3 Aristotele - la sostanza - la questione della sostanza PDF

Title 3 Aristotele - la sostanza - la questione della sostanza
Author LILIANA TEODORA MATANO
Course Filosofia
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Summary

Aristotele si appresta dunque a risolvere la questione centrale: che cos’è la sostanza in
generale? Sostanza è in un senso la materia...


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LA QUESTIONE DELLA SOSTANZA Il problema dell’essere in generale, il problema dell’essere in quanto essere (ontologia) viene ricondotto da Aristotele al problema della sostanza (ousía). Aristotele si appresta dunque a risolvere la questione centrale: che cos’è la sostanza in generale? Per sostanza possono intendersi: 1) La forma 2) La materia 3) Il sinolo o composto di materia e forma La “forma” secondo Aristotele è l’intima natura delle cose, l’essenza: la forma (essenza) dell’uomo, ad esempio, è la sua anima, ossia ciò che fa di lui un essere vivente razionale; la forma (essenza) dell’animale è l’anima sensitiva, ossia ciò che fa di lui un essere vivente sensibile; la forma (essenza) del cerchio è ciò che fa sì che esso sia quella determinata figura per cui ogni sua parte sia equidistante da un medesimo punto. Dunque, quando definiamo le cose (genere prossimo + differenza specifica) ci riferiamo alla loro forma o essenza – in generale possiamo dire che le cose siano conoscibili solo nelle loro essenza o forma (eidos). Quindi: sostanza è in un senso la forma. La “materia” risulta fondamentale per la costituzione delle cose: se l’anima razionale non informasse (non costituisse l’essenza di) un corpo, non avremmo un uomo; se l’anima sensitiva non informasse una certa materia corporea non avremmo un animale; se non si realizzasse nel legno l’essenza o forma del tavolo, essa non avrebbe alcuna concretezza. Quindi: entro certi limiti, sostanza è in un senso la materia. Di che limiti si tratta? Sono limiti ben definiti: se non ci fosse la forma, la materia non sarebbe sufficiente a costituire le cose (la cosa risulta particolarmente evidente per tutti gli oggetti prodotti dall’attività dell’arte – ad es., un pezzo di legno non è un tavolo), restando materia indeterminata.

Il “sinolo” è la concreta unione di forma e materia: tutte le cose concrete non sono altro che sinolo di materia e forma Quindi: sostanza è in un senso sinolo di materia e forma Tutte le cose sensibili, senza distinzione, possono considerarsi: nella loro forma nella loro materia nel loro insieme di conseguenza: a vario titolo, sostanza sono la forma la materia il sinolo la differenza sta in questo: - dal punto di vista empirico sostanza per eccellenza sembra essere il concreto individuo (ossia il sinolo). - dal punto di vista metafisico (cioè riguardo al problema dell’essere, della risposta generale al “che cos’è?”) sostanza per eccellenza è la forma: infatti la forma è causa e fondamento, mentre, rispetto ad essa, il sinolo è causato. Dunque: il senso dell’essere in senso generale è così pienamente determinato: l’essere nel suo significato più forte è la sostanza la sostanza in un primo senso (improprio) è materia = “essere” è quindi la materia in un secondo senso (più proprio) è sinolo = “essere”, in più alto grado è il sinolo in un terzo senso (e per eccellenza) è forma = “essere” è, nel senso più forte, la forma Per Aristotele, dunque, la forma è principio metafisico, una causa (cioè una struttura) dell’essere. Il filosofo ci mostra come si debba ricercare tale principio e tale causa. La cosa o il fatto di cui si cerca il principio o la causa devono essere preventivamente noti, e la ricerca va impostata così: perché questa cosa o questo fatto sono così e così? Il che significa dire: perché la materia è (o costituisce) questo determinato oggetto? Ecco come Aristotele puntualizza la questione: […] questo materiale è una casa: perché? perché è presente in esso l’essenza della casa. E si ricercherà così: perché questa data cosa è uomo? Oppure, perché questo corpo ha queste caratteristiche? Pertanto nella ricerca del perché si cerca la causa della materia, vale a dire la forma per cui la materia è una determinata cosa: e questa è appunto la sostanza.

