Lezioni Tatuaggio riunite e sintetizzate PDF

Title Lezioni Tatuaggio riunite e sintetizzate
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università degli Studi di Firenze
Pages 24
File Size 650.7 KB
File Type PDF
Total Downloads 57
Total Views 139

Summary

Lezione sul libro ''rinascimento del tatuaggio''....


Description

Postmoderno Identità 1 Secondo la prospettiva storico-culturale i fenomi di rilevanza psicologica, tra cui il tatuaggio, si collocano all'interno di uno specifico contesto culturale: la condizione postmoderna, il tatuaggio è strettamente connesso alla crisi dell'identità personale che in maniera assai tangibile si sviluppa all'interno di questa condizione. La riflessione sulla condizione postmoderna, e in generale sulla postmodernità, si origina in ambito filosofico, ma interessa poi anche l'ambito sociologico e quello psicologico, in particolar modo quello psicanalitico. La riflessione sulla condizione postmoderna e sulla postmodernità impegna non solo discipline specialistiche (filosofia, sociologia, psicologia, psicanalisi), ma interessa anche la cultura popolare: anche le persone comuni riflettono sulla condizione postmoderna, su un cambiamento di prospettiva esistenziale che deve essere affrontato. Mi sembra pertinente citare la canzone ''Tanti auguri'' di Raffella Carrà (1978) che fa: ''Se per caso cadesse il mondo io mi sposto un po' più in là, sono un cuore vagabondo, che di regole non ne ha, la mia vita è una roulette, i miei numeri tu li sai, il mio corpo è una moquette, dove ti addormentai, ma girando la mia terra, io son convinta che non c'è odio, non c'è guerra, quando a letto l'amore c'è'' Liotard parla di un crollo di certezze esistenziali costituite dalle metanarrazioni che costituiscono dei punti di riferimento per dare significato alla propria vita; e anche Raffaella Carrà parla di un crollo di certezze esistenziali, parla più semplicemente e direttamente del crollo del mondo e del crollo di un sistema normativo, uno dei grandi temi della postmodernità. Raffaella Carrà ci dà anche una soluzione, che è la centrazione sul corpo, in questo caso la centrazione sulla sessualità, uno dei grandi fenomeni della condizione postmoderna, e in generale uno dei grandi temi a cui si aggancia il tatuaggio. Corpo che diventa la cosa più certa a fronte del crollo di coordinate esistenziali generali. Un modo per parlare della crisi esistenziale che si origina nella condizione postmoderna è parlare del tradimento delle promesse: nella modernità ci aspettavamo qualcosa e questo qualcosa non si realizza, ci aspettavamo la pienezza dell'essere, la certezza dell'essere, la sicurezza dell'essere e ci ritroviamo a confrontarci con il nulla, con la mancanza di questo essere. Uno dei simboli più suggestivi della modernità è l'Uomo Vitruviano, celebrato prima nell'antichità e poi nel Rinascimento; qui l'Uomo Vitruviano (di Leonardo Da Vinci) si inscrive nella perfezione di una stella a cinque punte, nella perfezione di un pentagramma, si inscrive nella perfezione di un quadrato e di un cerchio. L'Uomo Vitruviano parla di una realtà stabile, regolare, prevedibile, ordinata, e di una persona che sta dentro a questa realtà, padrona di questa realtà. In Francia alla fine del 700 si fanno delle rivoluzioni per affermare la possibilità di realizzare i sogni della modernità. Due manifesti della modernità sono costituiti, da un lato dall'“Enciclopedia”: dizionario ragionato delle scienze, delle arti e delle tecnologie, pubblicato in Francia tra il 1751 e il 1780, e dall'altro dalla “Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino”, del 1789, promulgata in concomitanza con la Rivoluzione Francese. Come nell'Uomo Vitruviano, di cui abbiamo parlato prima, anche in questo caso si pone la centralità della persona che viene celebrata come padrona della realtà attraverso la scienza e la tecnologia, attraverso la capacità di asservire la natura ai propri scopi, di utilizzare la natura per arricchirsi, per acquisire uno stato di benessere e di sicurezza, al tempo stesso si pone la centralità della persona nella società, la persona presenta dei diritti inalienabili che vengono affermati e riconosciuti nel contesto sociale, la persona ha diritto alla vita, al lavoro, al benessere, alla stabilità, al futuro. Nel corso dell'800 e del 900 i sogni della modernità vengono, in vario modo, rinnovati e, in vario modo, traditi, probabilmente il primo grande tradimento dopo la Rivoluzione Francese si ha con Napoleone Bonaparte. Un momento storico in cui, il sentimento di esistere, il sentimento dell'esistenza di un futuro, di una stabilità, entrano in crisi con la prima e poi, con la seconda guerra mondiale; ma è proprio dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale che vengono nuovamente riaffermati gli ideali, i sogni della modernità. Con la “Dichiarazione universale dei diritti umani” del 1948, si torna ad affermare la centralità della persona, mentre con il boom economico, industriale, tecnologico, scientifico, si torna ad affermare la fede nel valore della scienza e della tecnologia, come mezzi per controllare la realtà e per

