Gabriele d\'annunzio poetica, pensiero e opere PDF

Title Gabriele d\'annunzio poetica, pensiero e opere
Course Letteratura Italiana
Institution Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
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appunti su Gabriele D'Annunzio, poetica, opere e pensiero...


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GABRIELE D’ANNUNZIO Narrativa decadente: si ispira all’estetismo inglese! Vita è rappresentativa della sua opera, uno dei principi dell’estetismo: vivere la vita come se fosse un’opera d’arte! Disprezza la mediocrità borghese e le masse questo per la concezione estetista nella quale credeva fortemente——le sue opere erano comunque rivolte alla borghesia ! Pescara 1863 da una famiglia borghese (post unità d’italia)! Padre, da cui eredita il temperamento irrequieto, lo manda a studiare in un prestigioso collegio aristocratico a prato! Da giovanissimo esordisce nel mondo letterario pubblicando un libretto di raccolta di poesie “Primo vere”, prima di pubblicare il libro, a 16 anni, si inventa la sua morte al fine di farsi pubblicità, proprio così ottenne attenzione da parte di letterati di fama.! Studia presso l’università di Roma che poi abbandonerà preferendo dedicarsi alla vita mondana e al giornalismo—— nella Roma di quell’epoca si crea la figura esteta di d’Annunzio! Si dedica anche al giornalismo scrivendo articoli di cronaca mondana, di letteratura, arte e costume, scrisse per giornali importanti come “Il Mattino” di Napoli, dove si trasferì per sfuggire ai creditori.! Acquistò subito notorietà in campo letterario grazie alla sua copiosa produzione di versi e di opere narrative che talvolta suscitavano scandalo per i contenuti erotici, ma anche attraverso una vita altrettanto scandalosa fatta di continue avventure galanti, lusso e duelli. Sono proprio questi gli anni in cui D'Annunzio si crea la maschera dell'esteta che rifiutava inorridito la mediocrità borghese rifugiandosi in un mondo di pura arte.! Gli anni 90 rappresentarono una svolta per D'Annunzio che in questa fase estetizzante attraverso una crisi che si riflette anche nella tematica della produzione letteraria, introdusse nuove soluzioni come quella del superuomo, che diventò il nuovo mito.! Per uomo si ispirava alle teorie del filosofo tedesco Nietzsche che era un mito che era incarnava l'energia erotica e attivista, ma comunque restava in un vagheggiamento fantastico. In realtà lo scrittore puntava a creare l'immagine di una vita eccezionale sottratta alle norme del vivere comune. (“Il vivere inimitabile”)! A creargli intorno un alone di mito contribuivano anche i suoi amori specie quello con l'attrice Eleonora Duse. ! In questo disprezzo per la vita comune in realtà era sempre presente la ricerca di una vita d'eccezione infatti D'Annunzio era strettamente legato alle esigenze del sistema economico del suo tempo e voleva mettersi in primo piano nell'attenzione pubblica al fine di vendere meglio la sua immagine e la sua produzione letteraria; gli editori pagavano somme favolose il denaro non era mai sufficiente per la vita lussuosa che conduceva.! Il suo atteggiamento risultava però paradossare perché: il culto della bellezza e del vivere inimitabile e superomistico risultavano essere finalizzati soltanto al denaro e alle esigenze di mercato. ! Proprio lo scrittore più ostile al mondo borghese in realtà era il più legato alle sue leggi e anche se disprezzava fortemente la massa era costretto a sollecitarla e lusingarla perché era proprio la borghesia che costituiva i suoi lettori—— contraddizione che d’Annunzio non riuscì mai a superare.! D'Annunzio non si accontentava l'eccezionalità di un vivere puramente estetico e in obbedienza alla nuova immagine mitica che voleva creare di se approdò anche all'attivismo politico——infatti tentò l'avventura parlamentare prima come deputato dell'estrema destra, coerentemente alle idee che esprimeva nei suoi libri di disprezzo per i principi democratici ed egualitari, sognava una restaurazione della grandezza di Roma,

