Pirandello - poetica e opere PDF

Title Pirandello - poetica e opere
Author andrea delci
Course Letteratura italiana
Institution Sapienza - Università di Roma
Pages 5
File Size 142.1 KB
File Type PDF
Total Downloads 43
Total Views 149

Summary

Riassunto esaustivo della poetica di Pirandello e descrizione di alcune opere: I giganti della Montagna, L'amica delle mogli, L'innesto, Non si sa come, Sogno ma forse no...


Description

PIRANDELLO - SCHEMA

BIOGRAFIA: Nasce ad Agrigento nel 1867 in una famiglia di agiata condizione borghese. (Formazione di studi tra Sicilia-Roma-Germania) L’ambiente culturale siciliano contribuisce a determinare la sua fisionomia psicologica, ma anche quella sociale e politica. Padre garibaldino, madre patriota antiborbonici, è stato educato al patriottismo e al culto dei valori risorgimentali. Rapporto conflittuale col padre (autoritario) e rifiuto della figura paterna e rifiuto di certi aspetti correlabili alla figura paterna (senso degli affari, autorità, disinvoltura e pragmaticità) – spingono Pirandello a dedicarsi alla Letteratura. Nel 1894 si sposa (Maria Antonietta Portulano) per imposizione familiare, nel 1903 (allagamento miniera di zolfo del padre in cui si era investito il patrimonio) affronta un dissesto economico familiare. CAOS FAMILIARE Difficoltà economica e famiglia da sostentare (3 figli), la moglie ebbe una crisi che la portò lentamente alla follia (patologica gelosia= la moglie è convinta che Pirandello la stia tradendo). Accusa della moglie di INCESTO. Tentativo di suicidio della figlia. 16 anni dopo Pirandello è costretto ad internare la moglie in un manicomio. FORMAZIONE CULTURALE/IDEOLOGICA: Relativismo, vitalismo, pessimismo  Concezione vitalistica (Bergson)  Eterno fluire vitale  Uomo come parte integrande del flusso vitale  Il flusso vitale si cristallizza in piccole parti -> forme individuali  Sviluppo e interpretazione soggettiva determinano un Io molteplice  Frantumazione dell’Io come prodotto di un’estrema soggettività collettiva  Società= soggettività molteplice -> (che determina) maschere sociali  Società= ruoli sociali fittizzi = “grande beffa”  L’esito della frantumazione dell’identità è l’ASSENZA DI IDENTITA’  L’incosistenza del Se è parte integrante di un nulla universale: ASSENZA DI FINE E SCOPO DEL TUTTO -> la Realtà si percepisce come vuota, senza scopo, nulla (La vita scorre senza uno scopo)  L’Io vive morto: ci illudiamo e irrigidiamo in una struttura apparente (socialmente accetabile) moltiplicando la nostra idendità e proporzionalmente il vuoto e la pena.  SOLO L’OPERA D’ARTE HA UN FINE, SCOPO, IDENTITA’ ed è l’unica realtà per cui vale la pena vivere

IDEOLOGIA DELLA LIBERTA’ ESTETICA  Si configura nella libertà del personaggio-uomo attore:  Azione parlata contro opera scritta: Attore libero e indeterminato (6 Personaggi in cerca di autore)  CONTESTO SOCIO-POLITICO: libertà espressiva contro Regime Illiberale fascista - paradosso: Pirandello fascista che non scrive da fascista

PIRANDELLO APOLITICO O IMPOLITICO I motivi della sua adesione al fascismo sono spiegati bene dalla Fichera: figlio di un garibaldino, nel fascismo vedeva il compimento del risorgimento; l’opposizione al sistema sociale dell’epoca giolittiana; il rifiuto dei miti liberali dell’individualismo e dell’eguaglianza; la speranza che il fascismo avrebbe prodotto un ordine capace di fermare gli odi e i conflitti del socialismo.

