Riassunto libro \"L\'invenzione della terra\" di Franco Farinelli - Geografia - a.a.2017/2018 PDF

Title Riassunto libro \"L\'invenzione della terra\" di Franco Farinelli - Geografia - a.a.2017/2018
Course Geografia
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Riassunto del libro "L'invenzione della terra" di Franco Farinelli...


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L'Invenzione della Terra – F. Farinelli I: Le due forme della Terra Per Dante (Divina Commedia) la Terra è una sfera. Filosofo: Il mondo di Dante è sferico, ma non è ancora come nostro il mondo (infinito). Il mondo di Dante non è neanche il mondo capovolto cui tante descrizioni medievali ci hanno abituato: “dove fontane buttano vino” (Boccaccio). Il mondo di Dante è un mondo dove le dimensioni restano 3: un universo dove la Terra è ferma e piatta, apparendo il contrario di quella che dal punto di vista astronomico si sa che è e dovrebbe continuare a restare: NON più rotonda, NON più in movimento, ma IMMOBILE. Storico della scienza (Agostino): Ricorda una verità indiscutibile: prima di Colombo la Terra non era pensata ferma e piatta. L’idea che la scoperta dell’America abbia comportato quelle della ‘sfericità’ della terra, non è per niente vero: SAPEVANO DA SEMPRE CHE LA TERRA ERA ROTONDA, anche ai tempi di Dante. → Nuovo intervento del filosofo: non aveva mai inteso affermare che Dante ignorasse che la Terra fosse sferica. Dante adoperava un doppio punto di vista: sapeva che la Terra era sferica, ma nel suo poema adoperava un punto di vista in base al quale la Terra era piatta (PROSPETTIVA “ECOLOGICA”: prospettiva in base alla quale noi tutti ci comportiamo nella vita di ogni giorno). Geografo: lo storico e il filosofo hanno allo stesso tempo ragione e torto: ha ragione storico perché è stato proprio C. Colombo a ridurre la Terra a una distesa da percorrere più velocemente possibile attraverso sistema di linee rette. Ha ridotto il mondo a un’estensione che si regge su tre proprietà: la CONTINUITÀ, l’OMOGENEITÀ e l’ISOTROPISMO. Ma ,ha ragione anche filosofo distinguendo tra concezione ideale (terra sferica) e punto di vista ordinario-quotidiano. II: Il logos è la tavola La creazione non avviene dal nulla, ma esistono già delle masse dotate di estensione (la terra informe, l’abisso delle acque, le tenebre) La Creazione si appoggia su qualcosa ( Aristotele: “ Non esiste cambiamento senza che esista luogo”.) Luogo: Lo Spirito Divino si sposta da un ambito all'altro nel suo viaggio cosmogonico: dall’indeterminatezza a crescente formalizzazione. Con il luogo, ci sono anche gli altri elementi: Sopra, Sotto, Estensione (che definiscono gli altri elementi: terra, acqua...). La terra= elemento secco e arido. Terra= quando diventa “l'asciutto”, una superficie. Dio capisce che tutto ciò che crea è buono (“la luce è buona”), che l'atto della separazione e il suo risultato, la sua LOGICA è buona. La prima separazione è quella tra la Terra e cielo, poi spetta alle acque, che si raccolgono e si concentrano in modo tale che si formino i mari: la terra diventa Terra (“luogo dell’educazione dell'umanità” K.Ritter). Capiamo quindi che “Terra è la copia del Cielo” (Corpus Ermeticum): la Terra è la copia del cielo poiché la matrice è la stessa e la matrice è la distesa tabulare, ciò che fin dall’inizio esiste. Nel testo, Nomos della Terra, di Carl Schmidt si preoccupa di spiegare l’origine del diritto internazionale e fa riferimento ai fenomeni di localizzazione e ordinamento, la strutturazione degli elementi della Terra. Anche Giovanni nel suo Vangelo: “in principio vi era il logos”. Il logos ha due significati: 1. Ragione verbale , com’è consuetudine tradurre; 2. “leghein” ciò che ordina, raccoglie, seleziona. Dalla sua versione latina: “Legione”, cioè qualcosa di ordinato, ma anche “Elegante”. Al logos i greci contrapponevano un’altra forma di sapere: “ episteme” = mettere sopra. E l’invenzione della Terra procede alla stessa maniera. Essa inizia quando sopra il logos si dispone la forma della terra. III: Il mantello del cielo e la linea dell'orizzonte

