4 capitoli ritmi urbani PDF

Title 4 capitoli ritmi urbani
Course Studi culturali e media
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Riassunto primi 4 capitoli ritmi urbani...


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RITMI URBANI Capitolo I Vivere nel mondo urbano Verso la fine degli anni 50 stava avvenendo una transizione tra la Gran Bretagna e l’America, che divenne un tratto distintivo della cultura giovanile inglese. L’americanizzazione era il sinonimo del mondo industriale, in cui c’era la circolazione immediata di ogni cosa, rischiando di sconvolgere ogni realtà. CULTURA DI MASSA La critica principale indirizzata contro la cultura di massa o popolare, soprattutto dopo il 1945, riguardava la sua natura plastificata e non autentica. Essa era una cultura sostituiva, con emozioni effimere, caratteristica delle star hollywoodiane che faceva parte dello spettacolo dei consumi. Le influenza americane si possono rintracciare attraverso pubblicità, cinema, musica leggera, ballo già nel tardo 800 e nel music hall londinese, dove alcuni aspetti della cultura di massa americana erano già presenti in Inghilterra verso la fine della prima guerra mondiale con il cinema e la musica da ballo. L’industria e la tecnologia tout court erano accusate di distruggere cultura e i valori del mondo moderno, in quanto la cultura era sostituta del commercio, era quindi ridotta a livello basilari e ridicoli come per esempio lo shampoo per capelli o i polli allo spiedo precotti. Negli anni 50 la cultura di massa si stava diffondendo sempre di più, infrangendo le regole della cultura mettendo in primo piano l’immediato, l’effimero e il vissuto. Il reciproco coinvolgimento di cultura e industria mettono in questione anche la voce, che era l’autore del prodotto culturale: qui però, a differenza del pittore o du uno scrittore, che è un momento unico di produzione, i processi tecnologici e collettivi che comportano la radio, il cinema, la televisione e la musica riprodotta frammentano la figura dell’artista e disperdono l’idea di un unico punto di origine. Nella musica pop non c’è più una fonte facilmente identificabile, ma più autori, così che quando tutti sono andati a casa, prendi quello che hai registrato e lo scambi completamente, affermò Glyn Johns, produttore discografico. I due tratti principali dell’odierna cultura di massa sono quindi commerciale nella sua organizzazione e urbana nel carattere. Bisogna comunque affermare che prima che l’americanizzazione fosse così spiegata, in gran bretagna c’era già una cultura urbana di massa, che porta con sé già da tempo tutti i segni della moderna industria dello spettacolo; nel 1860-70 il music hall ha trasformato per esempio il divertimento in merce; oppure quando sport popolari divennero a pagamento e quindi sport professionale, finanziati dal pubblico. Tutte queste questioni legate alla commercializzazione, erano già presenti in Gran Bretagna già prima del 1880. Fu in questo clima economico e sociale trasformato che il consumismo e l’imitazione dei modelli americani ebbero il loro corso, dove la cultura urbana stava mettendo le sue radici. POPULAR MUSIC Per quanto riguarda il mutamento terminologico dal popular (leggero) al pop, avvenne intorno alla metà degli anni 50, era associata agli adolescenti; tuttavia suggeriva anche un preciso mutamento culturale e musicale. Per esempio, la voce di Elvis e di Little Richard emersero da una tradizione diversa da quella di Sinatra, Rosemary Clooney e di altri decani della musica leggera americana del dopoguerra. Nel novembre 1956 Johnny Ray occupò i primi posti dell’hit parade inglese per parecchie settimane con la canzone “just walking in the rain”, che rappresenta la forma impiegata nella musica leggera di largo consumo, composta da una struttura a 32 battute, ossia il nucleo della canzone ha 2 cellule, ciascuna di otto misure, che si alternano tra loro secondo lo schema AABA o ABAB. Questa formula era presa di mira dai critici del ventesimo secolo, poiché era una produzione commerciale standardizzata.

