2 progetto form titoli e filati PDF

Title 2 progetto form titoli e filati
Course Soluzioni software-tender di mercato per differenti modalità di trasporto
Institution Università degli Studi di Verona
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titoli e filati titoli e filati titoli e filati...


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p.i. Savegnago Graziano

Titolazione e principali tipologie dei filati (capitolo 2)

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Titolazione dei filati e principali tipologie (capitolo 2) Spiegazione del concetto di titolo di un filato . 1)

Titolazione indiretta: NE titolo inglese NM titolo inglese

2)

Titolazione diretta. TEX e DECITEX TD titolo denari

Passaggi di conversione tra i vari sistemi di titolazione con esempi pratici. Esempi delle principali tipologie di filati e loro caratteristiche di impiego con visione ed analisi dei relativi campioni.

Cenni sulla titolazione dei filati Per quantificare dimensionalmente la struttura (intesa come lunghezza e peso) si ricorre ad un rapporto di una lunghezza del filo con il corrispettivo peso (o viceversa a seconda del sistema dove operiamo) moltiplicato per una costante. In pratica possiamo dire che la titolazione è un’unità di misurazione del filo che serve per definire le sue dimensioni e necessariamente bisogna operare come sopra, in quanto e’ l’unico metodo x stabilire un valore numerico preciso. Ci sono 2 sistemi di titolazione:

Titolazione diretta: Viene normalmente usata nei filati a bava continua e quindi nelle fibre chimiche e per le naturali, solamente nella seta a bava continua. Nella titolazione diretta la costante è ricavata dal rapporto di una determinata lunghezza stabilita ed un peso altresi’ stabilito sempre in base al tipo di titolo che viene calcolato. Nella titolazione diretta più sale il titolo e più grosso è il filo. esempi di titolazione diretta:

titolo Denari: premesso che: 1 denaro = 0,05 grammi calcolo della costante= l = 450mt = 9000 p 1 denaro tit denari= td = 9000 x p l ad esempio nd = 60 significa che una matassa di 9000 mt pesa 60 gr (rimanendo fisso il metraggio e variando il peso con il cambiare del titolo). nd 60 = 9000 x 60 gr 9000 mt

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titolo Decitex calcolo della costante= l = 10000mt = 10000 p 1 grammo tit dtex = 10000 x p L

I filati che utilizzano questo sistema di titolazione vengono espressi generalmente nel seguente modo: 1° esempio: dtex 78 / 22 / 2 78= titolo in decitex 22= numero delle bave che costituiscono il filo singolo 2= numero dei capi Il titolo risultante finale e dato dal prodotto del titolo singolo x il n° dei capi= 78 x 2 = 156

2°esempio: dtex=78 Si intende che una matassina di 10000 mt di filo pesa 78 grammi, infatti : dtex78 = 10000 x P 10000

=

10000 x 78 10000

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Titolazione indiretta Viene normalmente usata nei filati a fibra tagliata e quindi nelle fibre naturali (tranne la seta a bava continua) e le fibre chimiche se sottoforma di fibra tagliata. Nella titolazione indiretta la costante è ricavata dal rapporto di un determinato peso stabilito ed una lunghezza, altresi’ stabilita sempre in base al tipo di titolo che viene calcolato. In pratica il peso rimane fisso e varia la lunghezza. Nella titolazione diretta più sale il titolo e più fine è il filo.

Eesempi di titolazione indiretta: Titolo Metrico: Impiegato per il calcolo delle titolazioni delle fibre in lana, seta schappe calcolo della costante= p = 1000mt = 1 L 1000 grammi titolo metrico = Nm = 1 x L P

titolo cotoniero: Impiegato per il calcolo delle titolazioni delle fibre in cotone e fiocco viscosa premesso che: p = 1 libra, = 453,59 grammi premesso che l = 840 yarde e considerando che una yarde= 0,9144 mt per cui la costante è come segue: calcolo della costante= p = 453,59 = 0,59 L 840 x 0,9144 Titolo Cotoniero = Ne = 0,59 x L P

quindi ad esempio: ne 1, vuol dire che 1 matassa da 840 yarde pesa una libra. ne 30, vuol dire che 30 matasse di 840 yarde pesano una libra Riprendendo quanto prima enunciato e cioè: peso rimane fisso e varia la lunghezza, possiamo dire che ne 30 = 0,59 x 30 mt 0,59

