Riassunto Maria Montessori PDF

Title Riassunto Maria Montessori
Author Federica Perticone
Course Pedagogia Generale E Sociale
Institution Università degli Studi di Enna Kore
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Riassunto Maria Montessori...


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RIASSUNTO DI PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE LIBRO: I SAPERI DELL'EDUCAZIONE CAPITOLO:4 AUTORE: MARIA MONTESSORI LA VITA DI MARIA MONTESSORI Maria Montessori nasce a Chiaravalle, in provincia di Ancona nel 1870 e tre anni dopo si trasferisce con la famiglia a Roma, neo capitale d'Italia. Maria Montessori subì nel suo percorso di vita l'influenza del geologo milanese Antonio Stoppani, fratello della madre; si appassiona dunque alle materie matematiche e scientifiche. Questa passione per le materie scientifiche la porta alla scelta di iscriversi al liceo tecnico per poi decidere di iscriversi alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università di Roma contro la volontà dei suoi genitori. Nonostante le difficoltà che Maria Montessori incontrò nel suo percorso universitario (a partire dal fatto che la sua decisione di frequentare la facoltà di medicina era malvista dal corpo accademico), riuscì nel 1896 a con seguire la laurea in medicina e chirurgia diventando il primo medico donna. Nel 1897 riesce a diventare assistente di una clinica psichiatrica dove inizia ad occuparsi di bambini con disabilità mentale. In quegli anni la scienza prevedeva l'uso di test valutativi: 1. Il test di Briet-Simon per la misurazione dell'intelligenza; 2. Il test dell'udito e della vista per la valutazione delle capacità sensoriali; 3. Il test sulla motricità. Questi test erano altamente penalizzanti per i bambini in quanto non si cercava una soluzione per migliorare i risultati raggiunti dai bambini testati. Maria Montessori iniziando ad occuparsi di bambini anormali, inizia a studiare Itard e Séguin che ella considerava come in fondatori della pedagogia moderna in quanto erano stati i primi che, anziché creare materiale strutturato, si preoccupavano di modificare alcuni aspetti della personalità del soggetto interessato. Maria Montessori, nella clinica psichiatrica trasforma i test in materiale strutturato e la ricerca scientifica in procedure educative di sviluppo per poi dare vita alla prima CASA DEI BAMBINI. Maria Montessori muore in Olanda, esattamente a Nordwijk nel 1952. IL CONTESTO Maria Montessori vive in un periodo caratterizzato dal regime fascista. Mussolini, forte di un ampio consenso da parte dei vari ceti sociali, instaurò una dittatura personale consolidata da un grande uso della propaganda, eliminando gli oppositori e dando vita ad una dura repressione nei confronti dei sindacati e dei regimi antifascisti. Il regime fascista fu anche facilitato dalla neutralità della chiesa cattolica con la quale Mussolini, nel 1929, firmò i Patti Lateranensi che riconoscevano l'autorità del papa sul territorio dello Stato del Vaticano. Per assicurarsi il consenso da parte degli insegnanti, Mussolini si usò del Ministero della Pubblica Istruzione facendo in modo che l'appartenenza al regime fascista fosse un prerequisito per l'insegnamento in modo tale da avvicinare i bambini all'ideologia fascista. In cambio, promosse numerose iniziative per allargare il diritto agli studi, fece costruire nuove strutture scolastiche e creare asili per le madri lavoratrici. Da un punto di vista economico, a partire dal 1934 si avviò una politica anarchica, basata cioè sull'autosufficienza della produzione italiana agricola vennero bonificate le paludi e si costruirono degli argini. In questi anni sorsero anche delle infrastrutture che portarono alla modernizzazione del Paese. Nel 1935, Mussolini diede avvio ad una politica d'espansione coloniale partendo dall'attacco all'Etiopia. Questa azione fu punita con una ammenda da parte della Società delle Nazioni che era stata istituita dopo la prima guerra mondiale. L'Italia fu isolata dal resto dell'Europa e il duce si avvicinò alla Germania firmando con Hitler nel 1936 l'asse ROMA-BERLINO e nel 1938 all'attuazione delle