La tradizione classica, invece, ha ispirato i criteri estetici dei canoni musicali utilizzati nella musica di consumo degli euroamericani. Altrettanto importante è lo stile canoro aperto che distingue Johnny Ray dallo stile di Sinatra e Crosby, dove il fischiettare era l’esca necessaria, la novità sonora richiesta per fare successo, ormai considerata cultura di massa. C’erano poi variazioni di tipo ornamentale, esplorate da artisti neri nelle classifiche come Fats Domino, Little Richard e Chuck Berry, verso la metà degli anni 50 aveva fornito una dimostrazione di questa alternativa. Nell’industria della musica leggera c’erano dei camuffamenti nei confronti del sound afroamericano, per esempio Pat Boone costruì i primi anni della sua carriera sulla base di versioni accettabili di ritmi neri e melodie blues. La musica dei neri americani è sempre stata importante negli sviluppi della musica e della danza popolare dei bianchi fin dall’inizio del secolo, dal ragtime alle orchestre da ballo, fino allo swing e al rock n roll; anche se fino agli anni 60, tranne alcune eccezioni come Louis Armstrong e Duke Ellington, la sua presenza diretta rimaneva confinata in un’industria musicale scarsamente riconosciuta.  Durante questo processo c’è stata chiaramente una tensione costante, prima per il tema della schiavitù, poi del razzismo e dell’emarginazione sociale, conservando quest’autonomia della musica nera americana; dal blues al gospel e dal loro successivo fondersi nel jazz, r n b e soul, che si è sviluppata una sintassi di musica diversa, distinta dalla canzone popolare europea. Nella tradizione americana c’è il blues di 12 battute: 3 accordi alternati a schema fisso, dove la scala del blues è ridotta perché ha 5 note invece di 7 come la scala europea ufficiale, che produce una sensazioni di disorientamento, che è la caratteristica del blues e della musica afroamericana. Rimane quindi lo scontro tra la tradizione bianca ufficiale e quella afroamericana scarsamente riconosciuta. Le note sono spezzettate, contorte, allungate, diminuite, con l’esplorazione interna, dove il ritmo è più importante delle differenze armoniche o della mancanza di armonia. La musica afroamericana fa riferimento alle tradizioni dell’africa occidentale, dagli inni battisti alle danze francesi, dalle melodie celtiche ai ritmi latini, è una musica poliritmica. Non è un caso che la musica afroamericana faccia ricorso ad aggettivi che indicano sensazioni di tipo tattile per descrivere i suoi effetti “hot, funky, feeling”, dove c’è un’alta intensità di improvvisazione, che è il canone privilegiato della musica afroamericana. Per quanto concerne gli interscambi tra questi linguaggi musicali afromericano e quello della musica leggera bianca, possiamo notare che si sono verificati anche per la radio, dove le cantanti da ballo entravano in milioni di case con un seguito a livello nazionale, con i divi della musica registrata. L’ascesa di Benny Goodman e della musica swing negli stati uniti degli anni 30 è l’esempio più clamoroso. Alla fine degli anni 30 ci fu una guerra commerciale tra gli editori musicali e le stazioni radio americane, quando i primi aumentarono le tariffe del copyright. Tra l’agosto 1942 e l’ottobre del 1943 l’American Federation of Musicians scese in sciopero x avere aumenti sulle prestazioni sulle incisioni discografiche, dove le case discografiche erano in difficoltà a causa della mancanza di materiale da incidere a causa dello sciopero, e furono poi costrette a cedere alle richieste dei musicisti. come conseguenza ci fu il declino dello swing, colpito dal boicottaggio dei musicisti e fu escluso dall’ascolto del grande pubblico. Successivamente l’etere americano si aprì ad altri sound precedentemente esclusi, musica contry e western e poi alla musica nera, dove tra gli ascoltatori più assidui c’era Elvis. La musica nera intraprese un processo di rinnovamento che coinvolse l’intera industria musicale leggera, trovando un nuovo pubblico. Ci fu la scomparsa dei precedenti modelli culturali con l’introduzione del microfono mobile a mano e la sostituzione del fragile a 78 giri.

