2. Rosa Agazzi PDF

Title 2. Rosa Agazzi
Author meli ..
Course Pedagogia della persona
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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sorelle agazzi nel libro "in altra luce"...


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2. SORELLE AGAZZI 1. L’infanzia, vita, primi studi Rosa Agazzi nasce nel 1866 a Cremona in una famiglia di modeste condizioni economiche e di profonda sensibilità religiosa. Sulla sua formazione ha avuto notevole influenza la figura di uno ZIO materno Francesco Maria Zapparoli, legato agli ideali risorgimentali mazziniani. Fino all’età di 10 anni, Rosa vive nella casa di questo zio con la sua famiglia. Si trasferisce poi a Brescia dove frequenta la scuola normale cioè la scuola finalizzata alla formazione degli insegnanti con sorella Carolina, più giovane di quattro anni che condividerà con Rosa l’impegno educativo. I primi anni di insegnamento Nel 1889 a Nave, in un borgo rurale di Brescia, le sorelle Agazzi iniziano lavorare come educatrici conoscendo Pietro Pasquali, allora direttore generale delle scuole elementari ed infantili di Brescia e, attraverso lui, l’opera pedagogica e il metodo del giardino d’infanzia di Frederic Frobel. La cura educativa Rosa e Carolina danno vita ad asili in cui cominciano a rinnovare la pratica educativa per l’infanzia, che spesso si limitava a pratiche filantropiche di cura dei bisogni fisici dei bambini, dando vita ad una sempre più globale cura educativa. Oltre il “custodialismo” In quei decenni l’Italia era nella fase di modernizzazione e il problema dell’istruzione infantile era centrale nel dibattito pedagogico del tempo: comincia a diventare sempre più chiara la necessità del superamento di una visione custodialistica dell’asilo di cui si comincia a intravedere l’importante funzione educativa. L’influenza di Frobel L’indirizzo Agazziano risente di alcuni influssi decisivi: es. Giardini d’infanzia di Frobel Infatti le sorelle Agazzi la apprendono a valorizzare la spontaneità del bambino nel contesto di un’educazione libera e completa attraverso il GIOCO quale mezzo di approccio alle prime forme di lavoro, in tal modo vengono superati l’intellettualismo, l’approccio mnemonico e la meccanicità passiva, che si trovava negli asili di Ferrante Aporti. Le sorelle Agazzi cercano di superare anche l’eccessivo formalismo del floberismo Sostenendo che il clima dell’ambiente domestico deve essere ricco di affetti, segnato dall’ interattiva collaborazione di piccoli e grandi da qui l’idea di scuola materna di Pauline Kerkomard. Nella quale il bimbo doveva ritrovare il calore familiare. L’influenza di Rousseau Un altro riferimento è la pedagogia di Rousseau per quanto riguarda il ruolo educativo dell’ambiente naturale. Rosa Agazzi valorizza l’ambiente per rendere sempre più stabile la possibilità di consentire il proseguimento di tutte le esperienze educativo da esso acquisite. Le sorelle Agazzi non condividono l’idea di educazione negativa del ginevrino, puntando a interventi tesi a migliorare la società dei bambini e la società nel suo complesso.