leggi razziali nei confronti degli Ebrei e successivamente, nel 1940, all'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Contemporaneamente, tra il 1936 e il 1939, i fascisti appoggiano i franchisti nella guerra civile spagnola. IL PENSIERO PEDAGOGICO UNA SCUOLA NUOVA RIVELATRICE DEL BAMBINO SEGRETO Nella clinica psichiatrica in cui Maria Montessori lavorò con i bambini con disabilità mentale, bastò creare un ambiente adeguato al loro movimento e alla loro azione, dotarli di materiale didattico ed ecco che da bambini “anormali” dediti al gioco e alla fantasia, diventarono bambini normali, seri, concentrati e laboriosi come si può ben notare dal fatto che all'esame, i bambini della dottoressa Montessori, raggiunsero lo stesso risultato dei bambini cosiddetti “normali”. Secondo la Montessori partendo dall'osservazione e dunque dalla profonda conoscenza del bambino, si deve essere in grado di rinnovare profondamente la direzione scientifica. Quando parla di “Pedagogia Scientifica”, Maria Montessori non parla di Pedagogia positivista e quindi della ricerca laboratoriale da applicare in seguito alla scuola, bensì di una pedagogia nata ancor prima del positivismo con Itard e Séguin i quali furono i primi a trasformare i test di misurazione laboratoriale in materiale didattico volto allo sviluppo dei bambini. Itard fu il primo a tentare una metodica educazionale riuscendo a far udire i sordi e che successivamente, avendo avuto per ben otto anni in cura un fanciullo idiota noto come il selvaggio di Aveyron, data i loro eccellenti risultati, estese i metodi utilizzati per l'udito anche agli altri sensi restituendo la piena dignità e vita sociale ad un individuo lontano dalla società. Altro contributo importante fu dato da Séguin che si occupò di centinaia di bambini deficienti presi dal manicomio di Parigi riuscendo a fargli assimilare un'educazione mentale e artistica per permettere il loro reinserimento nella società. Dal punto di vista della Montessori, questo è molto più importante dei test di valutazione psicologica in quanto i mezzi scientifici diventano mezzi educativi andando a modificare anche la pedagogia. NON SOLO OSSERVARE MA TRASFORMARE Maria Montessori trasformò attraverso la trasformazione dei test psicologici a materiale didattico, l'approccio ai disabili mentali che da medico diventa adesso pedagogico. I test valutativi infatti, si preoccupavano soltanto di misurare la capacità dei bambini senza però provare a cambiare alcuni tratti della loro personalità per fare in modo che riescano a superare i loro limiti. Nel suo libro “La scoperta del bambino” pubblicato a Milano dalla casa editrice Garzanti nel 1950, Maria Montessori spiega che, lavorando con bambini idioti, si rese conto che l'educazione scientifica non può basarsi soltanto sull'osservazione e dunque sullo studio e la misurazione delle capacità del soggetto che si vuole educare ma deve anche essere in grado di trasformare i risultati ottenuti come avevano già fatto Itard e Séguin e come lei stessa aveva avuto modo di sperimentare lavorando con bambini che erano stati espulsi dalla scuola statale perché reputati incapaci di apprendere la giusta educazione, arrivando a fargli raggiungere risultati al pari dei bambini normali. Pertanto l'educazione scientifica deve occuparsi di modificare e migliorare il bambino. Vale a dire, non solo osservare ma trasformare fino a dare origine ad una nuova educazione e a nuovi metodi didattici. IL SELVAGGIO DI AVEYRON Nel 1797 nei boschi di Tarn, nella Francia Meridionale, appare un ragazzo di circa 12 anni con i capelli lunghi, magro, sporco e nudo. Tentano di bloccarlo ma il ragazzo scappa. Lo stesso episodio si ripete per altre due volte. Riescono a catturarlo soltanto nel 1800 e a portarlo a Parigi dove il suo caso diventa un opportunità di studio dell'uomo che vive a contatto con la natura, per poi affidarlo alle cure di Jean Itard, uno scienziato che gli dà il nome di Victor e inizia ad educarlo utilizzando materiali per lo sviluppo sensoriale da lui sperimentati al fine di valutarne la loro efficacia. Sul caso