una missione imperiale dell'Italia e il dominio di una nuova aristocrazia al fine di ripristinare la bellezza contaminata dalla borghesia. In seguito passo allo schieramento di sinistra.! D'Annunzio si affaccia al teatro cercando uno strumento più diretto e che potesse raggiungere un pubblico più vasto, infatti nel 1898 venne rappresentato “Città Morta” proprio in questo momento d’oro, quando nel primo decennio del 900 il dannunzianesimo si stava diffondendo, a causa dei creditori D'Annunzio fu costretto a fuggire dall'Italia e rifugiarsi in Francia.! In questo suo periodo di esilio sia adatto all'ambiente letterario scrivendo addirittura opere teatrali in francese ma senza comunque interrompere i legami con la patria italiana.! Azioni di dimostrarsi un vero e proprio eroe gli fu ferito dalla prima guerra mondiale infatti allo scoppio del conflitto D'Annunzio tornò in Italia ed iniziò un'intensa campagna interventista che ebbe un peso notevole nello spingere l'Italia in guerra, si arruolò volontariamente e attirò l'attenzione su di sé con imprese clamorose.”Beffa di Buccari” e “il volo su Vienna”.! In guerra D'Annunzio si fece interprete dei rancori per la vittoria mutilata capeggiando una marcia di volontari su Fiume (impresa di Fiume), spero anche di proporsi come duce di una rivoluzione reazionaria che riportasse ordine nel caos sociale del dopoguerra ma fu scalzato da Benito Mussolini. Il fascismo prodotto in Italia lo esaltò come padre della patria ma lo confino in una villa di Gardone conosciuto come il “Vittoriale degli italiani”.! L'intenzione di D'Annunzio era quella di trattenersi nel Vittoriale per pochi anni, ma alla fine vi trascorse molto tempo e fu proprio questo il luogo della sua morte nel 1938.! D'Annunzio influenzò profondamente l'Italia con la sua produzione abbondante, influenzò anche la politica elaborando atteggiamenti ideologie e persino slogan che furono fatti propri dal fascismo; diede anche vita al fenomeno del dannunzianesimo che segnò intere generazioni borghesi, ispirò anche le forme della nascente cultura di massa e infine influenzò anche il cinema!

L’ESTETISMO E LA SUA CRISI D'Annunzio quando esordisce si appoggia particolarmente a due scrittori italiani ovvero Carducci e Verga. Le prime due raccolte liriche “Primo Vere” e “Canto Novo” si rifanno al Carducci delle “Odi Barbare” invece la prima opera narrativa chiamata “Terra Vergine” guarda al Verga di “Vita dei campi.”! Terra vergine pubblicata nel 1882 è il corrispettivo in prosa di canto nuovo, D'Annunzio si ispira a Verga presentando figure e paesaggi della sua terra, ma nel libro non ci sono riferimenti all'indagini altresì condotte da Verga sui meccanismi della lotta per la vita nelle basse sfere e soprattutto è nulla l’impersonalità verghiana. Il mondo di terra vergine è sostanzialmente idillico privo di problemi, la natura è d’estratta come rigogliosa e sensuale, sono presenti passioni primordiali sottoforma di un erotismo vorace ma anche di una violenza sanguinaria. Per quanto riguarda le tecniche narrative questo compiacimento per per la violenza e le barbarie si esprime in una continua intromissione della soggettività del narratore, totalmente opposta all'eclissi del narratore che avevamo visto nel verismo. Novelle della Pescara pubblicato nel 1902 rivelano langue l'ambiguo compiacimento per un mondo magico superstizioso e sanguinario quindi se esteriormente le novelle di D'Annunzio richiamano al regionalismo veristico in realtà la sostanza è del tutto estraneo alla visione positivistica del verismo e ai suoi interessi sociali ma si collega alla matrice irrazionalistica del decadentismo.!