assicurarsi il futuro. Gli anni 50' sono gli anni felici, sono gli anni in cui sembra davvero realizzarsi il grande sogno americano che velocemente contagia tutta l'Europa. Questi anni 50', di benessere sociale, economico ed emozionale, sono ben rappresentati nella serie cult “Happy Days”; ma le felici vicende narrate in questa serie hanno un inizio, che è dato dalla fine della seconda guerra mondiale e dalla fine della guerra di Corea, ma hanno anche una fine, data dall'inizio della guerra del Vietnam. La guerra del Vietnam entra nella storia del mondo occidentale come un trauma, è con la guerra del Vietnam che viene teorizzato e definito il famoso disturbo post traumatico da stress. In maniera tragica, la guerra del Vietnam segna il tradimento degli ideali della modernità che avevano animato il sorriso e la fiducia nel futuro. *immagine casco di Full Metal Jacket* immagine tratta dai manifesti di uno dei più significativi film sul Vietnam, che è “Full Metal Jacket” di Kubrik; qui si esprime in maniera veramente suggestiva il tradimento, le contraddizioni della condizione postmoderna. Da un lato il simbolo della pace, che esprime l'ideale di stabilità, di futuro, di giustizia, di collaborazione tra le persone e tra i popoli, figlie della modernità, dall'altro, questo simbolo della pace si trova sull'elmetto militare, su cui è scritto “nato per uccidere”; la guerra costituisce proprio il tradimento dei sogni di stabilità, di futuro, cullati e che la modernità prometteva di realizzare. Postmoderno Identità 2 Certo che l'identità personale va in crisi, una generazione educata ai valori della collaborazione ed educata alla fiducia nella stabilità del futuro si trova poi nell'inferno del Vietnam. La guerra del Vietnam costituisce un fatto storico in sé e per sé significativo, che di fatto segna la profonda crisi di una generazione di giovani americani. Le conseguenze psicologiche della guerra del vietnam sembrano veramente devastanti: più di 50.000 giovani americani morti in guerra, più del doppio, muoiono suicidi; quasi tutti i giovani che partecipano alla guerra del Vietnam fanno uso di sostanze. Molti mantengono addosso i segni del trauma, perdono il lavoro e, a causa delle gravi condizioni, spesso perdono anche le relazioni familiari. La guerra del Vietnam è un fatto storico significativo in sé e per sé ma è anche un simbolo, un'icona tragica della postmodernità che parla dell'incapacità, che si presenta nell'età postmoderna, di controllare le guerre, l'aggressività umana, pur continuando a coltivare il sogno della modernità che è un sogno di controllo dell'aggressività umana, di collaborazione tra le persone e le nazioni. Si potrebbe dire che i sogni di stabilità portati dalla modernità vengono paurosamente traditi dall'incubo del disastro nucleare. Un'altra icona della condizione postmoderna è costituita dalle subculture giovanili, in particolar modo da quelle che traggono vita dal mondo gotico. La strada è aperta dai Punk, dal filone Heavy Metal e dal filone Dark Wave. Storico è il gruppo musicale dei Sex Pistols che nel 1977 pubblicò il singolo “God save the queen”, “Dio salvi la regina”, che in maniera dissacratoria porta lo stesso titolo dell'inno nazionale inglese, ma mentre quest'ultimo termina con l'inossidabile “Forever and more”, “Per sempre e oltre”, il testo dei Sex Pistols ripete per nove volte consecutive l'affermazione lapidaria che diventerà l'emblema del movimento Punk, un'icona della condizione postmoderna, “No future''. I sociologi mettono in relazione il “No future” del movimento Punk con le incertezze relative al futuro economico. Il boom economico degli anni 50' era certamente in linea con i sogni di ricchezza della modernità, ma questi sogni progressivamente spariscono. Questa foto (strada vuota con uomo in bicicletta) è relativa alla crisi economica degli anni 70', determinata, in primo luogo, da un aumento pauroso del costo del petrolio. Facciamo ora riferimento alla crisi economica che ha copito tutto il mondo occidentale nel 2008, in particolar modo l'Italia. Tra le tante conseguenze negative facciamo riferimento, in modo particolare, alle gravi crisi identitarie che si accompagnano alle crisi economiche e che, si presentano al massimo grado nelle azioni suicide; i grafici riportano un aumento dei suicidi proprio legati ai motivi economici tra il 2007 e il 2010. Disastro bellico, disastro economico, disastro ecologico; il disastro ecologico è un altro grande incubo che grava sulla condizione postmoderna. Lo sviluppo tecnologico, industriale, mossi entrambi dallo sviluppo del sapere scientifico (iniziato nel 700), rischiano di portare il pianeta verso

