La linguistica. Un corso introduttivo - Capitolo 2, Fonologia PDF

Title La linguistica. Un corso introduttivo - Capitolo 2, Fonologia
Course Linguistica generale
Institution Università per Stranieri di Siena
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Riassunto capitolo 2 di "La linguistica", seconda parte che tratta la fonologia....


Description

La distinzione tra fonetica e fonologia consiste che ogni suono producibile dell’apparato fonatorio umano è rappresentabile con un segno dell’IPA e rappresenta un suono potenziale del linguaggio. Esso è quindi anche un fono che è la realizzazione concreta di un qualunque suono del linguaggio. CHE COS’È UN FONO? Un fono è la realizzazione concreta di un qualunque suono del linguaggio. Nella gamma dei foni le diverse lingue rendono pertinenti solo un certo numero di foni cioè assegnano a questi un valore distintivo, pertanto quando i foni in una data lingua hanno valore distintivo, ovvero si oppongono sistematicamente ad altri foni nel distinguere le parole, tali foni sono dei fonemi. I fonemi sono le unità minime della fonologia. Per capire meglio la differenza tra fono e fonema è utile ricorrere ad una dicotomia saussuriana: l’opposizione tra langue e parole:! 1. Parole: è l’atto linguistico individuale, è l’atto linguistico concreto. (Fono)! 2. Langue: è un sapere astratto e collettivo. (Fonema)! I fonemi sono l’oggetto di studio della fonologia, che studia e vuole capire l’organizzazione ed il funzionamento dei suoni in un dato sistema linguistico ciò che consente ai suoni di distinguere parole differenti: questo è il concetto di pertinenza (quelle diversità dei suoni che hanno valore distintivo). La trascrizione fonetica è tra parentesi quadre mentre quella fonologica è tra barre oblique. • Ciascuno dei fonemi viene identificato per opposizione mediante un procedimento di scoperta che consiste nel confrontare un’unità in cui compaia il fono di cui vogliamo dimostrare se è o no! un fonema con altre unità della lingua che siano uguali in tutto tranne che nella posizione in cui sta il fono in oggetto, tale procedimento si chiama prova di commutazione. Se il suono (æ) e il suono (a) si possono commutare vuol dire che appartengono alla stessa classe di suoni. Se invece il parlante identifica una parola di significato differente vuol dire che abbiamo due fonemi distinti; • E’ importante ricordare che vocali e consonanti non sono mai in opposizione fra loro / vocale e! consonante sono in opposizione sintagmatica; FONEMA: Unità minima di seconda articolazione del sistema linguistico. È una classe tratta di foni, dotata di valore distintivo, cioè tale da opporre una parola ad un’altra parola in una data lingua; ALLOFONI: foni diversi, che costituiscono realizzazioni foneticamente diverse di uno stesso fonema, ma prive di valore distintivo. Gli allofoni di un fonema che siano condizionati dal contesto fonotattico in cui occorrono, e quindi prevedibili, come in italiano standard, si dicono varianti combinatorie. LA COPPIA MINIMA! La coppia minima è una coppia di parole che sono in tutto e per tutto uguali tranne che per la presenza di un segmento al posto di un altro in una certa posizione. Una coppia minima viene identificata attraverso la prova di commutazione, ed è utilizzata per dimostrare l’esistenza di opposizioni distintive in una data lingua. (Esempio =

FONEMI E TRATTI DISTINTIVI Sono quindi i più piccoli segmenti a cui si arriva nella scomposizione e non sono ulteriormente scomponibili, si possono però analizzare sulla base delle caratteristiche articolatorie che li contrassegnano. Un fonema quindi si può ulteriormente definire come costituito da un fascio di proprietà articolatorie che si realizzano in maniera simultanea, le caratteristiche articolatorie diventano allora sul piano della fonologia delle proprietà che permettono di analizzare, definire e! rappresentare i fonemi in termini di diverse combinazioni possibili di tratti facenti parte di un inventario comune.! Due fonemi sono differenziati da almeno un tratto fonetico pertinente binario. Partendo da queste considerazioni è stata sviluppata in fonologia la teoria dei tratti distintivi che consente di rappresentare economicamente tutti i fonemi come un fascio di alcuni tratti distintivi con un determinato valore +/- grazie anche all’utilizzo di proprietà acustiche anziché soltanto articolatorie. Una serie di proprietà acustiche e articolatorie permettono un trattamento dei fonemi in termini di rapporti binari. Tali tratti, opportunamente combinati, permettono di dare conto di tutti i fonemi attestati e possibili nelle lingue del mondo. Alcune teorie fonologiche propongono di analizzare un fonema come un fascio di tratti binari.! Nella tabella si ha la descrizione di alcuni fonemi dell’italiano (/t/-/d/ ecc..) come una diversa combinazione di tratti:! 1. tratto della occlusività (modo di articolazione) 2. tratto della dentalità (luogo di articolazione)! 3. tratto di sonorità (comportamento delle corde vocali)! Ciascun fonema può essere descritto in maniera economica come una diversa combinazione di tratti binari. !/t/: può essere descritta come un’occlusiva, dentale, sorda! /d/: occlusiva, dentale, sonora! /p/: occlusiva, bilabiale (non dentale), sorda! /b/: occlusiva, bilabiale, sonora! /s/: fricativa, dentale, sorda! /z/: fricativa, dentale, sonora Coronali sono foni prodotti con la corona e la parte anteriore della lingua come (t) .! Sonoranti sono foni prodotti a canale vocale aperto, libero senza turbolenze del flusso d’aria,come le vocali le approssimanti le consonanti liquide (foni non sono tanti sono tutti ostruenti). !Sillabici sono foni che possono costruire costituire nucleo di sillaba. -Il tratto ATR! contraddistingue i foni prodotti con la radice della lingua spostata in avanti come per i,e,o,u Dal punto di vista fonetico i tratti distintivi binari rappresentano dei movimenti e! atteggiamenti muscolari degli organi preposti alla fonazione mentre dal punto di vista fonologico si tratta di proprietà astratte realizzantisi in simultaneità nei singoli segmenti fonematici FONEMI DELL’ITALIANO

