Stati murati sovranita in declino Wendy Brown PDF

Title Stati murati sovranita in declino Wendy Brown
Author Serena Mercorio
Course Geografia
Institution Università di Bologna
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Summary

Democrazia murata La globalizzazione presenta numerose tensioni che si annidano nei nuovi muri che segnano il globo. Labirinti di muri e barriere di sicurezza. Murare fuori uno stato, murare dentro un territorio. Esistono anche i muri nei muri: le gated communities: comunità recintate e sorvegliate....


Description

1. Democrazia murata La globalizzazione presenta numerose tensioni che si annidano nei nuovi muri che segnano il globo. Labirinti di muri e barriere di sicurezza. Murare fuori uno stato, murare dentro un territorio. Esistono anche i muri nei muri: le gated communities: comunità recintate e sorvegliate. Per quanto i muri presentino differenze su cosa intendono vi sono fattori comuni che ne determinano la crescita proprio in questo momento della storia globale. Una serie di paradossi: molti sognano un mondo senza frontiere ma gli stati-nazione, ricchi e poveri, manifestano una passione per la costruzione dei muri. 3 paradossi: apertura e chiusura simultanee, universalizzazione con esclusione e stratificazione, potere virtuale interconnesso realizzato attraverso barriere fisiche. Le nuove barriere definiscono i confini dello stato-nazione ma non sono costruite come difese contro potenziali attacchi. I muri sono una reazione a relazioni transnazionali più che internazionali, non una risposta ad azioni militari. Tesi del libro: i nuovi muri degli stati-nazione sono segni iconografici di un potere statuale problematico. L’odierna costruzione di muri è generata dall’indebolimento della sovranità statuale e dal disgiungimento della sovranità dallo stato-nazione. I nuovi muri hanno una funzione teatrale, mettono in scena una forza e un’efficacia che non esercitano. I muri creano un’immagine del mondo rassicurante, questo è un fenomeno storico unitario. Ogni nuovo muro è la conseguenza di pressioni che la globalizzazione esercita sulle nazioni. Ciascun muro è costruito in via provvisoria eppure si presenta come permanente e suscita un consenso sorprendente, vengono legittimati. ISRAELEConflitto israelo-palestinese la sovranità è messa in discussione. Il muro è parte di un processo specifico che si è delineato in 40 anni di occupazione della Palestina. La barriera separa fisicamente, divide spazialmente due popolazioni intimamente intrecciate. Muro effetto di due tipi di insediamento colonialista, quello dello stato e quello illegittimo. Il muro appare come uno strumento tecnologico per uno stato che si trova in una situazione senza uguali. Strategie di legittimazione: in certe parti è presentato come tecnologia antiterroristica, altrove spacciata per struttura di pacificazione, in alcune parti trasforma insediamenti israeliani in gated communities, lacerazioni e divisioni. È una tecnologia di separazione e dominazione in un complicato contesto, il muro non è mai stato consacrato formalmente come barriera di separazione ma come risposta a uno stato di emergenza temporanea, le dichiarazioni ufficiali lo definiscono rimovibile e riorientabile. Sospensione della legalità, della responsabilità e della legittimità di queste situazioni di emergenza. C’è una situazione di illegalità. L’invocazione di uno stato di emergenza non legittima una violenza mortale. La barriera è enorme e costosissima e la sua stessa struttura mette in discussione l’idea di temporaneità che dovrebbe legittimarla. Rappresenta la rassicurante iconografia di un confine, è una presenza ingombrante, una frontiera fortificata. Le barriere non separano un dentro e un fuori straniero ma hanno lo scopo di bloccare il movimento attraverso il territorio. Differenza tra confine e barriera: Il muro israeliano significa alternativamente confine e barriera a seconda delle esigenze. I muri trovano legittimazione nell’esercizio del controllo delle frontiere da parte del potere sovrano. Il muro è un tentativo di riaffermare la sovranità. Viene costruito in nome della necessità di Israele di difendere il proprio popolo, come spetta fare a ogni