Della stessa matrice è evidente nella copiosa produzione in versi degli anni 80 che rivela l'influenza profonda dei poeti decadenti francesi ed inglesi. Queste opere poetiche sono il frutto della fase dell'estetismo dannunziano, che si esprime nella formula "il verso è tutto". L'arte è il valore supremo in base ad essa devono essere subordinati tutti gli altri valori. La vita si sottrae alle leggi del bene e del male e si sottopone solo alla legge del bello trasformandosi in opera d'arte. Sull'ambito sul piano letterario tutto ciò dà origine ad un vero e proprio culto religioso dell'arte e della bellezza e ad una ricerca di eleganze estenuate da artifici formali.! Questo personaggio dell'esteta che si isola in un mondo fatto di pura arte e bellezza è una risposta ideologica ai processi sociali in atto nell'Italia post unitaria che tendevano a declassare e ad emarginare l'artista togliendogli quella posizione privilegiata di cui avevano goduto. D'Annunzio proveniente dal ceto medio della provincia, non si rassegna ad essere schiacciato da questi processi aspirando al successo e alla fama volendo condurre la vita di lusso aristocratico dei ceti privilegiati. Il personaggio dell'esteta è una forma di risarcimento immaginario da una condizione reale di degradazione dell'artista che vuole vivere il personaggio letterario anche nella realtà. ! Proprio per questo si preoccupa di produrre libri di successo e di utilizzare la pubblicità sfruttando i meccanismi della produzione capitalistica che proponeva un'immagine nuova di intellettuale intellettuale al di fuori della società borghese.!

“IL PIACERE” Quando d’Annunzio scrive il suo primo romanzo stava attraversando un periodo di crisi, si rende conto della reale debolezza della figura dell’esteta che non ha la forza di opporsi alla borghesia, ma anche all’industrialismo, al capitalismo monopolistico, all'imperialismo aggressivo ,colonialista e militarista. ! Così l’estetismo entra in crisi e come conseguenza della fragilità dell’esteta, il culto della bellezza di trasforma in menzogna.! Ne Il piacere, primo romanzo di d’Annunzio, troviamo tutte l’esperienza mondana e letteraria vissuta da lui fino a qual momento.! Il protagonista è Andrea Sperelli e reincarna d’Annunzio stesso.! Crisi e insoddisfazione di D’Annunzio ! Andrea è un giovane aristocratico, proveniente da una famiglia di artisti ! È un uomo dalla volontà debole e il principio dell’estetismo “fare della propria vita un opera d’arte” diventerà per lui una forza distruttrice che lo priverà di ogni energia morale e creativa fino a svuotarlo.! È diviso tra due donne totalmente opposte, Elene Muti che rappresenta la donna fatale e reincarna l’erotismo lussuoso e Maria Ferris che al contrario rappresenta la donna pura e anche un’occasione di riscatto.! In realtà Maria, la donna angelo, è solo oggetto di un gioco erotico che punta sostituire la figura di Elena , Andrea finisce per tradire la fiducia di Maria restando definitivamente vuoto. ! D’annunzio ha un atteggiamento critico, infatti la voce narrante pronuncia duri giudizi proprio nei suoi confronti. È anche presente una forte ambiguità perché il protagonista del libro esercita un sottile fascino sullo scrittore e, pur segnando un punto di crisi e di consapevolezza “il piacere” non rappresenta il definitivo distacco della figura dell’esteta anche se cerca di distaccarsene.! Sul romanzo viene esercitato ancora il fascino del realismo ottocentesco e del verismo.!

UN RITRATTO ALLO SPECCHIO: ANDREA SPERELLI ED ELENA MUTI (pag. 431)! Discorso indiretto libero: lo troviamo nelle prime righe del testo (riga 18: così…Andrea giudicava la donna un tempo adorata)! Il narratore ritiene spietata la descrizione che Andrea fa di Elena: non lascia libero spazio alla narrazione del protagonista, ma fa emergere l’atteggiamento critico dell’autore nei confronti del suo eroe ! Ambiguità: se da un lato vediamo l’amore poco consistente (gioco), dall’altro vediamo l’impossibilita di distaccarsi, da parte di entrambi , da questo “amore”! L’attrazione è puramente sensuale (moto dell’anima fittizio e fuggevole), Elena e Andrea è come se volessero ignorare che il loro non era un vero sentimento d’amore, bensì un sentimento solamente superficiale———— Andrea mette in luce la menzogna prendendo consapevolezza ! UNA FANTASIA “IN BIANCO MAGGIORE” “In bianco maggiore”: sinestesia + analogia del biancore della neve sotto il plenilunio! Messo in luce la menzogna dell’estetismo: ma il narratore non è più in contrasto con il pensiero di Andrea, anzi da’ credito alle sue menzogne legittimandole in quanto poesia ! Si viene a creare quindi una sorta di sintonia tra narratore e personaggio e che risulta quasi come un collegamento tra i pensieri dei due in quanto ricorrono alle stesse immagini e allo stesso linguaggio, emerge così l'ambiguità di D'Annunzio nei confronti del suo eroe.! I simboli sono molto importanti infatti c'è un trasfigurazione di oggetti ed eventi in simboli. Notiamo il contrasto dei colori come ad esempio il rosso porpora e il bianco dell'ermellino che corrispondono alla passionalità carnale e alla purezza.! Anche i nomi delle due donne sono evidentemente simbolici Maria il nome della donna angelica allude alla Vergine Maria, Elena invece richiama l'Elena di Troia la donna fatale.! C'è anche un simbolismo nei confronti dei bruni capelli di Maria in opposizione al biancore dominante. D'Annunzio inoltre per mezzo del suo gusto estetizzante accosta le fantasie erotiche ai termini religiosi e sacrali, sono presenti infatti formule liturgiche come “amen” e “ave”.! Il componimento notiamo anche le distanze che D'Annunzio prende dal verismo infatti si riesce a cogliere appieno la novità narrativa dannunziana rispetto al romanzo realista e verista, intrecci di faggi di fatti oggettivi vengono sostituiti con l'interiorità del personaggio infatti si svolge quasi tutto all'interno della psiche, e poi c'è una trama prevalentemente simbolica e non più fatta di concretezza materiale.!

