Scritture di donne PDF

Title Scritture di donne
Course Psicodinamica
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Scritture di donne – La memoria restituita Marina Caffiero e Manola Ida Venzo

Introduzione: vedi quaderno.

I DIARI MARINA PIERETTI Viaggio d’Italia di Margherita Sparapani Gentili Boccapaduli LOCALIZZAZIONE: Fondo Del Drago (Archivio di Stato di Roma) DOMENICO GENOVESI, abate, segretario di Margherita, scrive la prefazione per il diario della marchesa Margherita S.G.B. Egli la descrive, introducendola nella prefazione, come Dama nota ai viaggiatori delle più colte nazioni d’Europa, che conoscendone i talenti vollero conoscerla, come persona che conosce ottimamente la LINGUA PATRIA, ma che volle imparare QUELLA DEGLI “OLTREMONTANI”, appassionata di STORIA, MITOLOGIA, amante delle ARTI. BIOGRAFIA Anna Margherita Catharina, nata 29 ottobre 1735 da Costanza Giori e Antonio Maria Sparapani, casata nobile di Camerino. Gli zii della madre, gli agiati marchesi Gentili, chiamano a Roma la famiglia, dunque Margherita vive con loro molto amata e ben educata (la madre era molto più severa e dunque contraria). Bruna, occhi azzurri, aggraziata, vivace, ingenua e molto sensibile. 1753: i due prozii muoiono prematuramenteMargherita eredita il cospicuo patrimonio. A 18 anni la madre la fa sposare con GIUSEPPE BOCCAPADULI (nobile famiglia con madre dama dei marchesi del Pozzo e un membro della famiglia monsignore, elemosiniere del pontefice, dunque maestro di Camera con Benedetto XIV). Matrimonio INFELICE, nozze il 22 aprile 1754 con dote di M. di 20mila scudi. Motivo dell’infelicità: PRODIGALITÀ del marito: spesso i genitori di lui intervengono per sanare i debiti da lui contratti nel 1760 con un editto persino papa Clemente XIII gli vieta di indebitarsi: divenne amministratore dei suoi beni il cardinale Piero Girolamo Guglielmi. I genitori addirittura dovettero riprendere Giuseppe Bocc. in casa. Pochi anni dopo morì a trent’anni la sorella di Margh. Clelia e nel 1779 la madre Costanza: allora Margherita ereditò tutto il PATRIMONIO FAMILIARE e amministrò attentamente i beni (beni mobili come palazzi, castelli, vigne, orti…), aiutata da Domenico Genovesi, banchier Belloni e suoi amici come conte Pizzicanti e marchese Venanzio Savini di Camerino, con cui aveva sempre corrispondenze. Intensificò e fino alla morte mantenne una solida e intima amicizia con ALESSANDRO VERRI, fratello di Pietro, conosciuto nel ’67 a Roma dopo un suo viaggio con Cesare Beccaria tra Parigi e Londra. Legati da un affetto profondo, lui l’aiuta ad amministrare il patrimonio e spesso le dà prestiti fino a 5mila scudi. Margherita gli riservò sempre alcune stanze nel suo palazzo di S. Nicola in Arcione, e lui in cambio la accompagnava in viaggi di piacere o di controllo dei possedimenti. Nel diario lei definisce Alessandro V. “un amico che è il mio tutto” e “la sola persona su cui sono fondate tutte le mie piacevoli idee”. *Si cercano le lettere di A. Verri a Margherita, confluiti nell’archivio Del Drago così come l’autobiografia di Margherita (Urbano Del Drago fu il marito della figlia adottiva di M. Elena) Verri fu inevitabilmente uno STIMOLO INTELLETTUALE per Margherita: iniziò a leggere diversi tipo di libri (classici: Boccaccio, Bembo, nonché Vittorio Alfieri, che lei conobbe a Firenze). Amò sempre le SCIENZE NATURALI. Addirittura, nel suo palazzo si fece costruire un GABINETTO SCIENTIFICO, uno studio di Storia Naturale, in GUSTO NEOEGIZIO