la distruzione. Le gravi alterazioni del clima, strettamente connesse alle produzioni idustriali, stanno portando allo scioglimento dei poli, e già ora, mentre i poli si stanno sciogliendo, alcune isole del pacifico, iniziano ad essere sommerse. Sull'onda di un sentire ispirato dalla moderità, che comunque continua a impuntare le persone, le società, la cultura, abbiamo anche il sogno di essere forti, di poter controllare la realtà, ma questa realtà, in rapporto allo sviluppo delle guerre, all'andamento dell'economia e alle condizioni ecologiche, sembra di fatto sfuggire continuamente da questo controllo, creando così un corto circuito tra aspettative e realtà. Le gravi incertezze e le molte spade di Damocle (pericoli/minacce) che gravano sulla condizione postmoderna determinano una grave crisi del sé esistenziale (Nucleare di Stern e categoriale di Lewis). Riprendiamo un attimo quali sono le costanti del sé nucleare di cui parla Stern e di come queste entrino in crisi proprio nella condizione postmoderna. Il “Sè Agente”, l'idea di poter agire sulla realtà, gli scenari della postmodernità rendono continuamente precaria la possibilità della persona di agire sulla realtà, sia da un punto di vista sociale sia da un punto di vista economico. Il “Sè Percettivo”, qui si fa riferimento alla possibilità di percepire la realtà come qualcosa di coerente, il mondo postmoderno si presenta come altamente caotico, imprevedibile, tutt'altro che dotato di coerenza e coesione. Il “Sè Storico”, la possibilità di poter vedere sé stessi come un'entità costante nel tempo, ecco niente è più imprevedibile e incostante della realtà postmoderna. Il “Sè Affettivo”, che riguarda proprio il sentimento di vivere dentro al proprio corpo, ed ha alla base il sentire le emozioni attraverso il proprio corpo; ecco, quando le situazioni che si pongono nella realtà presentano una dimensione traumatica, la risposta della persona può essere quella dissociativa, quella di staccarsi dalla realtà, in primo luogo di staccarsi dalle sensazioni del proprio corpo, quindi la crisi del sé affettivo è proprio ricorrente nella postmodernità, è il non sentire il proprio corpo come il nucleo del senso del sé. Quando entrano in crisi queste costanti del sé nucleare o esistenziale la persona perde la certezza di esistere, di esistere come qualcosa di unitario, coeso, costante nel tempo. Si può affermare che la condizione postmoderna è contraria alla definizione di Bronfenbrenner secondo la quale lo sviluppo caratterizza un individuo capace di conoscere la realtà, motivato a conoscerla e motivato a ristrutturarla. Ecco, la condizione postmoderna prospetta piuttosto una fuga dalla realtà, pone l'individuo in una condizione di disorientamento rispetto alla realtà e di impotenza rispetto alla possibilità di agire su questa stessa realtà. Postmoderno Corpo Le risposte alla crisi del senso di sè (sè esistenziale) possono essere organizzate entro due grandi categorie, da un lato la centrazione sul corpo, dall'altro lo sviluppo di un mondo immaginifico gotico. Iniziamo parlando della centrazione sul corpo. In maniera pressochè parallela allo sviluppo della guerra del Vietnam, si sviluppano gli sport estremi; il primo è il surf, questo sport veniva praticato dai giovani americani, che erano impegnati nella guerra del Vietnam, nei momenti di sospensione dalla partecipazione a questa guerra. Giovani uomini che da un lato, attraversano la penosa partecipazione alla guerra del Vietnam e dall'altro si impegnano nello sfidare le onde. Se l'Uomo Vitruviano è l'icona della modernità, si potrebbe dire che la centrazione sul corpo propria del surfista, si pone come icona della postmodernità. Qui il corpo non si pone come rispecchiamento della perfezione e delle geometrie perfette dell'universo, qui l'universo, la realtà, si pone come qualcosa di incontenibile e paurosamente rischioso. La risposta del surfista è quella di chiudersi dentro sé stesso, di contare sulla forza, la destrezza, l'agilità del corpo, per uscire indenne dalla tempesta. In un mondo tempestosamente fluttuante l'unica cosa certa è il proprio corpo, l'unica cosa che si può controllare è il proprio corpo. Nella condizione postmoderna il corpo si pone al centro dell'attenzione, al centro di tantissime cure, attenzioni e preoccupazioni, e attorno a queste cure crescono notevoli volumi d'affari, pensiamo alle diete dimagranti, alle palestre, a tutto ciò che riguarda il look, acconciature, abbigliamento, accessori, pensiamo ancora alla cosmesi e a tutto il mercato che si sviluppa attorno alla chirurgia estetica. Un riferimento alla crisi del senso del sé esistenziale, significativo è anche lo sviluppo di pratiche di meditazione derivate dal buddismo, la