 Maggiore innovazione con l’introduzione del nastro magnetico, dove si poteva tagliare, giuntare e montare dove le canzoni passavano anche ad avere due minuti, perché si poteva introdurre un secondo tempo. Le nuove possibilità offerte, permettevano di sovrapporre tra i confini ancora ignorati della musica leggera bianca e l’immediatezza musicale dell’america nera, ufficialmente ignorata. Questa connessione era inevitabile, in cui la manifestazione più grande è avvenuta col rock n roll, solo con la comparsa del teenager, cultura giovanile. 

La figura del teenager era un prodotto ma anche un consumatore della cultura di massa, considerato il rappresentante di questo cambiamento, per esempio con abiti allal moda ed economici, dischi di plastica, cosmetici ecc, anche se la vita che i teenager conducevano era più piatta di ciò che era rappresentato. Il termine giovane aveva un impulso legato alla modernizzazione, che era quindi lo sviluppo di settori come pubblicità e le arti visive della Gran Bretagna. Il tempo libero era ampliato grazie al consumismo, con diverse possibilità di acquistare e trovare prodotti alla moda.

CAPITOLO 2: UN MOMENTO FORMATIVO 1956-1963 Il 1956 è l'anno d'inizio in cui in Inghilterra una serie di sintomi si coagulano nel rock'n'roll. Ed è sempre in quest'anno che la frattura tra l'eredità musicale associata alla musica leggera o popolare e al rock'n'roll inequivocabilmente “pop” acquista una rilevanza sempre crescente. Prima del 1956 la musica leggera inglese era dominata da un sound di tipo americano, che andava dallo show business al jazz leggero; ma adesso si incontra un tipo di sound più audace che comincia a trovare spazio anche sulla carta stampata nel Melody Marker. Il fenomeno dell'americanizzazione, inoltre, rivela una crescente polemica su ciò che realmente costituisce la “musica popolare”. Lo stile elettrico del blues urbano contemporaneo era quasi totalmente ignorato, l’interese era rivolto alla preistoria del jazz, considerato come musica rispettabile con un sound autentico di una musica folk. Così, nell’inghilterra del 1956 vediamo una fruttura tra l’approvazione di forme di popular music con successo commerciale e la negazione di una novità. Davanti alla minaccia della mania per il rock'n'roll furono subito elevate le più arbitrarie distinzioni entro confini estetici difesi a spada tratta. SCUOTENDO IL BLUES Il linguaggio del rock'n'roll era qualcosa di alieno rispetto a ciò che aveva dominato precedentemente i gusti musicali in genere. Vi era il pregiudizio secondo il quale esso veniva considerato una musica volgare e sfacciatamente commerciale. Ma la vera estraneità di questa musica consisteva nell'eccitante turbamento prodotto dalla sfrenata vitalità del corpo che accompagnava la voce. La cadenza nervosa della musica pone l'accento sul sound stesso come elemento fondamentale della canzone. E' la presenza fisica dell'esibizione a catturare l'interesse dello spettatore. Si entra in una sensazione di immediato, di una particolare performance musicale che, una volta impressa sul vinile, si può ripetere per oltre un milione di volte. Richard Middleton ha avanzato l'ipotesi che il rock'n'roll si sia creato dall'interscambio avvenuto tra musica nera e la tradizione popolare bianca, a differenza della musica nera che puntuava all’individualità. La nuova musica rivela anche una peculiare attenzione per l'aspetto percussivo. Ma negli Stati Uniti la chitarra, almeno, è stata da sempre lo stumento centrale in molte forme di musica popolare, sia bianca che nera. L'introduzione della chitarra elettrica ampliò le potenzialità sonore di questo strumento, soppiantando ovunque quella acustica. In effetti proprio il rock'n'roll americano ne fu dominato.