I filati che utilizzano questo sistema di titolazione vengono espressi generalmente nel seguente modo: esempio: nm = 2/60 tors. 750 s 2 = n° dei capi che costituiscono il filato 60= titolo metrico del filo singolo 750 s = numero dei giri di torsione dati per ritorcere i 2 fili il titolo risultante finale e’ dato dal rapporto del titolo singolo per il n° dei capi= 60 : 2 = nm 30 ne 60/2 tors. 650 s 60= titolo metrico del filo singolo 2 = n° dei capi che costituiscono il filato 650 s = numero dei giri di torsione dati per ritorcere i 2 fili Il titolo risultante finale e dato dal rapporto del titolo singolo per il n° dei capi= 60 : 2 = ne 30

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Sistema di conversione tra il sistema di titolazione diretta ed indiretta ed all’interno dello stesso sistema. Per i titoli appartenenti allo stesso sistema esiste una proporzionalità diretta.: esempio: sistema indiretto : nm : ne = 1: 0,59 calcolare il titlo ne corrispondente ad un nm=10 nm : ne = 1 : 0,59 10 : ne = 1 : 0,59

ne = 10 x 0,59 = 5,9 1

sistema diretto: dtex : nd = 10000 : 9000 calcolare il titlo dtex corrispondente ad un nd=20 dtex : nd = 10000 : 9000 dtex : 20 = 10000 : 9000

dtex = 10000 x 20 = 22,2 9000

Per i titoli appartenenti uno al sistema diretto e l’altro al sistema indiretto, la proporzionalità e’ inversa: esempio: nm x nd = 1 x 9000

calcolare il titolo nd corrispondente ad un nm = 50 nd x nm = 9000 x 1 nd x 50 = 9000 x 1

n.b. finale

nd= 9000 x 1 = 180 50

nel sistema diretto ( td , dtex ) il titolo aumenta con aumentare del peso di una lunghezza costante. nel sistema indiretto ( ne , nm ) il titolo invece aumenta con il diminuire del peso di una lunghezza costante.

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Sistema di titolazione considerando la ritorcitura di filati di titolo diverso. Per i titoli appartenenti alla titolazione indiretta e ritorti assieme esiste la seguente formula di calcolo che è da applicarsi, in quanto sarebbe assolutamente sbagliato fare la media dei 2 titoli perchè non possono essere la somma mediata dei 2 titoli, infatti : Esempio n 1 ne= 30 ritorto con ne=30, li titolo risultante non e’ la media tra i 2 titoli ma esattamente la meta’: (NE1= 30 + NE2 = 30) / 2= 30 = sbagliato (30 + 30) / 2= 30/2 = ne15 risultante. Ok va’ bene perché i titoli sono uguali e corrispondono alla formula di seguito riportata che vale sia per la titolazione dei filati ritorti con lo stesso titolo che per i filati ritorti di titolo diverso. NE = NE1 X NE2 = 30 x 30 = 15 NE1 + NE2 30 + 30 Per i calcolo corretto, bisogna seguire il ragionamento di seguito riportato. Bisogna sempre partire dalla formula base del titolo NE ovvero NE = 0,59 x L P Per cui P = 0,59 x L NE E’ da considerare che la lunghezza del fialto ritorto e’ univoca per tutti e 2 i filati, mentre il peso è sommato in tutti e 2 i filati. NE risultante = 0,59 x L =

0,59 x __________ _L___________________ =

P

P del titolo 30 + P dell’altro titolo 30

0,59 x _______L_______ = per cui la formula diventa: 0,59 x _______L_______ ___ = 0,59 x L + 0,59x L 30 30

0,59 x L ( 1 + 1 ) 30 30

NE = NE1 X NE2 = 30 x 30 = 15 NE1 + NE2 30 + 30

2° Esempio: (NE1= 30 + NE2=56) / 2= 43 = sbagliato Applicare la formula di seguito riportata che vale sia per la titolazione dei filati ritorti con lo stesso titolo che per i filati ritorti di titolo diverso.