come di moda all’epoca. Un quadro dipinto da Laurent Pecheux di M. nel suo studio è descritto da Mario Praz: la marchesa mostra la collezione di farfalle, si notano i geroglifici incisi a decorazione e strumenti per condurre esperimenti sull’elettricità, conchiglie, fossili… animali impagliati o sotto spirito, poche statue o busti decorano secondo la moda dello stile archeologico. Grazietta Buttazzi nota anche il gusto avanzatissimo dell’ABBIGLIAMENTO, che andava formandosi nelle corti come moda “colta”: M. indossa un abito “all’anglaise”, pratico, comodo e senza il guardinfante (gabbia rotonda ingombrante ma simbolo di rango), che invece è costituito da gonna e sopraveste con delle fettucce inserite in un sistema ad anelli pratico. Colore della veste: rosso acceso. Portava due orologi, moda fino al 1780 solo maschile. Il palazzo di M. divenne un ritrovo per lei e Alessandro di artisti del tempo, dotti di arti e scienze; Verri era amico di Antonio Canova, spesso invitato. Spesso ospitava viaggiatori europei (lei conosceva inglese e francese). Per le relazioni intellettuali e la FAMA DI DONNA COLTA una contessa romana nel ’94 (pseudonimo: Rosa Califronia) la elogia per la conoscenza erudita, quella delle lingue, e le relazioni intellettuali. , in un libretto che porta esempi di donne illustri per distruggere le accuse di pazzia, superbia o ignoranza alle donne del ‘700.

VIAGGIO IN ITALIA SETTENTRIONALE Margherita rinuncia ai fasti delle corti per visitare monumenti antichi, descrivere i costumi di altri popoli, vedere capolavori artistici e scientifici. OTTOBRE 1793: viaggio in Nord Italia insieme ad A. Verri.  diario di 339 facciate Indice delle cose principali registrate nel viaggio d’Italia fatto dall’ Ecc.ma Sig.ra Marchesa S.G.B. Ancona, Senigallia, Fano, Pesaro, Ferrara  VENEZIA. A Venezia è colpita dalla “novità in tutti i generi”: nota lo stile gotico, l’allegria del Canal Grande  PADOVA raggiunta percorrendo il Brenta (ammira le ville venete, i gondolieri etc.)  VERONA e MANTOVA (ammira i palazzi dei Gonzaga)  inizio dicembre a MILANO: a Milano A. Verri e M. trascorrono l’inverno con Pietro Verri (probabilmente M. conosce anche gli altri due fratelli Verri Giovanni e Carlo, di cui sono pervenute lettere a lei indirizzate). Descrizione di Milano: città grande, tutta murata, di 140mila persone, con Duomo gotico e la piazza del Duomo considerata piccola rispetto al Duomo, descritto minuziosamente. Vide la Chiesa di S. Fedele, S. Ambrogio (che giudica umida e brutta), alla Biblioteca vede e descrive statue, i cartoni di Raffaello e alcuni disegni di Da Vinci. Vide le due camere di storia naturale all’Università dei Padri Barnabiti, descrive le pietre presenti nella chiesa di S. Alessandro. Visita e ammira per gusto innovativo le case di alcuni nobili (conte Belgiojoso, conte Antonio Greppi) in cui ammira giardino all’inglese, piante esotiche… Inverno rigidissimo a Milano cui non era abituata a Roma: dopo la neve, critica la disorganizzazione nel rendere agibili le strade e la lentezza. Nonostante 11° sottozero trascorre l’inverno con ricevimenti e spettacoli alla Scala (dove affitta un palco). Descrive l’abbigliamento milanese (donne con abiti leggerissimi, uomini con pellicce e manicotti, campagnole con canestrella di trecce e spiedini d’argento). Da Milano  Como  attraverso il lago arrivarono a Balbiano (villa del cardinale Durini)  Perlasca (altre ville, Lago di Lugano e lago Maggiore)  Genova  RITORNO (Modena, Bologna, Firenze, Ancona…). M. trascorre l’estate nel suo castello vicino Camerino, a Pievefavera. VIAGGIO IN ITALIA MERIDIONALE Ottobre ’95: riparte verso Napoli. È questo il diario in questione per cui si parla della marchesa: mentre la seconda parte è contenuta nell’Archivio di Stato di Roma, fondo Del Drago, la prima parte (quella del viaggio in Italia Sett.) no. Il diario, con titolo Viaggio d’Italia, ha la prefazione di Domenico Genovesi. 