1- Domande a risposta Aperte Letteratura Latina (2-96) PDF

Title 1- Domande a risposta Aperte Letteratura Latina (2-96)
Course Lingua E Letteratura Latina
Institution Università telematica e-Campus
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Domande aperte per l'esame di latino e-campus LAMS...


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LEZIONE 2 (STORIA DELLA LINGUA LATINA- L’INDOEUROPEO- LE LINGUE ROMANZE) 1 - Sostrato e superstrato: illustra i termini in riferimento alla lingua latina e alla sua evoluzione Alla base dell’evoluzione di una lingua vi sono due concetti fondamentali, il concetto di strato e superstrato, che riflettono i rapporti che si instaurano tra lingua dei conquistatori e lingua dei conquistati, così come è accaduto con il latino. Il sostrato è la lingua parlata dalle popolazioni conquistate (autoctone) che scompare con l'imposizione della lingua dei conquistatori, ma che al tempo stesso influenza la nuova lingua. Un esempio è l'etrusco, lingua- strato, in rapporto con il latino. Infatti, l’etrusco scompare, ma molti termini etruschi sono rinvenibili nel latino (es. istrione). Il superstrato è invece una lingua che si sovrappone alla lingua dominante senza imporsi o sostituirla, ma che la influenza, come avvenne nel medioevo per il germanico, lingua-superstrato, in rapporto con il latino (es. guerra). 2 - Diffusione del latino Il latino si è diffuso in maniera parallela alle conquiste e all’espansione dell’Impero Romano. Esso era penetrato in tutti gli ambiti, come lingua del diritto, dei commerci, della politica, della cultura e del potere. Il latino raggiunse la sua massima diffusione fra il II e il III secolo d. C., in età imperiale. Con la caduta dell’Impero romano e la perdita dell’unità e della centralità di Roma, il latino si evolverà e darà luogo in molti territori europei alle lingue romanze (l’italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese, il rumeno). Tuttavia, anche dopo la caduta dell’impero romano, la latinizzazione continua. Grande merito per questo bisogna riconoscere alla Chiesa, che latinizzò alcune zone dell’Europa (come l’Irlanda) e dell’est attraverso la sua opera di evangelizzazione, nonché recupero, conservazione, trascrizione e trasmissione di opere in latino e non solo. 3 - Perché possiamo definire il latino lingua franca? Con la caduta dell’Impero romano, il latino è diventata “lingua morta” come il greco classico, cioè una lingua non parlata da alcuna comunità di uomini. Infatti il latino, evolvendosi, ha dato origine alle lingue romanze. Tuttavia, anche dopo la sua scomparsa come lingua parlata, si può definire il latino come lingua franca, perché esso sopravvisse come lingua delle comunità scientifiche (es. Royal Society, in Inghilterra) e dei dotti sino a oltre il Seicento e poi come lingua ufficiale della Chiesa fino ai giorni nostri. Esempio ne sono le encicliche del papa, pubblicate ancora in latino. 4 - Cosa sono le lingue indoeuropee? Le lingue indoeuropee, di cui il latino fa parte, sono un gruppo di lingue, dall'Europa all'India, che, per le somiglianze morfologiche, sintattiche, fonologiche e semantiche, si fanno risalire a un'unica lingua comune o "lingua madre", detta appunto Indoeuropeo. Esso non è una lingua di cui abbiamo documentazione diretta, ma venne ricostruito attraverso il confronto delle lingue, da esso storicamente derivate di cui abbiamo testimonianza diretta. Si parla di linguistica comparativa. Somiglianze tra lingue geograficamente lontanissime tra di loro potevano essere spiegate solo ipotizzando e poi ammettendo un ceppo comune, pur con le dovute varianti. Questi studi sono relativamente recenti e si fanno risalire all’Ottocento. In base a questi studi, venne superata la teoria che il latino derivasse dal greco. 5- Analisi linguistica in prospettiva diacronica e sincronica: caratteristiche, finalità e differenze L'analisi linguistica diacronica e sincronica è un artificio utilizzato per la lettura linguistica di testimonianze scritte. Per prospettiva diacronica si intende l'analisi dello sviluppo e dell’evoluzione della lingua nel tempo. Per esempio, si studierà il latino dal periodo arcaico a quello classico, a quello imperiale, a quello volgare, cercando di capire come attraverso le varie epoche esso si sia evoluto e sia cambiato. La prospettiva sincronica dello studio di una lingua, invece, studia gli elementi costitutivi e i principi fondamentali del sistema di una lingua in un determinato momento. Essa permette di distinguere i diversi registri della lingua. Per esempio, si potranno comprendere le differenze tra il latino letterario e quello parlato o quello tecnico, in un preciso momento storico. LEZIONE 3 (IL LATINO PRELETTERARIO) 6- Cosa è il vaso di Dueno e perché è importante? Il vaso di Dueno è un vaso ritrovato tra il Quirinale e il Viminale e le scritte che lo ornano sono considerate uno dei più antichi documenti scritti in latino arcaico. Si tratta di un manufatto in bucchero formato da tre recipienti conglobati, disposti in triangolo e non comunicanti tra loro, fatto risalire alla prima metà del VI secolo a. C. Il vaso presenta una scritta sinistrorsa (da destra verso sinistra) su tre righe senza spazi tra le parole (scriptio continua). Probabilmente riporta le istruzioni per l’uso del contenuto, forse una pozione magica per conquistare l’amore di una ragazza. Dal punto di vista

