2 Fonologia - appunti PDF

Title 2 Fonologia - appunti
Course LINGUISTICA GENERALE I
Institution Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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FONOLOGIA Non studia i suoni da un punto di vista fisico, ma si occupa della loro funzione linguistica. L’unità di studio della fonologia è quindi il FONEMA: la più piccola unità di suono che abbia valore distintivo, che non può essere scomposto in unità più piccole. Il fonema non ha significato di per sé, ma concorre a distinguere parole di significato diverso. Inoltre esso è l’aspetto astratto del suono, l’immagine mentale che esso evoca. Infatti mentre i foni di una lingua sono infiniti, è impossibile quantificarli in quando ogni volta che vengono prodotti sono diversi, i fonemi sono in numero finito: infatti, per quanto i foni siano ogni volta diversi, non alterano sempre anche l’immagine mentale che evocano. La fonologia si occupa in particolare di: 1. definire quanti e quali sono i fonemi di una lingua , nel caso dell’italiano abbiamo 21 fonemi consonantici e 7 fonemi vocalici (tonici); 2. come i suoni si combinano insieme: alcune combinazioni sono ammesse e altre no, pur trattandosi degli stessi foni, ad esempio [tr] [rt] ma *[ʃr] *[ʃt] 3. come i suoni si modificano quando combinati Per rispondere al punto 1, cioè per capire quali sono i fonemi in una lingua e distinguerli dai foni ci serviamo delle COPPIE MINIME: coppie di Prole che si differenziano solo per un suono nella stessa posizione. Essendo due parole diverse, è quel suono che contribuisce a cambiare il significato, quel suono è un fonema. es: [rana] e [ʀana] NO coppie minime, i foni sono diversi, ma il significato non cambia, [ʀ ] non è un fonema in italiano. [rana] e [lana] SI coppie minime, i foni sono diversi ed anche i significati, [l] ed [r] sono due fonemi della lingua italiana.

1. 2.

REGOLE DI TRUBECKOJ (per individuare fonemi, allofoni e varianti libere) Quando due foni ricorrono nelle medesime posizioni MA non possono essere scambiati senza con ciò mutare il significato delle parole o renderle irriconoscibili, allora questi suoni sono realizzazioni fonetiche di due diversi fonemi. es: varo e faro (v e f #_V) Quando due suoni compaiono nelle medesime posizioni E si possono scambiare senza causare variazione di significato della parola, i due suoni sono realizzazioni fonetiche dello stesso fonema chiamate varianti libere. es: rana e ʀana

3. Quando due suoni, simili dal punto di vista articolatorio, non ricorrono mai nelle stesse posizioni. Sono due varianti combinatorie dello stesso fonema, anche chiamate allofoni. Gli allofoni non hanno distribuzione contrastiva come i fonemi, hanno una distribuzione complementare ovvero non ricorrono mai nello stesso contesto ma non fanno mutare il significato. Gli allofoni sono prevedibili perché sono presenti ognuno in un contesto specifico, diversamente le varianti libere possono ricorrere ovunque. Ogni suono ha una sua distribuzione, o contesti in cui può comparire e altri in cui non può comparire, se lo fa, cambia alcune caratteristiche articolatorie. In virtù della prevedibilità, posso formulare REGOLE FONOLOGICHE per descrivere come si combinano insieme e come si modificano in combinazione.

REGOLE FONOLOGICHE : n  ɳ davanti a – k / – g : si velarizza davanti alle velari [k] e [g] n  ɱ davanti a – f / – v : si labiodentalizza davanti alle labiodentali [f] e [v]