democrazia. Le legittimazioni dei muri pendono tra il generale (lo fanno tutti) e io specifico (noi abbiamo bisogno di questo muro). STATI UNITI/MESSICO Si distingue dalle altre per finalità, funzione e criteri di costruzione. Complesso imponente, costoso, divide nord globale e sud globale, principale obiettivo: bloccare i flussi di droga e l’immigrazione illegale. Il progetto del muro è stato il risultato di tensioni tra le esigenze del capitalismo americano, l’antagonismo popolare verso l’immigrazione (salari e occupazione) e dimensioni demografiche e culturali che compongono la nazione. Questione del border fence è all’ordine del giorno nella politica americana. Nelle comunità più vicine al confine c’è un consenso nei confronti della barriera. Nonostante il costo enorme della barriera, si osserva la sua limitata efficacia come inibitoria rispetto alla portata del dirottamento del flusso dell’immigrazione illegale. Ha avuto successo solo nella diminuzione degli attraversamenti clandestini, i contrabbandieri ricorrono a tecniche sempre più sofisticate. La barriera ha provocato un aumento drammatico dei decessi tra i migranti e del tasso di immigrazione permanente rispetto a quella temporanea, ha prodotto e potenziato l’industria del crimine. I muri intensificano la criminalità e la violenza che pretendono di arginare, ma si dichiara che portano pace, ordine e sicurezza, in nome dell’obbligo di proteggere il proprio popolo. Sono una soluzione politica sospesa, sospendono l’ordine giuridico. I muri articolano una diffusa e comune crisi del potere. I muri politici sono esistiti anche nel passato, hanno sempre teatralizzato il potere. Come il muro di Berlino, spesso i muri contemporanei finiscono per annullare o rovesciare i contrasti che dovrebbero evidenziare. Mirano a proteggere società in apparenza libere, aperte, rispettose della legge ma essendo costruiti in una sospensione dello stato di diritto producono l’opposto, creano un’identità collettiva chiusa e controllata. I muri non possono sbarrare l’ingresso a chi sta fuori senza rinchiudere chi sta dentro, non possono dare sicurezza senza

fare dell’ossessione securitaria un sistema di vita. Definire un loro senza produrre un noi reazionario, i muri trasformano psichicamente, socialmente e politicamente un sistema di vita protetto in un rinchiudersi. 2. Sovranità ed enclosure “Al principio sta il recinto”, la recinzione produce un luogo sacro sottoponendolo alla propria legge. Dimensione sacra della recinzione. Il nomos è il processo fondamentale della suddivisione dello spazio che è essenziale a ogni epoca storica. Tutti i nomos umani si nutrono di un unico nomos divino. La sovranità è originariamente teologica, il recinto istituisce la sovranità e il sacro. La sovranità è legata a una giurisdizione stabile. Sovranità, enclosure e democrazia: Oggi la sovranità politica ha un significato variabile e ambiguo. In senso di Schmitt: potere di decisione statuale, in senso di Locke: potere legislativo del popolo. Caratteristica della democrazia: potere del popolo, eppure il liberalismo attua potere discrezionale. Difficoltà di pensare la sovranità dal punto di vista della democrazia liberale. Oggi la relazione tra democrazia e sovranità si pone come un problema a causa della decostruzione della sovranità di Stato, prodotta da influssi di potere economico, politico, morale e teologico. Kant definisce la sovranità popolare un’assurdità. Nella democrazia liberale la sovranità opera secondo un doppio registro: legittimazione ordinaria, la legalità e le elezioni, dall’altra parte l’azione statuale o la decisione. Il potere discrezionale può sospendere quello legislativo o prescindere da esso. L’abuso di questo potere è l’unica giustificazione al popolo per rivoltarsi. La sovranità divisa, separata o disseminata comporta una incompatibilità problematica con il suo carattere definitivo e decisivo. Una sovranità parziale o provvisoria è peggiore di una sovranità instabile o incoerente. La sovranità politica è definita e assoluta, dunque indivisibile e non trasferibile. Il governo del popolo diventa una pratica discontinua, non un vero e proprio potere sovrano. Profonda contraddizione tra questa