Anali Poetica Cecco Angiolieri PDF

Title Anali Poetica Cecco Angiolieri
Author stefania terranova
Course Letteratura Italiana
Institution Università telematica e-Campus
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Summary

CECCO ANGIOLIERI...


Description

ANALI POETICA CECCO ANGIOLIERI COMPRENSIONE: 1) Sintetizza brevemente il contenuto della poesia. ANALISI: 2) “S’io fosse” viene ripetuto tante volte nel componimento. Come si chiama questa figura retorica? 3) Potrebbe Cecco essere o fare ciò di cui parla nei suoi versi? Quale figura retorica viene, quindi, utilizzata? 4) Cecco nella sua poesia passa dalla prima quartina a voler essere Dio, nella seconda a voler essere il Papa o l’Imperatore, nella prima terzina ai suoi genitori e nella seconda terzina a se stesso. Come definiamo questa figura retorica? 5) In quali versi si capisce chi è Cecco? Qual è la sua “filosofia” di vita? APPROFONDIMENTO: - Confronta il sonetto di Cecco Angiolieri con quello di Dante, Guido i’ vorrei che tu Lapo ed io e rispondi alle domande. 6) Che cosa desidera Dante per sè e i suoi amici? 7) Che cosa Cecco desidera per sé e per le persone che lo circondano? 8) Quale elemento accomuna i due componimenti sul piano formale (ossia uso dei modi verbali, figure retoriche, ecc…)? SCRITTURA CREATIVA 9) Prova a scrivere tu una lista del “S’io fosse…”: puoi utilizzare il verso o la prosa.

SVOLGIMENTO:

1) “S’i fosse foco” è il testo più famoso di Cecco Angiolieri, in cui l'autore sfoga il suo malanimo contro il mondo augurandosi di poter

seminare distruzione e coinvolgendo nella sua "furia" anche i genitori, colpevoli di non dargli abbastanza denaro per i suoi stravizi,oltre a Dio, al Papa e all’Imperatore. Inoltre è una poesia comico-parodia. 2) “S’io fosse” viene ripetuto tante volte nel componimento, questa figura retorica si chiama anafora e consiste nella ripetizione di una o più parole ad inizio dei versi. 3) Cecco non potrebbe mai realizzare tutto quello che dice nella poesia perché si paragona al fuoco, all’acqua, al vento, a Dio, al Papa, all’Imperatore, alla morte e alla vita quindi a tutte cose o persone che non può diventare e inoltre anche la maggior parte delle azioni che compirebbe, se solo potesse diventare una delle cose o persona precedentemente citate, sono inverosimili. Nell’ultima strofa nonostante si paragoni a sé stesso non è certo comunque che tutte le donne giovani e belle vorrebbero stare con lui. La figura retorica che ricorre in queste strofe è l’iperbole, cioè l’esagerazione della descrizione della realtà. 4) Questa figura retorica viene chiamata anticlimax o climax discendente e consiste nella disposizione di una serie di concetti o di vocaboli in ordine decrescente di forza e di intensità. 5) Si capisce chi è veramente Checco nell’ultima strofa ( vv 12-13-14), dalla quale si capisce che la sua filosofia è quella di godersi la vita e l’amore. 6) Dante per sé e i suoi amici, Guido Cavalcanti e Lapo Gianni, desidera poter fare un viaggio tutti insieme per passare del tempo felicemente e desidera anche che si uniscano ad essi le tre rispettive donne. 7) Cecco desidera per chi gli sta intorno distruzione e morte, mentre per lui tante donne belle e giovani. 8) Sul piano formale le due poesie sono entrambe sonetti e sono accomunate dal tempo verbale ossia il congiuntivo imperfetto e dall’uso di alcune figure retoriche ovvero anafora, metafora e antitesi.

SCRITTURA CREATIVA 9) Se io fossi il mare Con le mie onde increspate Ti avvolgerei come in Un abbraccio eterno Se io fossi una stella Illuminerei il tuo viso E ti porterei in alto Con me Se io fossi il sole irradierei Il tuo viso con i miei raggi e infonderei calore alla tua pelle se io fossi me stesso, Antonino così come sono ti professerei amore eterno...


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