n  m davanti a – p / – b / – m : si bilabializza davanti alle bilabiali [p], [b] e [m] INFERNO / INVERNO La [n] è un fonema che tende ad assimilarsi al suono che la segue FUNGO / NON POSSO / IMPOSSIBILE [ɳ ], [ɱ ] e [m] in questo caso sono allofoni di [n], non sono fonemi indipendenti infatti non creano coppie minime se intercambiate, né sono varianti libere perché non si possono sostituire casualmente. 1. “LA NASALE DENTALE PRENDE IL LUOGO X QUANDO PRECEDE UNA CONSONANTE DI LUOGO X” Così come ogni lingua seleziona il suo repertorio di fonemi, così ogni lingua ha le sue regole fonologiche per distribuire gli allofoni: alcune regole sono condivise quasi da tutte, per esempio questa della N, poiché la N è omorganica in quasi tutte le lingue, per quanto ci siano delle differenze (ad es: inglese). 2. HO UN SOLO FONEMA [S] CHE DIVENTA SONORO QUANDO È A INIZIO DI PAROLA E LA CONSONANTE CHE SEGUE È ESSA STESSA SONORA. S  Z / #_Csonora S invece rimane sorda quando _V , #_Csorda , _# , V[s]V poiché i due foni hanno distribuzioni complementari, sono due allofoni dello stesso fonema [s]. Perché il fonema è S e non Z? Perché esistono coppie minime che si differenziano per una s scambiata con un altro fonema. [s]pazio [s]tacco [s]fatto

[s] lapi[s] note[s] ribe[s]

[s]era [s]emplice [s]orriso

[z]dentato [z]baglio [z]granato

[z] [z]largo [z]vernare ro[z]a

ri[z]o corro[z]o a[z]ino

L’inglese al contrario non ha questa regola, la S a inizio di parola davanti a consonante è SEMPRE sorda. NB: tutte le leggi fonologiche rispondono alla legge di minimo sforzo, l’apparato fonatorio si prepara per fare i suoni più forti quindi quelle più deboli “si adeguano” diventando più simili ai forti. ALTRE REGOLE FONOLOGICHE (ITALIANO) 3. VELARE SONORA  AFFRICATA / – e – i g(:)  d(:)ʒ / – e – i La regola fonologica vista cambia dei tratti articolatori del fono. Ma una regola fonologica può anche cancellare dei segmenti.

4. V  Ø / _+V es: golpe + ista = golpista , vino + aio = vinaio , fama + oso = famoso MA questa regola non vale se la vocale è accentata : es: virtù + oso = virtuoso , indù + ista = induista , blu + astro = bluastro 5. ASSIMILAZIONI: TOTALI/PARZALI PROGRESSIVE/REGRESSIVE assimilazione totale: quando il segmento che causa l’assimilazione rende il segmento assimilato del tutto uguale a se stesso.  assimilazione parziale: quando il segmento che causa l’assimilazione modifica il segmento assimilato solo parzialmente. o assimilazione progressiva: quando il segmento che causa l’assimilazione è prima del segmento assimilato o assimilazione regressiva: quando il segmento che causa l’assimilazione è dopo il segmento assimilato ESEMPI:  totale regressiva: IN + RAGIONEVOLE = IRRAGIONEVOLE 

IN + LOGICO = ILLOGICO  totale progressiva: MONDO = MONNO (romanesco) WANT TO = WANNA  parziale regressiva: IN + PROBABILE = IMPROBABILE S + BATTERE = SBATTERE  parziale progressiva: DOG + [S] = DOG[Z] HEAD + [S] = HEAD[Z] 6. QUANDO I SEGMENTI COINVOLTI NELL’ ASSIMILAZIONE SONO A DISTANZA (NON ADIACENTI) SI PARLA DI METAFONESI ad esempio: nero  neri

MA

(in umbro) nero  niri

fiore  fiori

MA

(in siciliano) fiore  fiuri

abbiamo una chiusura della vocale media adiacente nel passaggio morfologico al plurale (oi). In particolare nella metafonesi sono le vocali post toniche ad influenzare quelle toniche. 7. REGOLE CHE SI MANIFESTANO TRA LA FINE DI UNA PAROLA E L’INIZIO DI UN’ALTRA: RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO e LIASON a. raddoppiamento fonosintattico: raddoppiamento della consonante della parola seguente, quando la parola precedente ha vocale tonica finale. es : “cheffai?” (dialetto toscano) b. liason (francese): realizzazione sonora [z] della sibilante [s] che di norma è solo grafica davanti a parola che inizia per vocale. es : les amis = [lɛzami]