cui diffusione nel mondo occidentale presenta un forte incremento proprio a partire dagli anni 70', con il delinearsi della condizione postmoderna. Le pratiche di meditazione di derivazione buddista entrano nelle consuetudini del mondo occidentale con la pratica dello Yoga, che ha una fortuna incredibilmente crescente dagli anni 70' ad oggi. Lo Yoga può essere visto come una vera e propria pratica di cura del sé esistenziale, in particolar modo del sé affettivo, si ritrova sé stessi ritrovando il proprio corpo, sentendo la morfologia del corpo, sentendone le funzioni: la respirazione, il battito cardiaco... Un'altra forma di cura del sé esistenziale, tipica della nostra età postmoderna, è data dalla fluizione della musica che costituisce per molti una vera e propria spina dorsale dell'identità personale. La musica scandisce degli specifici profili di attivazione del corpo che stanno alla base del sé esistenziale; si potrebbe dire che attraverso la musica si ritrova sé stessi, perchè attraverso la musica si esalta il sentimento del proprio corpo. L'altro grande fenomeno della postmodernità, che parla della centrazione del corpo e di come questa centrazione possa costituire una forma di cura del sé esistenziale, è il tatuaggio. Adesso vorrei parlare di una forma estremamente problematica di centrazione del corpo come cura del sé: i comportamenti autolesivi e in modo particolare del self-cutting, del procurarsi dei tagli sulla pelle. La pratica del self-cutting costituisce oggi un fenomeno in crescita. A 14 anni sembra massimo il ricorso del self-cutting, età critica per lo sviluppo dell'identità personale. Che il tagliarsi possa costituire una forma di cura del sé desta più di una perplessità, sembrerebbe che tagliandosi il sé si distrugge, non si cura. L'ipotesi che viene sostenuta è proprio quella che i comportamenti autolesivi servano a mantenere l'integrità del sé, certo, sul momento, perchè nel lungo periodo ma anche nel medio periodo il sé lo distruggono; ma sul momento in cui vengono agiti, i comportamenti autolesivi, in particolar modo di self-cutting, servono, potremmo dire, a ritrovare sé stessi. Guardiamo nel dettaglio le principali funzioni del self-cutting: influenza sociale. Si potrebbe pensare che i giovani si tagliano per attirare l'attenzione, sì, è una funzione, ma gli studi attestano che è una funzione marginale del self-cutting nell'adolescenza; le fondamentali funzioni del self-cutting sono essenzialmente collegate al sé affettivo, e infatti spicca la regolazione degli affetti, ci si taglia per esprimere in maniera netta una sofferenza psichica, per esprimere il senso di colpa, la rabbia, la sofferenza, la depressione. I giovani si tagliano per ricercare sensazioni forti, il comportamento di self-cutting potrebbe rientrare tra i comportamenti rischiosi. Infine il self-cutting presenta una chiara funzione antidissociativa, quando il sé esistenziale viene meno, va profondamente in crisi, non si sente più il corpo, il tagliarsi serve per sentire il proprio corpo, per sentirsi vivi. Provare dolore non è una buona cosa per nessuno, ma c'è una condizione peggiore del provare il dolore, che è quella di chi si trova nella condizione di non poter più provare dolore; quando questa possibilità diventa labile, ecco che allora il taglio, nel provocare un dolore acuto serve a tornare alla vita, serve a ritrovare sé stessi. Postmoderno Gotico 1 Come abbiamo detto vi sono due grandi tipologie di risposte alla crisi del sé postmoderno, la centrazione sul corpo e lo sviluppo di un mondo immaginifico Gotico. Il termine Gotico è affascinante, ma per molti versi presenta confini incerti, Gotico può essere riferito a molte cose diverse, la diversità delle cose che possono essere incluse nel termine Gotico si è progressivamente ampliata nel corso del tempo. Tuttavia la parola “Gotico” ha un referente ben preciso e quindi anche un significato ben preciso, si riferisce ai Goti, i Goti sono le tribù barbariche che invasero Roma, segnano la distruzione dell'Impero Romano. L'Impero Romano, per tutto il mondo occidentale, è stato e continua ad essere, simbolo dell'ordine di un mondo sociale ben organizzato e capace di conformarsi a delle norme ben precise; dunque un mondo che nella sua normatività, razionalità, stabilità, interpreta bene gli ideali, i sogni della modernità. I Goti sono quelli che distruggono l'ordine e portano il disordine, sono quelli che distruggono l'armonia e portano il rumore; è quasi ovvio associare postmoderno e Gotico. Il Gotico inizialmente si presenta nella forma della narrativa