Mentre gli inventari fonematici dalle diverse lingue del mondo sono costituiti in genere da alcune decine di fonemi, l’italiano standard ha 30 fonemi ,o 28 secondo alcuni autori che non considerano fonemi a sé le approssimanti, e si arriva a 45 se calcoliamo come fonemi a se le consonanti lunghe.! Per trascrivere foneticamente occorre basarsi sul modo in cui una parola è pronunciata e non solo sul modo in cui essa è scritta: sull’afonia e non sulla grafia.! La grafia può essere spesso fuorviante anche in italiano.! -Uno dei problemi della fonologia dell’italiano è costituito dalle consonanti lunghe o doppie o anche germinate . -In genere nella pronuncia dell’Italia ci sono molte differenze regionali. Le opposizioni fra alcune lettere tra cui S/ Z fra W/U! fra J/I hanno uno statuto non chiarissimo e partecipano a formare un numero non alto di coppie minime: si dice quindi che hanno un basso rendimento funzionale. -L’opposizione tra vocali medio alto e medio basse ,che si attua peraltro soltanto in posizione tonica, è tipica delle varietà tosco-romane. -Il raddoppiamento fonosintattico consiste nell’allungamento della consonante iniziale di una parola quando questa sia preceduta da una delle parole di una serie che appunto provoca il fenomeno: es. dove vai? / !a Roma (la R viene allungata).!

ALCUNE CONVENZIONI IPA In IP a non si adottano le convenzioni ortografiche o interpuntive, quindi niente maiuscole apostrofi virgole. L’accento è indicato soltanto nelle parole plurisillabiche con l’apice prima della sillaba tonica! La lunghezza viene notata con (:)! posti dopo il simbolo del fono. In italiano sono tendenzialmente lunghe le vocali toniche in sillaba aperta mentre sono brevi tutte le vocali atone e! le vocali toniche in sillaba chiusa. Quando la vocale tonica è preceduta da consonanti doppie l’accento si può rendere in due modi: o con un apice posto tra il primo il secondo simbolo consonantico o con un apice posto prima del simbolo consonantico che è seguito da due punti (:) Quando sia necessario rappresentare in trascrizione IPA la costituzione sillabica di una parola, vale a dire la divisione in sillabe, si può usare un puntino tondo (.) ogni confine di sillaba SILLABE Un ruolo importante nella strutturazione della catena parlata è svolto dalle proprietà fonotattiche dei foni e delle combinazioni contestuali in cui singoli foni possono concorrere. Decisive nella costituzione delle parole della lingua sono le minime combinazioni di fonemi che funzionano come unità pronunciabili cioè le sillabe. Sillaba: Minima combinazione di suoni che funziona come unità pronunciabile. Una sillaba è costituita attorno ad una vocale, una consonante ed una approssimante! che hanno bisogno di una vocale a cui appoggiarsi per formare una sillaba. Tale vocale costituisce il nucleo della sillaba, il perno, l’apice. Altri elementi presenti nella sillaba sono l’attacco( consonante che precede il nucleo) e la coda (consonante che segue il nucleo).! Il nucleo però rimane l’elemento indispensabile: ci possono essere nelle lingue, sillabe formate solo dal nucleo, ovvero solo da una vocale. !La struttura fonica della parola è comunque data tra un’alternanza continua tra foni più "tesi" e chiusi ,con minore sonorità e "aperti" più rilassati! con maggiore sonorità.

