4. Espressionismo - lezioni registrate e poi trascritte PDF

Title 4. Espressionismo - lezioni registrate e poi trascritte
Author Pietro Pavesio
Course Storia e Cultura dell' Alimentazione
Institution Università degli Studi di Parma
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ESPRESSIONISMO L’Espressionismo è un’avanguardia artistica che coinvolge tutte le arti. È un fenomeno che si diffonde a partire dalla fine dell’Ottocento e dilaga nel primo decennio del Novecento e non può essere circoscritto a una sola nazione (non coinvolge solo la Germania, anche se inizialmente i critici usarono il termine “espressionismo” per indicare il movimento tedesco), ma coinvolge l’intera Europa. Nasce come reazione alla visione impressionista, al naturalismo dell'Impressionismo. La critica ha individuato un raggruppamento spontaneo che ha il nome di Fauves (“Le belve”) in Francia e un raggruppamento artistico organizzato che ha il nome di Die Brücke (“Il ponte”) in Germania. Sono molto diversi ma hanno in comune la tendenza anti-impressionista, che si era già manifestata con Cézanne (per la scomposizione e ricomposizione delle forme), Gauguin e van Gogh (per l’uso di colori piatti e innaturali e per il loro voler esprimere sempre se stessi → l’arte è lo specchio del mondo interiore). I FAUVES sono un raggruppamento spontaneo e provvisorio nato in Francia. Tra questi artisti ci sono Matisse, Dérain e de Vlaminck, le cui ricerche si manifestano dal 1899 al 1907 (anno in cui si afferma il Cubismo). Gli artisti Fauves condividevano la volontà di - creare una pittura contro il naturalismo impressionista, infatti non bisogna dipingere secondo l’impressione, ma rimane comunque una pittura in contatto con la realtà esterna; essi infatti partono dalla realtà, ma il loro obiettivo è rappresentare il mondo esterno rielaborandolo attraverso la propria soggettività per poi restituirlo sulla tela con un linguaggio basato sulla propria emotività, in base a come la coscienza lo interpreta. - usare colori accesi e antinaturalistici; il colore è svincolato dalla realtà che deve rappresentare, ma tutto viene rappresentato in base alla coscienza dell’artista. Il dipinto deve dare spazio al colore. - evadere dal Simbolismo - opporsi alla pittura accademica (gerarchia dei generi: il soggetto rappresentato determina la qualità dell’opera, prospettiva, chiaro-scuro) Henri Matisse è un allievo di Moreau, pittore simbolista, non nasce Fauves ma lo diventa e ha rapporti con gli artisti impressionisti e del Neoimpressionismo, con i quali collabora, infatti inizialmente è influenzato dall’Impressionismo e da Cézanne, poi dal divisionismo. Il suo animo però lo portò verso una pittura intesa come “gioia di vivere” (come Renoir) e come reazione al Neoimpressionismo cerca un nuovo modo di dipingere. Dipinge Donna con cappello, dove rappresenta sua moglie, che si mostra nel suo ricco abbigliamento borghese, dominato da un cappello fastoso e monumentale e da un guanto che le risale lungo il braccio e un ventaglio aperto che le copre parte del busto, utilizzando grandi campiture di colore, sia puri che in un unione con altri (accosta anche dei colori tra di loro). Usa colori antinaturalistici infatti il volto ha un colore “sbagliato” (verde/azzurro), così come lo sfondo che ha un colore verde acido, senza un contesto. Usa colori complementari (rosso dei capelli e verde dello sfondo). Non c’è una descrizione fisionomica del volto, ma nemmeno una deformazione. Matisse dipinge anche Natura Morta, sperimentando la tecnica puntinista, utilizzando però grandi punti di colore con cui scompone i soggetti. Applica questa tecnica anche una sorta di Colazione sull’erba, Lusso, calma e voluttà con delle donne nude, alcune stese sul fianco, un’altra che esce dall’acqua e si strizza i capelli. Non c’è la linea di contorno, che viene sostituita dai trattini di colori. Poiché nelle opere di Matisse ci sono sempre riferimenti alla danza e alla gioia di vivere, realizza Gioia di vivere, in cui dipinge delle figure in un bosco (un gruppo di