PENSIERO PRODUTTIVO PIRANDELLIANO Il pensiero coincide con il fatto, o meglio, il pensiero (atto di pensare ad un azione) può produrre un evento indipendentemente dal soggetto pensante. Nello specifico: il pensiero del passato, futuro o assolutamente presente può diventare incontenibile (eruttivo) esplodendo (ENRICO IV-Non si sa come), divenendo da pensiero-intenzione a serie fattuale, assumendo anche circolarità (circuito): dal pensiero all’azione e viceversa.

SCHEMI-SINTASSI DI OPERE: ENRICO IV: 1921 Dramma che segue la struttura tipica della tragedia: 3 unità aristoteliche (spazio tempo e azione) sono rispettate Trama: Enrico IV, Belcredi, Matilde Elementi: Messaggio: inadeguatezza alla realtà, crisi di idendità, non presenza

*Ambientazione: sfilata a cavallo in maschera, un uomo che impersona Enrico IV (verrà chiamato abilmente sempre così) cade e batte la testa  diviene pazzo, crede di essere l’imperatore. La sua caduta è stata volutamente pianificata da Belcredi (Rivale in amore per Matilde) Dopo 12 anni Enrico guarisce e comprende che Belcredi lo ha fatto cadere intenzionalmente per rubargli l'amore di Matilde. Decide così di fingersi ancora pazzo, di immedesimarsi nella sua maschera per non voler vedere la realtà dolorosa Incontro con lo psichiatra 20 anni dopo e ricostruzione della scena della caduta dal cavallo ma con la figlia matilde: Matilde, Belcredi, Frida (la figlia di Matilde), Di Nolli e uno psichiatra vanno a trovare Enrico IV. Lo psichiatra è molto interessato al caso della pazzia di Enrico IV, che continua, a loro insaputa, la sua finzione, e dice che per farlo guarire si potrebbe provare a ricostruire la stessa scena di 20 anni prima e ripetere la caduta da cavallo. Esito dell’esperimento: Enrico Iv prova ad abbracciare la figlia di Matilde, Belcredi non vuole l’abbraccio e si oppone  è l’impulso di Ernico IV :Uccisione di Belcredi Enrico IV sguaina così la spada e uccide Belcredi. Per sfuggire definitivamente alla realtà (e alle conseguenze del suo gesto), decide di fingersi pazzo per sempre. N.B. l’uccisione avviene non per gelosia ma per segnare un netto distacco col passato.

INNESTO: Commedia (umoristico-grottesco) in 3 atti, scritto nel 1917- scena 1919 al Teatro Manzoni Milano. Trama: Laura Banti e Giorgio, Stupro, metafora innesto pianta, amore come superamento degli ostacoli, parodia sacra che struttura la piece Elementi: trattazione esclusiva della tematica dello stupro, paternità (maternità) fittizia tema ricorrente pirandelliano, tranquillità interrotta da elemento drammatico (stupro), problemi di vita coniugale, Laura Banti, recatasi a dipingere in un parco di Roma, a Villa Giulia,[1] vicino alla sua dimora, ha subìto un brutale stupro e, lei che in sette anni di matrimonio non ha avuto figli, ora è rimasta incinta dalla violenza sessuale. Laura, superato sia pure parzialmente il dramma subìto, aumenta le cure e le attenzioni amorose per il marito quasi per coinvolgerlo nel dare un nuovo senso all'accaduto, quasi per rivestire di bene quell'atto malvagio da cui pure nascerà qualcosa di bello: una nuova vita. Ma Giorgio non riesce a non sentire un sentimento di ripugnanza e disgusto verso quel nascituro per lui simbolo dell'oltraggio alla sua paternità, e non capisce l'intenzione della moglie di voler dare con la forza del loro amore un valore positivo all'accaduto. Il marito quindi, decide che Laura debba abortire e chiama il dottor Romeri perché intervenga. DIALOGO DOTTORE-MADRE FRANCESCA: Il dottore mentre attende di essere introdotto nella camera di Laura ha un colloquio con la madre di lei, la signora Francesca, che domanda al dottore se egli condivide l'intento di Giorgio di fare abortire la moglie. Il dottore racconta allora un episodio di quand'era medico militare:[2] «Un soldato... in un accesso di furore, sparò contro un suo superiore; poi rivolse l'arma contre se stesso per uccidersi...[ma] rimase [solo] ferito mortalmente...Di fronte a un caso come questo, nessuno pensa al medico a cui è fatto obbligo di curare, di salvare...come se il medico non avesse una coscienza per giudicare... il medico ha il dovere di salvare contro la volontà patente...di quell'uomo [di uccidersi]. E poi quando io gli ho restituito la vita?...per farlo uccidere a freddo, da chi ha imposto a me un dovere che diventa infame, negandomi ogni diritto