Ogni sillaba è formata da almeno una vocale e, non più di una, un certo numero di consonanti quindi una vocale può da sola costituire una sillaba. In ita abbiamo diversi tipi di struttura sillabica: v= vocale, c= consonante possiamo trovare: V, CV, VC, CCV, CCCV, CVC In inglese: uguale ad ita+ CVCC Sillabe con CC si possono eccezionalmente avere in parola entrata in italiano dall’inglese come per esempio sport. L'identificazione dei confini sillabici si effettua in base ai vari criteri fonetici e fonologici.Per esempio due consonanti contigue sono segnate entrambe alla sillaba che ha come nucleo la vocale seguente se tale combinazione compare anche in inizio di parola. Altrimenti alla sillaba precedente la prima consonante mentre la seconda quella successiva. Le consonanti doppie o lunghe: il primo membro viene insegnato la sillaba precedente il secondo la sillaba seguente. La vocale è detta attacco o inizio. La vocale stessa è il nucleo e la parte che eventualmente segue la vocale è la coda . Le sillabe con coda si chiamano chiuse e quelle senza si chiamano aperte. -La rima cioè l’insieme del nucleo e! della coda determina il peso di una sillaba: pesante una sillaba che abbia! una coda o che abbia come nucleo una vocale lunga ,negli altri casi le sillabe sono dette leggere (quando sono senza coda e la vocale del nucleo non è lungo) I dittonghi! sono unità sillabiche formate da una approssimante e una vocale. La vocale( costituisce sempre l’apice sillabico) funziona come elemento più sonoro della sillaba, come il nucleo della sillaba. es. fuori [‘fwɔri], fiori [‘fjori]! -Dittonghi ascendenti (approssimante+vocale) es. fuori -Dittonghi discendenti (vocale+approssimante) es. noi! La definizione di ascendente e discendente fa riferimento alla sonorità (approssimante meno sonora, vocale più sonora quindi un’ascesa della sonorità, nella discendente il contrario). ATTENZIONE: Non confondere il dittongo con lo iato. Iato: successione di due vocali, 2 vocali vicine che però non formano un dittongo poiché è formato solo da un’approssimante e una vocale. es. paura, aereo Sulla differenziazione del carattere ascendente possiamo fare una distinzione tra semivocali e semiconsonanti! -Dittongo ascendente c’è un restringimento maggiore del canale vocale quindi approssimanti più tendenti alle consonanti fricative. -I dittonghi discendenti la prossima non ci sono più vicino le vocali quindi sono sempre vocali Trittonghi due semivocali e una vocale FATTORI PROSODICI Analisi dei fattori soprasegmentali o prosodici: sono una serie di fenomeni fonetici e fonologici che non riguardano i singoli segmenti, ma la catena parlata nella sua successione lineare, sono

quindi dei fenomeni che agiscono al di sopra dei singoli segmenti minimi e riguardano la relazione dei foni sull’asse sintagmatico.! ACCENTO! L’accento è la forza o l’intensità di pronuncia di una sillaba (in particolare della vocale tonica che svolge il ruolo di apice sillabico), rispetto alle altre sillabe. La sillaba tonica è prominente rispetto alle sillabe atone.! Nelle lingue si distinguono: accento intensivo e accento tonale. Per esempio l’ita ha un accento di tipo intensivo, svedese ha l'accento tonale. ! L’accento come atto prosodico non va confuso con l’ accento grafico che è un simbolo diacritico che in italiano viene usato per indicare nella grafia la posizione dell’accento fonico nelle parole ossitone. -La posizione dell’accento può essere libera o fissa. In francese per esempio cade sempre sull’ultima sillaba.! -il valore fonematico dell’accento= in alcune lingue l’accento è libero e quindi la posizione può avere valore pertinente e opporre distinguendole due parole segmentalmente uguali. Quindi valore fonematico perché ha valore distintivo - In italiano l’accento ha posizione libera quindi non ha posizione fissa nel corpo della parola. Tant’è che in italiano infatti differenziamo tra:! 1) Parole tronche: l’accento si trova sull’ultima sillaba es.città !2) Parole piane(parossitona): l’accento si trova sulla penultima sillaba es. casa! 3) Parole sdrucciole(proparossitona): l’accento si trova sulla terzultima sillaba es. piccolo 4) Parole bisdrucciole (anteproparossitona) : l’accento si trova sulla quartultima sillaba es. scivolano a seconda della posizione dell’accento nella parola !5) solo con parole composte con i pronomi clitici: accento sulla quintultima! clitici= quegli elementi che nella catena fonica non possono rappresentare la sillaba prominente e recare quindi accento proprio e devono appoggiarsi su un’altra parola es. fabbricamelo -L’accento può avere una funzione distintiva oppure demarcativa. In italiano e nelle altre lingue con accento mobile, l’accento ha funzione distintiva questo vuol dire che la sua! posizione! permette al parlante di distinguere le parole, la posizione è quindi pertinente.! Es. capitano, capitano, capitanò: l’accento è mobile in italiano, non ha posizione fissa nella parola e ha funzione distintiva. L'accento è l’ elemento centrale nella strutturazione prosodica dell’enunciato, il susseguirsi alternato di! elementi forti e deboli connesso con fenomeni di durata dà luogo al ritmo, ogni lingua ha un proprio ritmo particolare: es. l’italiano è una lingua fondamentalmente a isocronismo sillabico, vale a dire che in una parola viene assegnata durata analoga alle sillabe atone. Questo provoca spesso fenomeni di modificazione e riduzione delle vocali delle sillabe atone. !Dal punto di vista fonologico viene riconosciuta come unità ritmica di base il concetto di piede, un piede è l’associazione di una sillaba forte e una sillaba debole. A seconda dell’ordine in cui due componenti del piede si pongono si hanno due tipi fondamentali di ritmi: !quando la sillaba forte procede con la debole si ha il ritmo detto trocaico! Quando invece la sillaba debole precede quella forte si ha! il ritmo detto giambico

