Un anno sull\'altipiano PDF

Title Un anno sull\'altipiano
Author Gabriele Cocco
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Genova
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Summary

Emilio Lussu ...


Description

Emilio Lussu: Un Anno Sull’Altipiano. Ha scritto questa opera fra il 1936-1937, quando era in un sanatorio svizzero per curarsi, perché aveva avuto dei problemi di salute a causa della sua vita in carcere. Un suo amico, che è anche lui un reduce di guerra, gli i consiglia di scrivere un libro per testimoniare l'esperienza di guerra. In questo modo, poteva servire anche da monito per gli italiani bloccati dalla dittatura. Nella prefazione, Lussu dice che nel libro non si racconterà tutta l'esperienza della guerra, perché lui comunque aveva combattuto su diversi fronti, sempre in Italia, ma principalmente di quando ha combattuto sull'altipiano dell'Asiago. Si appellerà allo statuto del vero, cioè cercherà di rievocare le idee e sentimenti di quel tempo, però ovviamente con i nomi cambiati e in più c'è qualche movenza narrativa, cioè tenta di organizzarla anche a livello narrativo. Lui inoltre chiarisce che non si tratta di un'opera letteraria e che non è né un romanzo né un saggio di storiografia; semplicemente una testimonianza.

Temi: 







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Non si sofferma molto sulle vicende belliche ma racconta principalmente degli ammutinamenti che sono scaturiti a causa delle condizioni in cui vivevano i soldati in trincea: Erano malnutriti, vivevano in condizioni assurde (anche igieniche, perché avevano gli stessi vestiti per mesi), oltretutto dormivano anche in dei ripari tutti ammassati… e in più a tutto ciò si univa anche la frustrazione delle attese, infinite e degli attacchi da parte dei nemici improvvisi. Questo portava infatti ad un grande stress psicologico. Lussu racconta anche della morte di vari compagni, soprattutto del Tenente Avellini, che è un soldato che lui conosce da quando ha combattuto sul Carso, perché Lussu, prima di combattere nell'altro sull'altipiano, ha combattuto sul fronte del Carso. Insieme a quei soldati che hanno combattuto sul Carso, era stato poi mandato sull'altipiano e il tenente Avellino è stato uno dei veterani che ha combattuto con lui; in breve, la loro era una vera e propria amicizia. Loro erano “in competizione” per una ragazza: Lussu, in realtà non lo sapeva, ma non aveva detto che era innamorato della stessa ragazza di cui era innamorato anche Avellini. Poi però muore Avellini, tra varie sofferenze oltretutto perché era stato ferito mortalmente e Lussu descrive questa scena dove Avellini gli dice addio, lui come protagonista perché racconta la storia in prima persona, e Avellini gli consegna queste lettere da dare a questa ragazza, che piaceva anche a Lussu. Una cosa su cui si sofferma e l'inadeguatezza dell'Esercito Italiano. Infatti l'esercito non era provvisto di un artiglieria, aveva una un equipaggiamento obsoleto (gli facevano indossare le cosiddette corazze farina, che erano delle corazze che sembravano quelle dei soldati medievali, che non proteggevano ovviamente dai colpi di proiettili), e inoltre gli ufficiali che comandavano su questi soldati erano impreparati e arroganti, e progettavano gesti eroici molto sconsiderati e lo facevano principalmente per mostrarsi disciplinati, un certo rigore, e anche propensi ad atti eroici. Lui cita un ufficiale, che sembra proprio tratto da un ufficiale realmente esistito: il generale Leone, che durante la vicenda sottoporrà sottoporre il battaglione a delle carneficine, a degli attacchi organizzati in modo veramente male organizzato: non c’era una strategia. Leone si mostra come un generale violento e insensato. Altro tema su cui egli si sofferma è l'assunzione dell'alcol da parte dei soldati, perché prima di un attacco, i soldati sapevano che dovevano andare perché prima veniva distribuito loro dell'alcol e della cioccolata: in pratica l'alcool serviva per dargli coraggio (Lussu era l'unico che non beveva proprio, perché era astemio, mentre tutti gli altri ufficiali, comandanti, soldati semplici, tutti quanti bevevamo, proprio per trovare il coraggio di andare all'assalto). Lussu insiste molto in tutto il libro su questa funzione alcolica, e la stessa cosa facevano anche i soldati nemici, infatti lui stesso dice che questa era l’unica cosa che li accomunava all'altro esercito nemico. Vi è una sorta di prospettiva antieroica della guerra, perché lui non descrive atti eroici, descrive proprio la realtà così com'era. Non si lascia andare a gesta memorabili, anzi spesso rinuncia pure ad attaccare. Narra anche delle scene di sospensione del combattimento, ovvero delle scene in cui in mezzo a combattimenti o momenti di guerra, lui si ritrova a pensare: la prima scena è quella quando il generale