di coscienza sull'opera mia stessa!» Il medico vuole se Laura acconsente. Ma Laura non rinuncerà mai ad essere madre, a soffocare il suo amore istintivo e naturale al punto che preferirà abbandonare il marito. Solo a questo punto Giorgio capirà ciò che sta perdendo: quell'amore di cui finora ha goduto soltanto lui ora quasi si riverbera raddoppiandosi sul figlio che deve nascere e che proprio questo amore profondo glielo farà alla fine sentire come suo. Ciò che ha subìto sua moglie è stato come un innesto che ferisce la pianta ma le fa dare nuovi e migliori frutti. Messaggio: parodia sacra che struttura la piece, ricondicibile al fatto di voler “inverare” sulla scena la vicenda evangelica N.B. : trasposizione pariodica della sacra famiglia  trasposizione (metaforica) brutalmente (grottesca) botanica e (traduzione moderna) modernamente urbana (hip hop opera) della purissima vicenda evangelica

I GIGANTI DELLA MONTAGNA: 1930-33 (Teatro miti-surreale) Trama: compagnia di attori di Contessa Ilse, opera La favola del figlio cambiato da inscenare, villa Scalogna, mago Cotrone e gli scalognati, i Giganti della montagna Elementi: suggestione magica, scena di metateatro (teatro nel teatro) Messaggio: rappresentazione della sconfitta dell’arte causato dalla passività delle masse rispetto al Sublime dell’arte, l’arte sfida il mondo moderno ma rimane vittima delle masse e del materialismo  L’infinito e il sogno artistico è così calpestato e vanificato Dramma incompiuto con FINALE STORIA APERTO  TEATRO POLISEMICO (teatro che compie diverse azioni: azione scenica, azione di sollecitazione alla partecipazione del pubblico, azione di fornire risposte ideologiche e culturali, riflessione) Una compagnia di attori girovaghi, guidata dalla contessa Ilse, decisa a recitare “La favola del figlio cambiato” (opera dello stesso Pirandello), non trova spazio nei comuni teatri e giunge a una villa abbandonata. In realtà si celano strani e misteriosi abitanti, il mago Cotrone e gli Scalognat, che cercano di allontanarli con tuoni, fulmini, fantasmi. Ma gli irriducibili commedianti non si lasciano intimorire, Cotrone cerca di convincere la contessa a recitare il suo dramma per gli ospiti della villa. Ilse non accetta l’offerta; “allora Cotrone le propone di recitare la sua favola ai Giganti della montagna, potenti signori occupati nella realizzazione di grandi opere, che potrebbero inserirla in un contesto di festeggiamenti per un loro importante matrimonio”. L’originale pirandelliano si conclude con l’arrivo dei Giganti e con la famosa espressione di Diamante, la seconda donna della compagnia del teatranti: “Ho paura…”. Pirandello affida al figlio Stefano l’epilogo del dramma: Ilse, rifiutata dai Giganti, è costretta a recitare per i loro servi, esseri barbari e rozzi che sbranano lei e i suoi attori. Ilse, pur consapevole del pericolo di portare un’opera così ricca di sensibilità verso chi è avvolto dalla volgarità, accetta. Il popolo, non certo abituato a questo tipo di spettacolo, apostrofa rozzamente Ilse e gli attori e alla fine li uccide; e nell’epilogo, attraverso l’uccisione di Ilse, si consuma la tragedia della morte dell’arte nella società moderna.

