Rivoluzione Russa Riassunto PDF

Title Rivoluzione Russa Riassunto
Author Vittoria Apostolo
Course Scienze dei Beni Culturali
Institution Università degli Studi di Milano
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Da febbraio a ottobre Nel marzo del ’17 (febbraio per il calendario russo) una rivolta popolare scoppiata a Pietrogrado abbatte il regime zarista e lo sostitu con un governo provvisorio di orientamento popolare. Il nuovo governo era presieduto dall’aristocratico L’vov e costituito dai membri della Duma, dai cadetti (gruppi liberal-moderati), dai menscevichi e dai socialisti rivoluzionari. Gli unici a rifiutare una collaborazione con il governo provvisorio furono i bolscevichi e i soviet (le associazioni costituite da operai), poich& credevano che solo la classe operaia, alleata con le masse pi' povere e arretrate, sarebbe riuscita a trasformare le sorti del paese. Lenin, leader dei bolscevichi, rientr( in Russia dalla Svizzera e fu aiutato dalle autorit+ tedesche, le quali speravano che il suo arrivo avrebbe consentito il ritiro sovietico dalla guerra. Lenin diffuse le “tesi di aprile”, un documento costituito da dieci punti dove rifiutava il carattere “borghese” della rivoluzione e stabiliva invece la presa del potere dal proletariato. Egli rovesci( la teoria marxista secondo cui la rivoluzione proletaria sarebbe scoppiata prima nei paesi pi' sviluppati e afferm( che la Russia, in quanto debole e arretrata, poneva le basi per lo sconvolgimento del sistema. L’obiettivo di Lenin era quello di dare tutto il potere ai soviet. Il largo consenso delle masse operaie e contadine permise al Partito bolscevico di ottenere la maggioranza e, a met+ luglio, vi fu la prima ribellione di soldati e operai che impedirono la partenza per il fronte di alcuni reparti. L’insurrezione per( fall. Il principe L’vov si dimise e fu sostituito da Kerenskij, il quale non era ben accolto dall’opinione pubblica a causa del fallimento dell’offensiva contro gli austro-tedeschi. Il comando dell’esercito pass( a Kornilov. Kornilov mand( un ultimatum al governo, chiedendo il passaggio dei poteri alle autorit+ militari. Quindi Kerenskij chiese aiuto alle forze socialiste, compresi i bolscevichi, e blocc( il tentativo di colpo di Stato militare organizzato da Kornilov.

La Rivoluzione d’ottobre Il 23 ottobre 1917 i bolscevichi, guidati da Trotzkij, attuarono un’insurrezione e rovesciarono il governo provvisorio di Kerenskij. Trotzkij, proveniente dalla sinistra menscevica, eletto in settembre presidente del soviet di Pietrogrado, fu l’organizzatore e la mente militare dell’insurrezione. Il 7 novembre (25 ottobre secondo il calendario russo) i soldati rivoluzionari e le guardie rosse (milizie operaie armate) assaltarono il Palazzo d’Inverno, sede del governo provvisorio. Nello stesso momento si riuniva a Pietrogrado il Congresso panrusso dei soviet, nel quale si riunirono i delegati dei soviet di tutte le province dell’ex Impero russo. Il Congresso stabil due punti fondamentali: - La pace equa senza annessioni e senza indennit+ - L’abolizione della propriet+ privata Il nuovo potere tendeva cos a garantirsi l’appoggi delle masse contadine. Venne costituito un governo rivoluzionario, chiamato Consiglio dei commissari del popolo, composto da bolscevichi e presieduto da Lenin. I menscevichi, i cadetti e i socialrivoluzionari reagirono convocando l’Assemblea costituente, le cui elezioni, dopo molto rinvii, erano state fissate per la fine di novembre. I risultati sorpresero tutti i bolscevichi, poich& ebbero pochi seggi e i vincitori furono i socialrivoluzionari. La Costituente fu sciolta dai militari bolscevichi, i quali ruppero ogni rapporto con i socialisti e i democratici e cominciarono ad instaurare una dittatura di partito.

