LA Sofistica di Aristotele dasdsad PDF

Title LA Sofistica di Aristotele dasdsad
Author Weed Sommelier
Course Filosofia politica
Institution Istituto di Studi Filosofici
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appunti sulla sofisitica di aristotele das asdasd...


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LA SOFISTICA: PERIODO STORICO a) Finora abbiamo esaminato la forma della Physis, quindi siamo entrati nella filosofia della natura, adesso dobbiamo entrare nella filosofia della città, quindi all’interno della città noi parliamo sia di politica ma soprattutto parliamo di uomini. b) Innanzitutto bisogna soffermarsi sull’Atene del V secolo a.C. perché la civiltà greca raggiunge il suo culmine, realizza l’apice di una cultura che è destinata a segnare non solo la cultura della Grecia, ma la cultura mondiale. Bisogna tenere in considerazione che noi adesso stiamo parlando di Atene, mentre prima parlavamo di colonie, dunque anche questo aspetto deve rappresentare una grande distinzione. Nell’Atene del V secolo accade che in questa città confluiranno proprio una serie di elementi destinati ad arricchire il contenuto della cultura in generale e soprattutto della cultura filosofica, quindi parliamo di: 1. 2. 3. 4. 5.

Fioritura artistica; Grandi opere d’arte; Successi militari; Soprattutto di miglioramento nello sviluppo economico; Nuove istituzioni politiche, di luoghi culturali della città che diventano un topos.

c) Quindi, quello che ci lascia l’Atene del V secolo a.C. è proprio un habitus mentale, che è ancora l’habitus mentale per cui tutti noi quando parliamo della Grecia parliamo di questa caratterizzazione e soprattutto parliamo di un’eredità che ci fa sentire tutti quanti come se fossimo ancora tutti figli della Grecia. Dunque, è ad Atene che si verifica questa “Paideia”, cioè l’educazione, in senso lato, dell’uomo greco che, a questo punto, muta radicalmente perché vengono applicate tutte le caratteristiche di quelle che sono le discipline della logica e della retorica alla politica in modo particolare. Dunque, noi ci troviamo di fronte al superamento di quella che è la concezione arcaica dell’uomo greco o semplicemente guerriero, ma adesso andiamo a considerare l’uomo colto, quello letterato, quello raffinato che conosciamo. Il termine che racchiude questo concetto della Grecia Classica di Atene del V secolo è la Kalokagathìa, cioè kalos-kaiagathos. La Kalokagathìa, cioè kalos-kai-agathos, significa letteralmente “bello e buono”. La Kalokagathìa è l’ideale della perfezione fisica e morale dell’individuo ed è dato dall’incontro di più elementi, dal valore eroico dell’uomo che deve avere, perché non può essere un vile, ma insieme a questo valore ci deve essere anche la saggezza e la saggezza assume proprio un significato intellettuale nuovo che prima non era detenuto, unitamente al valore. L’uomo che rappresenta questo sarà Socrate, è proprio la figura dell’uomo nuovo, dell’uomo greco che per molti sarà anche considerato una sorta di modello inarrivabile, il modello del vivere secondo la filosofia che non è possibile per tutti e poi sarà anche una delle figure più controverse del pensiero filosofico. d) Il termine politica deriva dal concetto greco di polis, cioè di quella città, di quello Stato ed ecco allora che parlare di politica significa parlare di tutti quegli uomini, di tutte quelle modalità di pensiero, di essere e di azioni che vengono svolte all’interno della città. La politica, quindi, ha come presupposto la città, e la città ha come presupposto l’uomo. Essere nella città rinnovata nel V secolo a.C. significa essere in un nuovo contesto storico. Questo vuol dire che se non ci fosse stata questa Atene del V secolo con tutte queste novità, noi non avremmo mai considerato la vera e propria concezione della polis perché sappiamo che la filosofia è nata nella nelle colonie, che la filosofia è nata lontana perché erano città: 1. 2. 3. 4.