forma politica e la democrazia liberale. Ripartizione incoerente della sovranità tra popolo e stato. Non esiste vita politica senza sovranità. La sovranità da e rappresenta una forma politica, è intrinsecamente antidemocratica ma la democrazia sembra richiedere di essere integrata dalla sovranità, è un paradosso. Sovranità come limite e al limite: Sovranità è un termine liminare, istituisce le condizioni, organizza lo spazio interno e esterno, presenta due aspetti diversi, due significati: supremazia e autonomia. Fanno riferimento a due usi politici discordanti (potere decisionale e libertà dall’occupazione da parte di altri). All’interno di uno spazio sovranità significa potere supremo o autorità suprema. Fuori, quando è rivolta all’esterno comporta autonomia e capacità di azione indipendente. I due usi sono collegati, è la supremazia interna che permette l’autonomia esterna. La sovranità non si limita a unificare o reprimere i suoi soggetti ma è generata e genera tali soggetti. Il compimento della sovranità è nell’ordine. Numerosi paradossi della sovranità: indica potere assoluto e libertà politica, genera ordine attraverso la subordinazione e la libertà attraverso l’autonomia, è segno di uno stato di diritto e di una giurisdizione ma li oltrepassa, è legalità e illegalità, ogni sua espressione è legge e senza legge, è generata e generativa, è a priori (discende dalla teologia, da una dimensione religiosa a se stessa).Autonomia sovrana e A. del politico: Schmitt elabora il concetto di autonomia del politico attraverso il concetto di sovranità, il politico è amico-nemico. Sovrano è colui che decide dello stato di eccezione, l’azione del politico è la risposta alla situazione amico-nemico. Il politico stesso è sovrano, la sua sovranità deriva dalla sua competenza sulla relazione amico-nemico. La decisione su chi è il nemico e come agire nei suoi confronti è la decisione politica, ciò indica una certa autonomia del politico. È il cuore antiliberale di Schmitt, critica i liberali perché pongono al centro dell’interesse politico il diritto, la norma e la procedura, ciò compromette l’autonomia e la sovranità del politico. La nascita del politico con il contratto sociale è la nascita della sovranità politica. Sovranità significa autonomia di un sistema di governo e del politico. La sovranità politica ha cercato di conquistare la supremazia su un’autorità religiosa transnazionale + tentativo della sovranità di subordinare l’economico al politico (es new deal). Esempio: corona britannica > affermazione del proprio controllo politico sull’economia per unificare e consolidare il regno. La sovranità opera attraverso lo scambio e la circolazione. La teoogia della sovranità: La sovranità politica tenta di contenere e cooptare il potere dell’economia e della religione. Tentativo di appropriarsi dell’autorità religiosa. Attributi divini della sovranità politica, la sovranità è il motore immobile, è a priori. Punisce e protegge, è la fonte della legge e è al di sopra della legge. Dio è il sovrano originario, sostituito dalla sovranità politica. Dio crea l’uomo, l’uomo crea lo stato. La sovranità è un principio vitale ed è legata a dio. Hobbes accomuna dio e la sovranità nel timore che incutono. La sovranità è l’elemento divino presente nello stato, deriva il proprio potere e la sua legittimazione da dio. Sovranità politica in declino, religione e capitali deregolati nella tarda modernità: Abbiamo già detto che la sovranità statuale è indebolita da altre forze, a causa del suo declino cessa di contenere le forze teologiche e economiche, una deregolazione che aumenta ulteriormente l’erosione della sovranità. Sovranità teologico-politica. Oggi molte manifestazioni del potere politico gratificano la volontà di dio, si appellano a dio per legittimare certe decisioni (es omosessuali). Poteri sovrano appaiono al servizio

