Riassunto satire Giovenale PDF

Title Riassunto satire Giovenale
Course Letteratura latina
Institution Università degli Studi di Milano
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Riassunto satire Giovenale...


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RIASSUNTO CONTENUTO SATIRE DI GIOVENALE Satira 1 (Le ragioni della satira, l’indignatio di Giovenale): La satira ha carattere proemiale, in cui il poeta afferma che il genere satirico soddisfa pienamente le sue ambizioni e che vi è stato indotto per indignazione contro il malcostume e la corruzione della società dilaganti a Roma. Giovenale critica la letteratura contemporanea basata sulle recitationes, che ripropongono sempre i soliti temi mitologici lontani dalla realtà: per questo motivo dice di voler scendere nel campo di Orazio e Lucilio. Nel corso della satira, Giovenale racconta di come nella società romana a dominare sia il vizio, e di come tutti sono disposti a utilizzare qualsiasi mezzo per arricchirsi. Giovenale fornisce, quindi, una serie di esempi viziosi tra cui si ricordano, ad esempio: il barbiere che sfida i patrizi in ricchezza; lo schiavo che si pavoneggia con gioielli a lui non adatti e i cacciatori di testamenti. Giovenale sottolinea anche come la brama di ricchezza ha mutato i rapporti sociali: i patroni sonno sempre più smaniosi di lusso e sempre più avari, mentre i clienti si umiliano ad essi per ottenere la sportula quotidiana. Persino i nobili e i benestanti, attratti dalla sete di ulteriore ricchezza, arrivano a chiedere la sportula ai patroni, sottraendola ai poveri che la necessitano per sopravvivere. Infine, sapendo che la violenza delle sue satire potrebbe nuocergli, egli dichiara infine di rivolgere le sue satire contro personaggi "che sono sepolti lungo le strade Flaminia e Latina", ossia contro i morti, per non subire ritorsioni da parte dei contemporanei. Satira 5 (La vita del cliente, umiliazioni e arroganza): La satira descrive le condizioni umilianti cui sono costretti i clientes per guadagnarsi il compenso, mortificati da patroni ricchi e arroganti, soprattutto durante i banchetti. La satira si configura come un dialogo indirizzato al cliente Trebio che, una volta tanto, invece di dover fare la fila per la sportula è stato invitato a cena dal suo patrono Virrone, il quale ha preferito invitare un cliente piuttosto che sfigurare lasciando vuoto un posto nella sua mensa. Viene poi messa in evidenza la differenza fra il cibo scadente che viene servito al cliente (vino pessimo, pane duro, pesce scadente) e quello pregiato che viene consumato dal padrone di casa e dagli ospiti di riguardo (vino ricercato, pane morbido, aragosta). Al cliente non è nemmeno permesso dare opinioni sul servizio, e i raffinati schiavi del patrono (al cliente è destinato un magro africano) lo guardano di traverso: viene detto che se solo un dio donasse al cliente la rendita di un cavaliere, tutto cambierebbe. Giovenale afferma come, in realtà, il patrono invita a cena il cliente destinandogli questo pessimo trattamento solo per godersi lo spettacolo delle sue sofferenze. Secondo Giovenale, quindi, per il cliente è meglio vivere di elemosine che sottoporsi alle umiliazioni dei patroni. Satira 12 (Per il ritorno di un amico, contro i cacciatoti di eredità): Giovenale narra a Corvino il naufragio a cui è scampato il suo amico Catullo, padre di tre figli, e il sacrificio che sta offrendo agli dei (della Triade Capitolina: Giove, Giunone e Minerva) come ringraziamento per la salvezza insperata dell'amico. Giovenale specifica che il suo sacrificio è realizzato per amicizia e senza che vi sia nessun interesse personale in ciò, e non come i cacciatori di eredità, la cui amicizia nei confronti dei vecchi senza eredi non è disinteressata. Nessuno conosce più il sentimento dell'amicizia e tutto si fa per interesse: Giovenale afferma che se c'è una ricca eredità in ballo, qualcuno potrebbe persino arrivare a sacrificare elefanti e vite umane, come quella di una figlia, come nel caso di Ifigenia. Giovenale fornisce un dettagliato racconto del naufragio di Catullo: egli era stato sorpreso da un'improvvisa tempesta, mentre portava un ricco carico di merci; per evitare il naufragio della nave, Catullo decise di gettare in acqua le sue merci preziose e di tagliare l'albero della nave, riuscendo infine a rientrare nel porto a nord di Ostia....


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