L’influenza di Pasquali Rispetto all’ispirazione Frobeliana le Agazzi furono influenzate dalla mediazione fatta da Pasquali la cui riflessione era centrata sulla questione sociale dell’Italia in quegli anni con il vivo desiderio di educare il popolo alla libertà alla dipendenza e alla virtù. Togliere la rozzezza propria dei bambini Come scrive lo stesso pasquali gli asili Agazziani mirano  al miglioramento materiale delle masse contadine alleviando il disagio economico delle popolazioni rurali; Il primo obiettivo è il miglioramento fisico di individui e ambienti disagiati, il quale è strettamente collegato al miglioramento morale della società. Pedagogia dell’uguaglianza, emerge anche in alcuni scritti in cui Rosa è critica e pungente nei confronti di una società che guarda solo all’apparenza. Ella considererò sempre Pietro Pasquali come suo maestro ed egli sarà, in effetti, attivo sostenitore dell’esperienza educativa che stata definita come metodo Pasquali-Agazzi. Il congresso pedagogico a Torino Nel 1898 Rosa è relatrice al congresso pedagogico di Torino nel quale denuncia la situazione degradante degli istituti infantili, la generale inpreparazione delle maestre, ella propone il proprio personale di rinnovamento del Floberismo. Osserva che quest’ultimo era stato trasformato in una tecnica rigida, con la conseguenza che le attività ed i giochi diventavano non di rado strumenti per modificarli, perché le maestre erano spesso educatrici improvvisate. La formazione e la valutazione della maestra In quest’occasione la Nostra mette in luce l’importanza della maestra e della sua formazione proponendo che le maestre già in servizio siano sottoposte ad una qualche forma di valutazione, affinché siano migliorati il sistema scolastico e l’efficacia dell’insegnamento. Vi è quindi l’esigenza a seguire un piano di lavoro a grandi linee, proprio per evitare l’improvvisazione. Rosa sostiene che vi sia una sorta di vocazione paragonandola al modello materno. “Quella delle maestre è una vigilanza attiva e costante” L’asilo di Mompiano Nel 1902 il Consiglio provinciale scolastico di Brescia dichiara l’asilo di Mompiano “asilo infantile rurale modello”. L’anno successivo, Pasquale progetta una scuola per la preparazione delle maestre per i nuovi asili. Consigli alle famiglie dei bambini. Nello stesso anno appare il libretto degli consigli alle famiglie dei bambini scritto da Rosa Agazzi Sono consigli rivolti alle mamme per sconfiggerne i pregiudizi popolari con l’obiettivo di sottolineare che, le educatrici saggie sono quelle che risvegliano nei bambini abitudini buone. Nel lungo elenco di consigli sono nominate le virtù che all’asilo i bambini acquisiscono o rafforzano. I toni sono duri, e sostengono l’esigenza di promuovere l’educazione delle madri, questo obbiettivo è tanto forte in Rosa a tal punto di spingerla a promuovere anche una scuola domesticale per le madri. Ben presto il metodo Agazzi conquista molti sostenitori in Italia e, a poco a poco, viene

introdotta in molte scuole infantili.

La circolare per la riforma degli asili. Nel 1910 le maestre Agazzi vengono invitate nella ancora austriaca Trieste, per illustrare la propria esperienza educativa in cui conoscono Giuseppe Lombardo Radice ben presto uno dei principali sostenitori del lavoro Agazziano. La circolare ministeriale numero 20 promulgata dal ministro e pedagogista Luigi Credaro  Ridefinisce i programmi ed i metodi degli istituti di educazione per l’infanzia attingendo al metodo al modello di Mompiano. Risale a questo periodo la sostituzione del frobeliano giardino d’infanzia con l’espressione a Agazziana SCUOLA MATERNA.

2. Partire dai sensi per arrivare allo spirito: gli esercizi di vita pratica Gli esercizi di lingua parlata I primi tentativi di rinnovamento didattico riguardano gli esercizi di lingua parlata. Solo su questa base si possono sviluppare esercizi, mai su pratiche che sono meccaniche e ripetitive. I contrassegni Per rendere più agevole l’incontro con le cose e la realtà, Rosa raccomanda l’uso di contrassegni  Si tratta di semplici disegni o altri espedienti, con lo scopo agevolare le quotidiane operazioni richiedenti spostamento di oggetti, fanno sì che ogni bambino possa con lavorare all’organizzazione dello spazio e al mantenimento dell’ordine. Secondo le maestre Agazzi è molto importante che il bambino sia educato al decoro e alla pulizia degli ambienti e di se stesso. Gli ambienti formano in particolare il bambino piccolo viene non solo rassicurato ma probabilmente anche educato da una routine e condivisa e significativa. Museo didattico Con alcuni dei materiali raccolti e contrassegnate si costituisce il “museo didattico“. Il principio educativo è quello di partire dei sensi perché il contatto con la materia non si arriva allo spirito infantile. Dal semplice al complesso La maestra è chiamata a condurre i bambini con attività e spiegazioni che procedono dal semplice al complesso, come si può evincere ad esempio dei numerosi testi sul giardinaggio. Il bambino viene, non sono educato dal punto di vista fisico venendo abituato all’uso accordo di attrezzi, ma anche aiutato a comprendere l’importanza del saper aspettare e rispettare l’ambiente. Riassumendo: affinché il bambino apprende, è necessario partire dal concreto, dal generale in modo tale che gli si renda conto di tutti gli elementi particolari offerti alla sua percezione, all’inizio confusa, ma che grazie all’analisi guidata dalla maestra si fa più precisa. L’ordine nasce dalla vita concreta dei bambini

Nell’asilo Agazziano, l’ordine nasce dalla vita concreta dei bambini e non dal fatto che l’ambiente è preordinato scientificamente dall’adulto come anche i materiali di studio sono spontaneamente raccolti e non predeterminati. La preparazione scientifica degli spazi e dei materiali da parte è, invece, uno dei cardini della scuola montessoriana.