16 ottobre ’95: partenza con A. Verri, Domenico Genovesi e Pietro Malvolti, giovane accolto in casa prima come servitore, poi educato come rampollo (nel 1800 fu cacciato da M., provocando l’ira di Verri che provava per Pietro un sincero affetto e quasi rompendo l’amicizia con M. Pietro mandò un’istanza al papa e poi M. la propria versione dei fatti). Attenzione ad architetture, opere d’arte e di scienze, bellezze naturali e caratteristiche degli abitanti. Visita molte case di personalità di rilievo, potendo vedere quadri, oggetti di valore etc. Visitò Lord Acton, l’artista Tischbein vicino a Goethe, i banchieri Eglin e Berio (statua di Canova); duca Della Torre vide reperti di storia naturale. Mister Hamilton: dimora presso cui sostarono di più e videro vasi etruschi, maschere di ferro e un’imitazione di sepolcro di tufo: più bella collezione mai vista dalla marchesa. Scorracciano  Porto di Fermo (soggiorno da conte Guarenghi)  sosta a S. Benedetto  GIULIANOVA (Abruzzo. Descritta nel dettaglio, piccola, benché su collina vicina al mare, percorso a tratti non agevole e necessario di specifici vetturini molto efficienti, nel tragitto attraverso campagne etc. verso Pescara). Si sofferma ad osservare sostanza di un albero, un pino che produce raggia; descritto il procedimento con cui se ne produce trementina, che porta ad avere insieme: trementina, pece greca, pece navale, negrofumo, incenso. Sosta a Castellamare presso i sigg. Basile  Pescara, ben fortificata da soldati  feudo di Sulmona, patria di Ovidio (statua), apprezzò confetti e acquedotti antichi. Dovette procurarsi degli uomini armati (i “Guardiani Pratolesi”) per via della Valle tra Sulmona e Castel di Sangro (Piano delle cinque miglia), infestata di “assassini”: anche il Re di Napoli aveva mandato un reggimento di Svizzeri per controllare il problema. In visita a Luigi De Meis, ospitata nel castello di Valle Oscura, è seguita dalle guardie ancora. A Castel di Sangro paga i 9 Pratolesi con 24 ducati e descrive il paese: brutto, sporco per i molti maiali, di 7mila persone circa, con costumi pittoreschi: le donne hanno in testa un fazzoletto che copre la bocca come le donne greche, una corda sui fianchi per accorciare la veste. Ammira il Gran Sasso, nota che è coltivato e si avvicina agli Appennini, descrivendone la composizione e i fiumi lì presenti (Tronto, Umana, Pescara…).  Capua: accolta, anche lì famosa, dal duca di Arezzo, le popolazioni sono più numerose ma rozze (donne senza gonnella ma stoffa verde e rossa).  Napoli: senza mura non si accorge di star entrando, sorpassa la Dogana e arriva all’Albergo Reale, da cui vede il Vesuvio. Elenco di tutte le chiese visitate: S. Ferdinando (commentato il costume delle donne senza velo), Francescani (con quadro di Luca Giordano), S. Giacomo degli Spagnoli (sepolcro di Pietro di Toledo viceré di Napoli), S. Chiara, Domenicani, Duomo ovvero Chiesa di S. Gennaro gotica e con il corpo del santo. Visita al teatro reale San Carlo, altri teatri e tribunali dove assiste a delle cause.