di Victor si scrissero numerosi articoli e si svilupparono vari dibattiti. Inoltre diede modo di sperimentare il rapporto natura-cultura e allo stesso modo di capire l'efficacia del “MITO DEL BUON FANCIULLO” di Rousseau secondo il quale l'uomo che vive a contatto con la natura, prima di essere influenzato negativamente dalla società, è un uomo felice e buono. Il caso di Victor sembra però smentire tale teoria. Parliamo infatti di un ragazzo schivo, chiuso in sé stesso e infelice in quanto non riesce a comunicare e dunque a relazionarsi con gli altri. Il ragazzo viene quindi definito come ritardato mentale. Si apre a questo punto un altro dibattito tra chi crede che il ragazzo sia un ritardato cronico e quindi incapace di migliorare le sue capacità e chi crede che sia solo un ragazzo sfortunato che avendo vissuto da solo non ha avuto un normale sviluppo. Del secondo gruppo fa parte Itard che crede che il ragazzo possa raggiungere grandi obiettivi se educato con opportuni strumenti educativi. Pertanto chiede alle autorità competenti di poter gestire a tempo pieno il ragazzo inserendolo in un programma di rieducazione che consisteva nel fargli svolgere esercizi sensoriali per la maggior parte della giornata. Grazie al programma rieducativo il ragazzo inizia prima ad accettare i vestiti e successivamente a comporre le prime parole. Successivamente impara a vestirsi da solo, a tenersi ordinato e pulito, ad apparecchiare la tavola e altre piccole mansioni ma non riesce a parlare, ad esprimere le sue emozioni e a dimostrare il suo affetto nei confronti delle persone che si prendono cura di lui. Ad un certo punto i suoi progressi si arrestano. Viene così affidato a Madame Guarin, una governante che si prenderà cura di lui per i successivi 17 anni, ovvero fino alla sua morte avvenuta nel 1828. Victor non disse mai una parola per tanto si arrivò alla conclusione che potesse essere sordomuto. Il caso del ragazzo selvaggio crea scalpore nella sua epoca e in quelle successive tant'è che nel villaggio in cui si era lasciato catturare, gli fu fatta una statua. La sua storia fu oggetto di uno scritto di Itard, del film “L'enfant sauvage”. Di lui parla anche l'antropologo Sergio Moravia nel suo libro “Il selvaggio dell'Aveyron” pubblicato nel 1972. L'ALUNNO AUTENTICO Maria Montessori sostiene fermamente che il bambino non va osservato in laboratorio e neppure in famiglia o a scuola perché in questi due ambienti, la libertà del bambino è preclusa da continui divieti. L'alunno autentico è un bambino libero di esprimere la sua creatività in un ambiente adatto alle sue esigenze e al suo costante bisogno di movimento. L'ambiente scolastico tradizionale, limita tale libertà in quanto non presenta spazi adatti al bambino. Pertanto, non è la scienza a rinnovare la scuola, bensì il rinnovamento della vita scolastica che pone le premesse per una nuova educazione in funzione della libertà del bambino. La nuova pedagogia deve essere una pedagogia di normalizzazione, di liberazione che sia in grado di svelare il bambino segreto. Possiamo dunque affermare che il metodo precede la psicopedagogia montessoriana. L'AMBIENTE SCOLASTICO CHE LIBERA IL BAMBINO SEGRETO Secondo la Montessori l'ambiente scolastico e i materiali didattici devono essere sviluppati in funzione della libertà del bambino. Solo osservandolo in un ambiente favorevole alle sue capacità, l'educatrice può realmente comprendere qual è la vera caratteristica del bambino. Quando si parla di libertà si intende parlare di un ambiente libero da ogni ostacolo che possa influenzare il suo sviluppo. Pertanto, il primo passo da fare è quello di scegliere un ambiente adatto all'azione del bambino con scopi ben precisi da raggiungere. La Montessori afferma che nella casa dei bambini ci sono oggetti pratici della vita quotidiana che i bambini possono usare. Tutto è a misura di bambino: i lavabi dove i bambini possono lavare le manine da soli, scope adatte ai bambini per spazzare per terra, e ancora telai che servono ai bambini per imparare a legare le scarpe, ad abbottonare, ecc.. tutte queste azioni hanno una difficoltà sempre un po' più alta, per cui serve molta pazienza. Pertanto, tali esercizi di vita pratica quotidiana, oltre ad insegnare ai bambini le varie attività domestiche, aumentano la loro pazienza. Oltre agli oggetti che mirano all'insegnamento delle attività pratiche, ci sono anche gli oggetti che vengono usati per favorire l'apprendimento del