3. IL CONFRONTO CON MARIA MONTESSORI La querelle con Maria Montessori Rosa Agazzi e Maria Montessori, quasi coetanee, si incontrano nel congresso pedagogico di Torino nel 1898. Lombardo Radice, la ricorda solamente come “elegante fa formosa signorina” egli in effetti è sostenitore dell’attività della pedagogia Agazziana. Sua celebre frase: la parte viva del Montessorismo è Agazzismo puro” L’allontanamento dagli asili di Mompiano Alla fine degli anni 20 cresce il consenso intorno al metodo della pedagogia scientifica e diminuisce quello per il sistema educativo delle sorelle Agazzi. ’allontanamento dalla loro scuola di Mompiano rappresenta uno degli episodi più tristi della vita di Rosa la quale tuttavia continua ad operare nella formazione delle insegnanti. In poco tempo le cose cambiarono, nel 1930 Mussolini inaugura in Campidoglio il corso internazionale Montessori per la formazione delle insegnanti, di lì a poco la dottoressa inizia a prendere le distanze dal fascismo, e come vedremo nel 1934 sceglierà di espatriare e rimarrà a lungo lontano dall’Italia. Il sostegno di M.Casotti In quegli anni precisamente nel 1931 esce un importante saggio di Mario Casotti: “il metodo Montessori e il metodo Agazzi” in cui l’autore si esprime decisamente a favore di quest’ultimo. Il metodo Montessori viene presentato come meccanico e materialistico. Egli presenta la pedagogia Agazziana come espressione viva della pedagogia cattolica. L’indirizzo Agazziano permette di salvare quanto di buono c’è nell’attivismo cioè la valorizzazione delle attività del fanciullo senza tuttavia tradire i criteri propri dell’educazione cristiana. 4. L’educazione morale agazziana L’importanza della logica e dell’ordine L’importanza della logica e dell’ordine viene descritta come il caposaldo della scuola materna. Rosa Agazzi concepisce L’ORDINE come condizione necessaria al successo educativo. Non si tratta di un “ordine compressivo”, che blocca la spontaneità ma “della condizione necessaria per la libertà di tutti e di ciascuno”. Per un bambino essere educato a spostare una sedia in modo da non fare rumore significa una prima esperienza di socialità e di moralità. Per questo Rosa Agazzi afferma che l’ordine materiale influisce sull’ordine morale. Educazione come educazione morale L’educazione del bambino è tutta intesa come educazione morale.

Diffusa è la convinzione degli educatori dell’infanzia di poter contribuire all’evasione della società attraverso l’educazione delle giovani generazioni; Rrosa è convinta che la scuola possa irradiare la civiltà e la pratica delle virtù nelle famiglie, e attraverso questo nella società nel suo intero. L’educazione morale è educazione alla fratellanza con numerosi riferimenti evangelici. Parte essenziale dell’educazione morale è l’insegnamento religioso cattolico anche se, per Rosa tutte le religioni hanno una base comune, condividono tutte l’aspirazione a vita migliore per l’essere umano. Nell’asilo Agazziano anche l’insegnamento religioso parte dall’osservazione del mondo materiale e dall’esperienza concreta di relazione con gli altri. Rosa ripete che le massime morali vanno sostenute con concreti e frequenti richiami alla realtà. Gli esercizi di socievolezza. Nella scuola di Mompiano, i bambini più piccoli hanno a disposizione l’esempio dei bambini più grandi, non solo negli esercizi di vita pratica e quelli intellettuali ma anche in quelli che Rosa Agazzi chiama esercizi di socievolezza. Un insieme di giochi esercizi e lezioni mirati a stabilire rapporti di convivenza di affettività tra la piccola società infantile. Educazione estetica Altro strumento dell’educazione morale nella scuola di Mompiano è l’educazione estetica. Essa è componente essenziale dell’educazione Agazziana, sia come parte ed espressione dell’educazione popolare sia in quanto valorizza l’operatività del soggetto. Il bambino viene educato al riconoscimento del bello, ai valori estetici nella loro dimensione storica e spirituale attraverso la costruzione del bello mediante esercizi di progressiva costruzione o ricostruzione dell’armonia. Il canto come strumento educativo In questo contesto il bel canto è uno strumento educativo insostituibile. Il canto contribuisce a schiudere l’anima umana al sentimento del bello, esso risponde al naturale bisogno di esprimersi del bambino e lo educa all’equilibrio interiore e sociale. Il canto è in funzione della sua formazione e non in funzione del piacere dei genitori. Rosa osserva che non si insegna ad un bambino a cantare per poi metterlo a disposizione del pubblico, analogamente, mette spesso in guardia da ridurre gli esercizi di vita pratica a Lavorini fatti solo per essere messi in bella mostra. Gli ultimi anni Negli ultimi anni rosa si dedica soprattutto ad una specifica attività educativa con corsi e conferenze per insegnanti di educatrici. Nel 1932 pubblicò la guida per l’educatrice dell’infanzia e nel 1942 uscirono le note di critica didattica. Dopo la morte di Carolina avvenuta nel 1945 rosa si ritirò a volo vengo e torno a fare la maestra della scuola materna del suo paese dove morì nel 1951. I limiti del modello Agazziano Il metodo è caratterizzato da lacune pedagogiche implicite nell’idea che sta dietro la stessa espressione scuola materna: l’educazione dei bambini è affare delle madri. Ad un secolo di distanza, questa idea appare superata, come è segnalato dalla dizione “scuola dell’infanzia” che ha ormai sostituito quella di matrice Agazziana.