persone è in tondo e danza); non utilizza più i puntini, o meglio i trattini di colore, ma distende il colore e utilizza una linea di contorno. Parte dalla realtà ma la trasfigura completamente infatti il bosco è fucsia, verde, rosso, arancione → l’uso del colore è accentuato, viene utilizzato in funzione emotiva. Si usano particolari colori non per restituire la realtà, ma come reazione emotiva a ciò che si vede. In Matisse incidono anche i viaggi in NordAfrica attraverso cui conosce la cultura islamica (con cui viene in contatto anche grazie a opere allestite a Parigi in quegli anni) e riflette sulla decorazione. Realizza altre nature morte come Le cipolle rosa in cui dipinge, oltre a delle cipolle che sembrano avere un ruolo decorativo sulla tavola, anche dei vasi con delle decorazioni, e Tappeti rossi in cui sono presenti, oltre ad alcuni cibi sulla tavola, dei tappeti decorati (un tappeto rosso decorato è posto sulla tavola, sotto ai cibi). In La tavola imbandita (armonia in rosso), in cui si vede una tovaglia rossa con delle decorazioni blu che prosegue anche nello sfondo. Tutto è piatto, ci sono solo delle decorazioni che galleggiano sulla superficie. Elude la prospettiva tradizionale ma l’idea della tridimensionalità viene resa attraverso l’uso del colore (come Cézanne) e accentua la tridimensionalità utilizzando la decorazione come valore autonomo. In La danza dipinge delle figure fortemente stilizzate, che assomigliano a figure prese dall’arte africana, in cerchio che danzano, sopra alla Terra dipinta col verde, sotto a un cielo blu, delimitate da una linea di contorno che descrive un movimento ondulatorio (che suggerisce l’idea del movimento). La gamma cromatica viene ridotta molto: si utilizzano solo tre colori: rosso, blu e verde. Dérain realizza Donna in camicia usando la linea di contorno (→ Gauguin) e colori piatti (→ Gauguin, Toulouse-Lautrec) e complementari (rosso dei capelli e verde del divano sul quale è seduto la donna, come Matisse). de Vlaminck dipinge La ballerina del Rat Mort, in cui rappresenta una donna con un segno nervoso, infatti lascia il segno della pennellata, con un uso irregolare e violento del colore. Lo sfondo viene abolito e si mescola con l’abito e i capelli della donna, che viene dipinta con delle occhiaie blu sotto agli occhi, quindi non c’è la volontà di restituire una realtà ideale. Braque (che insieme a Picasso darà origine al Cubismo) dipinge Il porto di Anversa. Diverso è il movimento che si sviluppa in Germania; nasce il DIE BRÜCKE, una formazione compatta, una vera e propria comunità di artisti (che erano studenti di architettura) con un programma scritto. La figura principale del gruppo è Kirchner; altri artisti sono Heckel, Schmidt-Rottluff, Nolde, Pechstein, Müller e Barlach. La Germania si trova in un periodo di guerre, aspra lotta di classe, contraddizioni politiche e, di fronte a questa realtà, gli artisti manifestano il loro stato d’animo e testimoniano la drammaticità della realtà in cui vivono. Il Realismo di Courbet

aveva abolito la soggettività dell’artista, mentre l’Espressionismo tedesco esalta la soggettività, abolendo l’oggettività. Il gruppo è accomunato da - la polemica contro lo stile di vita e la cultura borghese (conservatrice, che aveva l’appoggio della monarchia guglielmina, che prediligeva la pittura accademica) - l’interesse per la grafica, soprattutto la xilografia (incisione su legno) - la scoperta delle culture primitive, che avviene attraverso la frequentazione di musei etnografici di Dresda. Vogliono ricostruire da capo. - il desiderio di mostrare la degenerazione sociale attraverso la deformazione delle forme, linee aguzze e l’uso di colori antinaturalistici e violenti C’è una frammentazione del gruppo nel 1910 quando alcuni artisti si recano a Berlino e poi il gruppo si scioglie nel 1913. Munch è un artista norvegese considerato uno dei precursori dell’Espressionismo e dipinge Il grido (che viene dipinto attraverso diverse tecniche perché vuole trovare la tecnica che meglio riesce a esprimere il