In ciò è importante capire che la forma non è l’universale astratto: Ciò che è composto di qualche cosa in modo tale che il tutto costituisce una unità non è come un mucchio, ma come una sillaba. E la sillaba non è solo le lettere da cui è formata, né BA è identica a B e A, né la carne è semplicemente fuoco e terra: infatti, una volta che i composti, cioè carne e sillaba, si siano dissolti, non esistono più, mentre la lettera, il fuoco e la terra continuano ad essere. Dunque, la sillaba è un qualcosa che non è riducibile unicamente alle lettere, ossia alle vocali e consonanti, ma è un qualcosa di diverso da esse. E così la carne non è solamente fuoco e terra, o caldo e freddo, ma anche un qualcosa di diverso da questi. Ora, se anche questo qualcosa dovesse essere, esso pure, un elemento o un composto di elementi, si avrebbe quanto segue: se fosse un elemento, varrebbe lo stesso discorso di prima (la carne sarebbe costituita da questo elemento fuoco e terra e qualcosa di diverso, cosicché si andrebbe all'infinito); se fosse, invece, un composto di elementi, sarebbe evidentemente, composto non di uno solo ma di più elementi (altrimenti saremmo ancora nel primo caso) cosicché si dovrebbe ripetere anche a questo proposito il discorso fatto a proposito della carne e della sillaba. Perciò si potrà ben ritenere che questo qualcosa non sia un elemento, ma sia la causa per cui questa cosa è carne, quest'altra cosa è sillaba, e così dicasi per tutto il resto. E, questo, è la sostanza di ogni cosa: infatti esso è causa prima dell'essere.

La sostanza, in quanto forma (essenza) non è qualcos’altro rispetto alla realtà che costituisce, come una realtà ulteriore al modo delle idee di Platone. È una struttura dell’essere immanente alla cosa. Un universale astratto è il genere che non ha una realtà nel senso dell’essere: per esempio, l’animale, inteso come genere animale, è solo un termine comune astratto che non ha realtà in sé e non esiste se non nell’uomo o in altra forma animale. La forma non è universale: ma è più essere della materia e più essere del sinolo, in quanto principio che, strutturando la materia, fa sussistere il sinolo stesso. La metafisica è la scienza che studia questi principi che valgono per tutti gli enti. La metafisica (la dottrina dell’essere in generale), dunque, non è qualcosa che trascende la realtà (questa invece sarebbe la teoria delle idee in Platone). La forma, l’essere per eccellenza della sostanza, al contrario, è ciò che è proprio della realtà, ciò che nutre la realtà. La nozione fondamentale di Aristotele nella sua contrapposizione con il suo maestro Platone è proprio che non ha senso parlare di forme senza materia (le idee). La realtà è un sinolo, un unico, di forma e di materia. Infatti se noi volessimo categorizzare Aristotele nella sua grandissima differenza rispetto ai suoi predecessori, Socrate e Platone, lo potremo caratterizzare proprio come un uomo attento ai fenomeni. In fondo Socrate aveva svalutato i fenomeni dicendo che importa soltanto l’interiorità umana; Platone aveva detto che quello che si presenta alla nostra esperienza è essenzialmente apparenza, mentre la verità vera sta da un’altra parte (nel mondo delle idee). Aristotele, al contrario, ci dice che la verità è nelle cose: le cose per apparire hanno una loro legalità interna, hanno una loro necessità interna. Nulla appare per caso. La verità è in ciò che appare.

Quindi in questo mondo sensibile con i suoi colori, con le sue apparenze, con le sue forme, c’è una grande verità che ci aspetta e che merita di essere studiata....


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