Nell’Enuma Elis (racconto creazione Babilonia, 2000a.C) si narra l’esistenza della materia primordiale: ACQUA, fin dall'inizio distinto e separato in acqua salata (Tiamat) e acqua dolce (Apsu). Ambedue avevano preso origine da Mammu, nebbia vaporosa. Dallo SCONTRO tra acqua dolce e salata, nascono quattro Dei, e quando gli dei diventano grandi è allora che nasce l’orizzonte. Per i Babilonesi le linee di orizzonte sono il luogo dove Ashar e Cashar si trovano, mettendo in comunicazione e separando la terra dal cielo. Da Ashar nasce Anu, dio del cielo vuoto, che mette al mondo Ea, dio delle acque dolci. Ea, uccide Apsu (significa abisso) –>costruisce un tempio sull'abisso –> abisso diventa = assenza di misura. Marduk (figlio Ea) sarà ultimo architetto della Creazione, uccide Tamiat (dimostrando che chi comanda non è chi è nato prima ). Con le due metà del corpo di Tamiat: con la parte superiore crea cielo, poi abbassa giù la sbarra (rapporto semantico 'baral'?) e crea un fermo alle acque. Dal vapore dal corpo = nuvole. Comprime testa – dagli occhi = fiumi Tigri ed Eufrate. -> Da abisso d'acqua, il corpo smisurato di Tamiat si trasforma in Terra. La linea d’orizzonte, dunque, SEPARA e UNISCE il cielo e la Terra, e il suo compito è di avvicinare le 2 concezioni del mondo diverse : quella per cui il mondo si compone di processi e relazioni e quella per cui esso si compone invece di cose. Mettere in discussione l'orizzonte = rivoluzione -> l’orizzonte nella modernità, acquista un altro valore: serve a definire la linea d’incontro tra quel che c’è e quel che ancora non c’è. IV: Il sergente Polifemo Ulisse si salva con dire solo una parola (nome falso)? NO. L’astuzia di Ulisse consiste nell'invenzione dello spazio. Il canto IX dell'Odissea è una descrizione del mondo alla rovescia. Per Ulisse, Polifemo rappresenta il massimo della diversità: oltre che per la sua grandezza, Polifemo beve latte e derivati, al contrario dei greci che si cibano di carne e vino. Rovescio dell'ospitalità: mentre i Greci prima rifocillavano i forestieri e dopo chiedevano chi fossero e da dove venissero, Polifemo fa il contrario, gli interroga sin da subito per poi afferrarli, sbatterli a terra e maciullarli per meglio divorarli. Tronco d'ulivo = vero protagonista della storia. Perché? Perché è il più storto. Risalta l'atto di discendere la tecnologia: storto, i compagni di Ulisse, lo trasformano nel contrario -> linea retta (dal campo del naturale, il ramo passa a quello del non naturale, dell’artificiale). Così parte l'attacco a Polifemo, definito anche uomo-montagna : qualcosa d’indefinito e indeterminato -> Polifemo da dove prende i massi che scaglia dietro Ulisse, se non da se stesso poiché uomo e montagna? -> Polifemo, nello scontro, perde il proprio carattere amorfo, entrando nel campo dell’organico. IL PROBLEMA DI ULISSE: RIDURRE A MISURA ciò che APPARE SMISURATO (POLIFEMO). La condizione essenziale per il senso del racconto = occhio CIRCOLARE (“ciclope” non centra con la quantità d'occhi, solo con la circolarità dell’occhio). Dopo l'attacco, Polifemo chiama in soccorso gli altri Ciclopi, i quali non arrivano per il famoso trucco del falso nome che Ulisse gli ha fornito. PROBLEMA: USCIRE DALLA GROTTA. -> ASTUZIA CHE ASSSICURA LA SALVEZZA: gli uomini si nascondono sotto pancia dei montoni –> Il capo del gregge, l’Ariete sotto il quale Ulisse si è legato, comunica a Polifemo (uscendo per ultimo) che gli uomini stanno scappando, ma Polifemo non capisce il suo linguaggio (Ludwig Wittgenstein: non capirebbero lo stesso perché non apparteniamo allo stesso mondo). Ma perché Polifemo non si accorge d nulla? Perché Polifemo abita il mondo, noi lo spazio. -> Il mondo è fatto solo di rapporti di forza Non è l’impossibilità fisica che impedisce a Polifemo di trovare Ulisse. Semplicemente Polifemo non trova Ulisse perché pensa toccare il ventre dell’animale sia un gesto inutile (ragiona in modo gerarchico – pancia non può contraddire il dorso, che è il livello superiore). -> Logica della gerarchia del mondo.

