1° Parziale Ragioneria 2, esame con Prof. Michele Rea PDF

Title 1° Parziale Ragioneria 2, esame con Prof. Michele Rea
Author Simone Miseri
Course Ragioneria 2
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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Documento strutturato per affrontare con successo il 1° parziale che il docente Michele Rea fa svolgere ai frequentati del suo corso di Ragioneria 2...


Description

Il bilancio d’esercizio Il bilancio è un sistema documentale nel quale trovano esplicitazione il reddito di esercizio ed il correlato capitale di funzionamento riferiti ad un particolare periodo amministrativo. La finalità primaria è quella di accertamento delle generali condizioni di equilibrio, finanziarie e patrimoniali della gestione aziendale. Il bilancio svolge la funzione di descrivere sia nella dimensione quantitativa che qualitativa il reddito di esercizio(risorse che l’impresa ha generato o distrutto attraverso la propria attività durante il periodo di riferimento) ed il capitale di funzionamento(È espressione delle risorse che l’impresa acquisisce dall’esterno ed impiega nella propria attività per la realizzazione della propria gestione). Le diverse funzioni del bilancio Il bilancio è uno strumento di ● Conoscenza interna: soddisfa le esigenze conoscitive interne e informa e orienta le decisioni della proprietà aziendale rispetto alle scelte del management; ● Informazione esterna: atto a rendere disponibili ai terzi interessati alla gestione di impresa le informazioni necessarie a soddisfare i loro obiettivi conoscitivi; ● Comportamento: teso a contemperare i rapporti tra il soggetto aziendale, incaricato di redigere il bilancio e i soggetti esterni più direttamente interessati ai risultati conseguiti dall’impresa. Il grado di soggettività Collegato alla rappresentazione e determinazione Dei valori contabili può essere correlato al perseguimento di particolari politiche di bilancio (insieme di comportamenti atti a condizionare i criteri di valutazione dell’attivo e del passivo, nonché i risultati economici conseguiti dall’impresa nei vari periodi della sua vita, per perseguire specifiche finalità). La determinazione quantitativa del reddito è condizionata dalla natura dei relativi valori di bilancio in ragione del loro Legame con i flussi monetari che generano gli scambi. Si distinguono ● valori certi (in relazione diretta con lo scambio e già stati misurati da variazioni numerarie certe o assimilate), ● valori stimati (sono in relazione indiretta con lo scambio in quanto troveranno espressione definitiva nello scambio futuro), ● Valori congetturati (non sono in relazione con lo scambio perché derivano da una ripartizione nel tempo di valori formati nello scambio). Gruppi aziendali e bilancio consolidato. Al fine di raggiungere condizioni di economicità le imprese instaurano continue relazioni con l’ambiente, talune relazioni mirano all’ottenimento di vantaggi economici per le imprese: relazioni industriali (interessano i soggetti che hanno il governo di una o più imprese e assumono il rischio), relazioni di scambio di beni privati, relazioni di credito, di prestito e di assicurazione, relazioni di concorrenza (imprese che concorrono nello Stesso mercato), relazioni implicite (fronteggiate da una rimunerazione non congrua a quella del mercato), relazioni di liberalità (gratuite). Ciascuna relazione comporta differenti margini di autonomia decisionale per le entità coinvolte e la ricerca di un comune vantaggio economico. A tal punto, si possono individuare: Rapporti di collaborazione —> forme di cooperazione tra imprese in cui l’autonomia  decisionale permane seppure soggetta a limitazioni (esempio consorzi).