SOGNO MA FORSE NO: Atto unico 1928 – Teatro surreale metafisico Trama: * donna, amante, ex amante, (tipo sogno premonitore) Elementi: tema coppia, problematiche interne, subconscio, sogno come dominio della realtà-verità Messaggio: convenzioni sociali come oppressione della libertà individuale *Una giovane ed affascinante stanca del suo amante si sente nuovamente attratta da un suo ex (prec. Inamorato) il quale era partito verso luoghi esotici, adesso l’ex è tornato ricchissimo (benestante). Nel sogno, (incubo), la giovane vede se stessa strozzata dall'amante ingelosito (l’attuale amante la strozza e le lascia il segno-livido sul collo – come se fosse una collana), ben diversa da quella che la donna aveva ammirato e desiderato nella vetrina di un gioielliere. La donna si sveglia (capisce che è un incubo) sospirando dal sollievo di essere uscita dall'incubo, quando la cameriera le porta una scatola che (mandata dal ricchissimo ex amante), contiene proprio la collana da lei tanto desiderata. Viene a visitarla l'amante geloso che le racconta di essere contrariato perché avrebbe voluto farle una sorpresa regalandole la collana di perle ma che il gioielliere l'aveva già venduta a qualcuno... La giovane fa finta di nulla e avvia un dialogo che sembra inizi a ripercorrere lo stesso tragitto del sogno (ma forse no). N.B. RESA SCENICA DEL DETTAGLIO E SUGGESTIONE: In questa commedia Pirandello è più pittore che scrittore e la critica teatrale ha riconosciuto nella scenografia del Sogno dei veri e propri tratti espressionistici.[1] Sono testi (con Giganti della Montagna) plasmati nell’illusione, in cui il freddo razionalismo pirandelliano si smarrisce di fronte al mistero dell’inconscio e del sogno

L’AMICA DELLE MOGLI Commedia: Teatro Argentina Roma 1926 Trama: tutti sono innamorati di Marta “l’amica delle mogli”, Marta è consigliera di Anna ed Elena (Francesco e Fausto mariti). Elena muore (grave malattia)  Fausto è libero di sposare Marta ma se la contende con Francesco. Francesco lo uccide per gelosia, ma vuole insabbiare l’omicidio con suicidio per la perdita della sua Elena. Elementi: gelosia, menzogna, desideri repressi, realtà insoddisfacente, precipitazione degli eventi nel dramma Messaggio: esplicitazione della società borghese, dell’uomo che interpreta una maschera, dell’insoddisfaizone della maschera, della volontà di liberarsi dalla maschera Marta è l'amica delle mogli a cui fornisce preziosi consigli e suggerimenti: per il cerchio delle sue amiche è un modello da imitare. Eppure lei, non è stata altrettanto capace di aiutare se stessa. Essa crede sinceramente che il suo sia un comportamento altruistico e non si rende conto che così sottilmente soddisfa invece la sua volontà di predominare e influenzare la vita degli altri. Senza volerlo Marta si troverà al centro di avvenimenti drammatici determinati dal sentimento «di una gelosia pazzesca e furibonda». Francesco Venzi, marito di Anna, si è innamorato di Marta e così anche Fausto, suo amico e marito di Elena, mostra gli stessi segni della sua passione per l'amica delle mogli. Il destino sembra favorire Fausto perché sua moglie Elena muore per una grave malattia lasciandolo così libero di sposare Marta. Francesco, preda di un'insana gelosia, allora l'uccide facendo passare l'omicidio per un suicidio determinato dal dolore per la morte della moglie. Così alla fine Marta, che ha intuito l'assassinio compiuto da Francesco, di cui lei stessa è stata l'involontaria causa, si allontanerà isolandosi da tutti.

NON SI SA COME Dramma in 3 atti - 1934 Trama: Tradimento amoroso Romeo Daddi tradisce la moglie (di cui è innamoratissimo) con l’amica Ginevra (moglie del suo bbf amico) Distruzione di tre principi: Volontà, fedeltà della moglie, fedeltà in amicizia. Elementi: Istinto non razionale, Scissione dell’Io, distruzione delle convenzioni Messaggio: polemica contro la società convenzionale, contro ipocrisia convenzionale...


Similar Free PDFs