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NE = NE1 X NE2 = NE1 + NE2

30 x 56 = NE ris.= 19,5 30 + 56

Bisogna sempre partire dalla formula base del titolo NE ovvero NE = 0,59 x L P Per cui P = 0,59 x L NE Esempio di titolazione con titoli differenti nella titolazione indiretta: e’ da considerare che la lunghezza del fialto ritorto e’ univoca per tutti e 2 i filati, mentre il peso è sommato in tutti e 2 i filati. NE risultante = 0,59 x L =

0,59 x __________ _L___________________ =

P

P del titolo 30 + P dell’altro titolo 56

0,59 x _______L_______ = per cui la formula diventa: 0,59 x _______L_______ ___ = 0,59 x L + 0,59x L 30 56

0,59 x L ( 1 + 1 ) 30 56

NE = NE1 X NE2 = 30 x 56 = 19,5 NE1 + NE2 30 +56 Infatti : 1 NE1

+

1x NE2 Ne1 x NE2

1 = NE2 + 1 x NE1 per cui Ne2 x NE1

= NE2 + NE1 Ne1 x NE2

nel nostro caso la formula ovviamente viene invertita essendo nel denominatore inferiore x cui la risultante finale è: NE = NE1 X NE2 = 30 x 56 = 19,5 NE1 + NE2 30 +56

Nel caso della titolazione diretta il titolo risultante corrisponde invece alla somma algebrica dei titoli. Esempio: Dtex 1= 83

Dtex 2= 22 corrisponde alla somma di 83 + 22 = dtex risultante= 105.

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Descrizione generale delle tipologie dei filati. I filati si dividono in 2 grandi gruppi con tipo di lavorazione notevolmente diverse tra di loro:

Filati da fibra tagliata: sono i filati che si ottengono dalla lavorazione delle fibre discontinue e sono di origine: 1) naturale: da fibre vegetali come il cotone, il lino, ecc; da fibre animali come la lana ed i peli animali e la seta. 2) da processi chimici (dette anche fibre chimiche) quali le fibre artificiali (di origine proteica o vegetale) e le fibre sintetiche quali ad esempio, il poliestere, l’acrilico, il poliammide, ecc.. Naturalmente nel caso delle fibre chimiche devono essere tagliate nella lunghezza prefissata in base al tipo di mischia e di impiego cui sono destinate.

Filati da filamenti continuo: sono i filati ottenuti da fibre di lunghezza tanto quanto lo permette la confezione della rocca o del cops o della bobina o della ciambella. fa eccezione la seta la cui lunghezza del filamento ha una lunghezza variabile normalmente tra gli 800 / 1000mt. I filati ottenuti con fibre tagliate evidenziano caratteristiche di opacità, mano più gonfia e calda al tatto, rispetto ai filati a filamento continuo; di contro sono meno regolari e più pelosi. I filati ottenuti con fibre a filamento continuo evidenziano caratteristiche di elevata regolarità, lucentezza e ottenimento di titoli più elevati rispetto ai filati a fibra tagliata; di contro hanno una mano più fredda, secca .

In pratica da questi 2 grandi gruppi merceologici otteniamo i seguenti filati: Filo semplice o ugnolo: è un filo a capo singolo formato da fibre discontinue oppure da fibre continue, con torsione s o z, e puo’ essere:

Melange: quando il filo unico è composto da fibre di diversa natura e / o di diverso colore, mescolate intimamente tra di loro (esempio lana/cotone, cotone/poliestere, lana acrilico ecc.).

Cardato: se il filo è prodotto con fibre corte di lana da sola o in mista con altre fibre, in pratica parliamo di filo proveniente dal ciclo cardato. Nel caso della seta il cardato viene chiamato bourette.

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Pettinato: è il filo proveniente dal ciclo pettinato e le fibre che lo costituiscono sono più lunghe rispetto alle fibre del ciclo cardato, conseguentemente più regolare ed uniforme. Tale filo è ottenibile sia dalle fibre chimiche che dalle naturali.

Openend: è prodotto con i sistemi di filatura non convenzionali (con tecniche diverse dalla filatura ad anello e quindi sfruttando i principi di formazione del filo quali la forza centrifuga ed altri sistemi di condensazione delle fibre). Il più usato è il sistema con il rotore. Le fibre che costituiscono questo filo non sono molto parallele tra di loro per il tipo di filatura non convenzionale. trova ampio utilizzo nella filatura delle fibre corte sia naturali che chimiche quali cotone, fiocco di viscosa, poliestere e loro miste.