di divinità e religioni. Anche se esistono stati religiosi, lo stato non è l’unico agente della violenza che oggi viene legittimata dalla religione. La dimensione teologica della sovranità politica diventa più palese quanto più si indebolisce la sovranità dello stato-nazione, + la sovranità ha bisogno di dio. Religione deregolata, sovranità in declino. Le religioni sono transnazionali più che nazionali, quindi concorrono alla sua erosione. La religione strumentalizza lo stato-nazione. Il capitale si delinea alla stregua di una sovranità globale emergente, sembra essere assoluto, irresponsabile e selvaggio, origine di ogni comando, produce vita, diffonde la logica mercantile a livello sociale e governativo. Razionalità neoliberista: il capitale unico pretendente alla sovranità globale, ma il capitale non ha la competenza e il carattere distintivo della sovranità politica. Capitale  una forma di sovranità senza sovrano, il capitale è più simile a dio: onnipotente, illimitato e incontrollabile, potere divino di produrre il mondo. La tesi della deregolazione del potere religioso e della sovranità del capitale globale possono essere combinate insieme. Stati senza sovranità: La sovranità degli stati separata dalla denazionalizzazione dello spazio economico e la rinazionalizzazione del discorso politico. Canaglia è quello stato che perde presa sul potere sovrano, lo stato canaglia si manifesta nella costruzione di muri. Ostentazione e iperbole sono manifestazioni tipiche degli stati senza sovranità. Gli stati non dominano e non regolano i movimenti e gli imperativi del capitale. L’autonomia del politico non è più una finzione convincente. Tuttavia, gli stati restano un simbolo, il simbolo più importante di appartenenza e protezione politica, le uniche sedi della cittadinanza politica, garanzia di diritti politici. Oggi gli stati mediano le tensioni tra la vita economica globale e la vita politica nazionale, si fanno carico di proteggere la popolazione dagli effetti devastanti dei mercati aperti. Pressione per chiudere e mettere in sicurezza le frontiere è esercitata sugli stati da persone ansiose di ogni cosa. Declino sovranità e teologia della fortificazione: La sovranità politica è sempre stata una sorta di finzione (soprattutto nella democrazia). Il suo declino non significa che gli stati non siano più degli attori potenti, solo non sono più attori sovrani. Lo stato può essere diviso, subordinato, anche conquistato eppure sopravvivere, non così la sovranità politica che finisce quando va in pezzi. L’idea stessa di sovranità religiosa nasce dall’esperienza umana di un senso di piccolezza e vulnerabilità, desiderio di protezione, di contenimento e di orientamento di fronte a tali esperienze. I muri esprimono questi desideri di contenimento e sicurezza. 3. Stati e Soggetti “geografia immaginaria” non è necessario che gli altri conoscano la distinzione: I muri hanno una funzione materiale e sono potenti organizzatori di scenari che generano identità culturali e politiche nella psiche umana. I muri non narrano e non parlano. L’elemento importante e peculiare che determina il modo in cui percepiamo i muri è il contesto. I muri e le fortificazioni assumono un significato diverso a seconda delle diverse fasi della loro esistenza. Mutano nel tempo anche i discorsi con cui i muri sono interpretati e significano. Non sempre i soggetti vogliono ciò che lo stato richiede ma gli obiettivi dello stato sono necessariamente modulati e condizionati dai desideri e dalle fantasie della popolazione, difficile distinguere le scelte politiche dello stato dai desideri del cittadino. Le forze della globalizzazione mettono in discussione la sovranità dello stato e del soggetto (disfacimento delle due sovranità). A volte i soggetti si identificano con la sovranità. La sovranità politica deve assicurare e ampliare la sovranità sociale del soggetto. L’uomo prima dello stato viveva continuamente in uno stato di ansia e paura. Il declino della sovranità statuale minaccia il ritorno dell’uomo ad una condizione di vita estremamente vulnerabile. Deterioramento della sovranità I muri appaiono come solidi e permanenti, senza alcuna pretesa di mascheramento o di dissimulazione. Le loro caratteristiche non possono essere mascherate. La loro materialità suggerisce un vero salto all’indietro nel tempo, sembrano esprimere un potere materiale. I muri sorgono in risposta a flussi economici sociali e religiosi transnazionali privi della forza di una sovranità politica. Devono arginare movimenti di persone e cose. Sempre