Rapporti di dipendenza—> gruppi di imprese in cui l’autonomia decisionale ed economica è prevalentemente limitata a favore di una direzione più ampia definibile come unitaria. I gruppi di imprese sono, quindi, aggregati di imprese giuridicamente distinte nelle quali la capogruppo esercita il controllo attraverso partecipazioni societarie ovvero altri legami che le consentono l’esercizio di un'influenza dominante sulle altre imprese. Le caratteristiche sono la pluralità di imprese giuridicamente autonomi e la presenza di un unico soggetto economico. I gruppi possono essere classificati in base a diversi criteri: 1- Tipologia di legame economico —> Che a sua volta distinguono gruppi economici tecnici (omogeneità o complementarietà tecnica tra la attività svolta dalla singola impresa) e finanziari (interdipendenza finanziaria tra le singole imprese). 2- tipologia di integrazione economica —>gruppi ad integrazione verticale (le singole imprese si occupano di specifiche fasi del processo economico), orizzontale (le singole unità svolgono attività sostanzialmente omogenei ed operano in settori complementari), conglomerati (le singole imprese Svolgono attività sostanzialmente eterogenee). 3- Grado di integrazione economica e comportamento direzionale —> gruppi strategici (grado di integrazione economico tecnica elevato e comportamento direzionale e unitario), gruppi finanziari (grado di integrazione economico tecnica modesto e comportamento direzionale unitario), gruppi patrimoniali (grado di integrazione tecnico economica modesto e comportamento direzionale frazionato), gruppi formali (grado di integrazione economico tecnica elevato e comportamento direzionale frazionato). 4- modalità di attuazione della direzione unitaria del gruppo —> Gruppi verticali (Presenza di una società capogruppo, prevalenza o esclusività di legami finanziari, direzione unitaria in capo alla controllante. Essi si caratterizzano per la presenza di una capogruppo che controlla direttamente o indirettamente una o più imprese attraverso un legame prevalentemente finanziario, definito partecipazione), gruppi orizzontali (assenza di una società capogruppo, molteplici forme di legami fra le imprese, possibili partecipazioni incrociate) La classificazione delle partecipazioni in base al grado in intensità: Si distinguono partecipazioni totalitarie (quota in possesso del 100%), partecipazioni di assoluta maggioranza (quota superiore al 50%), partecipazione di maggioranza relativa (quota inferiore al 50%), partecipazioni di minoranza (altri legami di collegamento). La classificazione delle partecipazioni in base alla forma assunta: si distinguono partecipazioni dirette (la capogruppo possiede quote di altre imprese), partecipazioni indirette (la capogruppo partecipa in un’impresa attraverso una terza che controlla), partecipazioni incrociate, Partecipazioni reciproche. Gruppo a struttura semplice: la società capogruppo attua la direzione unitaria attraverso le sole partecipazioni dirette. Gruppo a catena semplice: la società capogruppo attua la direzione unitaria attraverso partecipazioni dirette e indirette. Gruppo a struttura complessa: esteso su più livelli con più situazioni di controllo diretto e indiretto. Gruppo a catena incrociata: esistenza di partecipazioni incrociate o reciproche.

Gruppo a catena incrociata o complessa: esistenza di partecipazioni incrociate o reciproche. Gli aspetti distintivi di un modello di bilancio Lo studio del bilancio, riguarda: ● Considerazioni generali sulla forma, sulla struttura e sul contenuto degli schemi di bilancio. ● I principi che presiedono alla sua redazione ● L'esame dei criteri di valutazione relativi alle singole poste di bilancio (immobilizzazioni, scorte, titoli eccetera) Con modello di bilancio si fa riferimento al bilancio del quale dobbiamo conoscere alcune caratteristiche necessarie: ● Il contenuto di uno schema è rappresentato dai riferimenti presenti in termini di poste descrittive. Più il contenuto è sintetico meno informazioni ci può dare (grado di analiticità) ● La forma di uno schema è da riferire al modo in cui uno schema si presenta. Ci sono particolari tipi di forma: a sezioni contrapposte, verticale o scalare o a scalare (I valori vengono presentati in una successione progressiva che include valori aventi natura diversa). ● La struttura di uno schema deriva dal modo in cui nello schema i valori riportati sono aggregati, queste classi di valori determinano il contenuto conoscitivo dello schema stesso. Le regole di bilancio si distinguono principalmente in due categorie: regole generali (principi) che riguardano il bilancio nella sua generale presentazione, regole particolari (criteri di valutazione) che riguardano particolari tipologie di valori. Le due principali problematiche di una redazione di bilancio sono: ● la rappresentazione dei valori di bilancio, ossia la rappresentazione in bilancio dei valori attinenti le grandezze di capitale e reddito. Le problematiche formali degli schemi di bilancio attengono alla forma, alla struttura e al contenuto. ● La determinazione dei valori di bilancio ossia la determinazione dei valori per ottenere le grandezze sintetiche di capitale e il reddito. Le problematiche sostanziali di determinazione Attengono alla valutazione dei componenti attivi e passivi del capitale, componenti positivi e negativi di reddito. Il bilancio di esercizio e la normativa fiscale Due concezioni di reddito: ● Reddito di bilancio—> risultato economico conseguito dall’impresa derivante dalla contrapposizione tra i costi e i ricavi di competenza dell’esercizio ○ DETERMINAZIONE > criteri stabiliti dalla disciplina contabile ○ FINALITÀ’ > rappresentare la situazione patrimoniale-finanziaria e l’andamento della gestione delle imprese ● Reddito fiscale —> risultato economico derivante dalla contrapposizione tra costi deducibili e ricavi tassabili ○ DETERMINAZIONE > criteri stabiliti dalla normativa fiscale ○ FINALITA’ > pervenire al reddito da assoggettare a tassazione

