Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello PDF

Title Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello
Course Linguistica e galateo digitale
Institution Libera Università Maria Santissima Assunta
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Summary

Sintesi del libro "Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello."
Riassunto che comprende anche gli appunti presi a lezioni....


Description

Linguistica e galateo digitale Lezione 1: Introduzione La società delle immagini Ogni immagine suscita in noi delle reazioni. Ma cosa succede quando un’immagine genera una crisi? Prendiamo come esempio la pubblicità di H&M; Venne pubblicata una campagna pubblicitaria che rappresentava un bambino bianco con una felpa “a jungle survivor” e bambino nero con una felpa “the coolest monkey in the jungle”. H&M per questo motivo è stata criticata, anche se non vi erano intenti razzisti da parte dell’azienda, bensì una disattenzione nella gestione dell’immagine. La foto fu tolta, ma in questo caso un contenuto imbarazzante o sbagliato è difficile da estirpare completamente. H&M per questo si dovette scusare pubblicamente scrivendo un testo, rimuovendo l’immagine e i capi di abbigliamento dal mercato. Nel momento in cui l’immagine non è più sufficiente, si deve far ricorso alla parola, cioè ai testi! “Non è possibile pensare con chiarezza se non si è capaci di parlare e scrivere con chiarezza” - John Searle! La capacità di parlare e scrivere bene permette al nostro pensiero di strutturarsi correttamente.! “Language is the core property that basically defines human beings” - Noam Chomsky! L’uomo è un animale sociale, al punto che, se nei primi anni di vita rimane isolato e non ascolta nessuno parlare, non può imparare a parlare. Se inserito in tarda età in un contesto linguistico, non riesce a riconoscere nessuna lingua come L1, ovvero come lingua madre, ma al massimo impara delle lingue L2, ovvero lingue secondarie. Negli anni ’60 viene studiato il modo di comunicare degli abitanti dei ghetti delle grandi città americane. Dalla lingua era possibile comprendere il contesto culturale di appartenenza. Ogni volta che si usa la parola si compiono tre operazioni: 1. Parlare di sé: le caratteristiche linguistiche permettono di comprendere le origini, viene data un’irripetibile prima impressione; attivazione di pregiudizi (differenti accenti portano diverse impressioni, il romano, il toscano e il milanese sono solitamente riconosciuti come positivi, mentre gli accenti del sud vengono riconosciuti come negativi. Nessuno parla un italiano senza accenti); parola come atto di identità, che può essere volontario o involontario, è necessario imparare a controllare le parole utilizzate (io sono le parole che scelgo di usare). 1

2. Parlare con gli altri: si passa ad un “noi siamo le parole che scegliamo di usare”. Si tratta quindi di identificare la propria tribù con un atto d’identità collettiva, siamo ancora tribali, apparteniamo a tribù differenti che si legano fra loro. Il primo mezzo utile per escludere gli estranei è la competenza di parola, come i bambini che non distinguono per provenienza ma per capacità di comunicare tramite una lingua comune. Cambia quindi la considerazione della parola, che diventa parola come relazione. Questa ha una conseguenza nel momento in cui vengono usate parole senza considerare chi ho di fronte, la parola deve creare un ponte, non una diseguaglianza (come ad esempio nel caso dell’italiano burocratico). 3. Parlare del mondo: vuol dire che le parole vengono utilizzate per dare nomi alle cose che ci circondano. L’uomo è onomaturgo, ovvero datore di nomi. Tutti gli uomini creano parole che nascono e muoiono molto rapidamente (ad esempio i bambini quando imparano a parlare). ! La realtà influisce sulla lingua, vengono quindi create delle parole che rispecchino le nuove necessità espressive. Per esempio “ministra”, “assessora”, “calciatrice” sono parole nate quando ci si è resi conto che era necessario nominare determinati ruoli, sono valide come altre parole, ma sono recenti e non ci si è ancora abituati. Ogni lingua viva e sana ha bisogno di parole nuove, i neologismi sono segnale del benessere di una lingua. Così come la realtà influenza la lingua, però, la lingua influisce sulla realtà. Alcuni termini sono conosciuti da alcune persone e non da altre, perché queste ultime non ne hanno mai avuto necessità (ad esempio, dove si ha neve per tutto l’anno esistono diversi modi di chiamare la neve in base alle sue caratteristiche). La parola, quindi, permette di vedere la realtà in modo diverso: ipotesi Sapir-Whorf. Questa si vede, ad esempio, nella percezione dell’arrivo dei migranti: avendo sempre sentito “invasione di migranti”, la percezione è che ne arrivino tantissimi (come le cavallette), anche se non è così. Quindi, va vista la parola come mezzo di comprensione della realtà: più parole si conoscono, più è possibile interpretare la realtà.