Dittatura e guerra civile Il governo rivoluzionario riusc facilmente ad impadronirsi del potere centrale, ma ebbe molta difficolt+ nell’amministrare un paese immenso, complesso e arretrato, anche perch& il partito bolscevico si era isolato e non pot@ contare sull’appoggio di altre forze politiche, che emigrarono verso altri paesi. Tuttavia i leader bolscevichi erano convinti di poter costruire rapidamente un nuovo Stato proletario, ispirato alla Comune di Parigi. Lenin riprendeva ancora una volta le teorie di Marx, che vedeva lo Stato come strumento di dominio di una classe sulle altre e affermava che, una volta scomparso questo dominio, esso si sarebbe estinto. Lenin affermava che la societ+ socialista si sarebbe autogovernata secondo i principi di democrazia, senza bisogno di apparati burocratici. Il 3 marzo 1918 fu conclusa la pace con la Germania, con la firma del trattato di Brest-Litovsk. I socialrivoluzionari si opposero e i bolscevichi rimasero isolati definitivamente. Le potenze dell’Intesa considerarono la pace di Brest-Litovsk come un tradimento e appoggiarono con armi e uomini l’opposizione al governo bolscevico. Le armate bianche (i monarchico-conservatori) attaccarono dall’Est e assunsero il controllo della Siberia. Altri scontri sorsero nel Nord della Russia, dove era pi' forte la presenza dell’Intesa (questa minaccia indusse il governo a decidere il trasferimento della capitale da Pietrogrado a Mosca). L’Ucraina divent( uno Stato nominalmente indipendente sotto il protettorato tedesco. Nel frattempo il governo rivoluzionario assumeva sempre di pi' dei caratteri autoritari, creando una polizia politica (la Ceka), un Tribunale rivoluzionario centrale che processava chiunque disubbidisse al governo. I partiti d’opposizione divennero fuori legge e venne reintrodotta la pena di morte. Per iniziativa di Trotzkij venne riorganizzato l’esercito, e gli venne dato il nome di Armata rossa degli operai e dei contadini. L’Armata rossa consent ai bolscevichi di resistere agli attacchi dei nemici alleati all’Intesa. Tuttavia c’erano delle divisioni all’interno delle forze controrivoluzionarie. Inoltre, le potenze occidentali smisero di appoggiare i bianchi, poich& temevano che la rivoluzione bolscevica si sarebbe diffusa anche nei loro paesi. Nel momento in cui i bolscevichi si liberarono degli oppositori, il regime dovette affrontare un attacco dalla Repubblica di Polonia, che approfitt( della debolezza del governo rivoluzionario per rivendicare dei vecchi territori appartenenti alla “grande Polonia”. Scoppi( il conflitto e l’Armata rossa ag rapidamente, ma una controffensiva polacca costrinse i russi a ritirarsi. Con la firma dell’armistizio (dicembre 1920) la Polonia ottenne la Bielorussia e l’Ucraina.

La Terza Internazionale Nel ’19 Lenin decise di sostituire la vecchia Internazionale socialista in una nuova Internazionale “comunista”, rompendo definitivamente con la socialdemocrazia europea. La prima riunione della Terza Internazionale avvenne a Mosca e venne chiamata con l’abbreviazione Comintern. All’inizio la nuova organizzazione non svolse alcuna attivit+ di rilievo. Nel II congresso si discusse riguardo le regole che i singoli partiti dovevano seguire per entrare a far parte dell’Internazionale. Fu lo stesso Lenin a fissare le condizioni in un documento in ventun punti: i partiti dovevano ispirarsi al modello bolscevico, cambiare il proprio nome in quello di Partito comunista, difendere la causa della Russia sovietica ed eliminare gli esponenti delle correnti riformiste. Tra il ’20 e il ’21 l’obiettivo espresso nel II congresso venne realizzato. Si cre( in tutto il mondo una rete di partiti che si basavano sul modello bolscevico, e la Russia divenne il centro del comunismo mondiale. Tuttavia i partiti comunisti rimasero minoritari rispetto ai socialisti.