Parallelo: è un filo a capo unico costituito da un’insieme di filamenti paralleli tra loro per tutta la lunghezza del filo e senza la minima torsione.

Testurizzato: questo filo è ottenibili solamente dalle fibre sintetiche in quanto termoplastiche e quindi soggette a trasformazioni a livello di elasticità e di voluminosità. (vedi schema riportato nella descrizione dei filati).

Syro: è il filato che si ottiene con l’accoppiamento di 2 stoppini che uscendo dalle teste di stiro del filatoio vengono uniti assieme grazie alla torsione.

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Jaspè: è uguale al syro con la differenza che i 2 stoppini sono di colore diverso.

Crepe: è un filato con elevati giri di torsione, piuttosto fine.

Filo ritorto: è il filato ottenuto grazie all’unione di 2 o più fili semplici grazie alla torsione che può essere s o z ottenendo i vari tipi di filati come segue:

Ritorto semplice: il filato è costituito da 2 fili singoli ritorti assieme tra loro e dello stesso titolo.

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Ritorto composto: quando è formato da 2 o più capi di titolo diverso.

Moulinè: è un filato che si ottiene grazie all’unione sempre con la ritorcitura di 2 fili di colore diverso.

Cordonetto: è un filato ottenuto ritorcendo con la stessa torsione dei 2 filati che lo compongono. Il risultato risultante è un filato con elevata nervosità, scatto ed elasticità, conferendo al tessuto una mano confort, elastica e scattante (questo in funzione comunque al tipo di costruzione e al tipo di filati impiegati). Vengono definiti come cordonetto i filati di lana, cotone e loro miste; nel caso della seta si chiama crespo.

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Syrospun: questo filato è ottenuto direttamente nel filatoio ritorcendo un filo a fibra tagliata all’uscita dello stiratoio con un filo molto sottile di fibra sintetica (di solito nailon).

Corespun: contrariamente al syrospun è il filo a fibra tagliata che ricopre all’uscita del filatoio il filo continuo.

Abbiamo inoltre altre tipologie di filati fantasia che sono ottenuti da effetti più e meno particolari e che conferiscono ai filati aspetti molteplici e si dividono da

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filati derivati dalla filatura e derivati dalla ritorcitura, di seguito andiamo ad illustrare brevemente i più conosciuti. Ovviamente le descrizioni sotto riportate sono esemplificative di alcune tipologie perché le combinazioni delle tecniche di lavorazione sono innumerevoli ed in funzione ai prodotti che si vogliono ottenere.

FILATI FANTASIA DERIVATI DALLA FILATURA: Sono tutte quelle tipologie di filati fantasia ottenuti in fase di filatura.

Filati fiammati che vengono ottenuti in filatura con degli accorgimenti particolari in modo da ottenere un aspetto con delle fiammate più o meno evidenti più e meno lunghe in base alle regolazioni adottate.

Filati bottonati che sono ottenuti grazie all’immissione in fase di preparazione nel ciclo cardato di piccoli agglomerati di fibre in modo da formare lungo il filo dei piccoli bottoni spesso di diverso colore in modo da ottenere degli effetti contrastanti.

Filati testurizzati, crettati ed interlacciati

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Insieme di fili paralleli

ritorti

lisci voluminizzati

Crettataura piana

Elasticizzati

spirale tridimensionale

Testurizzati

La crettatura è l’operazione che impartisce meccanicamente al filo liscio e dritto una geometria a a ziz zag ( come i denti della sega ) che viene pressato meccanicamente in una camera detta di crettaura . esempi di filati testurizzati: filato liscio di partenza

