Roberto Rossellini, Roma città aperta (1945) PDF

Title Roberto Rossellini, Roma città aperta (1945)
Author Valerio Flamini
Course CULTURA ITALIANA
Institution Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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Roberto Rossellini (1906 – 1977) Regista romano che esordì nella regia di film a soggetto, dapprima collaborando con F. De Robertis a La nave bianca (1941), poi dirigendo film di guerra (Un pilota ritorna, 1942; L'uomo della croce, 1943). Nel dopoguerra diresse il film che impose al mondo il neorealismo italiano e gli meritò la qualifica di caposcuola di questa corrente: Roma città aperta (1945), cui seguirono Paisà (1946) e Germania anno zero (1947), Viaggio in Italia (1954), Paura (1955), interpretati da Ingrid Bergman, da lui sposata nel 1950 e da cui divorziò nel 1958; Viva l'Italia (1961). Rossellini si colloca fra i principali maestri del cinema contemporaneo: il suo uso del linguaggio del cinema come strumento di conoscenza, la moralità del suo umanesimo, che si riflette in uno sguardo diretto, partecipe e privo di formalismi, sono stati fra l'altro un importante punto di riferimento della nouvelle vague francese e del nuovo cinema dei paesi dell'Est. Realizza film in clima fascista e con capitali del regime, realizza film storici (celebrano grandi personaggi), scientifici (illustrano i progressi della scienza) e film di presentazione di un’epoca. Il cinema neorealistacattolico di Rossellini è interessante in quanto egli scende in strada, la filma, ma al contempo si focalizza sugli interni.

Roma città aperta (1945) Italia 1945, bianco e nero, 100m; sceneggiatura (inquadrature, dialoghi…) di Sergio Amidei e Federico Fellini; montaggio di Eraldo da Roma. Roma 1945, il Piano Schoeder prevede la divisione della capitale in 14 zone, il fulcro del film è Via Tasso, sede della Gestapo in cui avevano luogo le torture, le indagini poliziesche e lo svago dei soldati. Si tratta di un film sull’Italia, Roma è la protagonista che fa da spola al resto dei protagonisti (film corale), Rossellini inserisce personaggi provenienti da tutta la Penisola. Manfredi, militante comunista e uomo di spicco della Resistenza, sfugge ad una retata della polizia e si rifugia presso un tipografo antifascista: Francesco. Il giorno seguente, Francesco dovrebbe sposare Pina, una vedova madre di un bambino (Anna Magnani). La sorella di Pina, Lauretta, fa la prostituta in un locale insieme ad un’altra giovane, Marina, legata sentimentalmente in passato a Manfredi. Don Pietro, il parroco locale (Aldo Fabrizi), è anticomunista; tuttavia non nega aiuto ai perseguitati politici e fa da portavoce dei partigiani. Egli è rispettato da tutti, compreso Romolo e la sua banda di piccoli sabotatori. Manfredi sfugge ad un’altra retata tedesca mentre Francesco viene arrestato. Pina grida tutta la sua protesta e cade sotto il fuoco dei mitra. Più tardi Francesco riesce a scappare e si nasconde, con Manfredi, nell’abitazione di Marina. Scoppiano i dissapori e cresce il risentimento della ragazza per Manfredi, tanto che Marina, per ottenere della droga, tradisce l’uomo denunciandolo a Ingrid, agente della Gestapo, al servizio del comandante Bergmann. Manfredi viene così arrestato durante un incontro con don Pietro ed entrambi vengono fatti prigionieri. Manfredi subisce terribili torture e muore. Don Pietro viene fucilato, sotto gli occhi dei ragazzi della sua parrocchia. Mentre Marina e Lauretta cadono sempre più nell’abiezione morale, Francesco, Romolo e i suoi ragazzi continuano la lotta. Tutto il film è specchio di una realtà come colta nel suo farsi (Rossellini l’aveva girato con mezzi di fortuna e con set improvvisati) e trascina il pubblico di ogni epoca storica a identificarsi con le tre figure di riferimento morali e politiche. Per gli storici Roma fu “città aperta” perché nei 9 mesi in cui è occupata dai Nazisti in teoria è una città franca, libera, in pratica però non lo è, Roma è occupata e non protetta, essa avrebbe dovuto godere di uno statuto speciale in quanto città della cristianità, sede del Papa.

