Riassunto - Libro \'\'Storia contemporanea. Il Novecento\'\' - Sabbatucci; Vidotto PDF

Title Riassunto - Libro \'\'Storia contemporanea. Il Novecento\'\' - Sabbatucci; Vidotto
Course Storia Contemporanea
Institution Università degli Studi di Salerno
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Warning: TT: undefined function: 32Storia Contemporanea – Il NovecentoDi Sabatucci – VidottoCAPITOLO 1. LA PRIMA GUERRA MONDIALE1 Dall’attentato di Sarajevo alla guerra europeaIl 28 giugno 1914 uno studente bosniaco uccide a colpi di pistola l’arciduca ed erede al trono d’Austria e sua moglie mentre...


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Storia Contemporanea – Il Novecento Di Sabatucci – Vidotto

CAPITOLO 1. LA PRIMA GUERRA MONDIALE 1.1 Dall’attentato di Sarajevo alla guerra europea Il 28 giugno 1914 uno studente bosniaco uccide a colpi di pistola l’arciduca ed erede al trono d’Austria e sua moglie mentre attraversavano in un’auto scoperta Sarajevo. L’attentatore faceva parte di un gruppo irredentista che godeva di una certa tolleranza nel paese. La reazione dell’Austria fu subito molto dura e un attentato di matrice anarchica, come ce ne erano stati molti in Europa, fece precipitare gli eventi. È la piccola storia che riesce a cambiare il corso della grande storia. 1. Situazione europea: le tensioni erano palpabili nel secondo decennio del ‘900. Le maggiori potenze si contrapponevano in due blocchi: Austria e Germania da una parte, Francia, Inghilterra e Russia dall’altra. Queste premesse, però, non necessariamente sarebbero sfociate in un conflitto senza l’attentato di Sarajevo. 2. Austria: l’Austria il 23 luglio invia un durissimo ultimatum alla Serbia che viene accettato solo in parte perché la Russia da subito si schiera al fianco del suo alleato nei Balcani. In particolare la Serbia rifiuta la collaborazione di funzionari austriaci nelle indagini. Il 28 luglio l’Austria dichiara guerra alla Serbia 3. 29 luglio: la Russia comincia la mobilitazione delle sue forze armate 4. Germania: la Germania intima la Russia a sospendere ogni operazione militare con un ultimatum inviato il 31 luglio. La Russia non risponde e la Germania dichiara guerra il 1 agosto. La Francia, legata alla Russia, mobilita le proprie forze militari e la Germania risponde il 3 agosto con una dichiarazione di guerra La Germania, con il suo appoggio incondizionato all’Austria, fa dunque precipitare gli eventi. Il suo intervento così deciso si spiega per una serie di ragioni: 1. Complesso di accerchiamento: la Germania si sente accerchiata dalle altre forze europee che le impediscono le ambizioni internazionali 2. Piano Schlieffen: la Germania è convinta di poter risolvere il conflitto in poche settimane. In particolare il piano messo a punto dal capo di stato maggiore prevede un primo massiccio attacco contro la Francia che andava messa fuori combattimento. Successivamente si potevano concentrare le forze sul fronte orientale dove la Russia era più forte ma anche più lenta della Francia. Il piano si basava sull’invasione della neutralità del Belgio. Una mossa a sorpresa che avrebbe permesso all’esercito tedesco di penetrare a fondo nel territorio francese. 2

