RICERCA SU PLUTONE come è fatto, c\'è vita si o no? PDF

Title RICERCA SU PLUTONE come è fatto, c\'è vita si o no?
Course Scienze
Institution Scuola Normale Superiore di Pisa
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Summary

RICERCA e riassunto su alcuni degli aspetti di Plutone, un pianeta magnifico e tutto da scoprire, cosa c'è al di là della Terra, spazio e molto di più...


Description

PLUTONE DA VICINO RICERCA Plutone è un pianeta nano orbitante nella parte esterna del sistema solare, nella fascia di Kuiper. Scoperto da Clyde Tombaugh nel 1930, è stato considerato per 76 anni il nono pianeta del sistema solare. Il suo status di pianeta venne messo in discussione dal 1992, in seguito all'individuazione di diversi oggetti di dimensioni simili nella fascia di Kuiper; la scoperta di Eris nel 2005, un pianeta nano del disco diffuso che è il 27% più massiccio di Plutone, ha portato infine l'Unione Astronomica Internazionale a riconsiderare, dopo un acceso dibattito, la definizione di pianeta, e a riclassificare così Plutone come pianeta nano l'anno successivo.[7] Come corpo celeste del sistema solare, Plutone è il sedicesimo per grandezza e il diciassettesimo per massa, ed è per diametro il più grande dei pianeti nani e degli oggetti transnettuniani conosciuti (in ambedue le categorie è superato come massa da Eris). Presenta massa e dimensioni inferiori a quelle dei maggiori satelliti naturali del sistema solare: i satelliti medicei di Giove, Titano, Tritone e la Luna. Confrontato con quest'ultima, la sua massa è pari solo ad un sesto e il suo volume ad un terzo. Come gli altri oggetti della fascia di Kuiper, Plutone è principalmente costituito da ghiaccio e roccia.[8] La sua orbita è piuttosto eccentrica e inclinata rispetto al piano dell'eclittica, mentre la sua distanza dal Sole varia da 30 a 49 UA. Periodicamente Plutone, durante il suo perielio, viene a trovarsi più vicino al Sole di Nettuno, tuttavia essendo in risonanza orbitale 2:3 con esso, non gli si avvicina mai a meno di 17 UA.[9] Plutone ha cinque lune conosciute: Caronte (la più grande, con un diametro che è poco più della metà del suo), Stige, Notte, Cerbero e Idra. Plutone e Caronte vengono considerati un sistema binario o un pianeta doppio, poiché il baricentro del sistema giace al di fuori di entrambi.[10] Il 14 luglio 2015, la sonda New Horizons è diventata la prima navicella spaziale a sorvolare Plutone, effettuando misure e osservazioni dettagliate del pianeta nano e delle sue lune. Nel settembre 2016, gli astronomi hanno annunciato che la calotta bruno-rossastra che ricopre il polo nord di Caronte è composta da toline, macromolecole organiche che possono essere ingredienti per la vita, e che, rilasciate dall'atmosfera di Plutone, precipitano su Caronte a 19 000 km di distanza. Si è alzato il sipario sul versante ancora sconosciuto di Plutone, grazie ad una tecnica ingegnosa che ha permesso di ricavarne il ritratto dai dati della sonda New Horizons della Nasa. L’immagine e l’analisi degli studiosi sono stati illustrati nell’articolo “The Dark Side of Pluto”, pubblicato di recente su The Planetary Science Journal; la ricerca è stata coordinata dal National Optical Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson (Arizona). New Horizons, che ha fatto visita a Plutone il 14 luglio 2015, ha avuto l’opportunità di scattare alcune immagini del suo ‘dark side’ mentre lo stava oltrepassando. In quel momento, la sonda era in grado di vedere l’emisfero meridionale del pianeta nano, che – per larga parte – stava entrando nella sua lunga stagione invernale; l’oscurità di tale periodo

può ricordare il buio invernale delle aree terrestri situate all’estremo nord o sud, ma con la differenza che su Plutone ogni stagione ha una durata pari a 62 anni della Terra. Per un caso fortuito, una zona dell’emisfero meridionale del pianeta nano era rischiarata dalla tenue luce solare riflessa dalla superficie ghiacciata di Caronte, la più grande del suo quintetto di lune e quella scoperta per prima. Questo chiarore è stato appena sufficiente al team della ricerca per scoprire i dettagli di tale emisfero, non ottenibili in nessun altro modo; l’ammontare della luminosità che Caronte rivolge verso Plutone è simile a quello della Luna nei confronti della Terra nelle varie fasi; all’epoca, Caronte si trovava in quello che per la Luna è il primo quarto. Non è stato facile riuscire a ricavare i dettagli di questo emisfero del pianeta nano: gli studiosi hanno dovuto confrontarsi con diversi fattori di disturbo nelle immagini prodotte dallo strumento Lorri (Long Range Reconnaissance Imager). Per ottenere il ritratto finale, che presenta solo la ‘firma’ lasciata dalla luce di Caronte, i tecnici hanno dovuto combinare 360 foto del lato oscuro di Plutone con altrettante scattate con lo stesso schema ma senza il pianeta. L’immagine, pur contenendo ancora qualche elemento di disturbo, mostra alcune caratteristiche geologiche interessanti. La più rilevante è una sorta di mezzaluna scura ad ovest, non raggiunta neanche dalla luce riflessa di Caronte; degna di nota anche un’ampia regione brillante tra il polo sud e l’equatore del pianeta. Secondo gli studiosi, si potrebbe trattare di un deposito ghiacciato di metano o di azoto, simile alla struttura a forma di cuore che si trova sul versante opposto di Plutone. Il polo sud e l’area ad esso circostante sembrano ricoperti da un materiale scuro, in netto contrasto con la superficie chiara dell’emisfero nord. Secondo gli autori del saggio, la differenza potrebbe essere dovuta al fatto che Plutone aveva appena concluso la sua stagione estiva. Durante l’estate, le riserve ghiacciate di metano o di azoto dovrebbero aver subito un processo di sublimazione in superficie, mentre sulla zona si depositavano particelle scure. L’emisfero meridionale di Plutone sarà esposto alla luce solare tra quasi cento anni: in quell’epoca futura gli strumenti di osservazione da terra potrebbero verificare i dettagli svelati dalla foto, ma gli studiosi pensano che la strada più facile sia inviare un’altra sonda. Osservato dalla Terra, Plutone presenta una magnitudine apparente media pari a 15,1, raggiungendo la sua massima luminosità nel periodo centrato sul perielio arrivando ad una magnitudine pari a 13,65. Il suo diametro angolare varia da un minimo di 0,06 a un massimo di 0,11 secondi d'arco,[1] quando si trova alla minima distanza dal nostro pianeta. Queste caratteristiche ne rendono problematica l'osservazione, e giustificano il fatto che sia stato scoperto solamente nella prima metà del XX secolo.[12] Plutone non può essere facilmente osservato con piccoli strumenti amatoriali. Telescopi con apertura superiore ai 200 mm dovrebbero permettere di scorgerlo, sebbene sia preferibile utilizzare aperture di almeno 300–350 mm per osservarlo.[13][14] L'utilizzo sempre più diffuso di CCD in campo amatoriale permette, sotto un cielo con un buon seeing, di poter acquisire immagini anche di Caronte, quando questi si trova alla massima distanza angolare da Plutone[15]....


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