Lezione 2: La parola Cosa succede online alla parola? La parola online assume 4 + 1 caratteristiche: 1. Nudità: di persona le parole hanno una serie di caratteri di contorno (come gesti, tono della voce, prossemica, intonazione) che online non sono presenti. 2. Fraintendibilità: le cose pubblicate online, che di persona possono avere un significato, possono risultare fuori luogo. 3. Incontrollabilità: una volta pubblicato qualcosa in rete, non si ha più il controllo della sua estensione. È necessario prevedere che tutto ciò che è online, anche in contesti apparentemente privati come le chat, è di dominio pubblico. 4. Longevità: una cosa pubblicata online diventa fondamentalmente immortale. “Non dicere ille secrita a bboce.” !

5. Permeabilità: caratteristica fondamentale della parola online, che riassume le precedenti. 2

• Online-offline: più la vita online si avvicina alla vita offline, meglio è. ! La differenza non esiste più, si parla quindi di onlife. Oggi è impossibile non avere una vita e una reputazione online, se non siamo noi a preoccuparcene se ne occupano altre persone. Si ha una fruizione costante ad internet: il problema non è più quanto tempo si passa in rete, ma quali attività si svolgono. Online e offline sono permeabili.

• Contaminazioni tra canali: una cosa pubblicata online viaggia fra i diversi canali, che la diffusione sia volontaria o meno. I canali sono permeabili.

• Passato-presente: il passato non può essere rimosso dalla rete, rimane sempre online. • Privato-professionale: la possibilità di distinguere l’ambito professionale da quello privato in rete è un’illusione. La rete di tutti La rete non è più una rete di élite ma, essendo accessibile a tutti, è una rete di massa. Non vi è alcuna selezione all’ingresso: l’evoluzione di internet ha fornito un mezzo di comunicazione senza spiegarne il funzionamento. Ciò che succede e si trova in rete è fondamentalmente una riproduzione delle dinamiche di ciò che succede nella vita reale. ! Ma è la rete a renderci “cattivi”? Iperconnessione

Lezione 3: Storia internet e social Nel 1957, durante gli anni della guerra fredda, viene mandato nello spazio lo Sputnik fu il primo satellite artificiale mandato nello spazio. ! In risposta a questo evento l’ARPA, Advance Research Projects Agency, una struttura interna al Ministero della Difesa statunitense. Paul Baran individua tre tipi di rete: il primo tipo è la rete centralizzata, in cui si ha una struttura in cui tutte le reti convergono in un solo punto. Se questo punto viene distrutto la rete non funziona più. Il secondo tipo è la rete decentralizzata, ogni pinto è legato a dei sottocentri. Se vengono distrutti questi nodi non ne risente quello centrale, si creano però dei punti in cui la rete non funziona più. Infine quella proposta come più funzionale è la rete distribuita, è in grado di funzionare anche nei momenti più estremi. Se una parte della rete crolla non collassano anche gli altri punti. Un’altra cosa che doveva essere cambiata era anche il modo in cui le informazioni venivano inviate, per questo si fa in modo che queste vengano scomposte in più pacchetti. Questo porta a due vantaggi: una maggiore sicurezza, in quanto è più difficile intercettare i messaggi, e una velocità maggiore. Nel 1968 viene inaugurata l’ARPAnet, viene installato il primo nodo presso la UCLA nel 1969. Diventeranno poi quattro a dicembre dello stesso anno e poi continueranno a crescere senza sosta.