linguistico osserviamo: l’uso dei dittonghi per le vocali lunghe, l’impiego indifferenziato di c per i suoni k e g, la presenza dell’originaria s intervocalica non ancora soggetta a rotacismo. 7- Le prime testimonianze epigrafiche in lingua latina (lapis niger, iscrizione da Satricum ): perché sono importanti e quale latino testimoniano? Il lapis niger è un cippo che deriva Il suo nome dal fatto che questo cippo anticamente era coperto da una lastra di marmo "nero". Su questo cippo venne rinvenuta un'iscrizione che va dall’alto in basso e viceversa (a imitazione dei buoi che arano). Esso fu rinvenuto negli scavi del foro romano e si fa risalire al VI secolo a. C. L'iscrizione sui quattro lati del cippo, probabilmente funebre, è molto importante perché attesta il più antico alfabeto latino, molto spigoloso, simile a quello utilizzato dai greci calcidesi. L’Iscrizione da Satricum è un’iscrizione su una pietra che fungeva da base a un dono votivo, probabilmente dedicato al dio Marte, rinvenuta a Satricum, nei pressi di Latina, datata intorno al VI secolo a. C. Essa è importante, perché pone ancora oggi il problema se l’iscrizione sia in latino, osco o in sabino. 8 - Cosa sai dire della Fibula prenestina? La Fibula Prenestina è chiamata così, perché fu rinvenuta in una tomba a Preneste (odierna Palestrina), a sud di Roma. Si tratta di una spilla d’oro, lunga circa 10 cm, sulla quale vi è un'iscrizione in latino preletterario. Datata intorno al VII secolo a.C., essa si rivelò essere il più antico documento scritto in lingua latina. A lungo si è parlato però di giallo archeologico della Fibula, perché sembrava non essere autentica. Nel 2011 infine, grazie a nuove tecniche di analisi archeologica, è stato accertato che essa è autentica. Oggi viene conservata nel Museo Nazionale Romane, presso le Terme di Diocleziano. LEZIONE 4 (IL LATINO ARCAICO-LATINO LETTERARIO- CARATTERI GENERALIGLI AUTORI) 9- Caratteri linguistici del latino arcaico La nascita del latino arcaico si fa risalire intorno al III secolo a. C., e si fa coincidere convenzionalmente con il 240 a. C. , anno in cui venne rappresentata per la prima volta un’opera di Livio Andronico. Nel latino arcaico si possono rinvenire caratteristiche particolari dal punto di vista fonetico, morfologico e sintattico. I fenomeni più rilevanti dal punto di vista FONOLOGICO sono la conservazione di alcuni dittonghi, come “ -ai” (aidilis per aedilis) “-oi e -ou” e del gruppo -gn, mentre le finali –m e –s tendono a essere tralasciate (anche se poi la -s verrà reintegrata). Nell’alfabeto viene introdotto sulla -c un segno diacritico per indicare la differenza tra c/g, la – u permane per indicare anche la -v. Per l’accento viene introdotta la legge della penultima. Nell’ambito della MORFOLOGIA vi è l’alternanza di alcune desinenze verbali (“ -ris, -re, e –rus” III persona sing. del passivo e “-re ed -erunt” III persona plur. del perfetto) e nominali (“-ai e -as” per il genitivo sing. della I declinazione “pater familias” che poi diverrà “familiae”). Per quanto riguarda la SINTASSI, il latino arcaico preferisce la paratassi. Altro aspetto rilevante nell’ambito della METRICA è l’uso del verso saturnio (basato su un ritmo elementare di tipo accentuativo, che confluirà poi nella metrica greca con l’adozione dell’esametro e alti metri classici).