Il rapporto tra la normativa di bilancio e la normativa fiscale può essere improntato a due logiche: ▪binario unico: il risultato di bilancio assume rilevanza nella determinazione del reddito imponibile ai fini fiscali ▪doppio binario: non c’è alcun rapporto di “dipendenza” tra il reddito di bilancio ed il reddito fiscale Evoluzione del quadro normativo—> Riforma tributaria del 1973 (istituzione dell’IRPEG): prevedeva norme minuziose per la determinazione del reddito imponibile, derivante dagli utili conseguiti rettificati delle variazioni stabilite dalla normativa fiscale. ● ➢ «Inquinamento fiscale» del bilancio: interferenza della normativa fiscale nella redazione del bilancio, derivante dalla prassi delle imprese di colmare gli ambiti di discrezionalità della normativa civilistica per la redazione del bilancio attraverso l’adozione di quanto disciplinato dalle norme tributarie. ❑ Emanazione del TUIR nel 1986 e successivi interventi fino al 2003: conferma e legittimazione di questa prassi diffusa di interferenza della normativa fiscale nella redazione del bilancio civilistico. ❑ «Disinquinamentofiscale»del bilancio ➢ D. Lgs. 6/2003: divieto di inserire in bilancio poste contabili sulla base delle sole disposizioni fiscali. ➢ Introduzione dell’IRES (Imposta sul Reddito delle Società, che sostituisce l’IRPEG) con il D. Lgs. 344/2003: secondo il nuovo art. 109 del TUIR, l’imponibile poteva essere ridotto nella dichiarazione dei redditi attraverso il meccanismo delle variazioni dei costi deducibili senza avere quindi la necessità di contabilizzare in bilancio componenti di reddito non derivanti dalla normativa civilistica. Legge Finanziaria 2008 (Legge 244/2007): ➢ Ripristino del principio di contabilizzazione come condizione di deducibilità dei componenti negativi di reddito: abolizione della possibilità di dedurre extra-contabilmente i componenti reddituali negativi di natura fiscale ➢ Per le sole società che adottano i principi IAS/IFRS, i componenti positivi e negativi di reddito derivanti dall’ applicazione degli stessi principi assumono rilevanza anche ai fini fiscali (senza la possibilità di applicare il meccanismo delle variazioni) -> «Principio di derivazione rafforzata» per i bilanci IAS/IFRS. Ultimi interventi normativi ❑ Il “Decreto Milleproroghe” (D.L. 244/2016) ha esteso il «principio di derivazione rafforzata» anche alle società che redigono il bilancio in conformità alle norme civilistiche. ➢ Con il nuovo art. 83 del TUIR, detto principio prevede il riconoscimento, ai fini della determinazione della base imponibile, dei criteri di qualificazione, imputazione temporale e classificazione in bilancio contenuti nei nuovi principi contabili OIC. Variazioni fiscali in aumento e in diminuzione Variazioni fiscali —> Derivanti da limiti qualitativi e quantitativi alla deducibilità di certi componenti negativi di reddito e alla tassazione di determinate componenti positivi di reddito Risultato di bilancio —> Determinato secondo le norme del Codice Civile integrate dai principi della prassi contabile Imponibile fiscale —>Determinato rettificando il risultato di bilancio alla luce delle norme fiscali Le variazioni fiscali possono essere di due tipologie: Variazioni in aumento (+)