FANCIULLINO VS SUPERUOMO Il fanciullino pascoliano e il superuomo dannunziano sono due miti che pur nascendo negli stessi anni appaiono antitetici. In realtà essi hanno le radici nello stesso terreno sono infatti risposte diverse agli stessi problemi e agli stessi traumi.! Nascono in un periodo storico ricco di trasformazioni sociali ed economiche che ebbero effetti sconvolgenti sulla coscienza collettiva. La civiltà industriale assume proporzioni sempre più grandi e ritmi produttivi sempre più frenetici, la concentrazione monopolistica tende a cancellare l'iniziativa del singolo l’individuo, c'è una grande complessità della vita economico-finanziaria e della burocrazia delle metropoli e tutto ciò porta a ridurre l’importanza sociale dell’individuo. Questi processi incisero in modo importante soprattutto sulle masse dei ceti medi che si ritrovarono schiacciate dalle grandi forze anonime, anche se da un lato il ceto medio viene declassato a condizioni squallide dell'altro genera un nuovo ceto medio totalmente massificato; di conseguenza l'individuo entra in crisi.! Anche gli intellettuali che la maggior parte delle volte facevano parte del ceto medio vengono declassati. Lo scrittore e l'artista vengono privati del peso sociale e del prestigio di cui godevano in passato e sono costretti a competere sul mercato per "vendere" i prodotti della loro arte. Da questa condizione sociale scaturisce uno stato d'animo diffuso che si rispecchia proprio nella cultura di questa realtà, un senso di smarrimento angoscioso di fronte alla complessità della realtà moderna che appare ostile, minaccioso, soffocante e incomprensibile.! Proprio per questo il fanciullino e il superuomo sono due risposte elaborati da due intellettuali provenienti da ceti medi provinciali a questi processi.! Il mito del fanciullino ! Pascoli creando il mito dell'infanzia propone l'idea di un eden innocente che si sottragga a alla società contemporanea ricca di violenze e conflitti.è un mito consolatorio di evasione, che esprime un rifiuto della società e della storia, il bisogno disperato di regredire in una condizione fuori dal tempo. ! C'è un collegamento tra il mito dell'infanzia e quello del nido familiare volti a preservare la condizione edenica dell'infanzia impedendo all'uomo di venire a contatto con il traumatico mondo esterno proprio per proteggerlo creando un clima di illusoria pace e serenità. Questi due miti si collocano sullo sfondo idillico della campagna, in contrapposizione alla vita cittadina delle metropoli moderne, contribuendo a creare ancora di più un rapporto innocente e fraterno con la natura.! Il mito del superuomo Annunzio reagisce in modo contrario a questo scontro traumatico con la modernità, non fuggendo come va fatto Pascoli, ma bensì andando in avanti vale a dire che decide di celebrare proprio ciò che fa paura. Da un lato in pascoli, a compensare l'impotenza e la sconfitta, si ha il ripiegamento dentro un guscio protettivo fatto di piccole cose e di affetti; dall'altro in D'Annunzio, sia il rovesciamento immaginario dell'impotenza in onnipotenza. D'Annunzio attraverso atteggiamenti attivistici e aggressivi, attraverso l'esaltazione della lotta e del dominio imperiale, l'affermazione dell'io oltre ogni limite e di una sensibilità eccezionale crea il mito del superuomo.! Ma alla base di questi atteggiamenti si possono comunque trovare le stesse angosce gli stessi traumi e lo stesso senso di potenza e di sconfitta, tutti questi atteggiamenti li possiamo vedere costantemente nell'opera dannunziana caratterizzati dall'attrazione per la morte per il disfacimento e per il nulla. Questa è solo una scelta disperata per reagire contrapponendosi a quegli eroi "inetti a vivere" ai suoi super uomini dominatori e violenti dotati di una forza barbarica.!