Economicamente più attive; C’erano gli scambi commerciali; Erano ben organizzate; Avevano denaro in abbondanza per poter commerciare e vivere adeguatamente.

e) Quindi, tutto questo non esisteva nella madrepatria che, invece, soffriva di un’economia meno vitale e di altri fattori. Allora, Atene parte in ritardo rispetto alle colonie, ma questo ritardo viene recuperato molto velocemente perché Atene, a differenza delle altre polis, ha considerato in modo particolare il concetto della democrazia, ossia di quell’avvicinamento possibile del demos alla guida della comunità politica. Allora, guidare la comunità politica significa inserirsi all’interno di un nuovo contesto.

f) La tappa preliminare che ha portato alla conquista del concetto di polis per Atene è sicuramente l’avere al suo attivo delle personalità emerite come Solone, un riformatore, cioè colui che ha fatto grandi riforme. Riformare qualcosa significa dare una nuova forma. Infatti, lo ricordiamo perché ha mediato una situazione che non era più congrua rispetto ai tempi che si vivevano e ha scelto di fronteggiare due antipodi, da un lato gli aristocratici e dall’altro il popolo. Quindi, mediando e facendo delle riforme ha evitato una vera e propria rivoluzione. Solone ha capito che lo scontro sociale non era produttivo e che poteva essere evitato non con la minaccia e la violenza, ma riequilibrando i rapporti sociali ed eliminando una serie di debiti che stavano costringendo il popolo a ribellarsi. Questa decisione ha fatto in modo che l’arte della mediazione diventasse una caratteristica dominante dell’aspetto politico. g) La prima conseguenza che ha posto in essere il progetto di Solone è stata: 1. La possibilità di costruire un nuovo sentimento, il sentimento di appartenenza alla polis, quindi lo spirito di unità che deve caratterizzare tutti gli uomini che si trovano a vivere in quel contesto e soprattutto a renderli coesi, e quindi uniti tutti quanti insieme e legati da un vincolo di giustizia, di appartenenza, di legalità, che è il vincolo che si può verificare all’interno della città. Quindi, la riforma che Solone pone in essere è una riforma che non abolisce di fatto i ceti sociali perché questo sarebbe anacronistico, ma rivede il ruolo dell’aristocrazia che non è più un ruolo fatto di arbitrio incontrollato, di potere violento, ma un ruolo che va mantenuto in proporzione alla Kalokagathìa, cioè a quel valore dell’uomo unitamente al valore intellettuale, recato proprio dal fatto che ciascuno può contribuire con il suo essere, con il suo sapere, con il suo saper fare allo Stato. Allora, è da Solone che parte il bisogno di partecipare alla vita politica come bisogno che gli uomini sentono, destinato a crescere. Poi, sarà con altri personaggi illustri, come Pisistrato e Clistene che contribuiranno ad indebolire la democrazia e soprattutto a determinare una riforma della polis in un senso più democratico. h) Nel corso dei secoli Atene aveva conquistato un ruolo decisivo soprattutto grazie alle guerre persiane intorno al 498 a.C. A partire da questi eventi, Atene ha determinato la propria superiorità, la propria supremazia anche sulla polis spartana, quindi ha affermato le sue peculiarità di polis guida anche attraverso quelle che sono state le famose battaglie di Maratona e di Salamina, che sono vittorie ateniesi. Quindi, tutti questi ricordi ci fanno comprendere che quel divario che Atene aveva rispetto alle polis più economiche, adesso si è colmato ed è stato ampiamente superato. Quindi, la classe politica che questa nuova fase democratica sta esprimendo è frutto di un cambiamento, è frutto di abili manovre degli uomini, che portano a costituire: 1. La Lega di Delo; 2. Le grandi confederazioni della polis; 3. Ad una rinomata forma di aggressività politica, ma soprattutto è l’abilità mentale, intellettuale e valoriale di questi uomini, di comprendere che è necessario giungere ad allearsi per combattere il comune nemico che era dato dal (Persiano)? i) Quando succede questo c’era anche uno sviluppo delle attività che vengono poste per mare piuttosto che sulla terra, e questo corrisponde anche ad un aumento della vitalità della città perché i cittadini sono sempre meno negli anni e nei secoli dei semplici proprietari terrieri, ma nella città comincia a confluire un demos urbano caratterizzato da figure nuove legate al mondo dell’artigianato e dei porti. Parleremo anche di molti meteci, cioè molti stranieri, cioè coloro che non sono nati ad Atene e che quindi non avranno lo status di cittadino ateniese a tutti gli effetti, che saranno sempre più numerosi, importanti e ben accolti inizialmente perché utili allo sviluppo dell’economia. Ad esempio, Aristotele ha questa caratteristica, è un meteco, è stato alla corte macedone, nasce quindi altrove e di conseguenza essere meteco gli costerà il non poter assumere la guida dell’Accademia Platonica. l) L’ambientazione per la politica e per la città di Atene cambia con l’avvento al potere del grande Pericle, che guiderà la città ateniese e che fa di Atene un modello di democrazia diretta perché garantisce a coloro che vogliono partecipare alla vita politica il cosiddetto Misthos.