3. L’invasione del Belgio: questa mossa, però, sollevò l’opinione pubblica europea, soprattutto quella inglese. Anche la Gran Bretagna decide di entrare in guerra perché non poteva permettere che la Germania avesse uno sbocco vicino alla Manica. Ma non solo la Germania sottovalutò la portata degli eventi in quei giorni. In particolare la classe politica favorì la partecipazione degli eserciti nazionali al conflitto, convinta che in questo modo si potevano soffocare i conflitti sociali rafforzando il potere stesso. Anche i socialisti tedeschi, francesi ed inglesi appoggiarono le posizioni interventiste, venendo meno agli ideali della Seconda Internazionale che di fatto cessò di esistere con i suoi ideali di fratellanza tra i proletari di tutto il mondo. 1.2 Dalla guerra di movimento alla guerra di usura Grazie alla leva obbligatoria e alle accresciute possibilità di mezzi di trasporto consentirono agli eserciti belligeranti di poter schierare un numero di uomini impressionante. Erano anche eserciti meglio equipaggiati rispetto quello precedenti 1. Nuove armi: tutti disponevano di fucili a ripetizione e di mitragliatrici automatiche 2. Vecchie strategie: nonostante i progressi militari nessuno stato maggiore aveva cambiato le proprie strategie che erano di fatto uguali a quelle dell’800, ovvero una guerra di movimento basata sull’ingente spostamento di uomini in pochi sconti decisivi. E tutti erano convinti che si sarebbe trattata di una guerra dalla durata di poche settimane. Nei primi mesi di conflitto la Germania ottenne una serie di vittorie: 1. Marna: nelle ultime settimane di agosto le truppe del Reich penetrarono a fondo in Francia arrivando fino al fiume Marna, a pochi chilometri da Parigi. Il 6 settembre, però, i francesi lanciarono un attacco a sorpresa e dopo una settimana di combattimenti l’esercito tedesco fu costretto ad arretrare vanificando gli iniziali successi 2. Tannenberg e Laghi Masuri: sono le due principali battaglie sul fronte orientale dove i tedeschi riuscirono a respingere gli attacchi russi.

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In breve tempo la guerra da movimento divenne una guerra di usura. Ovunque i fronti erano praticamente immobili. Intanto molte potenze minori decidono di entrare in guerra (Giappone contro la Germania, Turchia contro Francia, Russia ed Inghilterra, Italia) e si combattono battaglie anche in Medio Oriente, Africa ed Oceania. È una guerra veramente mondiale. 1.3 l’Italia dalla neutralità all’intervento L’Italia entra in guerra nel maggio del 1915. Il conflitto era già iniziato da 10 mesi e il paese si schiera con Francia, Russia ed Inghilterra. 1. neutralità: con lo scoppio della guerra il governo Salandra aveva votato la neutralità anche perché l’Austria aveva dichiarato guerra senza avvertire l’alleato italiano. Tutte le forze politiche sono concordi con questa scelta iniziale. 2. Interventismo: quando comincia a farsi largo l’idea di entrare in guerra contro l’Austria anche per cercare di completare il processo Risorgimentale annettendo Trento e Trieste si forma anche una linea interventista traversale: a. Sinistra democratica: favorevoli ad una guerra che riequilibrasse la politica internazionale e i rapporti sociali all’interno dei paesi b. Nazionalisti: favorevoli all’entrata in guerra per iniziare un processo imperiale in Italia c. Conservatori: più prudente l’interventismo di personaggi come Salandra e Sonnino che avevano nel Corriere della Sera di Albertini un forte portavoce. Una mancata partecipazione dell’Italia ne avrebbe compromesso il prestigio internazionale senza dimenticare che una vittoria avrebbe portato non pochi benefici al paese d. Mussolini: mentre il Psi, fedele ai propri ideali, si dichiara contrario alla guerra, il direttore dell’Avanti dopo aver condotto sul proprio giornale una campagna a favore della neutralità decide di cambiare schieramento. Espulso dal Psi fonda Il Popolo d’Italia nel novembre del 1914. Subito vengono sollevati dubbi, soprattutto dall’Avanti, sui veri finanziatori del giornale che ha dietro di sé la grande industria (Fiat, Edison, Cantieri Ansaldo) e soprattutto Filippo Naldi, uomo chiave della storia segreta del giornalismo italiano e molto abile a racimolare fondi. Il giornale più che una espressione del partito socialista è un organo personale di Mussolini. Le vendite procedono bene fino al 1915 quando il quotidiano perde molti inserzioni pubblicitarie. Il Popolo d’Italia sopravvive grazie al finanziamento dei partiti socialisti francese e belga.

