7. Psico SE: Kohut PDF

Title 7. Psico SE: Kohut
Author Sara Listrani
Course Psicologia dinamica
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Appunti presi in classe, integrati con slide e libro "Psicologia dinamica - I modelli teorici a confronto" De Coro, Ortu...


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PSICOLOGIA DEL SE’ HEINZ KOHUT Passaggio dall’uomo “colpevole” all’uomo “tragico”, il cui problema non è avere i conflitti, ma un senso del Sé molto precario e una instabilità identitaria. Vi è un enorme differenza tra un punto di vista teorico che considera l’essenza della condizione umana e l’essenza della sofferenza umana come dovuta ad un conflitto non facilmente risolvibile ed una prospettiva che considera l’essenza della condizione umana essere la continuità o discontinuità del Sé. Non ho dubbi che entrambi siano approcci legittimi. L’arte moderna, dall’inizio del secolo ad oggi e stata sempre più preoccupata con il problema del Sé disintegrato e ricostituito o restaurato. Nel The Great God Brown di O'Neill tutti i personaggi sono incerti della propria identità, hanno delle maschere, a volte si tolgono le maschere e sono qualcun altro. Ma non sono mai sicuri di chi siano e anche gli altri non ne sono sicuri. Poco prima di morire Brown rimuove la sua maschera e dice” L’uomo nasce rotto, e vive nel rammendandosi. La grazia di Dio è la colla” (Man is born broken; he lives by mending. The Grace of God is glue). A mio avviso è una chiara definizione del concetto Cristiano basilare di grazia. Sapete, ciò che ci tiene insieme è la risposta senza riserbo di coloro che ci circondano nel primo periodo di vita. E questa va al di là della colpa e al di là della ricompensa. Lavora con i pazienti narcisisti. Alcuni aspetti in comune con Winnicott: pazienti con problemi di autenticità, reazioni a deficit ambientali (pazienti narcisisti a causa di carenze ambientali), attenzione al sé. Tipico narcisista è Berlusconi, ma anche Trump: rappresentano quadri narcisistici perfetti, completi di perversioni sessuali, schiere di adulatori, successo, rabbia narcisistica contro la critica; in più, in caso di insuccesso, c’è una situazione in cui si alternano depressione, calo di autostima dovuto a dipendenza da adulatori (che in insuccesso mancano), altre cose (sintomi non precisi). Relazioni superficiali, basate sul “do ut des”.

Caso: la signora F____________________________________________________ Lavorava con una giovane paziente, la Sig. F di circa 25 anni, con la quale il trattamento era diventato difficile, ‘statico’. F. era venuta in cura per una serie di vaghe insoddisfazioni. Era attiva nella sua carriera, aveva una vita sociale, e aveva avuto una serie di compagni, ciò nonostante si sentiva ‘diversa’ dagli altri, come isolata. Soffriva di cambiamenti di umore improvvisi, associati ad un’incertezza cronica: che i suoi pensieri e le sue emozioni non fossero ‘reali’. Sembrava che cercasse relazioni con gli altri, allo scopo di alleviare questi stati affettivi. Nelle sedute si era sviluppato un pattern, frustrante sia per K. che per F, difficile da capire. F tendeva ad iniziare le sedute amichevolmente, parlando del lavoro, delle amicizie dell’uomo del momento. Normalmente, intorno a metà seduta, F si arrabbiava violentemente con K per ‘i suoi silenzi’, e per il fatto ‘che non le dava alcun sostegno’. Inizialmente K. ne era scioccato, poi nel tempo, aspettava le invettive. Formulava interpretazioni transferali edipiche, che però non sembravano essere utili. Di solito la paziente si arrabbiava ancora di più. Col tempo, K si accorse che se riassumeva o semplicemente ripeteva ciò che aveva detto la paziente, F. tendeva a calmarsi. Se andava oltre, F. ‘con tono di voce acuto’, lo accusava di distruggerla, e di rovinare il lavoro fatto fin ora. F sembrava richiedere una risposta specifica. Un giorno K. ‘avvertì’ che quel tono acuto di F gli ricordava quando i bambini sono convinti di aver ragione a tutti costi. Ipotizzò che F. non avesse potuto esprimere quei bisogni da bambina. Forse F. stava mettendo in atto delle richieste infantili specifiche, che non erano state soddisfatte, ma frustrate. F necessitava di risposte empatiche alle sue capacità e ai suoi desideri di essere approvata, di apprezzamenti, di una sorta di eco. Coniò il termine bisogno di rispecchiamento che nel caso di F. sembrò legato al suo bisogno di aumentare l’auto-stima. Con questa paziente K. aveva spesso avvertito un senso di ‘noia’, trovava che i suoi pensieri vagassero. Ipotizzò che fosse dovuto al modo in cui F. di solito si relazionava a lui: doveva svolgere una funzione psicologica. Era necessario comprendere piuttosto che spiegare.