V: L'invenzione dello spazio L'avventura di Polifemo è l'unica in cui Ulisse ha corso il rischio di perdere autorità sui propri uomini. Mentre si stavano allontanando dall’isola, Ulisse non può fare a meno di rivelare con orgoglio la sua vera identità (gridando nome) e rivelando, di conseguenza, la loro posizione in mare. Polifemo, allora, lancia un masso che cade a prua della barca -> Si ritrovano di nuovo a riva. Ulisse grida un’altra volta il suo nome e Polifemo scaglia un altro masso(che cade a poppa della nave), ma perché lo lancia? Ulisse si rende conto che prima volta aveva scelto il momento del grido valutando la relazione tra la propria GOLA e le ORECCHIE di Polifemo. (rapporto tra due funzioni corporee) La seconda volta, Ulisse si lascia guidare dagli OCCHI (vista) e dalla MENTE: raddoppia la distanza di prima, calcolata empiricamente, grazie alla sua capacità di astrazione. È questa l'invenzione dello spazio, che presuppone non soltanto una distanza e una metrica, ma anche uno standard ,qualcosa cioè che valga comunque e dovunque e che il criterio del raddoppio ( x2 la distanza) introduce . ->Lo standard, applicato alla faccia della Terra, si chiama spazio. La nostra cultura assegna ad Anassimandro (610 a.C., Mileto) la prima rapp. geografica del mondo. Anche dopo morte Anassimandro, a Mileto si continuò a pensare che la Terra, per reggersi nel cielo, avesse bisogno di un supporto solido e fisso. (COSMOGONIA: racconto sulle origini della Terra). Per Talete, maestro Anassimandro, la Terra si reggeva su un cuscino d'acqua. Anassimandro fu il primo a passare dalla COSMOGONIA alla COMOLOGIA: descrisse una figura con il suo modello geometrico. Anassimandro non fu ricordato per la sua teoria (erronea) che la Terra fosse ferma perché era al centro dell’universo, il quale è circolare e si compone di forze che, uguali e contrarie tre di loro, definiscono un punto, che è in SSOLUTO EQUILIBRIO. Proprio in questo punto è situata la Terra. Egli fu invece ricordato per la sua prima rapp. Geografica. VI: Il mantello della Terra Ferecide (VI secolo a.C.) racconta le “prime nozze del mondo” narrando sul mantello della Terra. A quel tempo gli unici esseri viventi erano tre: il Cielo, la Terra e Oceano. La Terra allora non si chiamava ancora Gè(che ride, che splende),ma si chiamava ancora Ctòn(sotterraneo, oscuro, profondo). Nelle nozze tra Ctòn (Terra) e Giove (cielo), l’Oceano è il sacerdote. Ctòn, la sposa, si presenta velata e quando essa si toglie il velo, Giove le mette sulle spalle il mantello che ha ricamato. In quest’attimo di nudità di Ctòn, per i Greci era possibile afferrare la verità. RITO: Ctòn, con il rito del matrimonio, aggiunge un altro nome al suo Gè(Gaia). Il mantello che ricopre Ctòn, raffigura i fiumi, i laghi, le montagne. Nell’istante in cui Ctòn rimane scoperta, non possiamo conoscere nulla perché in quel momento Terra e Cielo non si possono distinguere. Le cose vere (le vere montagne, i veri laghi) sono sotto il mantello e appartengono al corpo CTONICO della Terra. Noi vediamo un’immagine di ciò che esiste, e crediamo di vedere ciò che esiste: quel che possiamo vedere e conoscere, non è la cosa ma l’IMMAGINE DELLA COSA. Anassimandro, è chi più conosce di tutto ciò = a lui dobbiamo l'invenzione della Terra così come ancora adesso riusciamo a pensarla. Egli fu il primo che disegnò su una tavola la Terra, l’Ecumene (Terra abitata e conosciuta). Nel realizzare la sua scultura, egli avrebbe fatto qualcosa che gli uomini non avevano la potestà di fare: 1. rappresentare il mondo dall'alto, come solo gli Dei potevano fare. 2. ridurre la natura a uno schema.