– costi non riconosciuti fiscalmente (totalmente o parzialmente), derivanti ad esempio da limiti massimi alle quote di ammortamento e accantonamento – ricavi conseguiti in precedenti esercizi ma tassabili nell’esercizio corrente (ad esempio, i dividendi di competenza dell’esercizio precedente ma incassati in quello corrente) Variazioni in diminuzione (-) – ricavi esclusi dalla determinazione dell’imponibile (es. ripartizione della tassazione delle plusvalenze in più esercizi) – costi sostenuti in precedenti esercizi ma deducibili nell’esercizio corrente (es., compenso agli amministratori di competenza dell’esercizio precedente ma pagato in quello corrente) – costi fiscalmente deducibili per un importo superiore a quello derivante dall’applicazione dei criteri contabili Le differenze tra i criteri civilistici e norme fiscali possono essere di due tipologie: ▪differenze permanenti, le quali si sostanziano in componenti negativi non deducibili e componenti positivi non imponibili ai fini fiscali ➢ non sono recuperabili in esercizi futuri ➢ generano le imposte correnti dell’esercizio, calcolate sul reddito imponibile. ▪differenze temporanee, le quali derivano dai diversi criteri che regolano la competenza dei costi e dei ricavi, nonché dai diversi criteri di valutazione ➢ possono essere riassorbite in esercizi successivi ➢ generano le imposte differite e anticipate.

Il quadro evolutivo dell’informativa di bilancio Codice di commercio (1882): misurazione degli utili distribuibili ai soci senza pregiudicare l’integrità del capitale, generica rappresentazione della situazione patrimoniale dell’impresa. Codice civile (1942): principi di carattere generale, norme di valutazione e contenuto minimo dello stato patrimoniale. Legge numero 216 (1974): Contenuto minimo del conto economico, relazione degli amministratori è obbligatoria. Lo scenario contabile internazionale.

L’integrazione delle economie, l’internazionalizzazione e la globalizzazione dei mercati hanno avuto effetti sui bilanci individuali e consolidati delle imprese dei vari paesi e hanno determinato l'esigenza di regole contabili generalmente accettate insieme ad una corretta lettura e comprensione delle informazioni a livello internazionale (necessità di avere regole simili). Per riuscire a confrontare o rendere confrontabile il bilancio italiano con quello di altri paesi, è necessario che i bilanci tendono a diventare simili se non addirittura omogenei. La riduzione delle distorsioni informative indotte all’esercizio di comportamenti contabili differenti può essere ottenuta mediante processi di: Armonizzazione (approccio flessibile) processo volto al raggiungimento di uno stato di armonia cui progressivamente tendono i sistemi contabili nazionali (direttive europee); Standardizzazione (approccio stringente) fissazione di un insieme di standard cui adeguare le situazioni esistenti).

La prima via europea all’armonizzazione contabile L’UE è l’istituzione che ha operato più efficacemente per realizzare un’effettiva omogeneizzazione dei sistemi contabili dei Paesi aderenti. Il primo tentativo di armonizzazione contabile è stato realizzato dalla Comunità Europea attraverso l’emanazione delle prime direttive comunitarie in materia contabile, sul finire degli anni Settanta. Tra le molteplici direttive, tre hanno riguardato direttamente i principi di redazione dei bilanci delle imprese: 1. la IV Direttiva CEE 1978 sul bilancio d’esercizio 2. la VII Direttiva CEE 1983 sui conti consolidati dei gruppi di imprese 3. la VIII Direttiva sull’abilitazione dei soggetti incaricati ad eseguire il controllo dei conti annuali. L’emanazione di queste direttive ha costituito il primo tentativo di rendere uniformi e comparabili i bilanci delle imprese europee.