Dal comunismo di guerra alla Nep Quando i comunisti presero il potere, l’economia russa era instabile e precaria. Vi erano piccole industrie che producevano solo per l’autoconsumo, senza portare beneficio all’economia del paese. Riguardo la situazione finanziaria, le banche furono nazionalizzate e i debiti con l’estero cancellati. Ma questo non miglior( la situazione e, dato che il governo non era in grado di riscuotere tasse, stampava carta moneta che non aveva nessun valore. Si ritorn( cos al baratto. A partire dall’estate ’18 il governo bolscevico cerc( di attuare anche in campo economico una politica pi' energica e autoritaria, che fu poi definita col termine comunismo di guerra. Si cerc( innanzitutto di risolvere il problema pi' urgente, quello degli approvvigionamenti alle citt+, dove la fame si faceva sentire in modo sempre pi' drammatico. Per questo furono istituiti in tutti i centri rurali dei comitati col compito di provvedere all’ammasso e alla distribuzione delle derrate: squadre di operai e di contadini poveri percorsero le campagne requisendo il grano degli agricoltori benestanti (o presunti tali). Fu incoraggiata, senza molto successo, la formazione di comuni agricole volontarie, le cosiddette “fattorie collettive” (kolchoz), e furono anche istituite delle “fattorie sovietiche” (sovchoz) gestite direttamente dallo Stato o dai soviet locali. In campo industriale il comunismo di guerra fu inaugurato da un decreto del giugno 1918 che nazionalizzava tutti i settori pi' importanti. Si cerc( di reintrodurre nelle fabbriche criteri di efficienza (compreso il sistema del “cottimo”, ossia del salario legato al rendimento). La nuova politica ebbe scarsi risultati e i contadini manifestarono la loro insofferenza, dando vita tra il ’20 e il ’21 a delle insurrezioni. La crisi raggiunse il culmine nel ’21 con una terribile carestia che dilag( nelle campagne. Tra gli operai cominciava a serpeggiare il dissenso: essi erano stanchi delle privazioni materiali, ma anche delusi dalla gestione autoritaria dell’economia, dalla scomparsa di una genuina rappresentanza sociale (i sindacati) e dal regime di militarizzazione imposto in molte fabbriche. Il punto di maggior tensione fu toccato ai primi di marzo ’21, quando a ribellarsi al governo furono i marinai della base di Kronstadt, presso Pietrogrado. Alle richieste dei ribelli, il governo rispose con una dura repressione militare. Si tenne a Mosca il X congresso del Partito comunista, che segn( la fine del comunismo di guerra. Venne istituita la Nep, nuova politica economica, basata su una parziale liberalizzazione delle attivit+ economiche, che stimol( la ripresa produttiva. I contadini ebbero la possibilit+ di vendere sul mercato i prodotti in eccesso, dando una quota fissa allo Stato. Venne liberalizzato anche il commercio. Tuttavia la Nep ebbe degli effetti non previsti. Nelle campagne i nuovi spazi concessi all’iniziativa privata stimolarono la ripresa produttiva, ma favorirono il riemergere del ceto dei contadini ricchi (i kulaki), che giunsero in breve a controllare il mercato agricolo. La liberalizzazione del commercio provoc( la comparsa di una nuova classe di trafficanti (i cosiddetti nepmen). Mentre le piccole imprese facevano progressi, l’industriale statale stentava a svilupparsi. L’industria non era in grado di offrire alti salari agli operai. Nelle citt+ cresceva il numero dei disoccupati. Proprio la classe operaia risult( la maggiore sacrificata dalle scelte della Nep.

Unione Sovietica: costruzione e societ La prima costituzione della Russia fu varata nel ’18. Essa si apriva con una “Dichiarazione dei diritti del popolo lavoratore e sfruttato”, dove si proclamava fra l’altro che il potere doveva “appartenere unicamente e interamente alle masse lavoratrici e ai loro autentici organismi rappresentativi: i soviet degli operai, dei contadini e dei soldati”. La costituzione prevedeva che il nuovo Stato avesse carattere federale, rispettasse l’autonomia delle minoranze etniche e si aprisse all’unione con le altre repubbliche “sovietiche”. Nel 1922 i congressi dei soviet delle singole repubbliche decisero di dar vita all’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss). La nuova costituzione dell’Urss affidava il potere supremo al Congresso dei soviet, ma il potere reale era nelle mani del Partito comunista, il quale controllava la polizia politica. Il partito era basato su un sistema centralizzato. Gli obiettivi dei bolscevichi erano: l’educazione della giovent' (per consentire lo sviluppo economico) e la lotta contro la Chiesa ortodossa, in contrasto con la dottrina marxista. L’influenza della Chiesa ortodossa fu ridimensionata. Il governo rivoluzionario stabil fra i suoi primi atti il riconoscimento del solo matrimonio civile e semplific( al massimo le procedure per il divorzio. Venne legalizzato l’aborto e fu proclamata la parit+ dei sessi. Ma il settore in cui l’opera del nuovo regime si esplic( con maggiore impegno e con i risultati pi' notevoli fu quello dell’istruzione, che fu resa obbligatoria fino all’et+ di 15 anni. Si cerc( di collegare la scuola al mondo della produzione, privilegiando l’istruzione tecnica su quella umanistica. E ci si preoccup( di formare ideologicamente le nuove generazioni incoraggiando l’iscrizione in massa nell’organizzazione giovanile del partito (il Komsomol, ossia Unione comunista della giovent') e facendo largo spazio in tutti i livelli di istruzione all’insegnamento della dottrina marxista. L’esperienza rivoluzionaria si svilupp( maggiormente nei giovani e negli intellettuali, che si misero al servizio della politica e andarono incontro ai bisogni delle masse.