Questo modello “disegnato” non si sa materiale, ma era un HARDWARE (evoca che la Terra sia piatta e ferma, mantello (stoffa morbida) no). In questo modello: 1. orizzonte 2. modello circolare (Grecia centro) – modello geometrico ispirato all'assemblea. VII: Salomè Nella storia di Salomè è importante: il meccanismo del funzionamento del mondo e il suo controllo, cioè il POTERE. Non sappiamo se esiste Salomè, né se si chiamava così (Nei Vangeli di Marco e Matteo non è dato nome), sarà Flavio Giuseppe ad affermare che Salomè è la figlia Erodiade. I protagonisti della storia sono Erodiade e Giovanni Battista (non presenti in scena). Giovanni è in prigione poiché Erode lo teme poiché ha il potere di “dar nome alle cose”. Il potere del Battista è quello del linguaggio, del LOGOS, inteso come parola o verbo. A volere il potere non è Salomè, ma la madre. La danza di Salomè è una danza importante perché non perde equilibrio e il Re le offre qualsiasi cosa, purché non smetta di ballare. –> Salomè chiede consiglio alla madre: “testa Battista su vassoio”. (Renè Girard sottolinea la metafora della madre: Erodiade si esprime, con la figlia, in un linguaggio naturale. Chiedendo la testa del Battista, sta chiedendo a Erode di mettere a morte Giovanni. La figlia, non comprende la logica della madre e prende alla lettera ciò che le viene detto). Vassoio/piatto, comparendo nella storia, diventa l’assoluto protagonista = funge da SUPPORTO per la testa (Terra). La scissione della testa comporta la lacerazione della fonte di potere del Battista, la GOLA. SIGNIFICATO DELLA STORIA: sostituzione del logos del linguaggio (gola) con quello della tavola (piatto) pinax. -> Storia di Salomè= storia di Anassimandro, con la difficoltà che Salomè sacrifica Battista, Anassimandro sacrifica il corpo vivente della Terra. VIII: La Terra è una testa “La Terra è una testa” -Tolomeo. Ultimo dei sapienti greci, rivelò alla cultura occidentale il segreto di trasformare il globo in una mappa . Fu Tolomeo il primo a produrre mappe sofisticate a rendere l’impressione visiva della curvatura terrestre, grazie alla tecnica matematica e ai calcoli astronomici. Tolomeo inventa anche le proiezioni (che lui chiama “modi di conoscenza”). Il termine moderno “proiezioni” inventato da traduttori Quattrocenteschi, proviene da ALCHIMIA, l'arte di trasformare le cose (mutazione del GLOBBO in una MAPPA). Tolomeo, inoltre, stabilisce un sistema di coordinate (sistema di distanze calcolate rispetto all’Equatore e a un meridiano convenzionale). Riduce, inoltre, la faccia della Terra a punti geometrici –> fu Tolomeo, insomma, l’inventore del RETICOLO GEOGRAFICO (globo tradotto in spazio). Tolomeo è il geografo della modernità poiché primo a descrivere la Terra in termini spaziali. Egli fu anche ‘geografo' di Colombo: l’opera di Tolomeo forniva il principio che consentiva procedere non solo da sinistra verso destra (via terra) ma anche da destra verso sinistra, via mare. Kant: “Costringere natura a rispondere domande ”, secondo Kant la conoscenza è risultato di un processo, ma che dipende di uno schizzo, un modello. Anassimandro aveva ridotto la Terra a un “cadavere”, e poi Kant riconosce la necessità di farlo. Nella modernità: mappa = copia del territorio. Nella post-modernità :mappa precede territorio. IX: Di chi è l’uovo? Giorno 25 del Diario di bordo del 1º viaggio di Colombo: Tutte le persone a bordo avvistano terra (allucinazione collettiva)perché hanno sostituito alla terra l’immagine cartografia della carta geografica di Toscanelli. Ma la carta di Colombo veramente di Toscanelli?