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e. Studenti, piccola e media borghesia, intellettuali (Prezzolini, Gentile, Salvemini, Einaudi, D’Annunzio): si schierano con gli interventisti 3. Neutralisti: neutrali sono i conservatori vicino a Giolitti, che considerava l’Italia non pronta ad una guerra lunga e logorante, ed il mondo cattolico con papa Benedetto XV su tutti. In parlamento i neutralisti sono in netta maggioranza ma il fronte interventista era più che mai unito sia contro l’Austria che contro la politica di Giolitti. Si avvertiva nel paese la necessità di un cambiamento. Nell’autunno nel 1914 Salandra e Sonnino cominciano le trattative segrete con l’Intesa, pur trattando contemporaneamente con Austria e Germania per avere alcune concessioni territoriali. 1. Patto di Londra: il 26 aprile 1915 col solo avallo del re e senza consultare il Parlamento, Salandra e Sonnino firmano questa alleanza con Inghilterra, Francia e Russia. Le clausole prevedono in caso di vittoria l’annessione all’Italia di Trentino, sud Tirolo, Venezia Giulia, Istria e parte della Dalmazia. 2. Scontro in Parlamento: la maggioranza neutralisti si strinse attorno Giolitti. Salandra è costretto alle dimissioni ma ormai la maggioranza neutralista del parlamento era scavalcata. Da una parte il re che rifiuta le dimissioni di Salandra e dall’altra una serie di manifestazioni di piazza spingono la Camera a votare in favore dell’intervento. Il 20 maggio la Camera vota, il 23 viene dichiarata guerra all’Austria. Solo i socialisti si oppongono. 3. Conseguenze politiche: questi eventi rendono evidenti alcune cose: a. La maggior parte della popolazione era estranea ai fermenti patriottici b. Il parlamento era svuotato del suo potere c. Il parlamento poteva essere influenzato da nuovi metodi di lotta

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1.4 La grande strage (1915 – 1916) Al momento dell’entrata in guerra era diffusa l’opinione che il conflitto si sarebbe risolto in poco tempo. Una rapida campagna sarebbe bastata a sconfiggere le forze dell’Intesa. Ma le cose non andarono così: 1. Isonzo: sul fronte orientale le forze austriache, inferiori di numero, indietreggiarono lungo il fiume Isonzo e sulle alture del Carso, posizioni difensive più facili da mantenere. Gli uomini comandati da Cadorna sferrarono nel 1915 quattro sanguinose offensive che si risolsero in un nulla di fatto. 2. Verdun: all’inizio del 1916 i tedeschi sferrano un massiccio attacco nei pressi di Verdun con l’obiettivo di dissanguare le forze francesi. La battaglia, durata quattro mesi, portò ad un numero spropositato di vittime sia tra i francesi che tra i tedeschi. Intervengono anche gli inglesi che sul fiume Somme sferrano una controffensiva che si trasforma in una nuova battaglia di logoramento 3. Strafexpedition: nel giugno del 1916 gli austriaci tentato di penetrare dal Trentino nella pianura veneta spezzando in due l’esercito italiano. Gli italiani, colti di sorpresa, riescono a respingere l’offensiva nei pressi di Asiago. Ma il contraccolpo psicologico è forte. Salandra è costretto alle dimissioni. Il nuovo primo ministro è Boselli che regge un esecutivo con tutte le forze politiche tranne i socialisti. 4. Fronte orientale: qui si conseguono i più importanti successi militari per la Germania. Nell’estate del 1915 i Russi vengono scacciati dalla Polonia e un contingente britannico sbarcato in Turchia viene spazzato via. I autunno l’Austria attacca la Serbia. Nel giugno del 1916 la Russia attacca l’Austria approfittando della guerra in Italia. Anche la Romania si schiera con la Russia ma in ottobre gli austro-tedeschi contrattaccano e la Romania subisce la stessa sorte della Serbia. 5. Jutland: gli inglesi avevano imposto un blocca navale nel Mare del Nord. Per forzarlo la Germania attacca con la sua flotta nei pressi della penisola dello Jutland. Le perdite però sono ingenti ed alla fine si rinuncia a successive battaglie in mare aperto.

