. Può disegnare uno o più cerchi, come ritiene più verso per sé.

4. Secondo lei, dove potrebbe essere collocato…? (l’elemento mancante)

5. Se avesse una bacchetta magica, cosa cambierebbe di questo disegno? (c’è qualche persona che non ha segnato e vorrebbe aggiungere? C’è qualche persona che le piacerebbe fosse in un’altra posizione? Chi? Dove vorrebbe collocarla?)

Per il ruolo cruciale del tema della mancanza, la consegna n. 4 può essere soggetta a variazioni. Sarà l’operatore, con la sua sensibilità clinica, a trovare la formulazione più adeguata. Nella somministrazione congiunta, per l’intensità delle emozioni presenti intorno all’area dell’”elemento mancante”, è risultato, per esempio, meno intrusivo invertire la presentazione delle consegne n.4 e n.5. In particolare, per le famiglie adottive è consigliabile far precedere la somministrazione del disegno da domande aperte su che cosa il bambino, o i suoi genitori adottivi,

si ricordano in modo che la domanda sull’elemento mancante risulti il più possibile adeguata. La formulazione in questi casi diventa “c’è qualcosa o qualcuno che ti ricordi, o di cui hai sentito parlare o ti sei immaginato del tuo passato, che vorresti aggiungere in questo disegno? E perché?”. Procedura di analisi del test Valutazione globale: riguarda la prima impressione globale che il disegno suscita, le evidenze grafiche, il rapporto tra vuoto e pieno. Individuare una macrofrase per dare un titolo al disegno può essere un mezzo utile per fissare questa prima impressione. Valutazione elementistica: a) tipologia dei simboli b) grandezza dei simboli utilizzati (omogenea/disomogenea per chi) c) utilizzo dei simboli convenzionali o non convenzionali d) disposizione degli elementi nel foglio e) disposizione degli elementi nel rettangolo f) gli elementi disegnati g) rappresentazione dei confini familiari: quali famigli? Quali componenti di ciascuna famiglia? h) sono presenti nella fase di disegno spontaneo i poli del conflitto? i) è stato possibile chiedere del polo assente? Se si, dove è stato collocato l) spazio del desiderio Analisi dell’interazione durante la somministrazione: a) interazione del soggetto con l’operatore b) interazione dell’operatore con il soggetto Criteri di interpretazione Le modalità che “La doppia luna” mette in evidenza sono molto differenti anche tra soggetto e soggetto della stessa famiglia essendo proiettive della rappresentazione di ciascuno. Presenza di poli del conflitto Il primo indizio di un’elaborazione in atto del problema dell’ambiguità dei confini è la presenza di entrambi i poli familiari nel disegno o nella verbalizzazione. La possibilità di esplicitare la presenza di entrambi i poli, anche solo per denunciare la propria difficoltà a posizionarsi, rappresenta, infatti, un indice positivo della possibilità di “avvicinare” il conflitto. Il contenuto del disegno, cioè la doppia rappresentazione, ci svela poi le modalità con cui viene affrontato il problema. Modalità di doppia rappresentazione Le modalità in cui può comparire la doppia rappresentazione degli elementi antagonisti in rapporto al soggetto sono molteplici. La prima, che è indice di una buona elaborazione del conflitto intrapsichico, è quella dell’insieme intersezione.

Una seconda modalità vede invece il soggetto raddoppiarsi per poter esprimere l’appartenenza a due diverse famiglie.

Una terza modalità che, a seconda del contesto può essere segno di una buona soluzione del conflitto o può rappresentare una negazione degli aspetti conflittuali, è la rappresentazione dei due elementi antagonisti in un unico insieme, anche se questo non rispecchia la realtà esterna.

Una quarta rappresentazione è costituita dallo schieramento del soggetto a favore di una delle due famiglie rappresentate.

La quinta modalità sembra rispondere più chiaramente a manovre di evitamento del conflitto. Il soggetto infatti disegna una famiglia per ogni persona, evitando così di schierarsi apertamente a favore dell’uno o dell’altro polo.

Una soluzione analoga di evitamento del conflitto si trova nell’ultima modalità di doppia rappresentazione: il soggetto dichiara estraneità rispetto a entrambi i poli familiari.

Ma ci sono situazioni in cui il conflitto di lealtà è così ansiogeno che il soggetto non arriva neppure a rappresentare graficamente entrambi gli elementi. Modalità di evitamento del conflitto Il modo più esplicito per evitare il conflitto dovuto all’ambiguità dei confini è la soppressione tout court di almeno uno dei suoi elementi. In questo caso, uno dei due poli del conflitto, o entrambi, non vengono collocati nel disegno. Quando gli elementi del conflitto vengono soppressi, possono comparire elementi neutri che possono essere il frutto di manovre di distorsione, oppure rappresentare figure reali di investimento affettivo. In queste situazioni il soggetto può mettere in atto una resistenza di fronte alla richiesta di collocare l’elemento mancante (consegna n 4). La tonalità emotiva con cui il soggetto aggiunge l’elemento mancante fornisce informazioni preziose per la valutazione della situazione, come l’osservazione della posizione in cui l’elemento mancante viene collocato. Una resistenza alta si manifesta quando il soggetto afferma che l’elemento mancante potrebbe essere collocato in una data posizione, ma di fatto non lo disegna, oppure quando dichiara di non volergli trovare una collocazione. A volte, la resistenza messa in atto attorno all’area dell’elemento mancante sono tali, che diviene impossibile formulare la stessa domanda. La distorsione tra disegno individuale e disegno congiunto Un ulteriore criterio utile per valutare le dinamiche familiari è il confronto tra il disegno eseguito dal soggetto nel contesto individuale e il disegno realizzato dallo stesso soggetto nel successivo

contesto di coppia/familiare. La distorsione del disegno, cioè la modificazione in sede congiunta, può riguardare elementi chiave come il numero di persone disegnate, la sequenza di costruzione del disegno, la configurazione delle famiglie. Si parla di replica quando il disegno individuale viene riprodotto in sede congiunta in modo sostanzialmente simile. Nella versione congiunta sia il grado di distorsione, sia quello di replica ci danno informazioni sulla qualità delle relazioni familiari. la modificazione del disegno individuale può infatti essere letta come distorsione proiettiva, quando le interazioni tra i familiari manifestano un clima positivo, per cui la distorsione operata in sede congiunta sembra avere la finalità di proteggere il rapporto con l’altro ed essere effetto della sensibilità alle relazioni, che si desidera siano salvaguardate. Al contrario, un clima emotivo caratterizzato da freddezza fa ipotizzare che la modificazione del disegno costituisce una distorsione difensiva ed evidenzia una difficoltà nel mostrare esplicitamente di fronte ai familiari la propria rappresentazione di famiglia e i propri vissuti. Analogamente la modalità di replica può essere interpretata come replica libera, quando gli scambi interattivi nell'incontro congiunto erano positivi e la ripetizione del disegno individuale implica la possibilità di una comunicazione aperta tra i familiari sui temi in questione. Diversamente, quando la replica del disegno individuale si verifica In un clima di tensione retta può essere intesa come replica provocatoria o indifferente, segnalando volontà di provocazione o indifferenza nei confronti dell'altro. Un ultimo indicatore della qualità delle relazioni è costituito dalla cosiddetta distorsione della consegna che segnala un’acuta difficoltà familiare ad avvicinare i termini del conflitto....


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