Leone manda i soldati all'assalto, un assalto sconsiderato perché diventa una vera e propria carneficina, però i soldati italiani riescono quasi a raggiungere gli austriaci, ma quando si trovano vicinissimi alla loro trincea, si crea quasi un “limbo”, perché per un momento gli austriaci, cessano il fuoco (tant'è che c'è addirittura la figura di questo prete austriaco che Lussu vede nelle file nemiche che insomma cerca di dire “fermatevi! fermatevi! vi prego, fermate tutto questo!”, un momento di ragione in un contesto di pura follia), ovviamente solo per un piccolo momento, perché poi l'attacco riprende. Altro momento riguarda invece quando, durante una ricognizione notturna, Lussu trova un punto strategico in cui riesce a essere protetto ma lo stesso tempo riesce a vedere i movimenti dei soldati nemici: infatti, riesce a trovare questo punto di osservazione e lui si trova in questo riparo con un suo compagno d'armi e riesce a scorgere tutti i movimenti dei nemici, ma anche i loro movimenti quotidiani (es. li vede mentre fumano, mentre prendono il caffè della mattina…) e Lussu rimane sorpreso da questa quotidianità, perché alla fine sono le stesse cose che sia lui che i suoi compagni fanno. Ad un certo punto, vede un ufficiale austriaco, giovane anche lui, che sta fumando tranquillamente e in un primo momento prende la mira per sparargli, poi però si mette a ragionare e nel momento in cui lui si mette a pensare, non riesce più a sparargli, proprio perché il gesto di sparare è un gesto d’istinto, e quando inizia a pensare, quel gesto non diventa più istintivo, e non se la sentono né lui, né il suo compagno che era lì.

In tutto il libro si può notare come lui rimane fedele alla ragione. Lussu protagonista è caratterizzato da due singolarità: ovvero il fatto che lui è astemio, che non beve e tutti bevevano (tant'è che un'altra cosa che dice era proprio il movimento frenetico che facevano nel bere il cognac), e oltretutto quando lui va a dire ad un Tenente Colonnello che era astemio, questo rimane sorpreso; Un'altra cosa che lo contraddistingue è il fatto che legge: lui è il solo fra tutti che legge; tant'è che lui trova, mentre era a riposo (perché avevano dei periodi di riposo), una casa abbandonata, con dei libri all’interno: trova una copia de “I fiori del male” di Baudelaire, un libro sugli uccelli, e una copia dell' “Orlando Furioso”. Il suo compagno prende il libro sugli uccelli, proprio perché era un cacciatore (per fine pratico), mentre lui gli altri, che gli interessavano maggiormente. Questo fatto che lui legge, viene visto dagli altri con un certo “fastidio”, perché per loro non ha senso leggere in un momento come quello di una guerra mondiale. Ci sono delle scene comiche: si può notare un po' come anche in Machiavelli, il tragico che viene un poco “smorzato” con il comico. C'è un fraintendimento fra lui e un ufficiale, perché Lussu stava leggendo L. Ariosto e questo ufficiale gli chiede di commentarlo: e in pratica Lussu parlava di Orlando dell'Orlando Furioso, invece questo qui pensava che si stesse riferendo a Vittorio Emanuele Orlando, che era invece Presidente del Consiglio al tempo: si viene proprio a creare questo dialogo assurdo, perché ognuno stava parlando di un'altra cosa. L'ironia è proprio utilizzata per smorzare il pathos, per smontare un pochino la commozione e la tragicità di tutta la situazione, e per mantenere sé stesso un po' lontano dall'idea di guerra sanguinaria....


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