Il narcisismo_____________________________________________________________

Kohut basa la sua clinica su pazienti narcisistici: nel 1977 in “La guarigione del Sé” sostiene che le sue osservazioni non possono essere contenute nel modello pulsionale (oltre Freud dunque), definendo il proprio approccio come Psicologia del Sé. I pazienti narcisistici soffrono di disturbi specifici dell’area del Sé, con una compromissione che porta ad incapacità di sperimentare senso di realizzazione. Possono avere un apparente adattamento sociale, ma soffrono di profondi sentimenti di vuoto, sensazioni vaghe di non essere reali e di non essere completamente vivi. Spesso emergono rabbia e vergogna, vulnerabilità, fantasie perverse o completo disinteresse sessuale. Hanno difficoltà a stabilire relazioni intime senza utilizzare come oggetto per mantenere la propria autostima-status. C’è una doppia linea di sviluppo evolutivo della libido, in base all’oggetto investito: Libido oggettuale Libido narcisistica Investe oggetti veri, sperimentati come separati dal soggetto Induce amore oggettuale Lo sviluppo della libido segue la teoria classica freudiana Patologia edipica

Investe oggetti sperimentati come estensione del Sé Induce narcisismo sano Lo sviluppo della libido percorre una linea che va da bisogni narcisistici più arcaici a bisogni più maturi Patologia narcisistica

Narcisismo sano: la regolazione della propria autostima e il senso di Sé come vivo, derivano dalla progressiva capacità del soggetto di tollerare ed elaborare le tensioni interne dei bisogni narcisistici. Questa capacità di narcisismo “sano” permette di attribuire dei valori a sé e alle ambizioni, di provare empatia, lo sviluppo di umorismo e creatività, la possibilità di espressione libera di sé e la percezione dell’altro come “reale” (convergenze con Winnicott). Narcisismo patologico: nell’adulto, si manifesta con l’emergere di bisogni arcaici come intensi bisogni esibizionistici o di grandiosità. Ciò evidenzia la presenza di un investimento libidico di oggetti arcaici, connessi ad un Sé primitivo e immaturo.

Il Sé____________________________________________________________________________ ______________ È un contenuto psichico dell’apparato mentale, la cui coesione e integrazione è essenziale per lo sviluppo successivo dell’Io (Sé dunque precede l’Io): rappresenta il centro della personalità. Centro dell’universo psicologico dell’individuo, centro indipendente di iniziativa, polo di percezioni e di esperienze, senso di identità permanente lungo l’asse temporale. Si tratta di una dimensione intrapsichica: il Sé inizialmente è debole e amorfo, ma si alimenta ed arricchisce nel rapporto con gli altri. Un Sé rudimentale è già presente sin dalle primissime fasi della vita, un Sé virtuale ed arcaico, attivato come risposta alle sollecitazioni dell’ambiente. L’ambiente empatico che risponda ai bisogni del bambino permette al Sé rudimentale di evolvere in Sé nucleare arcaico: il Sé si sviluppa solo dopo la nascita attraverso il processo di riconoscimento del figlio da parte dei genitori, in particolare la madre. Importanza degli oggetti-Sé: persone in grado di rispecchiare il Sé potenziale del bambino. Sono esperiti inizialmente come parte del bambino, e solo successivamente distanziati, differenziati dal Sé: processo che permette lo sviluppo di autonomia e coesione attraverso la creazione del Sé nucleare. Sé nucleare: questa struttura è la base del nostro senso di essere un centro indipendente di iniziativa e percezione, integrato con le nostre ambizioni e con i nostri ideali più centrali, e con la nostra esperienza che la mente e il corpo formano un’unità nello spazio e nel tempo. Questa configurazione psichica coesiva e permanente, in connessione con un insieme correlato di talenti e abilità, forma il settore centrale della personalità.