La chitarra era da sempre uno strumento che coinvolgeva la cultura sia bianca che nera; fu poi introdotta la chitarra elettrica nei tardi anni 40, prima nel jazz e poi nel blues urbano e nel contry e western, soppiantando quella acustica: a partire dal blues texano di T Bone Walker o nei timbri malinconici di Muddy Waters per divenire parte integrante del country con Merle Travis ecc. In Inghilterra l'adozione della chitarra fu un evento più sconcertante. Essa, in mancanza di precedenti americani, era considerata uno strumento piuttosto esotico, confinato alle orchestre da ballo. Fu proprio il rock'n'roll e la successiva popolarità dello skiffle che affermarono la sua presenza nel pop inglese. Gli shadows ebbero un’influenza determinante in questo ambito poiché affermarono un complesso con chitarra ritmica e solista, basso e bateria aprirono il pop inglese. I modelli musicali americani furono assunti e infine tradotti in un contesto culturale inglese, diventando in seguito parte integrante del pop britannico. UNO DEI MOTIVI DI IMBARAZZO DELLA DEMOCRAZIA Gli anni '50 si caratterizzano come un panorama composto da teddy boy e rock'n'roll, dalla letteratura dei giovani arrabbiati al comitato per il disarmo nucleare, dal trad jazz ecc. Le reazioni al rock n roll divennero rapidamente parte del più generale clima di ostilità nei confronti delle trasformazioni culturali e sociali che l'Inghilterra stava attraversando in quel momento. Le critiche erano dirette contro i presunti poteri di persuasione dei mass media e la crescente tendenza a vedere nei giovani la punta più avanzata del cambiamento sociale. Il rock'n'roll e la musica pop giovanile venivano dunque viste come una sorta di rifiuto del consenso culturale. L'aspetto dei teddy boy, ad esempio, diede lo spunto al tema della violenza fisica e dell'abbigliamento selvaggio, oltre ad essere considerato scandaloso, con una conseguente diagnosi dei mali sociali e culturali che affliggevano l’inghilterra  apparivano il rock n roll e la musica pop giovanile come un rumore assordante.  I ted fecero la loro prima apparizione londinese nel 1954 e nel 1956 quando il rock n roll si affermò. Il loro stile era semplicemente l'espressione aggressiva e fisica del rock'n'roll, con giacche edwaerdiane e creepers, pantaloni a tubo molto stretti e capigliature particolari rappresentati con il rock n roll. Per molti i ted rappresentavano il primo momento cruciale del dopoguerra in cui un modo di vestire riconoscibile, una musica particolare caratterizzava fortemente queste persone, soprattutto i teenager. Il termine teenager si trasformò rapidamente in una parola chiave che indicava una specie di mondo sotterraneo compreso tra l'infanzia controllata e la maturità adulta. Era visto come una sorta di fuga momentanea nell'edonismo e nell'esibizionismo consumistico fino a che il vero mondo del lavoro e della famiglia si fosse di nuovo riaffermato. In realtà questo periodo di spensieratezza giovanile era un po' più grigio. La cultura giovanile inglese non era tanto associata ad un'adolescenza scolastica (come avveniva negli USA) quanto agli immutabili ritmi settimanali del sabato sera e del lunedì mattina. Era prevalentemente una cultura della classe operaia giovanile, la manifestazione dei giovani che lasciavano la scuola a 15 anni per andare a lavorare. Verso la fine degli anni '50 nuovi elementi contribuirono ad ampliare e deviare il passaggio dai cortili scolastici a quelli delle fabbriche e al pub. Questo era anche il riflesso di un cambiamento strutturale nell'economia domestica. Nel consumo dei giovani operai si inizia anche a scoprire l'impalcatura materiale sulla quale si costruisce il senso della pop music, che insieme al rock'n'roll poneva l'idea di una cultura immaginativa e alternativa rispetto a quella ufficiale. Era un significativo segno di mutamento. I ted rappresentavano col loro stile un'alternativa al grigio mondo degli adulti e anticipano quello dei mods. Questi canoni stilistici ebbero un'importanza che viene messa in ombra da altri aspetti più immediati della sottocultura. In ogni caso, le soluzioni offerte dalla loro sottocultura ebbero l'effetto di mediare e diffondere due delle più importanti forme espressive ricercate dalle culture giovanili degli anni a venire: la musica pop e l'abbigliamento. In seguito sarebbe diventato sempre più difficile identificare la pop music con un preciso gruppo sociale e i mass media furono costretti a ricercare il senso del “popolare” mutando profondamente il modo in cui essi stessi avevano in precedenza reagito alle idee di classe e di cultura popolare.