FATTORI SOPRASEGMENTALI Se segmento è sinonimo di fonema, i fattori soprasegmentali coinvolgono più fonemi alla volta e hanno valore fonologico  hanno valore distintivo. Sono 4, anche se non hanno lo stesso valore fonologico in ogni lingua: ACCENTO, INTONAZIONE, TONO, LUNGHEZZA ACCENTO : proprietà della sillaba, la sillaba che porta l’accento (tonica) è realizzata con un picco di intensità rispetto alle sillabe che non lo portano (atone), pronunciate con maggior forza di articolazione. LINGUE AD ACCENTO MOBILE (ITALIANO) AD ACCENTO FISSO (FRANCESE) poiché si sposta la sua posizione non è prevedibile, l’accento cade sempre sulla stessa sillaba (che nel non esiste quindi una regola in grado di prevedere caso del francese è l’ultima fonetica, quindi che si dove comparirà l’accento. pronuncia, non quella con la “e” muta). SOLO in questo caso l’accento ha valore distintivo, Queste lingue non possono spostare l’accento per se sposto l’accento posso distinguere due parole cambiare significato alla parola. diverse.



es: ANCORA [aɳkora] = [ ‘aɳkora] o [aɳ’kora] CAPITO [kapito] = [‘kapito] , [ka’pito] o [kapi’to] CAPITANO [kapitano] = [‘kapitano] , [kapi’tano] o [kapita’no] PRINCIPI [prinʧ ipi] = [‘prinʧipi] o [prin’ ʧipi] Mentre nelle lingue come il francese non si ha bisogno di scrivere l’accento in trascrizione fonetica perché è prevedibile, in lingue come l’italiano, dove invece non lo è e può essere contrastivo, si è obbligati a scriverlo. In italiano le parole possono essere:  TRONCHE: accento in ultima sillaba (unico presente in grafica);  PIANE: accento in penultima sillaba (60% delle parole italiane);  SDRUCCIOLE: accento sulla terzultima;  BISDRUCCIOLE: accento ancora più arretrato, che possiedono poche parole. Una parola può avere più di un accento: si tratta in particolare delle parole composte che possono avere un accento primario [‘] e uno secondario [,] la sillaba viene pronunciata con maggiore intensità rispetto ad una sillaba atona, ma comunque minore rispetto alla sillaba portatrice dell’accento primario. es: CAPOSTAZIONE [,kaposta’ʧjone] 

INTONAZIONE : riguarda una o più parole (non una sillaba come per l’accento), spesso anche una intera frase. Quando variamo l’altezza dei suoni (↑ o ↓) per creare un effetto melodico (chiamato curva melodica) che contribuisce a definire il significato della/e parola/e. Frase dichiarativa: curva melodica con andamento discendente. es: Vieni.





Frase interrogativa: andamento ascendente. es: Vieni? In italiano la frase interrogativa non ha un particolare ordine sintattico che la distingue dalla dichiarativa, la si forma solo attraverso l’intonazione. TONO : l’altezza tonale delle vocali. Esiste in italiano ma non ha valore fonologico, dipende principalmente dall’età e dal sesso del parlante. In cinese invece alcune vocali si distinguono per l’altezza musicale  a differenza di altezza corrisponde variazione di significato. Queste lingue sono dette lingue tonali. LUNGHEZZA : la durata di un fonema, consonantico o vocalico. In italiano è la lunghezza consonantica ad avere valore fonologico, cioè che permette di distinguere due parole, è una convenzione. PALA/PALLA o NOTE/NOTTE La lunghezza vocalica invece in italiano non è distintiva, cioè non ci sono due parole con significati diversi che si differenziano solo per la presenza di una vocale, lunga o breve. La lunghezza vocalica esiste ma non ha valore fonologico ed è prevedibile. es: PĀLA – PǍLLA (non esiste PĀLLA) Parole che hanno consonante lunga  precedute da una vocale breve Parole che hanno consonante breve  precedute da una vocale lunga FĀTO – FĀTTO consonanti momentanee  la geminata non può avere una pronuncia più lunga in durata, sarà solo più intensa, più esplosiva. le doppie in trascrizione fonetica : FATTO [fat:o] FACCIO [fat:ʃo] MAGGIO [mad:ʒo]...


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