Occorre però osservare che queste direttive, pur introducendo un ampio quadro di norme comuni in materia di bilancio, hanno consentito agli Stati membri di poter scegliere , al momento del recepimento della direttiva, tra numerose opzioni previste per i diversi aspetti del sistema contabile. Questo ha fatto sì che i singoli Paesi scegliessero le opzioni contabili che fossero più in sintonia con la loro situazione socio-economica e la tradizione contabile del Paese. Il sistema delle opzioni ha prodotto, tra le singole realtà nazionali, differenze spesso rilevanti. Si è riscontrato anche un forte ritardo nell’adozione delle direttive, in quanto il processo di armonizzazione iniziato nel 78, si è concluso ben tredici anni dopo con il decreto n 127 del 1991. Inoltre, questo tentativo di armonizzazione non ha potuto offrire alcuna soluzione alle esigenze di rendicontazione delle imprese che operano in uno spazio economico finanziario internazionale ed extraeuropeo. I limiti e le lacune manifestate dal processo di armonizzazione sono stati accentuati dall’evoluzione repentina dello scenario finanziario internazionale: la globalizzazione dei mercati finanziari internazionali ha imposto alle imprese europee un’esigenza di unificazione contabile volta a rendere comparabili i modelli nazionali di bilancio. Il successivo approccio UE in tema di informativa di bilancio I problemi emersi a seguito del primo intervento europeo di armonizzazione contabile hanno indotto il legislatore europeo ad optare per un percorso di unificazione contabile più pervasivo, rapido ed effettivamente internazionale con l’obiettivo di garantire una piena integrazione dei mercati e delle imprese europee nel sempre più veloce processo di globalizzazione del sistema economico finanziario internazionale. Un primo passo decisivo è stato compiuto nel 1990 nella conferenza dello IOSCO , nella quale è stata per la prima volta approvata una risoluzione con la quale si è inteso affermare l’idoneità dei principi contabili emanati dallo IASC (principi IAS/IFRS). -Lo IASC ( International Accounting Standards Committee) è stato costituito nel 1973 da un accordo tra gli organismi della professione contabile di alcuni Paesi, tra i quali Francia, Germania, Stati Uniti e Gran Bretagna con l’intento di elaborare i principi contabili internazionali ( IAS -> International Accounting Standard). A partire dal 2001, allo IASC si è sostituito lo IASB (International Accounting Standard Board) , il quale è incaricato di svolgere la vera e propria attività di elaborazione e revisione dei principi internazionali.

La soluzione auspicata dallo IOSCO si è basata sul ricorso ad un organismo internazionale (lo IASC) , cui partecipano i rappresentanti di tutti i Paesi economicamente sviluppati e interessati al processo di unificazione contabile. La Commissione Europea prese atto della necessità di una comunicazione economico-finanziaria su scala mondiale e così anche l’UE si inserì nell’organizzazione internazionale , decidendo di aprire progressivamente l'ordinamento comunitario ai principi IAS nel 1995. Questa scelta fu riaffermata, poi , con forza dalla Commissione Europea nel 1999, tramite l’adozione del Piano d’azione per i servizi finanziari , il documento ❏ ha definito le iniziative comunitarie da intraprendere in merito alla raccolta dei capitali nell’UE ❏ ha identificato i presupposti indispensabili per la creazione di un unico mercato finanziario europeo. Ma la difficile comparabilità tra i bilanci delle imprese europee, scoraggiava gli investitori finanziari in ambito comunitario. In ragione di tale constatazione, si è sottolineata la necessità di individuare un corpus di principi generalmente accettati a livello internazionale sulla base dei quali predisporre i bilanci delle imprese comunitarie in sostituzione dei principi contabili adottati internamente dai singoli Stati. La Commissione ha individuato la soluzione arrivando ad ipotizzare la possibilità , per le impr...


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