Portici, Caserta, Ercolano, Pompei, Pozzuoli (templio di Giove Serapide ed altri, il sepolcro di Virgilio, che la deluse perché caratterizzato solo dai nomi di tanti altri che lo visitarono). Nonostante i 60 anni decise di salire sul Vesuvio (fino ai 2/3 a piedi riuscì)  Benevento (arco di Traiano). Tornando a Napoli di notte prima di Porta Capoana la carrozza si rovesciò. 2 settimane a letto infortunata perché schiacciata da Verri e Genovesi. Torna a Roma e si ferma a Terracina, Velletri. 21 dicembre ’95 arriva a casa. Partita il 1 aprile ’93.

SERENA PROIETTI Diario spirituale di Enrichetta Caetani Lante LOCALIZZAZIONE: Fondo Lante della Rovere (Archivio di Stato di Roma) BIOGRAFIA Genitori: CARLOTTA ONDEDEI (nobildonna pesarese di grande cultura, amante di filosofia, disegno e musica, ritratta dal pittore Pompeo Batoni come Diana cacciatrice) e DUCA MICHELANGELO I, nonché principe di Caserta. Il padre nel 1702 a 16 anni si spostò a Vienna, dove studiò e fu cameriere d’onore e cavaliere della Chiave d’Oro dell’imperatore Leopoldo I. Dopo Anna Maria Strozzi ed Elena Francesca Albani si sposò in terze nozze con Carlotta Ondedei  sei figli. Crisi finanziaria della famiglia  MANOVRE FINANZIARIE come vendere il Palazzo di via del Corso, parte della Biblioteca Caetani e comprare l’estesissima villa di S. Maria Maggiore (detta anche villa Caserta dato il titolo di principe di Caserta). Contatti di Michel. I con eminenti personalità: Benedetto XIII, Maria Amalia di Sassonia, principe di Galles e duca di York (erede Stuart cattolico di Giacomo III). Villa diventa CIRCOLO INTELLETTUALE di scienziati, letterati, poeti: Angelica Kauffman (pittrice svizzera), Pompeo Batoni, il fisico Johann Winkler, l’astronomo François Jacquier… 24 ottobre 1744: nasce 4° di 6 figli Enrichetta Isabella Maria Margherita Topazia. La madre la educa fino alla morte nel 1752. Affidata al padre, per la cattiva situazione economica affida i figli a collegi e monasteri. Nel 1759 muore anche il padre. Enrichetta  dal 1761 al 1763 nel MONASTERO DI CATERINA DA SIENA di Magnanapoli. La fa uscire il primogenito cui ormai, orfana, è affidata, duca Francesco Caetani, che la ospita nel suo palazzo Casoni. Già mentre Enrichetta era in convento Francesco aveva avviato le trattative matrimoniali per lei con 30.000 scudi di dote. 23 aprile 1764: matrimonio con LUIGI LANTE, duca che risolleva l’economia dei Caetani. Enrichetta trascorre la vita a Palazzo Caetani con rari periodi nel palazzo di Cantalupo in campagna. 1767-1772: ha 4 figli. 1°: Maria Anna, morta prematuramente a 2 anni e battezzata dal cardinale Federico Marcello Lante. 2°: Maria Anna, che visse a lungo e sposò Alessandro Falconieri. 3°: Ludovico, visse poco e fu suo padrino di battesimo Luigi XV (per l’occasione una composizione poetica in toni mitologici). 4°: partorito morto, la madre MALATA DI VAIOLO muore poco dopo, a 28 anni, nel 1772. Alessandro e Pietro Verri, nel loro Carteggio, discutono dell’amore che Luigi provasse per Enrichetta, dicendo che dopo la morte di lei egli è “inconsolabile”. Diario spirituale Parte della vita di Enrichetta: MONDANITÀ aristocratica, teatro, conversazioni, gioielli e preziosi abiti. Da un momento della sua vita se ne priva volontariamente e intraprende un percorso intellettuale/spirituale che la rende una personalità singolare nel panorama aristocratico