soggetto in questione. Questi oggetti, per distinguerli dagli oggetti di vita pratica, vengono chiamati materiali di sviluppo. Quando parliamo di ambiente, si intende lo spazio e i materiali con i quali il bambino può interagire a seconda delle sue esigenze e dei suoi desideri del momento. Il compito della maestra è quello di orientarlo inizialmente nella scelta dei materiali facendone comprendere l'uso per poi lasciarlo libero nella scelta dei materiali e nella modalità di lavoro. I bambini, avendo diversi desideri, non litigano per un oggetto, al contrario, interagiscono tra di loro con gioia. L'ambiente dunque, oltre che dei materiali, si compone anche dell'educatore e dei bambini. Il compito dell'educatore è quello di integrare lo spirito “aspro” dello scienziato e quello mistico. La natura rivela i suoi segreti all'uomo di scienza. IL PROFILO PSICOLOGICO DEL BAMBINO SEGRETO Maria Montessori ha modo di consolidare la sua pedagogia nei due anni di insegnamento nella casa dei bambini di Roma. La dottoressa dà molta importanza al profilo psicologico del bambino che si determina grazie alla sua osservazione. La cosa importante per far sì che si riveli la vera natura dell'infanzia è quella di creare un ambiente adatto al bambino e alle sue esigenze. È così che il bambino, da soggetto vivace e dedito al gioco e alla fantasia, diventa un bambino laborioso, capace di apprendere lettura e scrittura già in età prescolare. Per permettere che ciò avvenga, è però necessario che il bambino sia liberato dalle influenze negative degli adulti e faccia uscire il proprio sé. La natura dell'infanzia è la necessità della libera creatività. Solo adeguando l'ambiente all'attuazione della creatività si può comprendere il profilo psicologico segreto del bambino. Pertanto, l'innovazione che pone Maria Montessori al centro della pedagogia del Novecento è il cambiamento della visione della scuola dell'infanzia che non è più soltanto luogo di custodia ma diventa un istituzione riservata all'educazione della prima infanzia. LA CASA DEI BAMBINI, LABORATORIO DIDATTICO DELLA PEDAGOGIA MONTESSORIANA I motivi della nascita della prima Casa dei Bambini sita in via Dei Marsi a Roma, sono due: il primo è che la Montessori, è convinta che il suo materiale educativo, che nella clinica psichiatrica aveva dato ottimi risultati con i bambini affetti da disabilità sensoriale, poteva essere esteso anche ai bambini che non avevano nessun tipo di disabilità che potevano in un ambiente a loro favorevole, esprimere sé stessi. Il secondo motivo, riguarda l'ambiente esterno alla scuola. I bambini erano alla loro prima esperienza educativa: pertanto erano ritenuti un ottimo campione di sperimentazione. Nel suo libro “La scoperta del bambino”, Maria Montessori ci racconta che nel 1906 fu chiamata ad occuparsi della direzione di nuove case infantili. Ci troviamo con esattezza, nel quartiere San Lorenzo a Roma dove circa 30.000 persone vivevano in condizioni altamente disagiate: era un quartiere dominato dalla presenza di ex carcerati, prostitute, ecc.. che vivevano in case popolari non rifinite. L'obiettivo era quello di creare in ogni casa popolare una scuola per i bambini. Da qui, il nome “Casa dei Bambini”. La prima ad essere aperta fu quella di via dei Marsi 53 nella quale furono riuniti una cinquantina di bambini, la cui direzione fu affidata a Maria Montessori. La stessa, afferma che erano dei bambini selvaggi. Non a livello del selvaggio di Aveyron cresciuto nei boschi tra gli animali feroci, ma cresciuti in mezzo a gente perduta ai confini con la società. Dopo la casa dei bambini, non sono più stati raggiunti risultati così grandi. I bambini ospitati nelle case dei bambini del quartiere di San Lorenzo, erano figli di genitori poveri e analfabeti pertanto quello che veniva fatto a scuola non veniva contestato. Si venne a creare inoltre un ambiente sereno tra gli abitanti del quartiere. Oltre ad essere stata posta come laboratorio di psicologia, nonostante la maestra non fosse una vera insegnante, la casa dei bambini diede grandi risultati anche dal punto di vista dell'apprendimento, quali ad esempio la comparsa spontanea di lettura e scrittura. Dati i grandi risultati, la casa dei bambini divenne un attrattiva: iniziò nel quartiere di San Lorenzo un andirivieni di sovrani, ministri e così via. Arrivava gente persino dagli Stati Uniti per visitare la casa dei bambini. Pertanto le case dei bambini furono create in tutto il mondo.