IL TONO Il tono é l'altezza relativa di pronuncia di una sillaba dipende dalla tensione delle corde vocali e della laringe e quindi dalla velocità e frequenza delle vibrazioni delle corde vocali.! Queste determinano la frequenza fondamentale che è il principale parametro dei fenomeni di tonalità. In molte lingue, dette appunto lingue tonali,il tono può avere valore distintivo quindi in grado di distinguere parole che per il resto sono foneticamente del tutto uguali. Si parla in questo caso di tonemi. Come per esempio lo svedese, il cinese e il vetnamita. L'intonazione è l'andamento melodico con cui è pronunciato un gruppo tonale o un gruppo ritmico o un intero enunciato. L' intonazione è in sostanza una sequenza di toni che conferisce all' emissione fonica,nel suo complesso, una certa curva melodica. In molte lingue l'intonazione distingue il valore pragmatico di un enunciato, o vi è comunque associata,permette cioé di capire se si tratta di un'informazione,di un esclamazione,di un ordine o di una domanda. In italiano, per esempio, il contorno intonativo degli denunciati é in molti casi l'elemento principale a fornire l'informazione cruciale che distingue il valore interrogativo di un enunciato,associato a un intonazione ascendente: pronunciato con curva intonativa scendente! é una domanda, pronunciato con contorno intonativo costante, senza grandi modifiche dell'altezza è tipico degli enunciati dichiarativi. Intonazione discendente, ha valore grosso modo esclamativo e caratterizza le affermazioni decisive. Nell'ortografia,una parte della punteggiatura ha la funzione di rendere i principali tipi nativi. Curva melodica con intonazione ascendente: presuppone una domanda GIANNI VIENE? !2. Curva melodica costante: frase dichiarativa GIANNI VIENE! 3. Curva melodica discendente: presuppone un ordine, un comando GIANNI VIENE! LA LUNGHEZZA La lunghezza riguarda l'estensione temporale relativa con cui i foni e le sillabe sono prodotti. Infatti un suono può essere breve o lungo.L'articolazione delle vocali e delle consonanti fricative,ad esempio per la loro natura fonica può essere tenuta per un tempo teoricamente indeterminato, mentre l'articolazione delle consonanti occlusive non può essere tenuta più che momentaneamente. La quantità delle vocali e delle consonanti può avere valore distintivo. Per esempio, in italiano la lunghezza,la durata o! la quantità delle consonanti non ha valore distintivo.! -Lunghezza vocalica Per le vocali la durata in italiano non è pertinente.Una parola pronunciata con una vocale decisamente lunga, individua un'accentuazione enfatica della stessa parola e non un'altra parola. Una parola realizzata con una vocale molto lunga, non cambia il significato da una che invece è pronunciata, con la vocale corta. In genere la vocale suscettibile di questo allungamento enfatico è soprattutto la vocale della sillaba tonica.! In italiano, le vocali toniche in sillaba libera sono sempre tendenzialmente lunghe e nella trascrizione fonetica si dovrebbe indicare mentre nella trascrizione fonematica, invece, non si segnalerà mai la lunghezza vocalica, essendo l'allungamento della vocale in italiano o numero esperienza espressivo o un tratto automaticamente determinato dal contesto fonetico.In molte lingue, invece, la durata vocalica funziona come tratto pertinente.

Nella fonetica sperimentale su base acustica, appositi apparecchi e programmi di analisi del suono consentono di fornire rappresentazione in termini di tracciati dei caratteri fisici della catena parlata prodotta. I diagrammi, ottenuti mediante la scomposizione del segnale nelle proprietà ed elementi che lo formano,sono detti spettrogrammi.In cui si rappresenta il tempo, la frequenza e l'intensità del suono....


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