Filato dopo il processo di testurizzazione

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Filati testurizzati: sono ottenuti anch’essi sempre partendo da fasci di fibre continue ed in base alla tecnica di lavorazione si possono conferire doti di elasticità e voluminosità. E un principio di lavorazione utilizzato nei filati sintetici per ottenere un prodotto dotato di notevole confort: voluminoso, gonfio, maggior potere assorbente, elasticità, mano più calda e naturale, inoltre il tessuto si presenta meno freddo e scivoloso. Le fibre più utilizzate per questo tipo di lavorazione sono le poliestere e le poliammidiche in quanto sono dotate di buone caratteristiche termoplastiche, dote fondamentale per avere dei buoni risultati finali. Ci sono varie tecniche di testurizzazione e le 2 principali sono: Testurizzazione con il principio della falsa torsione e fissaggio a caldo: Sfrutta il principio della falsa torsione, ovvero, inserendo un dispositivo atto a conferire torsione su un tratto di filo bloccato tra 2 punti avviene che il filo si torce in senso Z da un lato e in senso S nell’altro. Se il filo viene posto in movimento, la torsione viene annullata. Aggiungendo un’apparecchiatura di riscaldamento nella parte con torsione (termofissaggio) dopo avere attraversato il dispositivo di torsione, il filo successivamente perde la torsione conservando però la “memoria”, il “ricordo” delle torsioni precedenti ed assume un aspetto voluminoso. Se nella zona di torsione zero, il filo subisce un trattamento a caldo sotto tensione, si arriva ad annullare gran parte dell’elasticità conferita al fila, conservando però una buona voluminosità conferita.

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Testurizzazione a getto d’aria: Questo principio non sfrutta le proprietà termoplastiche delle fibre sintetiche, bensì con potenti getti d’aria spinti attraverso degli ugelli in apposite camere di turbolenza, scompongono, “si arricciano” le singole fibre che prima di entrare nella camera di turbolenza erano tra loro parallele, dopo si presentano arruffate, arricciate e con un aumento della voluminosità e della elasticità. E’ evidente che per la tecnica di lavorazione il procedimento prevede che le fibre siano allo stato di filamenti continui per avere un filo che sia comunque coesionato e che possa sostenere i getti d’aria all’interno della camera di turbolenza. Con lo stesso principio si possono produrre i filati interlacciati come di seguito spiegato.

Filati interlacciati: Sono ottenuti partendo da stoppini con fibre chimiche sottoforma di filamenti continui per evidente tecnica di lavorazione. Dei potenti spruzzi d’aria compressa sono indirizzati ad intermittenza contro il fascio di filamenti continui in modo da creare dei punti di interlacciatura posti a tratti nella lunghezza del filo. In pratica sono prodotti con lo stesso principio si possono produrre i filati interlacciati; nei quali però i getti d’aria cui sono sottoposti non sono indirizzati in modo continuo, ma ad intermittenza , ottenendo quindi un aspetto del filo ad “onde”, dove la parte più stretta si chiama punto di interlacciatura ed è quel punto dove è stato sottoposto il filo al getto d’aria aggrovigliandolo e quindi aumentando la capacità di resistenza e di volume

getto d’aria ad intermittenza, (si possono notare a seguire 3 punti di interlacciatura)

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FILATI DERIVATA DALLA RITORCITURA: Sono tutte quelle tipologie di filati fantasia ottenuti in fase di ritorcitura.

Bouclè: sono costituiti da 2 o più filati ritorti assieme dove uno o più di essi formano dei piccoli anelli od asole che fuoriescono dal filato stesso.

Ciniglia: è un filato ottenuto partendo da 4 rocche di legatura lavorate assieme ad un filato di effetto ciniglia che successivamente, dopo essere stato ritorto in modo particolare in copia a 2 rocche di legatura viene tagliato come da schema sotto riportato Il risultato finale è l’ottenimento di un filato con un aspetto vellutato. Dallo schema di seguito esposto, si può notare che ogni testa di produzione necessita di almeno 4 rocche di legatura ed una rocca di effetto ciniglia, per produrre alla fine in uscita dalla testa di lavoro, 2 filati in ciniglia.

rocche di legatura

rocca effetto ciniglia

1° filo in ciniglia

punto di taglio

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rocche di legatura

2° filo in ciniglia

Frisè: è un filato fantasia costituito da più fili, dove uno dei quali viene avvolto accumulandosi sull’altro per qualche millimetro formando dei piccoli ingrossamenti, delle fiammature lungo il filato a distanze più o meno regolari a seconda della regolazione.

Nodino: è ottenuto con lo s...


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