La Poetica, Aristotele PDF

Title La Poetica, Aristotele
Author Giulia Tranquilli
Course Storia del teatro e dello spettacolo
Institution Sapienza - Università di Roma
Pages 3
File Size 72.6 KB
File Type PDF
Total Downloads 93
Total Views 147

Summary

analisi del testo...


Description

POETICA Aristotele La Poetica offriva ai letterati le regole fondamentali della composizione poetica, esemplate sulla descrizione dei modelli classici della grande poesia greca. Alla Poetica si riconosce di essere il primo trattato di estetica, o meglio, di teoria della letteratura. Golschmidt la definì un “blocco erratico” nel contesto del corpus aristotelico." Di cosa parla Aristotele? La Poetica contiene la definizione dell’arte del poeta, la dimostrazione del suo fondamento naturale e la sua collocazione nel più generale quadro epistemologico delle attività legate alla parola. Le attività poetiche sono tutte forme di imitazione." In quanto imitazione la poesia ha un proprio fondamento naturale: “due cause appaiono in generale aver dato vita all’arte poetica […] l’imitare è connaturato agli uomini fin dalla puerizia, […] tutti traggono piacere dalle imitazioni”. In questa duplice fondazione naturale Aristotele individua le due principali proprietà riconosciute all’attività poetica: insegnare e dilettare." Un secondo contenuto del libro è la classificazione delle forme poetiche. Inizialmente elenca i tre possibili tratti differenziali che distinguono le diverse attività imitative: “imitare […] con mezzi diversi, oggetti diversi diversamente e non nello stesso modo” e gli strumenti usati sono il ritmo, le parole, le note." La seconda classificazione riguarda gli oggetti dell’imitazione, che possono essere persone degne di lode ed esaltazione o al contrario di biasimo e scherno. L’esposizione aristotelica contrappone un livello alto (epica, tragedia) e un livello basso (giambo, commedia) dell’espressione poetica." La terza classificazione concerne la modalità del fare poetico: l’accumularsi dei segni positivi (Tragedia ++) individua la forma superiore, più complessa, che meglio realizza le potenzialità dell’arte poetica." Il primato della tragedia si traduce quindi nell’emblematicità del genere tragico quale rappresentante di tutta l’attività poetica. L’origine, per Aristotele, è una pratica di improvvisazione; è la predisposizione naturale che offre il primo impulso alla nascita del genere." L’inizio del cap.6 ci offre la nota definizione di tragedia: “imitazione di un’azione seria e compiuta, avente una propria grandezza, con parola ornata, distintamente per ciascun elemento delle sue parti, di persone che agiscono e non tramite una narrazione, la quale per mezzo di pietà e paura porta a compimento la depurazione di siffatte emozioni”." A questa definizione seguono alcune note delucidative e si ricavano le parti della tragedia, i suoi elementi, secondo un procedimento rigorosamente deduttivo." Le sei parti della tragedia vengono elencate diverse volte secondo ordini differenti: il primo elenco ha al primo posto “l’ordine di ciò che si vede”, la “musica”, il “linguaggio”. Seguono il “carattere”, il “pensiero” e il “racconto”. Solo gli ultimi quattro elementi sopracitati possiedono una chiara definizione, e tra essi il racconto occuperà sempre il primo posto nelle successive classificazioni. " E’ proprio l’analisi del racconto e delle sue componenti che Aristotele sviluppa quel che si può definire il modello della miglior tragedia." Esiste una sezione prettamente linguistica all’interno della Poetica, quella che va dal capitolo 20 al capitolo 25. Precisamente i Capp. 20-22 definiscono i caratteri del linguaggio (lexis) a partire dalla lettera e dalle sue specie fino alla distinzione nome/verbo." Di cosa Aristotele non parla? Innanzitutto trattiamo l’esclusione dei problemi della messa in scena, che riguardano l’opsis." Lo spettacolo, la messinscena sono stati sempre considerati come pericolo di involgarimento della poesia, ma anche come indispensabile banco di prova della validità della composizione." La vista è uno dei sei elementi della tragedia e insieme pare sfuggire al dominio proprio dell’arte poetica: “è sì grande seduzione, ma la più estranea all’arte e la meno propria della poetica”." Gli dei, invece, possono essere utili come semplici informatori: l’unico dio di cui si parla è quello usato ex machina, in funzione di prologo o epilogo, ovvero come integratore di informazioni su fatti che appartengono alla vicenda, ma non alla rappresentazione scenica."