1. Per gli storici spagnoli: rapporto Colombo – Toscanelli propiziato da Martinez (per altri si tratta di un falso allestito dai portoghesi, allo scopo di prendere parte del merito della coperta). 2. Per altri, è invenzione di Bartolomè de Las Casas (ultimo ad avere in mano in diario di Colombo). Indipendentemente della carta, la carta non corrispondeva con la realtà, i marinai non trovavano le isole che segnalava la carta. Quell'avvistamento accade perché tutti sono convinti di avvistare la terra in quel punto, soltanto perché a dirlo è la carta. Riguardo all’episodio passato dell’uovo di Colombo: Colombo non schiacciò mai un uovo per mostrare la forma della Terra (sapevano già che la Terra fosse rotonda). Il merito di Colombo non è quello di aver mostrato la rotondità della Terra, ma di averla ridotta a un enorme mappa, a una serie di innumerevoli spazi (“spazio” per Tolomeo e Colombo = intervallo tra nodi). -> SENSO: non bisogna prestare attenzione all’uovo, ma sul tavolo che lo regge. L’impresa di Colombo si risolse, appunto, nella trasformazione dell’uovo terrestre in un’estensione piatta, come i tavoli. Giorgio Vasari nelle sue “ Vite” riporta che fu F. Brunelleschi (il quale apprese la geometria da Toscanelli) a schiacciare un uovo per far capire come intendeva far reggere su se stessa la cupola del duomo di Santa Maria del Fiore. L’opera di Toscanelli (1397-1482),attraversa l’intero Quattrocento fiorentino, senza lasciare di sé nessuna testimonianza scritta, se non che doveva essere sicuramente la sintesi di tutto il suo( di Toscanelli) sapere (astrologo, matematico, medico, cosmografo ,filosofo e commerciante di spezie). Il sapere, insomma, di un umanista, teorico e allo stesso tempo molto pratico. Venezia l'ultima a lasciare primato della cartografia, con il veneziano Vincenzo Coronelli, che parte per le grandi capitali. X: Perché il Rinascimento si chiama così Il modello più potente dell'epoca moderna è prospettiva lineare (“fiorentina”) = meccanismo per la percezione e la costruzione del mondo (usata da Toscanelli, Brunelleschi e Colombo) in base alla quale crediamo che le dimensioni degli oggetti dipendano dalla distanza dell’osservatore. Ma NON è così, ci crediamo solo perché siamo moderni, perché ci sono stati un secolo e una città a inventare questo modello. Anche gli antichi avevano una la loro prospettiva, ma sapevano che la dimensione degli oggetti non dipendeva solo da distanza ma anche da angolo visivo, in quanto la retina dell’occhio è curva. È a Firenze nel Quattrocento quando cambia la maniera di vedere il mondo rispetto a quella degli antichi: s’iniziano a vedere le cose come sono, a guardare mondo da punto di vista spaziale (prospettiva lineare). Emblema Leon Battista Alberti: occhio con ali (“cosa diventa ora il mondo”...che occhio si dissocia dal corpo). Storici dell'arte: la prospettiva lineare è la copia della proiezione di Tolomeo. L’unica differenza è che la proiezione di Tolomeo lavora in verticale, la prospettiva moderna in orizzontale. Evidenza di questa discendenza è riposta nelle date: Iacopo Angelo traduce la “Geografia” di Tolomeo. Brunelleschi si occupa di costruire la prima architettura secondo il principio prospettico moderno: Il Portico dell'Ospedale degli Innocenti, luogo dove la differenza tra quelli che sono giovani e quelli che non lo sono più, risalta in maniera sorprendente. Il Portico, per la prima volta nella storia: la vista afferma il contrario di quello che dice il tatto: Sotto punto preciso del Portico (siamo ancora dentro mondo classico) tutto funziona “a dovere”, tutte le rette del pavimento sono parallele; ma sul fondo del portico, in corrispondenza del punto di fuga che si trova davanti all’osservatore, le stesse linee appaiono curve (infinite),come se entrassero dentro la finestra e finirebbero per toccarsi. -> finestra o “cassa continua” (punto di fuga) in funzione fino al 1875: s’infilavano i trovatelli, gli “innocenti”. ->VERTICE DELLA PROSPETTIVA: SEGNAVA IL PASSAGGIO DA UNA CONDIZIONE ALL’ALTRA -> Rinascita del neonato = RINASCIMENTO.

XI: Terra, Spazio, Territorio Cosa rende possibile metamorfosi dei neonati? Secondo Leon Battista Alberti dietro il punto di fuga c'è il vuoto, l’infinito. Anche la prospettiva, da un lato implica l'infinito (solo dopo '700), dall'altro lato implica la matrice di un progetto, in senso politico l'esistente. Quindi prospettiva (e punto di fuga) è la trasformazione del finito attraverso l'infinito (contraddizione nella metamorfosi che la rende possibile). Nelle Storie del Vasari racconta l'accoglienza del David di Michelangelo nel 1504. Il giudizio di Pier Soderini (magistrato del Comune)verte sulla grandezza del naso del David –> Michelangelo ,raccogliendo un po’ di polvere rimasta, fa finta di modificare il naso del David. Michelangelo compie coscienza della contraddizione della modernità: Soderini non si rende conto che il naso è uguale a prima. Per questo racconto ci sono due significati: 1. Perché le statue di Michelangelo erano grandi e diverse? Perché si poteva girare intorno 360º . si trattava di opere che erano concepite per essere circondate dallo spazio vuoto e infinito (piazza). 2. Evidenzia il rapporto tra modello artistico – pratica economica e politica (costruzione del territorio). Nel `400 a Genova, nasce il capitalismo finanziario moderno: trarre vantaggio dalle differenze di valore relative alla moneta corrente. Nel 1447 fu appro...


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