di più è il numero di rifugiati apolidi, provenienti da stati falliti, vittime della guerra, la cui specifica nazionalità si perde o diventa irrilevante al momento dell’accoglienza. Lo stato non è più un’incarnazione coerente del potere supremo e decisivo, la sovranità non governa, non contiene più il politico. I muri intendono contrastare l’aumento dell’illegalità. I nuovi muri segnalano che la sovranità sta perdendo il suo status a priori e il legame automatico con l’autorità giuridica. I muri rispondono ad una situazione in cui la nazione non corrisponde più al confine amiconemico. I muri sono armi contro un disordine e un’illegalità, rientrano nella categoria delle pratiche extragiuridiche. Quando lo stato esternalizza il controllo della sicurezza, il suo status di protettore sovrano declina, ciò produce insicurezza. Molti nuovi muri inventano società che delimitano, fanno nascere nuove consociazioni politiche non statuali. Teatralizzazione della sovranità: Muri come gesti politici spettacolari e costosi, contentini per determinati gruppi di elettori, inefficaci in quanto al piano di sicurezza nazionale. L’effetto delle nuove spettacolari fortificazioni è che i migranti sono costretti ad affrontare un viaggio più lungo, costoso e pericoloso poiché nelle zone fuori dalla città i muri sono meno fortificati. + crescita

dell’operazione di contrabbando. Effetto politico dei muri, il governo non controlla la frontiera ma controlla ciò che gli americani pensano della frontiera. Ripristinare l’idea di ordine, necessaria per Schmitt. Messa in scena di una sovranità in grado di produrre un ordine politico. Esaminare il nesso economia-sicurezza, i muri vi contribuiscono. Imperativi economici e di sicurezza sono oggi alla base della fortificazione delle frontiere. La globalizzazione neoliberista determina imperativi opposti: da una parte spinge verso l’eliminazione delle barriere, dall’altra verso la fortificazione delle frontiere. Cancellazione delle distinzioni tra popoli, culture, stati e valute sollecitata dall’economia, si contrappone una spinta motivata dalla sicurezza verso le barriere e la chiusura. Questa tensione disunifica la sovranità statuale. Tensione tra gli imperativi della sicurezza e quelli dell’economia. Le questioni di sicurezza sono spesso conseguenze della globalizzazione neoliberista. Gli imperativi dell’economia producono spesso effetti securitari finendo per spingere alla costruzione di muri anziché all’apertura di frontiere e liberi flussi di lavoro, capitale, merci e servizi. La violenza è un aspetto cruciale degli effetti del neoliberismo. È difficile se non impossibile separare le dimensioni securitarie ed economiche che strutturano la politica delle frontiere internazionali. I muri sono tecnologie nella guerra di tutti contro tutti generata dal neoliberismo. Formalmente il neoliberismo nega le regole e il protezionismo. Alcuni critici sostengono che i nuovi muri sono lo schema regolatore ideale del neoliberismo, regolano i flussi di manodopera e di merci ma non pongono restrizioni ai flussi di capitale. + carattere teatrale e teologico dei muri: I capitalisti chiedono che non siano poste restrizioni ai flussi di manodopera a basso costo, ma ne vorrebbero per i flussi di prodotti della concorrenza. Durante il boom economico i controlli sui posti di lavoro sono diminuiti. I muri concretizzano il superamento della soglia tra legalità e illegalità. Oggi la sicurezza richiede non solo contenimento ma anche movimento, richiede di canalizzare, trasferire, spostare o allontanare certe popolazioni. Espansione dell’industria del contrabbando di droga e esseri umani, violenza e gang anche all’interno dei due stati (USA e Messico). Non viene percepita l’ipocrisia dei muri che rende organica l’illegalità. Usare la paura a vantaggio di motivi economici (slogan). Sempre maggiore razzismo e xenofobia. “se vuoi salvarci nella guerra contro il terrore, una frontiera aperta è un fatal errore”: poesia che rivela le angosce generate dal declino della sovranità statuale. È chiara la divisione tra l’interno buono e l’esterno malvagio della nazione. Nazioni fondate da imm...


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