Da Lenin a Stalin: il socialismo in un solo paese Con l’ascesa di Stalin alla segreteria del Partito comunista dell’Urss nel ’22 e la malattia di Lenin, che mor nel ’24, i dissensi si fecero pi' aspri e si intrecciarono con una sempre pi' scoperta lotta per la successione. Il primo grave scontro all’interno del gruppo dirigente ebbe per oggetto il problema della centralizzazione e della burocratizzazione del partito e degli enormi poteri che, in conseguenza di questo processo, si andavano accumulando nelle mani del segretario generale Stalin. Protagonista sfortunato della battaglia volta a limitare le prerogative dell’apparato e a ridare spazio ai principi della democrazia “sovietica” nella conduzione del partito fu Trotzkij. Trotzkij era il pi' autorevole e il pi' popolare dopo Lenin fra i capi bolscevichi. Ma era anche isolato rispetto agli altri leader di primo piano che respinsero le sue critiche alla gestione del partito e fecero blocco col segretario generale: il quale pot@ cos rafforzare la sua posizione. Lo scontro tra Trotzkij e Stalin non riguardava solo il problema della “burocratizzazione”. Trotzkij collegava infatti l’evoluzione del partito all’isolamento internazionale dello Stato sovietico.

L’Unione Sovietica doveva da un lato accelerare i suoi ritmi di industrializzazione, dall’altro concentrare i suoi sforzi nel tentativo di favorire l’estendersi del processo rivoluzionario nell’Occidente capitalistico e soprattutto nei paesi pi' sviluppati. Contro questa tesi, per cui fu coniata l’espressione rivoluzione permanente, scese in campo lo stesso Stalin. Stalin sosteneva che, nei tempi brevi, la vittoria del “socialismo in un solo paese” era “possibile e probabile” e che l’Unione Sovietica aveva in s& le forze sufficienti a fronteggiare l’ostilit+ del mondo capitalista. La teoria del socialismo in un solo paese rappresentava una rottura con quanto era sempre stato affermato dai bolscevichi; ma offriva al paese lo stimolo di un potente richiamo patriottico. Anche l’atteggiamento delle potenze europee, che fra il ’24 e il ’25 si decisero a riconoscere lo Stato sovietico e a instaurare con esso normali rapporti diplomatici, fin col rafforzare implicitamente le tesi di Stalin. Una volta sconfitto Trotzkij, il gruppo dirigente comunista conobbe una nuova drammatica spaccatura. L’occasione dello scontro fu offerta dal dibattito sulla politica economica. A partire dall’autunno del ’25 Zinov’ev e Kamenev, riprendendo idee gi+ sostenute da Trotzkij, si pronunciarono per un’interruzione dell’esperimento della Nep, che a loro avviso stava facendo rinascere il capitalismo nelle campagne, e per un deciso rilancio dell’industrializzazione a spese, se necessario, degli strati contadini privilegiati. La tesi opposta fu sostenuta con decisione da Bucharin, che ebbe l’appoggio di Stalin. Zinov’ev e Kamenev si riaccostarono a Trotzkij e, assieme a lui, cercarono di organizzare un fronte unico di opposizione. Ma la lotta contro Stalin e contro l’ormai onnipotente macchina del partito era perduta in partenza. I leader dell’opposizione furono dapprima allontanati dall’Ufficio politico e dal Comitato centrale, poi, nel ’27, espulsi dal partito. I loro seguaci furono perseguitati e spesso incarcerati. Trotzkij fu deportato in una localit+ dell’Asia centrale e successivamente espulso dall’Urss....


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