D\'annunzio - vita opere e poetica di d\'annunzio PDF

Title D\'annunzio - vita opere e poetica di d\'annunzio
Author Lia Ferraiuolo
Course Giurisprudenza
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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vita opere e poetica di d'annunzio...


Description

Gabriele D'Annunzio IDEOLOGIA E POETICA=Proprio l'estetismo è probabilmente il termine chiave per comprendere il nocciolo centrale della sua poesia. Per d'Annunzio il verso è tutto: nel verso si esprime l'essenza della poesia, che è primariamente suono, melodia, musica, catena di significanti che comunicano direttamente all'anima i significati più profondi. L'arte è il valore supremo a cui ambire; è la risposta alla volgarità del mondo borghese, che d'Annunzio disprezza. Il poeta deve comprendere che la vita si regola sul concetto di bello, non di buono; per questo vale il motto "l'arte per l'arte", che riprende l'ars gratia artis latino: la poesia infatti non deve dedicarsi alla vita, ma alla letteratura (con una straordinaria intuizione sul mondo postmoderno). Importante è ancora, in lui, l'idea che il poeta sia un vate, un personaggio mitico che si esprime primariamente attraverso l'azione: in questo senso l'impresa di Fiume e, prima, l'impresa su Vienna vanno intese come momenti di poesia, come celebrazioni del suo personaggio di artista in grado di soggiogare le folle, che per altro disprezza ma della cui attenzione ha bisogno. Panismo=percezione che crea una fusione tra l'elemento naturale e quello umano. Quello di D'Annunzio consiste nel considerare la natura come un'entità viva ed in continuo movimento. Con questa entità l'uomo deve stabilire un contatto intenso fino ad immergersi nel suo ritmo vitale; uomo e natura si uniscono ed entrano direttamente in contatto. IL PIACERE= Primo romanzo di D'Annunzio pubblicato nel 1889; con esso entra in Italia per la prima volta la cultura decadente. Protagonista è Andrea Sperelli, alter ego dell'autore ed eroe dell'estetismo. Per Andrea l'arte è valore assoluto e l'arte per l'arte non è solo un programma estetico ma uno stile di vita. Andrea Sperelli, un ricco e aristocratico cultore dell’arte in tutte le sue sfaccettature, incline ai piaceri della vita quotidiana. Giunto a Roma nell’ottobre 1884, Andrea inizia a frequentare i luoghi e le feste più elitarie della capitale. È in una di queste che conosce Elena Muti, una giovane contessa rimasta vedova con la quale intraprende ben presto una focosa relazione. Quando però, nel marzo 1885, la donna annuncia ad Andrea di voler troncare la storia e di aver preso la decisione di andarsene da Roma, questi inizia una vita volta alla dissoluzione e alla depravazione. Dopo essere passato di donna in donna, fa la conoscenza di Maria Ferres, donna casta e religiosa di cui si invaghisce e che intende ad ogni costo conquistare. Tornata nel frattempo a Roma anche Elena, Andrea decide di fare sue entrambe le donne; ma se con Maria la strada sembra essere in discesa, la Muti gli resiste, accrescendo in lui il desiderio di possederla. Così, pur avendo instaurato una intensa relazione con Maria, il giovane Sperelli non fa che pensare ad Elena e per errore chiama la propria donna con il suo nome. Dopo aver perso Elena, Andrea perde così anche Maria, restando solo.