messaggio); mostra una figura deformata (che sembra quasi una mummia - Munch vede una mummia a un museo etnografico), che traccia una linea sinuosa, una linea ondulata che descrive anche il cielo, e che tiene la testa tra le mani aprendo la bocca facendo una “o”. Questa sua deformazione sembra quasi deformare il paesaggio intorno a lui. La figura è in primo piano su un ponte, ma non perfettamente in centro; dietro ci sono alcune persone di schiena. La scena è fortemente autobiografica e ricca di riferimenti simbolici; la figura in primo piano esprime, nella solitudine della sua individualità, il dramma collettivo dell’umanità intera. Il ponte, che si perde all’orizzonte, rappresenta i mille ostacoli che ciascuno di noi deve superare nella propria esistenza e i due amici che camminano rappresentano la falsità dei rapporti umani e l’incapacità di comunicare. Usa colori antinaturalistici e la deformazione delle forme per esprimere la drammaticità della situazione, della società. È l’urlo di chi si sente perso e solo, inutile e disperato, anche in mezzo agli altri. In Pubertà dipinge una ragazza nuda, il cui corpo è definito da una linea di contorno decisa e, ai fianchi già di donna, si contrappongono le piccole spalle e il seno appena accennato; ha uno sguardo fisso, che guarda direttamente lo spettatore, ed è seduta su un letto con le braccia incrociate sul pube in un gesto di vergogna. In quegli occhi c’è il rimpianto per la fanciullezza quasi perduta e l’angoscia per una maturità alla quale non ci si sente ancora preparati. Questo senso d’angoscia opprimente che ogni adolescente prova è evidenziato dalla cupa ombra proiettata sul muro, che rappresenta le incognite future e le sofferenze a cui l’amore condurrà. È l’ombra della morte, quella stessa ombra che ha accompagnato Munch per tutta la sua tormentata esistenza. Un altro artista è Ensor, un artista belga, anch’egli considerato uno dei precursori dell’Espressionismo tedesco, che aveva avuto una formazione accademica e che realizza L’intrigo, in cui rappresenta delle persone che sembrano dei personaggi in maschera, ma in realtà non hanno una maschera; esse vengono rappresentate con un viso deformato dai colori innaturali, sono “brutte”. L’Espressionismo infatti è “l’arte del brutto” in quanto le forme, i corpi e i visi vengono deformati. Kirchner realizza Almanacco della Brücke che è una xilografia (incisione sul legno che permetteva anche di fare più copie) con il ritratto di Schmidt-Rottluff, un altro pittore espressionista. Dipinge anche Marcella, una ragazza consapevole della propria femminilità che ha un fiocco tra i capelli. Usa una linea di contorno nera, linee aguzze (il mento è spigoloso) e colori innaturali. In Natura morta con brocca e ciotola africana usa spigoli aguzzi e colori innaturali, la prospettiva è completamente elusa. In Nollendorfplatz a Berlino mostra una parte della città di Berlino: è una situazione deformata, gli edifici sono definiti da linee deformate e sembra quasi che cadano. Ci sono due colori, il nero e il giallo, quindi c’è un’alterazione dei colori. In Nel caffè-giardino dipinge delle donne che sembrano indossare delle maschere, sono tutte uguali: sono sedute su delle sedie, hanno dei corpi piccoli e le linee che delimitano i corpi sono aguzze; l’immagine è deformata, sembra vista dal basso. Heckel dipinge Fornace con colori accesi ed è una pittura lucida. Heckel ha contatti con le culture primitive da cui apprende la loro pittura e possiede una collezione di opere africane; prendendo spunto dall’arte africana realizza Donna di colore addormentata, una xilografia (l’arte africana è ricca di xilografie). Schmidt-Rottluff dipinge Cavolo cappuccio, un soggetto umile come le patate di van Gogh, in cui lascia il segno delle pennellate e il colore è steso direttamente dal tubetto sulla tela; utilizza molti colori e diverse tonalità. Realizza anche una xilografia, Donna con capelli sciolti, e Sofferente, in legno (riferimenti all’arte africana)....


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