gotica, del romanzo gotico, per un curioso gioco di sinergie che seguono la logica della contrapposizione il primo romanzo che si qualifica come gotico, compare alla fine del 700, proprio negli stessi anni in cui viene pubblicata l'“Enciclopedia” di Diderot e Dalambert. È “Il castello di Otranto”, di Horace Walpole, che, diversamente dall'“Enciclopedia” francese, parla di un mondo oscuro, tutt'altro che razionale, magico, segreto, un mondo denso di presenze fantasmatiche. Quella che può essere denominata narrativa gotica comprende un'enorme mole di opere letterarie: Frankestein, Dracula, Dottor Jeckil e Mr. Hide, tutta l'opera di Edgar Alan Poe; riferendoci ad opere contemporane: Harry Potter, Intervista col vampiro, Stephen King. Gli autori del gotico sono quelli che più degli altri sono riusciti a vivere di scrittura, perchè fin da subito il Gotico ha incontrato l'interesse popolare e questo inizialmente l'ha qualificato come qualcosa di basso valore. Quando Mary Shelley, nei suoi 19 anni all'inizio dell'800, scrisse il suo “Franckestein”, opera oggi studiata nei licei, i suoi amici o colti, le dissero: ''sì, sei brava ma potresti mettere il tuo ingegno in qualcosa di più degno.'' Tra i riferimenti culturali più alti della narrativa Gotica sicuramente ci potremo mettere l'“Inferno” di Dante e l'“Amleto” di Sheakspeare. Inizialmente le vicende narrate nel romanzo gotico si svogono in un mondo medievale, in castelli diroccati, assillati da fantasmi inquieti, ma progressivamente il mondo immaginifico gotico si svolge nell'ambito di scenari diversi da quelli medievali. Definiamo quali sono le caratteristiche, rilevanti soprattutto...


Similar Free PDFs