10- Importanza di Plauto dal punto di vista linguistico (255/50-184- Forlì) La lingua di Plauto è una miniera di creatività e una testimonianza preziosa anche dal punto di vista linguistico dell’uso dei grecismi. A livello di lessico troviamo un ampio uso di incoativi, iterativi, suffissi, composti e diminutivi. Il ricorso ai composti può configurarsi come grecismo: le parole sono latine ma la tecnica di associazione è greca (es. salsipotens). La ricerca dell’espressività, importante per il comico, forza le strutture tradizionali e le avvia verso l’ipotassi, cioè verso la subordinazione delle frasi. Plauto fa uso del pronome “ille illa- illud”, che diventerà l’articolo nelle lingue romanze. La sua lingua è dunque libera e fuori dai consueti canoni, anche se il linguaggio che prevale è quello quotidiano e informale, il sermo cotidianus, che viene riprodotto molto liberamente con le sue ridondanze, con l'espressività dei diminutivi e delle locuzioni idiomatiche. Altra caratteristica della lingua plautina è l’uso innovativo e la grande varietà di metri greci ( si parla di “numeri innumeri”). 11- Musae, quae pedibus magnum pulsatis Olympum: caratteri della lingua di Ennio (239-169Salento, Lecce)

(TRADUZIONE=O muse che con i piedi percuotete il grande Olimpo). Questi versi costituiscono l'incipit degli Annales, opera scritta da Ennio nella sua vecchiaia. In quest’opera epica, Ennio si propone come “un altro Omero”. La lingua di Ennio è caratterizzata dall’uso frequente di grecismi, come accade in questi versi. Qui troviamo le parole di derivazione greca “Musae e Olympum”, poste all’inizio e alla

fine del verso. Con l’uso di questi termini, Ennio si rifà alla tradizionale invocazione iniziale alle muse greche dell’Olimpo per poter iniziare la sua opera epica. Inoltre, si può notare la sonorità allitterativa nei termini Musae/Magnum e Pedibus/Pulsatis. In altre opere, come quelle teatrali, la lingua di Ennio, oltre a essere ricca di grecismi e arcaismi, abbonda anche di figure di suono, tutti espedienti atti a raggiungere un alto grado di pathos.