L’ambiente interagisce con il bambino ab initio, almeno in certi momenti, come se egli avesse già costruito un Sé coesivo. All’interno del Sé nucleare si distinguono due poli in continuo interscambio: ●il polo delle ambizioni di potere e successo da un lato, ●il polo degli ideali e dei valori, le mete idealizzate dall’altro. Per questo il Sé nucleare è definito Sé bipolare. La sua formazione è determinata da specifiche esperienze infantili con gli oggetti delle cure, esperienze che sono costitutive del Sé del bambino, definite esperienze di oggetto-sé. Gli oggetti-sé sono altri indifferenziati, non a tutti gli effetti oggetti né totalmente appartenenti al Sé. Svolgono le funzioni che più tardi svolgerà la struttura psichica: la psiche rudimentale del bambino partecipa dell’organizzazione psichica altamente sviluppata dell’oggetto-sé. Le prime esperienze di oggetto-sé definiscono la struttura bipolare del Sé, e si identificano nel Sé coesivo grandioso-esibizionistico e nell’imago parentale coesiva idealizzata: sono componenti del Sé nucleare di cui i poli sono diretta evoluzione. L’esperienza dell’oggetto-sé permette lo sviluppo del Sé nucleare, consentendo il raggiungimento di un Sé integro e coeso. I bisogni di oggetto-sé nascerebbero nell’infanzia e sarebbero attivi in varie forme durante tutta la vita. Includono il bisogno di essere idealizzato, affermato e valorizzato, di sentirsi simile agli altri. Gli oggetti-sé sono investiti di libido narcisistica: “Il controllo che si suppone di poter esercitare sul soggetto investito narcisisticamente e sulla sua funzione è per esempio più vicino al concetto che un adulto ha di se stesso e del controllo che si aspetta di poter esercitare sul proprio corpo e sulla propria mente, piuttosto che all’esperienza che un adulto ha degli altri e del suo controllo su di loro (il che generalmente conduce al risultato che l’oggetto di tale «amore» narcisistico si sente oppresso e dominato dalle aspettative del soggetto e dalle sue richieste). Un attento esame dell’esperienza interiore permette così di operare una distinzione tra lo status relativo di «Sé» e di «oggetto» del Sé grandioso e dell’imago parentale idealizzata: il primo ha qualità di soggetto, mentre la seconda è un oggetto-sé arcaico investito di libido narcisistica”. La forza di ciascuna componente, i suoi contenuti, la loro relazione (quale predomina), la loro evoluzione verso la maturità (compimento attraverso la creatività) dipende dallo stato del sé nucleare genitoriale. ►Oggetto-sé idealizzante È il primo oggetto sé arcaico: tutto il potere risiede nell’oggetto onnipotente con cui viene ricercata l’unione, una fusione con la sua grandezza e potere, attraverso la quale egli potrà sentirsi vivo e integro. Il genitore depresso che non fa nulla e quindi non dà al bambino la possibilità di idealizzarlo, non espleta la sua funzione. Corrisponde all’esperienza dell’imago parentale idealizzata. Concorre allo sviluppo del polo dei valori e degli ideali. ►Oggetto-sé speculare/ rispecchiante Secondo oggetto sé, cerca di restituire al bambino il meraviglioso stato di perfezione all’interno del suo sé, attribuendo tutte le imperfezioni al mondo esterno. Il bambino cerca di sperimentare un senso di grandiosità, onnipotenza ed esibizionismo, ottenendo conferma dall’ambiente (che deve fornirgliela, che deve appunto rispecchiare la sua sensazione di grandiosità). Corrisponde all’esperienza del sé grandioso-esibizionistico, concorre allo sviluppo del polo delle ambizioni, delle mete e del senso di potere. È normale che si abbiano ambizioni e senso di potere, è narcisismo normale in quanto identifica la possibilità di avere agency sulla propria vita. Solitamente, è la madre a svolgere questa funzione di oggetto-sé rispecchiante. ► Oggetto-sé alteregoico/gemellare «la zona intermedia dei talenti e delle capacità»: corrisponde al bisogno di sentirsi simile a un altro. Fondamentale per lo sviluppo del polo dei talenti e delle capacità. La sua funzione consiste nell’essere «disponibile per l’esperienza rassicurante di una sostanziale somiglianza. L’oggetto-Sé gemellare, non è una figura genitoriale ma qualsiasi persona vissuta come simile, di solito il migliore amico. Tutte e 3 queste esperienze conducono a un accrescimento del sé: ma se l’esperienza con l’oggetto-sé non è soddisfacente ed empatica, lo sviluppo narcisistico è incompiuto, i bisogni rimangono arcaici e il Sé