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1.5 La guerra nelle trincee In due anni e mezzo di guerra la situazione era pressoché simile a quella del 1914, ad inizio conflitto. La stasi era causata dal fatto che le vecchie strategie militari, la rottura ad ogni costo del fronte nemico, cozzava con le nuove armi che di fatto trasformavano in una carneficina ogni attacco di questo tipo. La vera protagonista della guerra diventa la trincea: 1. Trincea: è la più rudimentale delle forme di difesa. È una buca che mette al riparo i soldati dai proiettili nemici. Concepite inizialmente come rifugi provvisori diventano la sede permanente dei reparti di prima linea 2. Vita nelle trincee: la vita è monotona e rischiosa. Le pessime condizioni igieniche getta nello sconforto fisico e mentale i soldati. Si usciva dalle trincee solo per pericolose esplorazioni notturne e per gli attacchi spesso praticamente suicidi 3. Assalto: di norma gli assalti avvenivano alle prime ore del mattino, ed erano preceduti da un inteso tiro di artiglieria, il fuoco di preparazione. È un fuoco che dovrebbe scompigliare le difese dei nemici ma in realtà finiva per diventare un avvertimento per il nemico. I soldati che simultaneamente fuoriescono dalle trincee sono esposti al fuoco dei nemici e prima di arrivare alla trincee avversaria devono attraversare un percorso da ostacoli molto rischioso. 4. Conseguenze: pochi mesi nelle trincee bastarono a fiaccare il fisico e la mente dei soldati. I militari semplici continuavano a combattere per un senso di solidarietà verso il collega ed i capi militari e la guerra era vista come un flagello da sopportare. Non mancano episodi di ammutinamento, soprattutto individuali, e di automutilazione. 1.6 La nuova tecnologia militare La prima guerra mondiale è anche l’utilizzo sistematico e massiccio di nuovi strumenti bellici resi possibili dai progressi della scienza: 1. Armi chimiche: utilizzate per la prima volta dai tedeschi nel 1915 furono presto adottate dagli altri eserciti. Erano per lo più gas asfissianti la cui micidiale potenza venne annullata con l’utilizzo delle maschere antigas. 2. Telecomunicazioni e mezzi motorizzati: la radiofonia rende possibile le comunicazioni anche a grandi distanze e l’utilizzo di mezzi motorizzati facilita la spostamento delle truppe anche sulle grandi distanze.

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3. Aviazione: comincia una massiccia produzione di aerei che però risultano ancora inaffidabili durante le azioni di guerra. Sono usati soprattutto come ricognizione 4. Carro armato: i primi mezzi blindati possono andare solo su strada. Quando i cingoli sostituiscono le ruote cominciano ad essere utilizzati anche in guerra. Sono soprattutto gli inglesi, a partire dal 1916, ad utilizzarli con discreto successo. 5. Sottomarino: utilizzato soprattutto dai tedeschi per attaccare sia le navi nemiche che le navi mercantili. Un suo uso indiscriminato viene limitato dopo l’affondamento di una nave commerciale americana. 1.7 La mobilitazione totale e il fronte interno Anche la popolazione civile, in diversi modi, è stata coinvolta nel conflitto: 1. 2. 3. 4.

Popolazioni nei pressi del fronte Popolazioni che si trovano nei territori di nuova occupazione Persone all’estero che con lo scoppio della guerra sono considerate nemici Minoranze etniche con aspirazioni indipendentiste che vengono spesso accusate di essere alleate con il nemico. Esemplare è il caso degli armeni che nel 1915, durante il conflitto tra Turchia e Russia, vengono deportati in massa causando la morte di quasi un milione di armeni.

La guerra produce anche una serie di cambiamenti all’interno dei paesi belligeranti: 1. Economia: il settore industriale è chiamato ad alimentare la macchina bellica. Le industrie interessate alle forniture belliche, come quelle siderurgiche, meccaniche e chimiche, conobbero un forte sviluppo. Il principale committente era lo Stato che badava più ai tempi di consegna che non ai costi dei prodotti. Interi settori industriali passarono sotto il controllo dei governi che distribuivano le materie prime a seconda delle necessità prima di tutto belliche 2. Agricoltura: anche questo settore passò spesso sotto il controllo statale con prezzi controllati e razionamenti come in Germania 3. Burocrazia: ovunque i governi belligeranti aumentarono la macchina burocratica per far fronte a tutte le emergenze. 4. Militari: in un periodo di guerra lo stato maggiore ha un potere enorme che finisce anche per condizionare la politica.

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5. Propaganda: comincia a rivolgersi non solo alle truppe ma anche alla popolazione civile. Ecco allora manifesti murali, manifestazioni di solidarietà verso i combattenti, nascita di comitati per condizionare l’opinione pubblica. 6. Partiti socialisti: si organizzano in due conferenze in Svizzera nel 1915 e nel 1916. Sono due conferenze internazionali che si concludono con l’approvazione di un documento che riafferma la condanna ferma della guerra. Ma il fronte socialista non è così compatto. Da una parte abbiamo i pacifisti riformisti e dall’altra i gruppi radicali come la Lega di Spartaco della Luxemburg e soprattutto i Bolscevichi di Lenin ch sostengono che il movimento operaio deve approfittare della guerra per dare una spallata decisiva ai regimi capitalistici.