Rossellini sviluppa il film su due livelli: 

bambini e adulti;



il popolo e una classe più agiata (Marina = personaggio debole, dipendente dalla droga e dal lusso che la Gestapo gli procura, analogia di perversità; e Lauretta).

Rossellini contrappone continuamente il mondo comunista al mondo cattolico: 

Don Pietro e Giorgio (coincidono con i due agnelli che vengono ripresi in una scena del film, nella cultura cristiana sono le bestie tipicamente sacrificate) sono dei martiri, il loro sacrificio estremo sancisce il patto di sangue tra due forze distinte (cattolicesimo e comunismo) che si uniscono per combattere un nemico comune, il fascismo.



Così come Gesù venne tradito da Giuda per 30 denari per poi essere condannato, così Giorgio muore tradito da Marina in cambio del lusso della Gestapo, con il silenzio e il proprio sacrificio Giorgio riscatta la nazione.

Sotto trama manzoniana Pina e Francesco ricordano molto Renzo e Lucia di Manzoni, due innamorati che per congiungersi hanno da affrontare una serie di peripezie. Don Pietro incarna il cristianesimo che agisce contrapponendosi al sagrestano Agostino attraverso cui Rossellini critica i cattolici che non reagiscono. Altro elemento è l’assalto al forno al forno che ricorda il celebre assalto al forno delle Grucce descritto da Manzoni, questo episodio è da leggere come un momento legittimo di riappropriazione da parte del popolo di quello che gli spetta

Parametri morali Il sentimento di orgoglio, di appartenenza alla patria e rifiuto della retorica: all'inizio “quanto parlano questi italiani”, alla fine “voi italiani siete fissati con la retorica”, gli italiani vengono categorizzati come chiacchieroni. Il silenzio: nessuno confessa, il disertore si impicca per non rischiare di dire qualcosa, l'ingegnere si fa uccidere pur di non parlare, così come Don Pietro fucilato pur di non parlare. La speranza: il punto nodale del film è il preannuncio del 25 Aprile da parte di Francesco, finirà l’inverno (= sofferenze) e tornerà la primavera che sarà più bella delle altre perché saremo liberi. L’omosessualità (Ingrid) come perversione, malvagità, corruzione e crudeltà. I bambini che assistono alla scena della fucilazione, tale scena sancisce la fine dell'età dell'innocenza.

Aspetti tecnici del film Film scritto, drammatizzato, non ci permette di cogliere spezzoni della vita reale dei personaggi. Si tratta piuttosto di un film di fiction che prende spunto da fatti reali. 

Carlo Lizzani (giovane regista introdotto nel gruppo neorealista) ha realizzato un film chiamato “Celluloide” in cui illustra come è stato realizzato il film Roma città aperta.

Chiarini: l’accusa che muove non riguarda gli italiani, bensì i componenti del Regime, italiani come Giorgio Manfredi danno la vita piuttosto che parlare. 

A chi è piaciuto il film una volta uscito? A non molti, i comunisti hanno ritenuto che il film sia rimasto neutrale per l’indirizzo politico, non annunciava il comunismo.

Da un punto di vista tecnico vi sono delle novità, basti pensare alla marcia dei soldati nazisti che apre il film, ma al contempo elementi appartenenti al film classico, come la scena in cui Marina si trucca allo specchio. Tutto ciò lo si vede anche nelle riprese in strada contrapposte alle riprese degli interni tradizionali, convenzionali dal punto di vista tecnico. La fotografia: è innovativa, è di tipo documentaristica e al contempo fortemente espressionistica. Il suono: la presa diretta è un’invenzione relativamente nuova in Italia, il film è tutto post sincronizzato, la voce corrisponde agli attori, altre vengono doppiate. Il montaggio: è di tipo classico, ritmato con la volontà di sottolineare la linea narrativa, alcune scene sono emotivamente cariche anche grazie al ritmo del montaggio. 

La morte di Pina: gioco da oggettiva a soggettiva tipicamente classica, stacco sulle reazioni.



Manfredi = Cristo moderno flagellato, sofferente, ucciso dalle torture richiama l’iconografia cristiana.



Rossellini alterna momenti comici e momenti drammatici (es. padellata/morte di Pina).



Vi è tensione e paura negli incontri per capire la persona che i personaggi hanno di fronte.



Romoletto personaggio particolarmente criticato: alcuni lo considerano un personaggio comico, secondario o la riduzione in commedia delle gesta partigiane, è più accurato considerarlo il futuro della generazione partigiana....


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