è colpito da fragilità e vulnerabilità narcisistica (autostima bassa o traballante). Esempio: Una bambina torna a casa da scuola e non vede l’ora di raccontare alla mamma che ha preso un ottimo voto. La madre, invece di ascoltare mostrandole quanto è fiera di lei, cambia discorso ed inizia a parlare dei propri successi scolastici, che di gran lunga superano quelli di sua figlia. Un bambino vorrebbe sapere tutto della vita di suo padre, le battaglie che ha dovuto affrontare e che ha vinto durante la sua vita. Il padre invece di dilettarlo con racconti si sente imbarazzato. È stanco, anche un po’ annoiato, e va al bar sotto casa dove cerca conforto nel fare un aperitivo con i suoi amici, provando così, per poco tempo un po’ di vitalità. Gli oggetti-sé sono inizialmente definiti in termini esperienziali (soggettività), ma successivamente sono considerati da Kohut sempre più legati alle persone che realmente costituiscono l’ambiente e meno a rappresentazioni interne (oggettività). Il Sé è una struttura predisposta ad appoggiarsi agli oggetti-sé ed è in grado di sfruttare i legami con essi e i loro fallimenti non traumatici. Infatti a una fase iniziale di completa empatia da parte dell’oggetto-sé, successivamente l’oggetto non riesce ad appagare totalmente i bisogni del bambino, generando frustrazioni. Il bambino deve sperimentare la realtà, esperendo i limiti del genitore per poi internalizzare le specifiche qualità delle capacità e delle risposte emozionali dei genitori. La frustrazione, detta frustrazione ottimale, è necessaria ed inevitabile (Winnicott) perché il bambino giunga gradualmente al consolidamento del Sé, attraverso l’interiorizzazione trasmutante, ovvero nel tempo deve avvenire una interiorizzazione degli oggetti-sé che vengono trasformati in strutture psichiche, strutture interne che hanno funzioni di regolazione emotiva e funzioni di adattamento, ovvero ciò che era prima esplicato dai genitori nell’atto di prendersi cura del bambino.: “Ciò di cui il bambino ha bisogno non sono né risposte empatiche continue e perfette da parte dell’oggetto-Sé, né un’ammirazione irrealistica. Invece è la capacità dell’Oggetto-Sé di rispondere con un riscontro speculare adeguato almeno una parte del tempo; quello che è patogeno non è il fallimento occasionale dell’oggetto-Sé, ma la sua incapacità cronica, a sua volta dovuta alla propria patologia nell’ambito del Sé”. Dunque, il bambino raggiunge autonomia rispetto all’assenza reale dell’oggetto-sé. Inoltre la frustrazione fornisce la scorta di fiducia in sé e di autostima di base , che sostiene una persona nel corso della vita. Il Sé grandioso e l’idealizzazione degli oggetti diventano più realistici e domati, trasformati in narcisismo sano. Il Sé coeso dunque ha sviluppato le funzioni di regolazione adeguata delle emozioni e dell’autostima, di sviluppo di ambizioni, valori, ideali. Lo sviluppo dunque è visto come passaggio dalla dipendenza da oggetti-Sé alla internalizzazione delle funzioni. Sé coeso-maturo: l’esibizionismo e la grandiosità del Sé grandioso vengono gradualmente attenuati e integrati alle nostre ambizioni e ai nostri scopi e a importanti aspetti della nostra autostima. L’imago parentale idealizzata viene integrata nella personalità adulta offrendoci la direzione e la guida dei suoi ideali. L’interiorizzazione dell’oggetto-Sé gemellare comporta l’abbandono del bisogno narcisistico di somiglianza con un alter ego: ecco che ha origine un sistema correlato di attitudini e capacità che mediano tra l’esibizionismo, le ambizioni e la grandezza da un lato, e gli ideali di perfezione dall’altro. Vi sono le basi per una maggiore serenità, pace interiore e sicurezza che provengono dalla trasformazione del narcisismo arcaico in ideali ben radicati, in mete e ambizioni realistiche e in una autostima misurata. Il consolidamento del Sé porta all’acquisizione di diversi attributi di grande valore socioculturale (come l’empatia, la creatività, l’umorismo e saggezza). I bisogni di oggetti-sé: la carenza in un polo (rispecchiamento, idealizzazione o gemellaggio) si traduce in una carenza nella formazione strutturale del Sé, che viene compensata con un aumento di bisogno in un’altra esperienza dell’oggetto-sé: si crea così una struttura di compensazione. Così come un albero potrà, entro certi limiti, crescere intorno ad un ostacolo in modo che possa esporsi ai raggi di sole, così il sé, nella sua ricerca evolutiva abbandonerà una particolare direzione e tenterà di andare avanti su un’altra. Dunque si può affermare che esistano diversi modi di essere sani: Certe persone sono prevalentemente creative ed espressive di sé, e i loro Sé creativi sono sostenuti dall’approvazione. Altri