1.8 La svolta del 1917 Il 1917 è considerato un anno di svolta per il futuro del primo conflitto mondiale. Una serie di eventi cambiano il corso della storia: 1. Russia: nel marzo del 1917 uno sciopero operaio scuote la capitale russa. Questo sciopero si trasforma presto in una protesta contro il regime zarista. La situazione precipita quando i soldati chiamati a ristabilire l’ordine non sparano ed anzi fraternizzano con la folla. Lo zar abdica il 15 marzo e poco dopo viene arrestato con tutta la famiglia reale. È l’inizio della dissoluzione dell’esercito: molti reparti non riconoscono i nuovi organi governativi e molti soldati semplici ritornano alle loro terre per partecipare alla spartizione dei terreni. Una offensiva lanciata in Galizia si trasforma in un completo fallimento. La Russia abbandona così la guerra. La Germania penetra nel suo territorio ed una volta raggiunti gli obiettivi decide di abbandonare il fronte orientale. 2. Stati Uniti: il 6 aprile 1917 gli Stati Uniti decidono di entrare in guerra contro la Germania che ai primi di febbraio aveva ripreso una serie di azioni sottomarine indiscriminate. 3. Intesa: i mesi tra l’abbandono della Russia e la preparazione alla guerra degli Stati Uniti sono i più difficili. Ovunque ci sono manifestazioni, scioperi ed ammutinamenti.

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1.9 l’Italia e il disastro di Caporetto Il 1917 è un anno difficile anche per l’Italia. Cadorna ordina una serie di offensive sull’Isonzo con risultati modesti e grandi perdite. I soldati, come la popolazione civile, mostra segni di scontento. 1. Torino – agosto 1917: qui si verifica l’unica insurrezione civile vera e propria. Si protesta contro la mancanza di pane e il tutto assume le fattezze di una vera e propria insurrezione 2. Caporetto: il 24 ottobre 1917 l’Austria attacca le linee italiane che vengono sfondate nei pressi di Caporetto. Gli attaccanti invadono il Friuli utilizzando la tattica dell’infiltrazione: penetrare senza curarsi di consolidare le posizioni raggiunte. L’avanzata dura due settimane e si ferma lungo il Piave dove gli italiani riescono ad organizzare la propria difesa. Cadorna incolpa i soldati di essersi arresi senza combattere. In realtà la rottura presso Caporetto è stata causata soprattutto da errori dei comandi superiori che si sono lasciati sorprendere. 3. Dopo Caporetto: il comando viene assunto da Armando Diaz e paradossalmente la sconfitta divenne una molla per l’esercito italiano. L’arretramento sul Piave aveva ridotto il fronte che adesso è più controllabile. L’Austria viene vista da tutti come una forza invasore e ciò aumenta i sentimenti patriottici. I nuovi comandi militari appaiono più attenti alle esigenze dei soldati ed anche il nuovo governo di Vittorio Emanuele Orlando appare più coeso anche grazie all’apporto del Psi di Turati. I soldati al fronte sono sottoposti ad una vasta azione di propaganda e la guerra diventa una guerra democratica.

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1.10 Rivoluzione o guerra democratica? Tra il 6 e il 7 novembre 1917 (fine ottobre secondo il calendario russo) una insurrezione bolscevica rovescia il governo provvisorio nominando un governo rivoluzionario guidato da Lenin. Per prima cosa il nuovo governo decide di abbandonare la guerra accettando una pace senza annessioni e indennità. 1. Pace di Brest-Litovsk: il 3 marzo 1918 Russia e Germania firmano la pace in questa cittadina vicino la Polonia. Il paese di Lenin è costretto ad accettare una serie di condizioni imposte dai tedeschi tra le quali la perdita di un quarto dei territori europei 2. Wooodrow Wilson: il presidente americano si fa portavoce di una politica che vede nella guerra un modo per fermare le violazioni, soprattutto marine dei tedeschi, ripristinando la sovranità dei popoli. Nel gennaio del 1918 propone un programma in quattordici punti che vanno dalla riduzione degli armamenti all’abolizione della diplomazia segreta. Ci sono anche proposte più concrete come la restituzione alla Francia dell’Alsazia-Lorena e l’istituzione della Società delle Nazioni ovvero un organismo sovrannazionale con il compito di garantire la...


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