Il sistema istituzionale ateniese si imperniava su tre pilastri: 1. L'assemblea o Ecclesia, composta da tutti i cittadini dotati del diritto di voto; 2. Il Consiglio dei 500 o Bulè; 3. Le corti (i cui magistrati erano sorteggiati tra i cittadini aventi un'età superiore ai trent'anni). Se io cittadino avessi voluto partecipare alla vita politica, ma non ero nella condizione economica di essere un aristocratico e quindi non avessi potuto avere dei beni propri per poterlo fare, Pericle poteva garantire a questi uomini il cosiddetto Misthos, un’indennità giornaliera che veniva data a chi ricopriva una carica politica quale ecclesiaste o dicaste. -

Che significato ha ricordare che Pericle assegnava il Misthos?

Permetteva a tutti quanti di esprimere la propria opinione riguardo al controllo politico della città. Quindi, il Misthos non è solo l’espressione della opinione, abbiamo detto, infatti, che c’era questo sentimento di appartenenza e di legame con la città, quindi vuol dire che tu ne fai parte, che tu ne appartieni, ecco allora che questo è il grande cambiamento affrontato da Pericle, perché così facendo si ha veramente una democrazia diretta. Noi oggi abbiamo una democrazia indiretta perché eleggiamo dei rappresentanti. È chiaro che dati i numeri non è pensabile l’esercizio della democrazia diretta e sicuramente questo esercizio poteva essere rappresentato bene all’interno della città ateniese, laddove le diverse configurazioni politiche poi garantivano con questi personaggi la possibilità di strutturare uno Stato rappresentativo e democratico. Quindi, l’idea del Misthos era fondamentale perché la politica diventa una professione e se diventa una professione a quel punto è necessario il Misthos perché se è il tuo lavoro devi avere un’indennità, non era grande la quantità di denaro che veniva assegnata, ma era tale da poter garantire il necessario per vivere anche a quei cittadini che erano poveri ma che avevano la volontà di partecipare alla vita pubblica (res publica). m) Nel secondo libro della Guerra del Peloponneso, Tucidide ci ricorda come Pericle descriva questa Atene democratica. “Le medesime persone da noi si curano nello stesso tempo e dei loro interessi privati e delle questioni pubbliche: gli altri poi che si dedicano ad attività particolari sono perfetti conoscitori dei problemi politici; poiché il cittadino che di essi assolutamente non si curi siamo i soli a considerarlo non già uomo pacifico, ma inutile”. (Tucidide che riporta l’orazione funebre pronunciata da Pericle) Significato: Pericle ci sta dicendo che se nella città non hai uno status e un ruolo preciso, non sei uomo pacifico e non servi alla collettività, e di conseguenza sei considerato inutile. “Noi stessi o prendiamo decisioni o esaminiamo con cura gli eventi: convinti che non sono le discussioni che danneggiano le azioni, ma il non attingere le necessarie cognizioni per mezzo della discussione prima di venire all’esecuzione di ciò che si deve fare.” Significato: per Pericle, essere cittadino della polis equivale a partecipare alla vita della polis, ma soprattutto al discutere della vita della polis, prima ancora di agire. Quindi, prima di trovare il modo di intervenire in una qualsiasi circostanza, sia pratica sia teorica, è necessario discutere. Questo rientra nella filosofia, perché la filosofia si pone delle domande, mette in discussione, cerca delle risposte, vuole indagare a fondo le cose, quindi capire i motivi. Questo c’entra con la filosofia a tal punto che diventa la nuova dimensione filosofica. Quindi, se è inevitabile che ci sia questo cambiamento, e che questo cambiamento si verifichi all’interno della polis, e quindi della politica, attenzione perché questa fase di passaggio è la più delicata, perché incontra la resistenza di molti conservatori e anche di molti autori, perché il cambiamento non è semplice da accettare, e soprattutto non è facile da capire, tant’è vero che c’è molto spesso un carattere polemico di gran parte della cultura contro questa nuova modalità di vivere, al punto che per poter esprimere la differenza non si celebra l’argomentazione, il dibattito o lo scontro politico, ma si celebra quella virtù contadina, quella vita sobria, la religiosità, la moderazione, perché erano tutte quelle forme valoriali precedenti alla nuova fase e di conseguenza quelle che ritenevano essere più adeguate piuttosto che la nuova vita politica. Anche perché il Misthos consentiva, essendo una professione… Ma voi ce lo vedete uno come Pitagora, Eraclito, Parmenide