Quello del superuomo è un mito che intrinsecamente è un mito pubblico destinato quindi ad agire nella collettività: D'Annunzio infatti per divulgarlo assume le vesti del poeta vate che propone il suo vivere come modello.si potrebbe pensare che Pascoli sia indotto a rifiutare ogni ruolo pubblico di poeta vate ma non è così: anche Pascoli assunse posizioni ufficiali ma in forme diverse e meno appariscenti. Pascoli era convinto che la poesia pura potesse essere di suprema utilità morale e sociale divulgando un ideale di non violenza di perdono e di pace e di fratellanza fra i popoli. Riteneva che avesse un valore consolatorio verso il male del mondo e che potesse indurre gli uomini ad accontentarsi della loro condizione. Anche il fanciullino ce l'ha un vate che diffonde miti ed ideologie. I due "vate" nonostante le differenze, si rivolgevano in fondo allo stesso pubblico ovvero quelle masse piccolo medio borghesi create dallo sviluppo della civiltà moderna: il superuomo era dominatore di quelle masse e si trovava il riscatto dallo squallore quotidiano; il fanciullino pascoliano invece poteva scoprire la bellezza segreta insita nella loro vita grigia e comune.comunque anche il fanciullino sapeva diventare tribuno, cantore ufficiale delle glorie patria e celebratore dei miti nazionalistici e colonialisti.!

D’ANNUZIO E NIETZSCHE D’Annunzio coglie alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche forzandoli a seconda delle sue idee. Nietzsche scrive un’opera intorno alla nascita della tragedia antica greca che vede dominata da due atteggiamenti fondamentali, il dionisiaco e l’apollineo ! Dionisiaco: l’atteggiamento vitale e gioioso, costitutiva la parte musicale e poetica dell’opera d’arte —— rif al Dio Dioniso ! Apollineo: rappresentava la razionalità e quindi l’arte plastica, la scultura , ciò che è visibile e ordinato secondo un certo ordine —— rif al dio Apollo! Dionisiaco e apollineo sono l’antitesi l’uno dell’altro, ma dall’equilibrio e dal contrasto di queste due posizioni opposte fin dall’antichità nasce la tragedia greca (arte)——— nella tragedia greca convivono questi due atteggiamenti ! ! D’annunzio si sofferma principalmente sull’aspetto del Dionisiaco come esaltazione della volontà di potenza,( mentre per Nietzche è molto più complesso) e la coglie come una giustificazione alla sua pretesa di essere superiore ad altri o che ci sia una categoria superiore che siano in qualche modo giustificati a sopraffare gli altri, ad esempio la mediocrità borghese o il popolo. In questo modo nasce il mito del superuomo: si scaglia violentemente contro la realtà borghese del nuovo stato unitario in cui il trionfo dei principi democratici ugualitari (parlamentarismo, spirito affaristico) vagheggia al contrario l’affermazione di una nuova aristocrazia.! Il diritto di pochi esseri eccezionali ad affermare se stessi sprezzando le leggi comuni del bene e del male, il dominio di questi esseri privilegiati al di sopra della massa deve tendere a una nuova politica aggressiva dello stato italiano che strappi la nazione alla sua mediocrità e l’avvii verso destini imperiali di dominio sul mondo come l’antica Roma ——— interpretazione falsata del darwinismo come giustificazione di alcuni popoli al fine di sovrastarne altri che porterà come conseguenza la volont...


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