femminile. Singolarità del diario spirituale: sono pochissime le testimonianze di scritture spirituali da donne laiche nella Roma del ‘700 (erano di base quasi solo di monache). Soprattutto, Enrichetta appartiene al colto ambiente delle accademie. Quaderno rivestito di pergamena in ottavo con due quinterni (serie di 5 fogli) rilegati a mano e aggiunti a quelli rilegati alla copertina. Inizia a scriverlo a 24 anni e copre gli anni 1768, 69 e 70, quando si ammala e la grafia da uniforme e regolare diventa stanca e nervosa. TRASPOSIZIONE DEL VIAGGIO VERSO DIO secondo le indicazioni di Ignazio di Loyola (fondò la Compagnia di Gesù) sulla mistica femminile: espressi sentimenti di pianto, abbandono, esaltazione, offerta totale di sé etc. Scritto con l’assistenza di DUE CONFESSORI: sacerdote padre Bona, cui ella sostiene di ubbidire malvolentieri e da cui si sente oppressa, e il preferito monaco di Cantalupo dei Carmelitani Calzati cui era molto riconoscente. Perdute le prime pagine (la numerazione non parte dall’inizio): non si conoscono i motivi del diario. Non è una narrazione di eventi esterni ma una memoria di eventi spirituali  NO RIFERIMENTI a luoghi, persone, etc. Si accenna solo alla scarsa salute del marito e del figlio e al legame col tranquillo Palazzo di Cantalupo, residenza estiva. Oltre a partecipare a vita liturgica in chiesa (S. Eustachio), Enrichetta presta servizio di carità in ospedale romano fino al 1769. Nonostante la ripugnanza degli infermi, era vissuto come un sacrificio offerto a Dio. CAUSA DELLA SVOLTA e liberazione da mondanità: non si conosce cosa spinse E. a cambiare vita: non si hanno tracce di letture spirituali, si trattò forse di prediche ascoltate o conversazioni con intellettuali religiosi come il gesuita Girolamo Andreucci  punto di partenza per una più intensa vita cristiana. Due identità diverse emergono dalla biografia (donna secolarizzata benché disorientata dal mondo dei salotti) e dal diario (solitaria e anelante all’assoluto): non convivono mai nelle pagine del diario.

MOTIVO: forse si manipolò il diario per canonizzare Enrichetta e accrescere con una santa il prestigio della casata (forse le prime pagine mancherebbero perché prese per il processo di canonizzazione); oppure, il testo fu copiato per produrre un testo edificante per i lettori eliminando i riferimenti alle altre persone coinvolte. Inoltre, mancano riferimenti a letture compiute, ma dal diario sembra che lei avesse letto scritti mistici di S. Teresa D’Avila e data la permanenza nel monastero di S. Caterina da Siena avesse molto della spiritualità cateriniana. TEMI: obbedienza, comunione (che all’inizio scandisce il Diario, con molti incipit “Alla comunione mi presentavo”); matrimonio mistico, espiazione attraverso il dolore, percezione di sé peccatrice, misericordia. STRUTTURA petizione-risposta: forme del discorso diretto. DUE MOMENTI: petizione (richieste alla “Madre d’Amore” di liberarla dai vizi o di intervenire per il suo cuore piagato da gelo, miserie…) e itinerari di unione con Dio. Comunicazione con linguaggio d’amore quotidiano, senza disparità, per dichiarazioni d’amore a Dio, slanci etc. sul modello del Cantico dei Cantici. Diario come prolungamento della vita reale: luogo di incontro col Signore, scandito dal tempo dello spirito, della preghiera, delle festività cattoliche, dunque della