L'emergere di un pubblico popolare schierato a favore dei nuovi media continuò a scontrarsi con le persistenti barriere culturali e sociali: nel suo periodo iniziale, le volgari sonorità del pop erano considerate adatte solo per il consumo culturale dei giovani proletari. Il primo pop fu quindi per lo più confinato entro la cultura della classe operaia giovanile. Il buon gusto, però, era impotente davanti a Elvis; mentre il rock n roll veniva deriso dalla stampa, melody maker introdusse una top twenty (americanata) dei dischi più venduti, e sucessivamente nelle orchestre da ballo si sente già il rock n roll (1956). Il pop inglese si manifestò pienamente solo nei primi anni '60. UN MODELLO AMERICANO Il concetto di America aveva per i ragazzi inglesi degli anni '50 due tratti distintivi: il film hollywoodiano e la musica leggera. Questi elementi contribuirono alla formazione di un repertorio di cultura popolare di quegli anni. In questo rapporto tra l'immaginario del cinema e il reale della vita di ogni giorno fiorì uno stile giovanile diverso dalle condizioni ambientali e sempre più americano nell'ispirazione. Quello che i giovani prendevano in prestito dall'America urbana offrì all'immaginazione la possibilità di vivere oltre le categorie esistenti e i confini ereditati. Di centrale rilevanza fu il concetto di “negro”, insieme all’immagine del sotterraneo dei gangster americani, degli spacconi, con i loro modi di parlare, muoversi, vestirsi e con la loro musica, che erano le alternative della classe operaia inglese. Nel contesto di isolamento del secondo dopoguerra il cinema hollywoodiano appariva come un qualcosa di seducente, simbolo di progresso, di mobilità e di futuro. Nuove sonorità americane dovettero confrontarsi coi modelli allora dominanti nell'industria musicale britannica. Gli imperativi commerciali delle case discografiche determinarono un rapido processo di adattamento: se era il rock'n'roll a vendere, loro lo avrebbero venduto. In tal ambito il monopolio di cui godeva la BBC ebbe conseguenze importanti. L'emittente continuò a opporre resistenza al rock'n'roll e al pop per molto tempo. L'importanza della radio nello sviluppo della musica pop in Inghilterra è stata marginale e per nulla paragonabile a quella che aveva avuto negli Stati Uniti. In altri settori della musica pop il “modello americano” guadagnò terreno con maggiore facilità. Uno di questi modelli fu la nuova importanza acquisita dai cantanti, che non erano più parte di un'orchestra, ma accompagnati a loro volta da un'orchestra. Ci fu lo sviluppo dello stile individuale della figura del cantante e si preannunciava una nuova fase della musica popolare. Sarebbe stata l'accessibilità dei media ad assumere una determinante importanza, soprattutto per il successo senza precedenti di Elvis in Inghilterra Il suo personaggio fu decisivo per il diffondersi degli stili del rockabilly e del rock'n'roll, dove c’erano diversi atteggiamenti con caratteri diversi che fuse gospel, r e b, country in nuovo codice musicale e culturale. IL REPERTORIO INGLESE Il saccheggio compiuto dal rock'n'roll nel campo del blues, del R&B, del country e del gospel fu un fenomeno piuttosto ristretto anche negli Stati Uniti, ma in Inghilterra non ebbe nemmeno inizio. Le controparti britanniche di formazione urbana Tommy Steele, marty Wilde, Terry Dene ecc non avevano idea dell'insieme di contesti su cui il rock'n'roll si fondava e risultavano completamente estranee alla loro cultura, per questo si diffuse attraverso dischi e film come Blackboard jungle, rock around the clock e poi attraverso concerti dal vivo. Per alcuni il suo diffondersi fu visto come un avvento della più semplice americanità. Per questo i cantanti inglesi tornarono alle canzoni per teenager e il pop inglese continuò a muoversi sui binari del mondo dello spettacolo tradizionale e commerciale. Dopo la fugace irruzione del rock'n'roll, sembrava inevitabilmente un rapido ritorno al conformismo musicale e culturale, infatti vediamo per esempio cliff richard, adam faith che furono protagonisti di f...


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