La lingua di Plauto è attestata nelle 21 commedie conservate. La sua lingua è molto creativa e comprende: -molti grecismi, che compaiono non solo in bocca ai dotti, il che permette di accertare l’estensione del fenomeno a vari strati linguistici; -ricorso ai composti che pu) configurarsi ancora come grecismo poiché le parole sono latine ma la tecnica di associazione è greca; -figure di suono che possono dare l’idea della pronuncia del latino; -ipotassi (subordinazione) eccessiva per portare a un effetto comico; -ampio ricorso al pronome dimostrativo ille, illa, illud, poi destinato a diventare l’articolo nelle lingue romanze LEZIONE 5 (IL LATINO IN ITALIA- TENDENZE EVOLUTIVE GENERALI) 12- Modalità di penetrazione e diffusione della lingua latina La penetrazione e la diffusione del latino cominciò con l’essere di tipo linguistico, e finì per essere di tipo culturale. Una delle modalità di penetrazione e diffusione del latino è stata certamente la conquista da parte di Roma di vastissimi territori, che diede origine a colonie e province. Pian piano che ci si allontanava dal centro, e quindi da popolazioni allofone, il latino diventava unica lingua di comunicazione e per questo (un po' come avviene oggi con l'americano) bisognava parlare la lingua dei più forti. Tra i mezzi più potenti vi fu il diritto romano, esercitato attraverso l’amministrazione militare, giudiziaria e finanziaria. Se si volevano avere scambi commerciali con i romani, bisognava conoscere il latino, anche chi si arruolava tra le file dell'esercito romano doveva parlare latino, così pure chi volesse giustizia necessitava di rivolgersi alle corti in latino. Inoltre, anche chi si metteva in viaggio sulle strade romane e si fermava alle stazioni di posta presidiate dai soldati e gestite da romani necessitava di comunicare in latino. In tal senso il sistema viario romano fu di grande utilità, se pensiamo che alcune strade sono tutt’ora esistenti (via Appia, via Emilia, via Salaria e tante altre). 13- Il sistema vocalico latino: aspetti quantitativi, i dittonghi, evoluzione generale Il sistema vocalico latino comprendeva gli stessi 5 timbri vocalici dell’italiano (AEIOU), ma diversamente dall’italiano, ogni vocale poteva essere eseguita con una durata maggiore, vocale lunga, o minore,vocale breve. A seconda che una vocale fosse lunga o breve (rosā/rosă) cambiava non solo il suo valore sintattico (Ablativo/Nominativo) ma anche il suo valore semantico (mălus=cattivo, mālus=melo). Possiamo dire allora che il sistema vocalico latino comprendeva 10 fonemi. In latino i dittonghi sono sempre discendenti: la prima delle due vocali rappresenta il nucleo del suono vocalico, la seconda è d’appoggio, in funzione semivocalica. Con il tempo ci fu una estesa monottongazione dei dittonghi AE e AU, che trasformò l’opposizione lingua urbana/lingua rustica in lingua letteraria/ lingua parlata. 14- Cosa è la teoria linguistica dei generi letterari? Il modello della lingua di Roma, noto nel mondo latino con il termine di urbanitas, ha sempre esercitato una forza centripeta, evitando, diversamente dal greco, la formazione di dialetti. Ma oltre all’esigenza di distinguere la lingua letteraria dalla lingua parlata, si sentiva anche il bisogno di differenziare la lingua letteraria in base ai vari generi in cui si scriveva. Si parla dunque di teoria linguistica dei generi letterari. In base a questa teoria, bisogna distinguere la lingua della prosa (usata per l’oratoria, la storiografia e la trattatistica) e la lingua della poesia (usata per l’epica, l’elegia, la tragedia, la commedia e la satira) In base alla teoria dei generi letterari, l’oratoria aveva punti di contatto con la lingua d’uso, la storiografia aveva puntimin comune con la poesia, la trattatistica usava spesso tecnicismi. Per quanto riguarda la poesia, all'epica e alla tragedia spettava uno stile alto, alla elegia e alla poesia toccava uno stile medio, infine alla commedia e alla satira era riservato uno stile umile o basso. LEZIONE 6 (L’ETA’DI CESARE-IL LATINO CLASSICO-CARATTERI LINGUISTICI-GLI AUTORI) 15- Illustra le dottrine grammaticali dell'analogia e dell'anomalia Le dottrine grammaticali dell’epoca si basavano sostanzialmente sulle dottrine di due scuole ellenistiche: quella di Alessandria d’Egitto, portavoce della dottrina dell’ANALOGIA e quella di Pergamo, in Asia, diffusa a Roma, sostenitrice dell’ANOMALIA. Entrambe le dottrine furono illustrate da Varrone nella sua opera De Lingua