a considerare il demos? No, perché loro sono sempre stati lontani, contrapposti e distaccati ed ecco che Eraclito continuerebbe a dire: “Uno per me vale più di diecimila.” Tornando a Pericle, egli è stato l’uomo più importante dell’esperienza politica ma soprattutto dell’esperienza culturale della Grecia classica. Con la sua morte ci sono vicende alterne che porteranno di nuovo Atene e Sparta in una condizione di subalternità, ma la democrazia verrà meno e verrà sostituita dall’esperienza dei Trenta Tiranni. Insieme alla politica, quindi, c’è un rinnovamento culturale (tragedia, commedia, storiografia, oratoria). n) I due generi principali sono la tragedia e la commedia e derivano da una attività drammatica, intesa non come un’attività spiacevole ma come un’attività sacra. Sia la tragedia, sia la commedia, che espongono ovviamente problemi in modi diversi, hanno a che fare con un’azione sacra, perché le divinità, ciò da cui tutto doveva dipendere, erano presenti sia nella tragedia sia nella commedia. - Qual è la differenza tra tragedia e commedia? Che nella tragedia l’epilogo è funesto, mentre nella commedia c’è lo scioglimento della trama che porta a un lieto fine. Quindi nella tragedia il linguaggio è più elevato, mentre nella commedia è semplice e umile e a volte pieno di turpiloqui. In entrambi, però, ci sono allusioni alla vita politica della città. A tal proposito si deve citare Aristofane, molto conosciuto, giunto a noi attraverso le sue opere. Egli era uno spirito dissacratore, quindi lancia continuamente i suoi strali contro le istituzioni democratiche e mette sempre alla berlina personaggi politici e anche Socrate, in una commedia intitolata Le nuvole. Quindi, Aristofane deride questi personaggi, li mette alla berlina e li accusa. Le Nuvole di Aristofane è una delle fonti indirette più importanti che abbiamo su Socrate. Nelle Nuvole, Aristofane lo rappresenta non come un maestro, nel senso positivo del termine, ma lo rappresenta come un sofista, come un naturalista, come un uomo tendenzialmente inutile perché è un uomo che ama circondarsi di discepoli, ma ciò di cui si occupa è assolutamente indicibile perché quando qualcuno andrà a bussare alla sua porta per chiedergli aiuto, perché se egli è un maestro evidentemente a lui ci si rivolge nelle situazioni di difficoltà. Bussa alla sua porta un uomo che, a seconda delle traduzioni, è Tirchippide o Filippide, un uomo pieno di debiti, nonostante lui abbia lavorato tutta una vita e fosse anche in una condizione positiva a livello economico perché il figlio gli ha dilapidato il patrimonio perché il figlio è uno spendaccione e gioca alle corse, è un ludopatico. Lui va da Socrate non per sanare un problema morale ma perché secondo Aristofane, Socrate è impegnato con i suoi discorsi su cose che sono come le nuvole, cioè sono qualcosa di etereo, di impalpabile. Allora, Aristofane lo presenta proprio così, nel suo pensatoio, addirittura con le nuvole, che poi diventano nella sua commedia un personaggio, un protagonista attivo, ma che servono per rendere lo spettatore subito capace di distinguere il bene dal male. Quindi, Socrate non è rappresentato in una maniera positiva. Allora, se questo padre va da Socrate, non ci va perché vuole sollievo, ma perché vuole imparare al proprio figlio e a sé stesso come tenere a bada i creditori. -

Come si può imparare a tenere a bada i creditori?