L'EMBRIONE SPIRITUALE E IL SUO SVILUPPO L'EMBRIONE SPIRITUALE Uno dei tratti più significativi del pensiero montessoriano è la definizione del bambino come embrione spirituale. Si tratta di una analogia tra lo sviluppo biologico e lo sviluppo psichico. Come la cellula può determinare alcune caratteristiche del bambino, allo stesso modo il bambino, nonostante i suoi fattori biologici è creatore di sé stesso e perciò originale e irripetibile. Si può quindi affermare che l'embrione spirituale rappresenta l'energia vitale del bambino. Quest'ultimo quindi è creatore di sé stesso indipendentemente dai fattori ambientali. L'embrione spirituale arriva al suo massimo sviluppo grazie a delle forze interne integrate con i materiali esterni. Si può dunque affermare che la Montessori non punta soltanto alla liberazione della creatività del bambino, bensì ad una sua precoce educazione che possa offrirgli gli stimoli necessari allo sviluppo psichico. Per Maria Montessori, l'educazione prescolastica è dettata dalla conoscenza scientifica della psicologia. Pertanto è necessario che i vari periodi di sviluppo non vadano trascurati. LA MENTE ASSORBENTE Il principio regolatore dell'attività dell'embrione spirituale e attraversa le sue NEBULE e i suoi PERIODI SENSITIVI (Rispettivamente la forma e i ritmi dello sviluppo), è l'assorbimento inconscio dei dati che il bambino raccoglie nel suo ambiente. La definizione di “MENTE ASSORBENTE” coniata dalla Montessori fa riferimento al fatto che lo sviluppo del bambino non è uguale allo sviluppo dell'adulto in quanto quest'ultimo è in grado di veicolare la sua mente per apprendere coscientemente ciò che vuole. Al contrario, la mente di un bambino assorbe tutto ciò che lo circonda ma pur sempre ubbidendo alla sua creatività. Si può dunque affermare che l'embrione spirituale si fa individualità in quanto fa suoi il linguaggio, i costumi e altre caratteristiche etiche e sociali caratteristiche del suo ambiente. L'AMBIENTE E IL METODO DALLA MENTE ASSORBENTE ALLA MENTE MATEMATICA Il metodo montessoriano relativo all'educazione prescolastica poggia su tre principi base: 1. la casa deve essere costruita a misura di bambino; 2. il materiale scientifico; 3. l'umiltà della maestra. Parlando di mente assorbente abbiamo parlato della formazione che va da 0 a 3 anni. Dai tre ai sei anni invece, periodo relativo all'educazione prescolastica, inizia una seconda fase di sviluppo che consente al bambino di riorganizzare gli apprendimenti precedenti. La mente assorbente quindi, si lascia sostituire dalla mente cosciente. Proprio nel periodo relativo all'educazione prescolastica e al passaggio da mente assorbente a mente cosciente la Montessori introduce il suo materiale scientifico che offre al bambino la capacità di organizzare le sue nozioni in maniera logica. A questo punto, si introduce la mente matematica e si definiscono i materiali didattici sensoriali come astrazioni materializzate allo scopo di mediare l'apprendimento del bambino. L'educazione montessoriana diventa dunque una vera e propria scuola dell'infanzia con i propri metodi e i propri esercizi sensoriali di sviluppo svolti analiticamente ed esercizi di vita pratica. DEVIAZIONI E PROCESSI DI NORMALIZZAZIONE La scuola montessoriana si pone come clinica didattica capace di rivelare all'educatore la natura più profonda della psicologia infantile. Secondo la dottoressa Montessori infatti, chi arriva a scuola in età prescolare ha subito una deformazione o un arresto dello sviluppo del suo embrione spirituale a

causa dei divieti imposti dagli adulti. Le inibizioni i...


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