Latina. La dottrina dell'analogia sosteneva che la lingua è un prodotto razionale e non naturale e che il suo uso corretto si fonda su regole grammaticali fisse; una buona lingua ha perciò caratteristiche di purezza e di regolarità e rifiuta i neologismi. La dottrina dell'anomalia asseriva invece che la lingua è un fatto spontaneo, condizionato dal suo uso vivo, e che si modifica ed evolve con il passare delle generazioni e il mutare delle idee; pertanto erano ammesse la più ampia libertà di espressione personale e la presenza di neologismi. Tra queste due scuole, Varrone assume una posizione intermedia. 16 - Influenza e azione della lingua greca sulla lingua latina, nel tempo La lingua e la cultura greca hanno sempre esercitato un grande fascino sul modo latino. Nel tempo l’attrazione verso l’universo greco ha costituito una sorta di odio-amore, per cui la grecità fu accettata o rifiutata, perché portatrice di valori che collidevano o collimavano con i valori del mondo latino. Il fascino fu indubbiamente indiscusso, come pure il debito culturale del latino nei confronti del greco. La prima influenza si ravvisa nell’alfabeto latino, di chiara derivazione greca, ma il fenomeno linguistico più marcato fu quello del grecismo. Esso sembra essere connaturato alla lingua letteraria latina sin dalle sue origini, ma con il tempo esso sarà un fenomeno che interesserà la lingua latina a tutti i livelli. Per la lingua poetica, si parla di influenza della lingua omerica (arcaismi e forme composte), ma si ricorda anche l’influenza dei poeti alessandrini (dottrina grammaticale greca e tecnicismi). Da un lato, la teoria linguistica condanna i grecismi, poiché la lingua letteraria è improntata al purismo, e dunque alla loro esclusione. Dall’altro, essa non può rinunciarvi, e allora spesso ricorre al calco: parola latina creata su un modello greco oppure adattata a valori lessicali greci, visibile e frequente è anche il ricorso a una serie di parole composte, che ricalcano modelli greci. Ulteriori influssi si hanno anche a livello morfologico e sintattico (accusativo alla greca). A livello della lingua parlata, rimane il valore del grecismo come tratto dell’affettività. 17- Illustra il concetto di purismo in relazione alla formazione della lingua letteraria latina Il purismo linguistico della lingua latina si afferma in maniera crescente, come tratto distintivo della propria cultura. Si trattava del tentativo di mettere al bando i grecismi da parte della lingua letteraria. Promotori ne furono Catone, il censore, e Lucilio. L’influenza del greco come lingua e come cultura era penetrato però in ogni ambito del sapere, ma la lingua e la cultura latina produssero tratti caratteristici e originali, in cui l’elemento greco era stato completamente assorbito. Fu nel I secolo a.C., comunque, con l'estensione della cittadinanza romana agli Italici e i cambiamenti sociali che ne derivarono, che a Roma sorse la preoccupazione per la purezza della lingua. Anche sotto la spinta della speculazione linguistica greca, si avviò un processo di regolarizzazione della lingua. In questo periodo fiorirono letterati come Cicerone, che fu oratore e filosofo, oltre che politico, o come i poetae novi, che rivoluzionarono la lingua poetica. La scrittura non era ignota neppure a uomini di guerra, come Cesare, che fu ammiratissimo per il suo stile terso, e di cui restano opere ancora studiate e apprezzate. Nacque così quella prosa letteraria classica, legata a norme fisse, che diventò un modello da imitare per i secoli successivi. Il purismo linguistico si affermò sempre di più. I tempi erano ormai maturi perché la letteratura latina sfidasse quella greca, fino ad allora considerata insuperabile. Nella generazione successiva, sotto il principato di Augusto, fiorirono i maggiori poeti di Roma: Orazio, che primeggiò nella satira e nella lirica, Virgilio, che si distinse nel genere bucolico, nella poesia didascalica e nell'epica, e poi ancora Ovidio, maestro del metro elegiaco, e Tito Livio nella storiografia. 18-Esempi di arcaismo linguistico e loro funzione nella lingua letteraria La presenza di arcaismi linguistici, fonetici, morfologici, lessicali è legata alla scelta degli autori, e rivela la loro posizione di fronte alla tradizione, posizione di richiamo o di rifiuto. Esempi di arcaismi linguistici sono divenuti “optumus, maxumus”, così come le desinenze del perfetto in –ere, gli astratti in –men, gli infiniti in –ier. In ambito sintattico era considerato arcaismo la paratassi e lo scarso uso del participio. Faceva parte degli arcaismi anche l’ampio uso di figure di suono, come l’allitterazione. In ambito fonologico, il ripristino di alcuni dittonghi o la scissione di un dittongo in due sillabe possono essere considerati arcaismi.

LEZIONE 7 (L’ETÀ AUREA-TENDENZE GENERALI-GLI AUTORI) 19- Quale età è definita aurea nel mondo latino e perché L’età aurea della letteratura latina è rappresentata dall'età di Augusto, che si sviluppò nel primo secolo dopo Cristo, periodo in cui si impo se il principato e la figura di Ottaviano Augusto. Si parla di età aurea, poiché si tratta di un periodo in cui si cercò di attuare una politica sociale e culturale di pace, di prosperità e di ritorno all’antico mos maiorum. In questo periodo si impone lo standard del latino classico, che porta alla produzione di una letteratura sempre più colta, autonoma e raffinata, rappresentata dalle opere di Virgilio, Orazio, Tibullo, Properzi...


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