Molti altri elementi della rappresentazione tendono ad essere celati da Aristotele, come le pratiche rituali cui lo spettatore abitualmente assisteva." E’ infatti noto che nessun atto di violenza fisica aveva luogo alla vista degli spettatori e il pubblico ne era informato dalla narrazione di un testimone. Tuttavia, se la morte non era oggetto di spettacolo, lo era il morto, la sua cerimonia funebre, il suo compianto e il suo elogio." Nella Poetica Aristotele non ne parla, e più in generale possiamo affermare come egli intenda tralasciare o sorvolare su ogni connessione tra poesia e rito." Nella Poetica manca anche una specifica trattazione della figura del poeta. Da Omero a Pindaro il poeta era anche un maestro di vita e verità, saggio ispirato dall’entheos; egli con la sua parola efficace sapeva incantare e sedurre, ammaestrare e persuadere. Platone ne capovolge il senso: pervaso dal dio, il poeta non è né consapevole né responsabile di sé, la sua seduzione è illusione e inganno. Poeta e poesia risultano dunque “pericolosi”." Nella Poetica alla divinità eccezionale della poesia si sostituisce la sua naturalità. Riportare l’esercizio della poesia ad una predisposizione naturale significa poterne dare anche una descrizione e una spiegazione. Espropriato dell’ispirazione divina, il poeta è privato anche di ogni capacità di invenzione nell’ambito dell’arte." Al cap. 17 Aristotele dedica qualche riga alla definizione della psicologia del poeta: “la poetica è arte propria di un versatile o addirittura di un esaltato […] gli uni sono malleabili, gli altri portati a uscire di sé.” Gli euphyes e i manikos sono due elementi di una medesima classe psicologica. Le stirpi versatili volgono in caratteri esaltati, le stirpi equilibrate nell’indolenza e nel torpore." Se versatilità ed equilibrio sono virtù, esaltazione e indolenza sono gli eccessi degenerativi. " Se dunque il versatile è malleabile e riesce ad adattarsi a caratteri diversi dal suo, l’esaltato è portato a deviazioni, in pericolo di smarrire la propria stessa identità. Esaltazione e perdita di identità sono le tradizionali connotazioni del poeta greco." La figura semidivina del poeta si riduce dunque a un caso psicologico: per essere poeti non occorre essere visitati dal dio, basta possedere una certa predisposizione naturale. Il poeta non è di natura diversa dagli altri uomini, ma costituisce un caso limite di una classe psicologica riconducibile, in quanto classe, alla norma." Questa neutralizzazione dell’immagine tradizionale del poeta porta a sottrarre la poesia a una condizione parareligiosa e a definirne le regole riducendo la professionalità degli addetti, considerandoli strumenti di una cogenza oggettiva." Aristotele giunge ad affermare che l’imitazione sia produttrice di piacere, e che il tipo di piacere prodotto dalla tragedia e dalla commedia siano differenti e distinti." Nonostante la generica definizione di tragedia, Aristotele sembra segnalarne due aspetti importanti: due effetti impliciti nei termini chiave “pietà”, “paura”, “depurazione”." I corretti significati dei primi due termini oscillano per il primo da pianto a commiserazione e per il secondo da apprensione a terrore." Molto diverso è il caso di katharsis. La sua etimologia è chiara: è il processo che rende katharos, puro. La katharsis non può non apparire come un forte segno di rigenerazione spirituale che il filosofo assegna alla poesia, di distacco dalla materialità delle cose. Catarsi e catartico connotano un processo globale di ricreazione delle strutture più profonde dell’anima, di pacificazione suprema. Appare ben chiaro il doppio movimento implicito nella tragedia: un moto di eccitazione psichica dello spettatore cui subentra un rasserenamento liberatorio, un ritorno all’equilibrio." Tornando alla definizione di tragedia, notiamo come Aristotele parli di “azione seria e compiuta”. Il racconto, “imitazione dell’azione” è l’unica parte che con la propria unità può garantire l’unità e dare compiutezza alla tragedia." “Intero” è ciò che ha un principio, un mezzo e una fine; “principio” è ciò che esiste senza venire necessariamente dopo qualcosa, ma dopo cui qualcosa necessariamente si produce; “fine” al contrario è ciò che esiste necessariamente dopo qualcosa e dopo cui non c’è nient’altro." L’unità del racconto ha la funzione di concentrare in un unico fuoco la carica emotiva che la tragedia per sua natura deve trasmettere." Due elementi chiave del racconto sono la peripeteia (il rovesciamento) e l’anagnorisis (il riconoscimento). Il migliore riconoscimento è quello che si ha simultaneamente con il rovesciamento, come nell’Edipo."

Cosa fa precipitare l’eroe nella rovina? Aristotele lo descrive come colui che non distinguendosi per virtù o giustizia non è volto in disgrazia per malvagità o vizio, ma per errore, un grave errore (hamartia). " Il personaggio tragico è stato scelto come il più possibile simile allo spettatore per sortire il doppio effetto necessario: ha pietà perché chi cade in disgrazia non lo merita, e ha paura perché gli somiglia." Proprio per questa identificazione c’è un pericolo di coinvolgimento eccessivo, violento, L’errore del personaggio, dunque, segna il limite del processo di identificazione dello spettatore, poiché l’errore è un elemento soggettivo e ci permette di esprimere un giudizio che salva lo spettatore dal pericolo dell’eccessivo coinvolgimento emotivo. " Inoltre ha anche l’ufficio di rendere comprensibile l’azione tragica e rassicurare chi osserva: basta evitare l’errore per evitare la sventura." Il piacere prodotto dalla tragedia è il piacere della paura, sia pure temperata e controllata che trova nel proprio stesso modo di presentarsi il principio del suo superamento....


Similar Free PDFs