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La crescita di ARPAnet vene favorita dalla NCP, ovvero Network Control Protocol, da cui nasceranno l’FTP e il TCP/IP. Nel 1972 nacque la posta elettronica, l’idea venne casualmente ad un ingegnere della BBN, Ray Tomlinson. Fu lui che ebbe l’idea di separare il nome dell’utente da quello della macchina con il carattere “@“. Nel 1978 venne inviato il primo email classificabile come spam, cioè tutto ciò che rientra nelle categorie mail non desiderate (pubblicità..) Nel 1979 viene inventata la “Usenet”: collegava i computer della Duke University e della U. of North Carolina che permetteva di mandare messaggi articolati all’interno di un forum. I social quindi esistono dagli anni 70. Nel 1983 questa rete perde la caratteristica militare, questa si distacca andando a formare la Milnet e il resto della rete si suddivide in altri piccoli pezzi. Arpanet diventa un quartiere periferico della rete. Nel 1989 uno scienziato inglese di nome Tim Berners-Lee del CERN di Ginevra inventa un sistema di accesso delle informazione contenute in Internet, il World Wilde Web (insieme di siti), il linguaggio Html e il protocollo di trasmissione Http. Si crea cosi il www che è un insieme di file, chiamati web. Questi file sono identificati da un URL (uniform resource locator) che specificano il protocollo, l’indirizzo internet della macchina e del file. Nel 1993 viene inventato il primo browser grafico. Software per navigare nel WWW, il primo che venne inventato fu Mosaic.

Lezione 4: Come sta l’italiano? È un momento di cambiamenti veloci della lingua, è difficile accettarli poiché spaventano ma i cambiamenti linguistici sono naturali. L’italiano però in realtà “sta bene” non è mai stato usato e parlato come oggi e nel passaggio ai social l’italiano ha dimostrato di essere capace di adattarsi, di essere vivace e flessibile. I cambiamenti sono dovuti quindi al grande numero di utenti. L’italiano elettronico: una quarta via?! Chi guarda da fuori i nuovi media pensa che la lingua sia quasi uno slang, chi invece ci sta dentro sa che bisogna usare un registro diverso a seconda del contesto. ! L’italiano si divide in parlato, scritto, trasmesso (radio, tv).! L’italiano digitato o elettronico è una varietà diamesica, ha il vantaggio di aver riavvicinato le persone alla scrittura. Prima si scriveva solo in alcuni contesti, come per esempio a scuola, dopo la scuola però si smetteva di scrivere. I social media quindi hanno riavvicinato le persone alla scrittura, c’è differenza però tra scrivere a mano e al computer, questo infatti attiva parti diverse del cervello, non la deve quindi sostituire.

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Una base neostandard L’e-taliano è un’etichetta, iniziata a circolare tra la fine degli anni 80 e inizi del 90, usata per marcare la presa di coscienza del fatto che vi è stata una modifica della lingua. La base è l’italiano parlato, non quello scritto: è strano vederlo digitato.! Es. se lo sapevo non venivo Per chi non è abituato a stare dentro i social è difficile comprendere queste modifiche della lingua. La prima cosa che si nota dell’italiano elettronico sono: gli acronimi, tachigrafie e troncamenti.

- Alcuni esempio di acronimi sono: DCD+ (dicci di più), SLMV, YOLO - Alcuni esempi di tachigrafie sono: Cmq, nn e xkè - Alcuni esempi di troncamenti sono: Asp, state, pome e cisi La seconda cosa che si nota sono i giochi con gli spazi come per esempio gli hashtags, scripto continua: mobbasta, mapperfavore, dimmidisì. ! Anche la scripto continua ha origini molto antiche, per esempio i romani erano abituati a scrivere tutto attaccato senza gli spazi. Un esempio si ha nel graffito di Commodilla. Un’altra caratteristica sono le maiuscole, le minuscole e la punteggiatura:

- Se si ha un testo tutto maiuscolo questo equivale ad urlare. - La punteggiatura ipertrofica: ….. oppure !!!!! (tutta la punteggiatura va di tre in tre) . - Nuove funzioni del punto: assertivo, ostile. Anche i dialetti si ritrovano all’interno dei social media, possiamo trovare due distinzioni:

- Elementi del romanesco: daje, annamo, bella zi’… (il romesco viene visto come un dialetto giovanile che viene usato in tutta Italia senza differenze)

- Altri dialetti in base a influsso dei media: es Litizzietto, Gabibbo… - Ruolo di “orgoglio locale” del dialetto Da una parte vi è questa spinta localistica, dall’altra però molto usata è la lingua inglese:

- Tecnicismi informatici: download, screenshot, taggare (verbo derivato) … - Pseudotecniscimi (meno tecnico): whatsappare, googlare, instagrammare… - Anglismi di lusso: facepalm, epic win/fail, shippare… Un altro settore del linguaggio del web è quello dei nuovi significati alle parole:

- Risemantizzazione funzionale: aggiungere (gli amici, ai preferiti), bacheca, profilo, condividere, boccare, cambiare stato.

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Inoltre vengono inventati nuove parole: invenzioni, neocòni e storpiature

- Curare (mettere un cuore) - Settordici e varianti (numero molto grande, usato per la prima volta da Boccaccio) Un’altra caratteristica è il citazionismo continuo, è una lingua influenzata dai media:

- Vuoi che muoro? - Per me è si (XFactor) - Tutto molto interessante (Rovazzi) In conclusione possiamo dire che è una varietà di una lingua sintetica con una componente ludica e gergale che è indice di una lingua sana, va usata però in contesti circoscritti. Il problema si pone quando non si riesce a distinguere i vari contesti, bisogna quindi usare registri diversi a seconda del caso. Cinque bufale: 1.

“I giovani hanno un lessico povero”! Il linguaggio giovanile è povero solo nei campi che non interessano ai giovani, invece è ricco di novità. È un percorso ciclico, anche i nostri genitori avevano un linguaggio giovanile e succederà anche alle nuove generazioni.

2.

“I social hanno rovinato l’italiano“! È un contesto informale, la norma quindi conta poco.

3.

“Le tachigrafie sono il male“! Caratteristica storica della lingua dei social. ! Nasce dall'esigenza pratica di dire il meno possibile riducendo la spesa, lo stesso Leopardi scriveva i mesi abbreviati.

4.

“Le faccine soppianteranno la scrittura“

5.

“boicottiamo l’inglese”

Lezione 5: Parole nuove, neologismi !

! Genesi 2:20-21! La Bibbia può essere considerata come un testo di saggezza popolare, in questo passo viene detto che è lo stesso essere umano a dare il nome alle cose non Dio. ! Noi facciamo l’operazione di nominare la realtà (terza azione: nominare il mondo). Che cos’è un neologismo?! Viene dal greco: news (nuovo) + logos (parola)! Un neologismo è una parola che esiste da un certo momento in poi.

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Perché creare un neologismo? 1. Quando c’è bisogno di un nuovo termine per chiamare un concetto nuovo. ! es. influencer 2. Quando i parlanti hanno l’esigenza di una nuova parola per comunicare. ! es. tronista (uomini e donne) 3. Quando c’è bisogno di un nuovo termine in ambito artistico, per gioco o diletto. ! es. autori di libri o poeti Ora analizziamo la parola “uragano” non deriva né dal greco né dal latino. ! Nel Mediterraneo non ci sono uragani quindi non c’è necessità di usare questa parola, viene però coniato dagli abitanti dei Caraibi in queste isole infatti sono presenti. ! Questo è un caso di foresticità. Escluse le parole derivate dal latino, tutto il resto del lessico è fatto di neologismi. ! L’italiano è una stratificazione di diverse lingue dovute dalle influenze di tutti i popoli. Dante Alighieri fu un grande onomaturgo (onoma: parola, creatore di parole) dell’italiano ha creato migliaia di parole. Faceva molti esperimenti linguistici:! -Per esempio, tra quelle che ritroviamo nel dizionario: fertile, gabbo, mesto, molesto..! -Inventò una serie di verbi costruiti con: in- e -arsi Chi inventa i neologismi?! ! La risposta a questa domanda è chiunque, può inventare una nuova parola: un bambino, un giornalista, uno scienziato, una moltitudine… Ci sono anche casi di parole che hanno un “papà letterario” cioè che si può ricondurre l’invenzione di una parola ad una persona. Per esempio:! - Petrarca inventò il verbo disacerbare ! - Alfieri inventò odiosamato ! - D’Annunzio inventò superuomo Anche la pubblicità ha un suo ruolo nell’invenzione di nuove parole. Chi decide che cos’è un neologismo? Cioè in quali casi una nuova parola entra nel vocabolario. I lessicografi, coloro che scrivono i vocabolari, utilizzando un criterio specifico, una parola entra se:

- Viene usata da un numero sufficientemente ampio di persone - Viene usata per un periodo sufficientemente lungo - Viene usata in contesti diversi Alcune vengono considerate brutte. Il criterio estetico però non viene preso in considerazione dai linguistici, non esistono parole belle o brutte o “cacofoniche”.! 7

Magari se si vuole scrivere una poesia può essere preso in considerazione, ma non per fare entrare nel vocabolario. Per non fare circolare una parola si può evitare di usarla, si contribuirà così a non farla circolare. Un’altra critica potrebbe essere che ci sono troppi neologismi, questo però non importa visto che il lessico è illimitato e può crescere all’infinito Come si fa a far diventare una parola virale?! La cosa fondamentale è che gli altri capiscano cosa si vuole dire. Una parola esiste nel momento in cui qualcuno la inventa, per esempio esistono molte parole che vengono inventate in un determinato nucleo familiare che sono comprensibili al suo interno ma non dagli altri. Non è quindi una questione di esistenza ma di comprensibilità. Da dove arrivano le parole nuove?! Ci sono due vie:

- “Da dentro”! Endogeno cioè all’interno della lingua ! Estensioni della lingua per esempio con l’italiano digitale

• Neocòni: cioè parole di nuova invenzione, questo avviene tramite la suffissazione. • Composizione: unione di due parole complete ! es. pescaturismo

• Parole macedonia: la composizione avviene con due parole non complete! es. apericena

• Parole prese dai diversi dialetti ! es. balengo (= scemo)

- “Da fuori”! Provenienti da lingue straniere.

• Calchi semantici: parole prese e tradotte da altre lingue ! es. skyscraper

• Forestierismi adattati: prendere parole straniere e adattarli ! es. beefsteak = bistecca

• Forestierismi ibridati: prendere una parola e aggiungerci per esempio -are! es. whatsappare

• Forestierismi integrati! es. spoiler o influencer

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L’ultima distinzione che si può fare è tra:

- Prestito di necessità! Si ha quando arriva dall’estero un concetto di cui non esiste una parola italiana. ! es. pacemaker: qualsiasi traduzione potrebbe aggiungere complessità ! es. sauna: non c’è una corrispondenza in italiano.

- Prestiti di lusso! Cioè i forestierismi che non servirebbero in quanto esiste un corrispondente italiano perfettamente equivalente. ! es. food > cibo Un caso particolare è sicuramente l’autarchia attuata durante il fascismo, in questo periodo si era costretti a parlare solo ed esclusivamente l’italiano tanto che per le parole straniere era stato creato un corrispondente:! es. Bar >quisibeve! WC, toilette > ritirata ! Lever de rideau > avanspettacolo (È l’unica parola che è rimasta nel nostro vocabolario, esempio ! di come i parlanti scelgono di usare o meno una parola, la ! comunità si auto regola) !

I neologismi sono naturali, ogni lingua viva ha bisogno di parole per descrivere la realtà che cambia.

Lezione 6: La lingua “Un collega snob di mia conoscenza ama dire che ascoltare la gente parlare in pubblico di solito è come guardare qualcuno che usa uno Stradivari per battere chiodi.” (Wallance)

Wallance intende che noi abbiamo un’incredibile competenza , cioè la parola, ma essendo abituati ad usarla la usiamo in maniera molto grossolana. ! !

Che cos’è una lingua? Una lingua è prima di tutto un codice con due caratteristiche, la prima è che questo deve essere condiviso da una comunità di parlanti e come seconda che i parlanti si accordano per le convenzioni in cui deve essere usato. ! Un esempio di convenzione è che con...


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