sono prevalentemente sorretti dal sentirsi sostenuti dagli ideali. Vi sono infine molte altre persone che trovano un sostegno al proprio Sé soprattutto nel sentirsi circondate da alcuni alter ego. Si sentono forti e coesivi in quanto membri di un gruppo di persone vissute sostanzialmente come simili.

L’analisi del transfert____________________________________________________________________ ___

Kohut si concentra sull’analisi del transfert, che descrive con le tre configurazioni delle esperienze di oggetto-sé e che permette l’esplorazione delle strutture psicologiche deficitarie: in questo modo l’analista può comprendere i bisogni del paziente e facilitare la maturazione del Sé a partire dal momento in cui lo sviluppo è stato bloccato. Le manifestazioni psicopatologiche differiscono in funzione del periodo in cui sono insorte le difficoltà. Le relazioni fallimentari con gli oggetti sé arcaici determinano la manifestazione di 3 costellazioni transferali, che esprimono i bisogni narcisistici del paziente e i suoi tentativi di ristabilire il senso di coesione e vitalità venuto meno durante lo sviluppo, attraverso l’uso dell’analista come oggetto sé: •Il transfert idealizzante permette l’esperienza dell’oggetto-sé come imago parentale idealizzata •il transfert di rispecchiamento permette l’esperienza dell’oggetto-sé grandioso •Il transfert gemellare permette l’esperienza dell’oggetto-sé alter-egoico. L’analisi dei singoli transfert fornisce informazioni su quale esperienza è mancata al Sé nucleare. La specificità dei diversi tipi di transfert indica la riattivazione nella relazione con l’analista delle specifiche relazioni con gli oggetti-sé arcaici: dunque l’obiettivo del processo terapeutico diventa la facilitazione di un processo spontaneo di internalizzazione delle funzioni svolte dall’analista.

La comprensione dei transfert narcisistici da parte dell’analista implica un atteggiamento empatico. Empatia= «sesto senso» rivolto alla conoscenza del mondo interno, abilità di percepire i vissuti emotivi e gli stati mentali di un altro. Nel lavoro analitico permette di svolgere un’introspezione vicariante, svolgendo per il paziente quella funzione introspettiva di cui egli è incapace. Il modello di Gallese: empatia e neuroni specchio L’empatia implica sperimentare ciò che prova l’altro e attribuire l’esperienza all’altro (e non a sé stessi). Ipotesi della simulazione incarnata: assistiamo a una azione, emozione o sensazione dell’altro, e si creano delle rappresentazioni interne, delle simulazioni degli stati corporei associati a quelle stesse azioni, emozioni e sensazioni, “come se” si stesse compiendo un’azione simile o provando una simile emozione o sensazione. Avviene una riproduzione automatica, non consapevole e pre-riflessiva, degli stati mentali dell’altro, grazie ai sistemi di neuroni specchio: attraverso uno stato funzionale condiviso ( Bion: sistema protomentale) da due corpi che ubbidiscono alle stesse r...


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