Si potrebbe osservare che tra la finalità dell’asilo Agazziano non vi è il riscatto delle classi rurali: “alleviare il loro disagio” non significa operare in virtù di una maggiore mobilità e giustizia sociale. Infatti frequentare l’asilo al figlio del contadino dalla qualità di forza. Certamente la società è cambiata e sono cambiati i bambini: per certi aspetti, almeno è maturato il loro modo di fare esperienza della realtà e di apprendere. Esperienza educativa è figlia del suo tempo che fa vedere a questo stesso tempo linee per il progresso futuro ed esigenze costanti. Il senso di un’altra responsabilità morale dell’educare, la valorizzazione della collaborazione con il bambino, l’educazione alla fratellanza, la preoccupazione per l’educazione della madre, l’attenzione alla vita spirituale del bambino. Il suo sguardo educativo è sempre più rivolto all’educazione di tutto il bambino preoccupandosi in modo particolare di farlo crescere sano, buono, riflessivo, operoso e civile. Rosa Agazzi è più vicino a Maria Montessori di quant’abbia mai voluto ammettere.



Qualità e funzioni del materiale secondo il metodo azione.

In questo testo del 1942 prima di fare una descrizione molto dettagliata dei programmi dei mezzi materiali dell’educazione infantile l’autrice offre una descrizione altrettanto accurata delle ragioni dei fini in vista di cui tali mezzi sono da ritenersi utili. Raggiungere il massimo sviluppo armonico del bambino per farlo crescere sana robusta intelligente e buono. Dal benessere e dagli esercizi fisici far derivare molta parte di vita intellettuale e morale. Nell’esercizio della naturalezza fare conquistare l’abitudine ed ordini di precisione di operosità nell’esercizio della libertà promuovere l’iniziativa spontanea volgere coraggio e intraprendenza scopi di socievolezza in ogni momento della giornata suscitare coltivare i più nobili sentimenti del cuore umano



Il valore educativo del giardinaggio.

Il brano che spiega la valenza del giardinaggio nel educazione infantile, permette di vedere alcuni aspetti cruciali della prospettiva pedagogica di Rosa Agazzi. In primo luogo la base dell’attività educativa: educare il bambino occorre partire dalle sue esperienze sensoriali e attraverso queste introdurre negli esercizi di vita pratica ed educarlo al senso dell’armonia e del bello. In secondo luogo, la finalità di questi esercizi: essi devono rendere attività attiva l’osservazione ed educarlo moralmente perché lo educano a vivere insieme agli altri.



L’aiuto dei più grandi.

Nella scuola a Graziano i più grandi aiutano i più piccoli e questi ultimi imparano ad accogliere docilmente i consigli di chi ha più esperienza di loro. Questo brano ne offre una descrizione dando anche un efficace descrizione di una vita quotidiana semplice e ordinata NOTE : L’esperienza educativa della sorella Rosa e Carolina ragazzi è stata raccontata specialmente da rose numero di iscritti. La prima edizione della guida per le educatrici

dell’infanzia risale al 1932 e ormai molto diffuse noto come metodo automaticamente italiano e come espressione della pedagogia cattolica. Le sorelle Agazzi sono note per aver contribuito a disegnare il profilo della scuola materna come ambiente pensato in comunità con l’ambiente familiare: una scuola dove al centro c’è il bambino nella sua totalità Attica didattica e valorizzazione dell’esperienza vitale. Ecco perché ho ancora un programma Nardini scritto nella mente e nel cuore, e molta esperienza tesa ad attirare i sensi del piccolo allievo. Cianfrusaglie senza brevetto. L’invenzione didattica più significativa delle sorelle Agazzi è il materiale non preordinato noi scientifico ma un insieme di cianfrusaglie senza brevetto, costituito da tutto ciò che fanciulli stessi raccoglievano. Si tratta di umili cose, scatolette, bottoni, semi le cianfrusaglie trovate dal bambino sono per lui degna della massima attenzione e per la maestra occasione e veicolo di realizzazione del suo compito educativo....


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