IL TRIONFO DELLA MORTE= pubblicato definitivamente nel 1894, il protagonista è Giorgio Aurispa, fratello di Andrea del precedente romanzo, vive tra abulia e velletari tentativi di autoaffermazione. Il romanzo è formato da 24 capitoli divisi in sei parti. Siamo sul Pincio, Giorgio e Ippolita stanno passeggiando ad un certo punto una persona si suicida buttandosi nel vuoto. I due vanno a rinchiudersi in un albergo e non avendo altro da fare Giorgio mostra le lettere che le ha scritto e non le ha mani spedito, Ippolita apprende la folle gelosia di lui, ne è turbata. Giorgio e Ippolita vanno verso l'inevitabile separazione, entrano in gioco le figure femminili della sua famiglia: la mamma e le sorelle. La madre suscita in lui pena e amore, mentre è il padre quello che gli ha dato l'imprinting della violenza, da questa tara è impossibile liberarsi e la figura del padre, anonima e misteriosa, è quella che, in parte, ne condizionerà le scelte. Giorgio e Ippolita dopo essersi ritrovati decidono di ritirarsi in un albergo, la parte del romanzo che si descrive questo episodio è tra le più belle, D'Annunzio riesce a descrivere in maniera unica il rapporto carnale che lega i due, la sensualità di lei e l'ossessione che lui prova verso la vitalità straripante dell'amante. E' l'esito che è infausto e, lascia l'amaro in bocca! Giorgio decide di uccidere Ippolita e poi di togliersi la vita. VERGINI DELLE ROCCIE= Il romanzo prende il titolo dal paesaggio di pietre e acqua di un celebre dipinto di Leonardo da Vinci conservato al Louvre di Parigi. il protagonista Claudio Cantelmo abbandona Roma, disgustato dalla corsa alle speculazioni edilizie, e si rifugia nei possedimenti di un'antica famiglia aristocratica, ancora di fede borbonica. Qui cerca una donna adatta al suo rango, con la quale generare un figlio (il futuro re di Roma) capace di salvare l'Italia dalla presente bassezza. S'imbatte in tre vergini, Massimilla, Anatolia, e Violante, le sorelle della famiglia Capece Montaga. La loro bellezza, ormai quasi sfiorita, incarna il mito della decadenza; ma la loro virtù è compromessa da un oscuro destino familiare, di follia e decadenza, per cui alla fine si riveleranno inadatte al compito. La struttura narrativa è assai fragile: il racconto non conosce una vera successione di giorni e stagioni; ogni vicenda resta sospesa in un presente indefinito, e all'assenza di un tempo corrisponde la fissità dello spazio narrativo. Dall'altra parte l'interesse dell'autore non è calamitato dall'intreccio p dai personaggi, questi elementi servono solo quale cassa di risonanza per le idee del protagonista, convinto assertore e incarnazione del superuomo nietzschiano. LE LAUDI E L'ALCYONE= raccolta non compiuta che avrebbe dovuto comporsi di sette libri, di cui d'Annunzio ha portato a termine i primi quattro. Le Laudi avrebbero dovuto diffondere il verbo del Vate, essere quindi il punto massimo della sua espressione; i sette libri portano ciascuno il titolo delle Pleiadi. Nel 1903 pubblica i primi tre (Maia, Elettra, Alcyone) e nel 1912 Merope. Alcyone, in particolare, è la raccolta più importante e più studiata: negli ottantotto testi d'Annunzio tratta un unico tema, l'estate, secondo sfumature e tempi diversi. Si parte dall'inizio della stagione e si arriva alla sua conclusione ("Settembre, andiamo: è tempo di migrare"). Questo per obbedire al principio della variazione e non della varietà: il tema è sempre lo stesso, cambia il modo del canto, così da mostrare l'abilità del poeta.

I temi ricorrenti sono la fusione panica con la natura, ossia il completo scioglimento dell'uomo all'interno della natura e il suo assorbimento in essa, e il vitalismo, ossia l'espressione anche gioiosa nella vita. L'uomo è ormai visto come puro istinto, privo di strutture politiche. Il soggetto è in contatto panico con la natura e si basta da solo, ignora totalmente la realtà contemporanea e le sue dinamiche. In tal modo si avvia a una condizione divina. Nel panismo avviene una sorta di immedesimazione sensuale con gli elementi naturali, da intendersi anche, come il titolo suggerisce, come elementi puri (l'acqua, l'aria) fino alla scomparsa del soggetto, che non ha più bisogno di dire "io" per essere legittimato a fare poesia. Ciò è possibile perché l'io del poeta è immenso e non ha più confini; la sua parola è potente ed evocativa, ed è persino in grado di regolare lo scorrere della natura e il ciclo degli elementi (può ad esempio fra sorgere la luna). Per usare un'espressione tecnica, si può dire che in Alcyone ci sia una tregua del, non dal superuomo: sono presenti infatti i temi derivati dal filosofo Nietsche, ma sono messi come in disparte per esplorare altri elementi e campi....


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