Lo si impara attraverso delle tecniche retoriche. Techné rethoriké era l’arte che gli uomini nuovi della cultura ateniese stavano cercando di portare. Questo testimonia come la commedia antica è fondamentalmente una commedia politica perché in questo modo Aristofane sta mettendo in luce il legame che c’è tra la cultura e la polis ed è un legame stretto perché i nuovi personaggi che vivono nella città sono personaggi di cultura, che appartengono alla vita della Bulè, quindi sono personaggi che si spendono nella vita politica della città. Il ruolo della tragedia è diverso perché la tragedia, che viene dall’unione dei termini tragos e a(i)do (si pronuncia odè), che era rappresentato dal canto del capro, una serie di riti dionisiaci, che sono l’antefatto della tragedia, diventano, nella nuova struttura, la rappresentazione di quelli che rappresentano degli eventi esemplari. Devono essere esemplari perché devono portare lo spettatore a riflettere sul destino dell’uomo nobile, valoroso, che guida la città, come ad esempio l’Edipo re di Sofocle, quindi si parla della Kalokagathia, la tragedia deve portare lo spettatore a riflettere, ad immedesimarsi sul destino degli uomini e della polis come a un destino strettamente connesso. La tragedia, inoltre, deve portare in luce lo sviluppo culturale della nuova città, la crisi dei valori precedenti e la progressiva umanizzazione di coloro che guidano l’uomo.

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Qual è lo scopo della tragedia?

Lo scopo della tragedia è quello di farti immedesimare nella vicenda di un personaggio guida, che è il protagonista, al quale accadono, su malgrado, delle vicende tragiche, cioè queste vicende drammatiche inducono lo spettatore a capire che il destino dell’uomo è anche il destino della città intera perché le due cose non sono separate. Quindi, serve a comprendere che il destino è guidato dalle divinità, che gli uomini non possono opporsi, che quando tentano di opporsi hanno degli eventi ancora peggiori rispetto a quelli iniziali e che questa loro scelta di vita è la scelta dell’itera collettività, per cui si riflette su tutti coloro che vivono la polis perché il destino dell’uomo, per il greco l’uomo singolo non esiste, esiste solo il destino della polis, la polis è vista da questo momento in poi come il collettivo, come un grande insieme che contiene in sé il microcosmo di ciascun individuo, ma che io posso tranquillamente eliminare, cassare dal mio grande insieme, se lo considero da solo come se nulla fosse, ma se lo considero un uomo che ha all’attivo valore, esempio, morale e guida gli altri, allora tutto ciò che accade all’uno accade anche a tutto l’insieme. Quindi, rivela l’evoluzione che c’è all’interno di una città, rivela il problema della cultura, il problema delle divinità e dell’uomo che vuole sempre rendersi meno legato a tutto questo e vuole diventare sempre più libero e indipendente e in questo sta il destino della tragedia. o) Eschilo, ad esempio, è uno dei primi grandi tragediografi che ricordiamo e che, tra gli altri, ha uno spirito profondamente religioso e patriottico ed è amante della giustizia. Quindi, Eschilo è un tragediografo che pone particolare attenzione al ruolo religioso, mitologico e soprattutto riesce ad avere anche bene di fronte a sé l’obiettivo che esista il tema della necessità e della giustizia. Quando si parla di tragedia greca l’autore per eccellenza è rappresentato da Sofocle. Egli non era solo un abile scrittore, ma è stato anche, insieme a Pericle, un tesoriere della Lega di Delo, è stato uno stratega a livello politico, ha guidato anche alcune delle azi...


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