liturgia pubblicata costantemente accompagnata all’orazione privata. ELEMENTI FORMALI: spesso per esprimere l’invisibile Enrichetta lamenta di non trovare termini. Costrutti delle frasi: articolati, complessi, numerosissime metafore: Met. del MEDICO: come un’inferma aspetta la comunione che possa sanare la sua grave infermità. Met. della TEMPESTA: si trova sommersa dal torrente impetuoso, dalla tempesta delle proprie passioni di vanità, delicatezza, aridità… Met. FONTE: fonte dell’Amore divino, da cui si diffondono le grazie. Met. ASSETATO: arsura e avidità per cui il troppo assetato non riesce a godersi finalmente l’acqua. Met. FIORI: i fiori della virtù: Gigli della purità, Giunchi dell’umiltà, Viole della mortificazione e Rose del santo amore. Frequenti ossimori. DUE COMPONIMENTI POETICI dichiarano l’amore per Dio cui Enrichetta si abbandona totalmente. Personificazione del Cuore: primo componimento (Sta chiuso questo Core / nell’Arca del Signore […]). Linguaggio semplice del parlato ma con padronanza stilistico-ritmica evidente. A scrivere i componimenti fu obbligata dai due confessori per quest’attività non nasconde la ripugnanza. CONTESTO STORICO DEL DIARIO: nel 1773, l’ordine dei Gesuiti, contro cui già fremeva una polemica, fu soppresso: Enrichetta, dunque, incarna l’ultimo slancio di spiritualità gesuitica. Enrichetta, nella sua diversità culturale rispetto alla famiglia, esorcizza anche la cultura dei Lumi moderatamente diffusasi tra i Caetani.

ROBERTA DE SIMONE Ricordi Anna de Cadilhac Galletti BIOGRAFIA: nata il 24 marzo 1825 a Roma da madre romana Maria Luisa Salandri Mugatti, padre nobile francese Alessandro de Cadilhac. Poche notizie sulla sua vita perché i Ricordi partono dal 1842, anno del MATRIMONIO CON BARTOLOMEO GALLETTI (patriota del Risorgimento e di famiglia borghese agiata dello Stato pontificio). Orfana giovanissima di entrambi i genitori, è affidata allo zio Ange (Angelo nei Ricordi) e la nonna materna. Bellezza straordinaria  detta “Bella Roma”. Durante la Seconda Repubblica Romana Anna fu politicamente attiva: animò un comitato femminile a sostegno del colonnello Galletti, comandante il I battaglione della Legione romana. Inoltre, fu nominata sottodirettrice dell’Ospedale della Trinità dei Pellegrini per cui Garibaldi la nominò Angelo degli Ospedali e la accompagnava a casa dopo il lavoro. Inizialmente titubante accettò l’incarico. Incitando le donne in occasione del 1848 alla liberazione, scrive per l’arrivo dei cannoni donati dalle patriote genovesi il 5 marzo 1848 un “Foglio straordinario della Pallade”, in cui incita a sacrificarsi per l’amor patrio. Ebbe una medaglia al valore per gli eventi del ’48-’49. Essendo il marito esiliato (fu colonnello durante la Repubblica, fece parte della spedizione di Garibaldi contro l’invasione napoletana, poi esiliato, poi tornò dovendo accettare di occuparsi della lotta al brigantaggio nel Meridione) Anna si occupò di educare i figli e amministrare le finanze familiari. Luglio 1863: il RE VITTORIO EMANUELE II si presenta all’abitazione di Anna, a Torino, senza vetture e cavalli per non mettere a rischio l’onore di lei, e si consuma tra i due un rapporto, da cui lei avrà una figlia e che fu causa di tormenti interiori per lei, di divorzio da Galletti e molti soprusi da parte di pers...


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